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Allegato B
Seduta n. 11 del 14/6/2006
GIUSTIZIA
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
il Procuratore della Repubblica di Bologna in un comunicato apparso sui quotidiani locali il 3 giugno, ha dichiarato di far parte di un comitato per il no al referendum confermativo che si terrà prossimamente;
gli interpellanti rilevano la gravità della posizione del magistrato il quale nonostante la delicatezza dell'incarico ricoperto che lo pone al di sopra delle parti, si caratterizza sempre di più in un ruolo politico che di fatto delegittima la funzione giurisdizionale facendo venir meno la fiducia dei cittadini nell'amministrazione della giustizia;
rilevano altresì che una legge legittimamente votata dal Parlamento ed oggetto di contesa politica e di aspri confronti fra i partiti, non può essere in alcun modo essere contestata pubblicamente da un magistrato che invece dovrebbe limitarsi ad applicarla;
i sottoscritti rilevano inoltre che la recente legge di riforma dell'ordinamento giudiziario, ancor priva dei decreti attuativi, impone al magistrato di astenersi da qualsiasi posizione politica mentre il dottor Di Nicola secondo gli interpellanti, per l'ennesima volta ne ha violato lo spirito e la lettera con un comportamento che assume un aspetto obiettivamente eversivo dell'attuale ordinamento repubblicano e dei principi fondamentali della carta costituzionale -:
se sussistano i presupposti per promuovere sollecitamente un'azione disciplinare presso il CSM al fine di dimostrare all'opinione pubblica che l'imparzialità e obiettività nell'amministrazione della giustizia è un principio fondamentale della nostra legislazione e che il magistrato è tenuto in ogni circostanza ad un particolare dovere di sobrietà e riservatezza proprio per tutelare la dignità della sua alta funzione.
(2-00016)«Garagnani, Bondi».
Interrogazioni a risposta scritta:
VIOLANTE, MARAN, CARDINALE, CRISAFULLI, DATO, LOMAGLIO, LUMIA, MATTARELLA, PIRO, ROTONDO e SAMPERI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da quasi tre anni, il personale della casa circondariale di Trapani viene inviato in missione presso altri istituti;
in molti casi le disposizioni non hanno tenuto conto di significativi fattori, quali: l'età avanzata, l'anzianità di servizio; problemi familiari; impoverimento dell'organico della casa circondariale di Trapani;
sono stati disposti altri cinque provvedimenti di missione per la casa circondariale di Augusta;
è stato aperto il reparto Mediterraneo che mette insieme reclusi classificati comuni con quelli alta sicurezza dalla cui promiscuità derivano problemi di gestione;
il personale femminile è ridotto al minimo -:
quali urgenti iniziative intenda assumere al fine di superare le richiamate difficoltà.
(4-00242)
ANGELA NAPOLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il dominio delle zone di Scampia e Secondigliano di Napoli da parte del clan camorristico Di Lauro e la conseguente faida con gli scissionisti, hanno provocato
negli ultimi anni, e stanno continuando a provocare una lunga scia di morti sull'intero territorio partenopeo;
nel mese di aprile del 2004, a Torino, è stato arrestato Vincenzo Di Lauro, figlio del noto superboss Paolo, con l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso e di traffico internazionale di stupefacenti;
nei giorni scorsi il tribunale del riesame di Napoli, per un difetto di motivazione (nell'ordinanza mancava la pagina dedicata alle esigenze cautelari), ha emesso l'ordinanza di scarcerazione di Vincenzo Di Lauro;
i giudici del tribunale del riesame di Napoli attribuiscono il grave cavillo alla «carenza di mezzi e strutture che pesa sugli uffici giudiziari di Napoli»;
l'interrogante ritiene, invece, che la mancanza dell'importante pagina giudiziaria sia addebitabile all'incuria e alla poca serietà professionale del personale addetto alla cancelleria, nonché al mancato controllo degli atti da parte dei giudici;
a ciò va aggiunta la mancanza di coordinamento tra i vari uffici giudiziari se corrisponde al vero che la DDA di Napoli, avrebbe richiesto un immediato provvedimento restrittivo nei confronti di Vincenzo Di Lauro, non notificato in tempo utile al carcere di Torino dove questi è detenuto;
il risultato di tutto ciò ha portato alla nuova latitanza del boss Vincenzo Di Lauro ed al conseguente annullamento dell'importante lavoro investigativo profuso dalla Forze dell'Ordine;
a causa di inspiegabili «cavilli giudiziari», troppo spesso, si sta assistendo a provvedimenti di «scarcerazioni facili» assunti nei confronti di noti e pericolosi boss della criminalità organizzata, in particolare, nel Mezzogiorno d'Italia -:
quali urgenti iniziative, intenda attuare per verificare la veridicità dei fatti sopra descritti e, in caso positivo, quali provvedimenti intenda assumere nei confronti degli eventuali responsabili;
se non ritenga, altresì, di dover avviare un'azione dì monitoraggio ispettivo per verificare le cause che sono alla base delle preoccupanti e numerose «sarcerazioni facili», dovute ad inspiegabili «cavilli giudiziari».
(4-00244)
DEIANA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la Commissione parlamentare antimafia, nella precedente legislatura, nella sua relazione conclusiva scrive a pag. 747: «ad Anzio e Nettuno si può segnalare la sfera d'influenza dell'organizzazione criminale facente capo alla famiglia Fallace originaria di Guardavalle (Catanzaro), insediatasi nel comune di Nettuno (Roma) e dedita prevalentemente al traffico internazionale di sostanze stupefacenti ed al riciclaggio, riconducibile a cosche mafiose di area criminale calabrese [...];
le indagini hanno portato, in data 14 settembre 2004, alla emissione di ordinanza di misura cautelare nei confronti di n. 33 appartenenti alla organizzazione ed hanno accertato che il gruppo si era consolidato fino a gestire i suoi interessi in maniera indipendente dall'organizzazione madre, di cui peraltro aveva gli stessi schemi organizzativi e le stesse regole interne, ma con propri dirigenti e regole autonome di affiliazione;
il contesto investigativo ha evidenziato nella sfera della pubblica amministrazione della zona interessata l'inquinamento tipico delle organizzazioni mafiose [...];
gli accertamenti svolti [...] hanno confermato che le tentacolari radici che la criminalità organizzata ha da tempo costituito nella zona di Nettuno influenzavano pesantemente l'attività del Comune, finalizzandola al favoreggiamento di soggetti collegati direttamente o indirettamente con ambienti malavitosi;
sono infatti emersi rapporti di contiguità, parentele, frequentazioni e cointeressenze di natura economica di taluni pubblici amministratori e dipendenti del Comune con soggetti gravitanti nell'ambito della criminalità organizzata;
la gravità e la diffusione di tali ingerenze hanno indotto il Consiglio dei Ministri, su richiesta del Ministero dell'Interno, a deliberare lo scioglimento del Consiglio comunale di Nettuno e l'affidamento della gestione del Comune a una commissione straordinaria, decretati con provvedimento del Presidente della Repubblica in data 28 novembre 2005;
la relazione del Ministro dell'Interno al Presidente della Repubblica, che accompagna tale decreto, mette in risalto la permeabilità dell'amministrazione a pressioni e condizionamenti esterni da parte della criminalità organizzata in molteplici settori dell'azione del Comune. Risultano in particolare colpite le aree tipiche dell'inquinamento e del controllo mafioso con documentate interferenze negli appalti [...];
l'11 ottobre 2005 «La Repubblica» ha pubblicato un articolo, a firma Marino Bisso, dal titolo: «Nettuno ora indaga l'antimafia»;
l'articolo riferiva di un fascicolo aperto dalla procura distrettuale antimafia nella persona del suo coordinatore Italo Ormanni e dal sostituto procuratore dott. Adriano Iasillo sugli intrecci tra amministratori e criminalità organizzata a Nettuno -:
se il Ministro sia al corrente di questi fatti, se conosca quali iniziative siano state intraprese in ordine ai fatti sopra citati per colpire i legami tra malavita organizzata e politica nella realtà di Nettuno e del Litorale a sud di Roma.
(4-00250)
CECCUZZI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
a quanto risulta all'interrogante, recentemente sarebbe stata manifestata, da parte del tribunale di Siena, la volontà di avviare la procedura per la modifica della circoscrizione giudiziaria dello stesso tribunale;
tale proposito sarebbe stato formalizzato con la richiesta, al Ministero della giustizia, di soppressione della sede distaccata presso la città di Poggibonsi;
il territorio della sezione distaccata di Poggibonsi, del tribunale di Siena, può contare su una popolazione di oltre 60mila abitanti;
in questo ambito territoriale operano circa 3.500 piccole e medie imprese che riversano sulla sezione distaccata di Poggibonsi, del tribunale di Siena, una complessità e quantità rilevante di affari civili e penali che stanno aumentando negli anni;
la storica e rinnovata vocazione imprenditoriale e produttiva della Valdelsa senese ha dato impulso ad una costante crescita demografica caratterizzata anche dai più significativi flussi migratori presenti in provincia di Siena, tanto di origine straniera che nazionale;
infine, l'immobile in cui sono ubicati gli uffici Giudiziari risulta essere moderno e funzionale dal momento che vi sono collocati sia gli uffici del tribunale che quelli del giudice di Pace, come non di frequente accade in molte altre realtà -:
se la notizia della richiesta, a codesto Ministero, della revisione della propria circoscrizione giudiziaria da parte del tribunale di Siena, corrisponda a verità;
se non ritenga che la sezione distaccata del tribunale di Siena, presso la città di Poggibonsi, debba essere potenziata e non soppressa.
(4-00256)