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Allegato A
Seduta n. 109 del 14/2/2007
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(Sezione 9 - Recenti dichiarazioni di esponenti della Chiesa cattolica e autonomia legislativa di Governo e Parlamento)
EVANGELISTI - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi anni in tutti i principali Paesi europei si è assistito ad una revisione, più o meno marcata, a seconda dei casi, delle tradizionali politiche sulla famiglia: alla scelta di sostenerne lo sviluppo attraverso l'attivazione di nuovi ammortizzatori sociali si è affiancata la decisione di estendere una serie di sostegni a forme di convivenza differenti da quelle tradizionalmente riconosciute;
un sistema democratico non può non sforzarsi di rimanere il più possibile inclusivo, evitando qualsiasi forma di discriminazione;
le scelte legislative di uno Stato sovrano non possono essere vincolate, oggi meno che mai, in virtù di un processo di integrazione europea tanto avanzato quanto complesso, ad impostazioni di carattere religioso, il cui campo d'azione bisogna continuare a rispettare, evitando, però, sovrapposizioni che creerebbero inevitabilmente contrasti difficili da risolvere;
il Governo italiano ha il diritto e il dovere di compiere scelte politiche quanto più possibili chiare, il Parlamento ha il potere di legiferare: in entrambi i casi non possono essere accettati condizionamenti esterni a tali processi;
nelle ultime settimane si è evidenziata la volontà da parte delle più alte gerarchie ecclesiastiche di intervenire sul processo decisionale proprio ed esclusivo dello Stato italiano;
deve essere sempre salvaguardato il principio della assoluta libertà d'opinione, che va riconosciuto e tutelato per qualsiasi soggetto singolo, o organizzazione associativa, tanto più per la Chiesa cattolica ed i suoi esponenti, come per qualsiasi altro esponente di altra confessione religiosa;
alcune dichiarazioni del presidente della conferenza episcopale italiana appaiono potenzialmente lesive dell'autonomia legislativa e ancor più dell'autonomia dei singoli parlamentari, mirando a vincolare la loro coscienza a precetti religiosi;
importanti giuristi e costituzionalisti hanno sottolineato che tali dichiarazioni possono mettere in discussione il concordato tra Stato e Chiesa, perché - secondo tali giuristi - le autorità ecclesiastiche
avrebbero giudicato «sovversivo» un legittimo atto del Governo -:
se non ritenga opportuno intervenire nelle sedi proprie per chiarire l'equivoco creatosi e ribadire la piena, completa ed indiscutibile sovranità ed indipendenza del Governo e del Parlamento italiani. (3-00629)
(13 febbraio 2007)