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Allegato B
Seduta n. 11 del 14/6/2006
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INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
TASSONE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella tornata elettorale del 28-29 maggio 2006 risultava eletto Sindaco, per la terza volta consecutiva, nel comune di Sirignano, il signor Antonio Napolitano, Sindaco per due legislature; tale circostanza si pone in contrasto con l'articolo 51 del T.U.E.L. n. 267/2000 il quale, al secondo comma, recita espressamente che «chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di Sindaco e Presidente della provincia non è allo scadere del secondo mandato, immediatamente rieleggibile alle medesime cariche;
in data 30 maggio 2006 con Prot. n. 431/S.E. il Prefetto di Avellino ne rilevava la ineleggibilità -:
quali iniziative intenda adottare nell'ipotesi in cui il consiglio comunale di Sirignano convalidi l'elezione.
(4-00241)
GALLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
ai sensi dell'articolo 151 del Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali n. 267/2000, gli enti locali deliberano entro il 31 dicembre il bilancio di previsione per l'anno successivo;
ai sensi dell'articolo 141, comma 1, lettera c), dello stesso Testo Unico, la mancata approvazione nei termini del bilancio è causa di scioglimento del Consiglio dell'Ente inadempiente con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell'interno;
il comune di Cavaglio d'Agogna (Novara) risulta non avere provveduto agli obblighi di legge afferenti all'approvazione del bilancio di previsione per il corrente anno 2006, bilancio che doveva essere approvato entro il 31 dicembre 2005;
la mancata approvazione del bilancio di previsione per l'anno 2006 da parte del Consiglio comunale di Cavaglio d'Agogna, comporta l'impossibilità, di deliberare il rendiconto previsto allo stesso articolo 151, entro il termine del 30 giugno;
ad oggi nessun provvedimento di natura sostitutiva è stato adottato nei confronti dell'Ente inadempiente -:
le motivazioni per le quali non si è provveduto al tempestivo esercizio dei poteri sostitutivi, attuando la nomina commissariale;
se e in quali tempi si intenda provvedere al commissariamento dell'Ente in oggetto ai sensi della normativa sopra richiamata.
(4-00248)
PICANO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
presso il comando provinciale dei Vigili del fuoco di Frosinone è successo che nei mesi scorsi è stata necessaria la sospensione frequente di soccorso nella zona servita dal distaccamento di Fiuggi ed il relativo accentramento del personale; gravi carenze pure si sono verificate presso il distaccamento di Cassino che serve un ampio territorio;
l'approssimarsi della stagione estiva a cui è connesso un incremento importante della popolazione in diversi paesi della provincia e i frequenti incendi, faccia prevedere, come successo negli anni scorsi, un aumento notevole della richiesta di intervento dei Vigili del fuoco -:
se non ritenga necessario dare disposizioni affinché il contingente di personale discontinuo assegnato al comando di Frosinone venga adeguato alle reali necessità riportato almeno al livello ante 2006 (16), il che consentirebbe di evitare la sospensione del servizio in momenti particolarmente delicati.
(4-00249)
BOATO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'Associazione Verdi Ambiente e Società Onlus, con sede regionale in Cetraro (Cosenza), Associazione nazionale di protezione ambientale riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente con decreto n. 63 del 29 marzo 1994 ai sensi e per gli effetti dell'articolo 13 della legge n. 349/1986, promuove e coordina su tutto il territorio un servizio di vigilanza volontaria costituito da Guardie Particolari Giurate con qualifica di Pubblico Ufficiale e Agente di Polizia Giudiziaria, per supportare le Forze di Polizia dello Stato presenti e operanti sul territorio nelle attività di prevenzione e repressione di ogni forma di abuso commessa in danno dell'ambiente e degli animali;
tali Guardie Volontarie, per poter esplicare le funzioni di vigilanza, debbono essere riconosciute dall'Autorità Prefettizia ai sensi dell'articolo 138 del Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza approvato con regio decreto n. 773 del 18 giugno 1931 e prestare giuramento davanti al sindaco del comune di residenza o domicilio ai sensi del decreto legislativo 51/1998;
di recente la legge 189/2004, recante disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate, all'articolo 6, secondo comma, in tema di vigilanza sulle norme poste a tutela degli animali d'affezione, stabilisce che la protezione degli stessi sia affidata, oltre che a soggetti pubblici, anche alle Guardie Particolari Giurate delle Associazioni Protezionistiche e Zoofile riconosciute nei limiti dei compiti attribuiti dai rispettivi «decreti prefettizi di nomina»;
proprio in relazione all'elevato numero di quesiti pervenuti da varie prefetture e questure, relativi alle Guardie Particolari Giurate delle Associazioni Protezionistiche e Zoofile riconosciute destinatarie della normativa sopra richiamata, l'Ufficio per l'Amministrazione Generale del Ministero dell'interno, con nota circolare del 15 ottobre 2005, a firma del dottor Giulio Cazzella, ha fornito chiarimenti e indicazioni al riguardo, precisando che il riconoscimento della nomina delle Guardie Volontarie addette alla vigilanza sugli animali è rimasto di competenza del prefetto mentre, invece, è passato alla competenza della provincia, tra gli altri, il riconoscimento della nomina dalle Guardie Venatorie Volontarie di cui alla legge 157/1992;
l'Ufficio territoriale del Governo di Cosenza, nonostante una specifica previsione normativa e il parere del superiore Ministero dell'interno, continua a non riconoscere le Guardie Volontarie nominate dall'Associazione Verdi Ambiente e Società Onlus di Cetraro, e dalle altre Associazioni Protezionistiche riconosciute, affermando di non essere competente poiché non esiste nessuna disposizione di legge che subordini il conseguimento della nomina a un atto di assenso del prefetto;
anche il Consiglio di Stato - Seconda Sezione, con l'adunanza del 26 gennaio 2005, in riferimento alla legge della regione Puglia sulle Guardie Ecologiche, ha sottolineato che il riconoscimento di tutte le nomine delle Guardie Particolari Giurate sono di competenza prefettizia, tranne le nomine di Guardia Ittica e/o Venatoria trasferite alle Amministrazioni Provinciali con il decreto legislativo 112/1998;
secondo l'interrogante, il comportamento tenuto dalla prefettura di Cosenza costituisce una violazione dei principi costituzionali di buon andamento, di equità e di imparzialità dell'azione amministrativa, nonché una grave lesione dei diritti e degli interessi portati avanti dall'Associazione Verdi Ambiente e Società Onlus sull'intero territorio della provincia di Cosenza, poiché risulta in modo inequivocabile che la mancata nomina di Guardie Particolari Giurate ha impedito, e continua a farlo, a tale associazione di prestare un servizio di utilità sociale che rientra negli scopi istituzionali della stessa -:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti enunciati in premessa e se essi corrispondano al vero;
se e quali provvedimenti il Governo intenda assumere, affinché la prefettura di Cosenza rilasci alle Guardie Volontarie nominate dall'Associazione Verdi Ambiente e Società Onlus il decreto di approvazione delle funzioni di Guardia Particolare Giurata per poter espletare i compiti previsti dalla legge 189/2004, così come specificato dalla circolare del Ministero dell'interno del 15 ottobre 2005.
(4-00251)
LICANDRO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
alla Questura di Frosinone da anni non viene più trasferito personale del ruolo agenti-assistenti e ciò comporta un enorme sacrificio da parte di coloro che sono «costretti» a sopperire a questa grossa carenza d'organico;
in data 22 maggio 2006 il Questore di Frosinone non potendo più assicurare i servizi di vigilanza fissa agli ingressi della Questura e della Prefettura, al solo scopo di potenziare gli Uffici operativi, con ordinanza dispone il movimento interno di dipendenti della Polizia di Stato e trasferisce personale del ruolo tecnico in servizio presso Uffici cui non è previsto il loro impiego, assegnandolo al Centralino della Prefettura. Ciò avrebbe permesso di recuperare anche due Poliziotti del ruolo ordinario da impiegare nei servizi sopraindicati di vigilanza fissa;
in data 23 maggio 2006, il Prefetto di Frosinone, secondo l'interrogante violando il precetto degli articoli 13 e 14 della legge n. 121 del 1981, invia un provvedimento
scritto al Questore con il quale revoca, limitatamente al Centralino, i trasferimenti di 4 dipendenti, indicandone espressamente i nomi e le qualifiche;
nello stesso giorno, considerata la gravità dell'atto, il Questore informa il Dipartimento della pubblica sicurezza, ove il successivo 26 maggio viene convocato;
il 27 maggio 2006 il Questore di Frosinone «valutata la richiesta della Prefettura» revoca il trasferimento dei quattro dipendenti citati, mantenendo così poliziotti in servizio presso il centralino ed operatori tecnici, che potrebbero ricoprire quella mansione in altri uffici dove la loro figura non è prevista;
tali fatti, conosciuti anche dai comandi provinciali delle altre forze di Polizia, secondo l'interrogante hanno sminuito notevolmente la figura del Questore di Frosinone sia all'interno della Questura sia nei confronti dei Comandanti provinciali dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza -:
quali iniziative urgenti intende intraprendere affinché nella Provincia di Frosinone le Autorità provinciali di pubblica sicurezza tornino a rispettare le proprie competenze ed il proprio ruolo.
(4-00253)
ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute, al Ministro per le politiche per la famiglia. - Per sapere - premesso che:
da quanto si apprende dalle notizie riportate dagli organi di stampa, in data 20 maggio 2006, nella zona del Piacentino e di Reggio Emilia, le forze dell'ordine hanno smantellato sei cliniche clandestine dove venivano praticati interventi di chirurgia estetica, di chirurgia ginecologica finalizzata a riottenere la verginità e aborti;
le cliniche che operavano senza alcun rispetto delle più elementari norme igieniche e sanitarie e ovviamente senza alcuna considerazione dei vincoli di legge erano gestite da extracomunitari di origine cinese;
a quanto risulta all'interrogante, già nel luglio 2003 sempre nella stessa area territoriale le forze dell'ordine avevano scoperto una clinica clandestina situata in Via Turri a Reggio Emilia;
il diffondersi di queste attività illegali in queste regioni debbono far riflettere le amministrazioni locali sulle strategie programmatiche adottate a livello locale nei confronti delle politiche di integrazione degli extracomunitari;
queste notizie mettono in evidenza come si tratti di casi non isolati ben organizzati e gestiti da associazioni criminali cinesi di stampo mafioso;
le operazioni succitate sono state condotte dalla polizia di Stato piacentina coordinata dalla Direzione del servizio centrale anticrimine di Roma. Dalle notizie trapelate sulle indagini risulta che sono stati scoperti tra i pazienti ricoverati in queste «cliniche dell'orrore» finanche bambini in attesa di essere sottoposti alle visite di pseudo pediatri;
i materiali di laboratorio e i medicinali sequestrati risultano tutti importati clandestinamente dalla Cina;
considerata la difficoltà di interpretazione dell'idioma cinese è necessario valutare la possibilità di propagandare con estrema facilità nella propria comunità di provenienza le attività di queste cliniche abusive anche con l'utilizzo di canali canonici, ossia, tramite inserzioni pubbliche in lingua cinese;
queste operazioni mettono inoltre in evidenza come sia ancora diffusa la pratica dell'aborto clandestino in controtendenza al diffuso pensiero che ritiene che con l'entrata in vigore della legge n. 194 del 1978 questa piaga fosse finalmente debellata -:
se i Ministri siano a conoscenza dei fatti esposti e quali provvedimenti intendano prendere per evitare il ripetersi di tali situazioni;
se ritengano possibile fornire un quadro informativo che fotografi negli ultimi dieci anni la presenza di cliniche clandestine che operano sul territorio italiano ed in particolar modo nelle regioni interessate da queste ultime indagini (Emilia Romagna e Toscana);
quali provvedimenti intendano adottare per arginare il diffondersi di azioni criminali organizzate di matrice mafiosa da parte di extracomunitari orientali;
quali provvedimenti intendano adottare per arginare il diffondersi della pratica dell'aborto clandestino nelle comunità di extracomunitari presenti nel nostro Paese;
quali azioni intendano mettere in atto per diffondere campagne informative dirette a divulgare il fondamentale principio della tutela della vita fin dal suo concepimento nel rispetto anche del disposto previsto dalla stessa legge n. 194 del 1978.
(4-00255)