Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 11 del 14/6/2006
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzioni in Commissione:
La VIII Commissione,
premesso che:
il progetto di fusione per incorporazione della società Autostrade con la società spagnola Abertis investe una problematica complessa, con molteplici e rilevanti riflessi sugli interessi generali;
infatti la Società Autostrade è titolare della concessione da parte dell'ANAS per la gestione fino al 2038 di circa 3.000 chilometri della rete autostradale nazionale;
il progetto di fusione peraltro reso pubblico nel corso della recente campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento non ha solamente una portata finanziaria o giuridica, bensì investe l'interesse pubblico e la migliore e più equilibrata gestione della rete autostradale, oggetto di concessione;
vengono, pertanto, in evidenza le questioni essenziali e delicate degli investimenti da parte del concessionario sulla rete autostradale, sulla qualità complessiva del servizio assicurato agli utenti, sul livello delle tariffe per i pedaggi;
invero è problema che si trascina insoluto da anni la mancata integrale esecuzione degli investimenti per opere infrastrutturali, previsti a carico di Società Autostrade dalle concessioni e dai successivi atti aggiuntivi, e non ancora realizzati (allo stato attuale a fronte di 4.072 milioni di euro previsti, risultano realizzati investimenti per 2.112 milioni di euro);
tra l'altro non si è data esecuzione alla direttiva dell'ANAS, che ha sollecitato la Società Autostrade ad accantonare in apposito fondo le somme destinate ad investimenti previsti e non realizzati e svincolabili solo previa autorizzazione dell'ANAS stessa;
è necessario approfondire le diverse questioni aperte dal progetto di fusione;
nella medesima direzione si sono mossi l'ANAS con la nomina di una Commissione di Saggi e l'Autorità per la Vigilanza sui Lavori Pubblici, che hanno sottolineato una serie di motivate e forti perplessità e di problemi non risolti;
nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria sulla concorrenza e sulla attività di impresa, è necessario che l'ANAS addivenga ad una rinegoziazione delle condizioni del rapporto di concessione con la Società concessionaria, per elevare la qualità e l'efficienza del servizio a tutela degli interessi dei cittadini e della intera comunità;
impegna il Governo:
a) a promuovere un'attività complessiva di verifica e monitoraggio su tutte le concessioni stradali ed autostradali in atto, al fine di tutelare compiutamente gli interessi pubblici e di assicurare un assetto migliore ed adeguato dei rapporti con i concessionari, secondo principi di linearità ed uniformità delle relative condizioni includendo la riaffermazione del principio sancito dal decreto ministeriale del Ministero dei lavori pubblici del 16 marzo 1997, relativo all'esclusione di società di costruzione dalle Società di gestione del sistema autostradale;
b) ad assumere ogni iniziativa utile per chiarire tutti i termini del progetto di fusione fra Società Autostrade e Società Abertis, anche alla luce delle questioni sollevate dalla Commissione dei Saggi nominata dall'ANAS e dall'Autorità per la Vigilanza sui lavori pubblici;
c) a fornire all'ANAS (soggetto concedente) direttive per modificare la concessione, al fine di legare in modo più stringente la disciplina delle tariffe per i pedaggi ed i relativi incrementi (anche in
ragione della riforma nel settore introdotta con l'articolo 21 del decreto-legge n. 388/03 convertito con modifiche nella legge n. 47/2004) all'effettiva realizzazione degli investimenti previsti;
d) a rafforzare, articolare e graduare oltre quanto già previsto per le condizioni di inadempienza, gli strumenti e le sanzioni di cui può avvalersi il soggetto concedente per un controllo più efficace e penetrante sull'operato del concessionario e sulla gestione della concessione medesima;
e) ad informare costantemente il Parlamento sull'evoluzione della situazione di cui in premessa, anche mediante il tempestivo intervento del Governo presso le Commissioni parlamentari competenti.
(7-00004)
«Mariani, Misiti, De Angelis, Francescato, Gentili, Cacciari, Di Gioia, Fasciani, Iannuzzi, Chianale, Camillo Piazza, Benvenuto, Margiotta, Realacci, Longhi, Marantelli, Bocci, Galeazzi».
La VIII Commissione,
premesso che:
la Società Autostrade ha avanzato un progetto di aggregazione per fusione con la società spagnola Abertis, che è la maggiore concessionaria autostradale del Paese iberico;
la Società Autostrade è titolare di una concessione statale pluriennale per la gestione di metà della rete autostradale italiana, derivante dalla privatizzazione della stessa società a seguito di un'asta pubblica, che viene in scadenza nell'anno 2038;
vanno approfonditi gli eventuali effetti che si produrranno sul rapporto di concessione, a seguito della prospettata fusione tra i due gruppi, in particolare sulla capacità di investimenti sulla qualità del servizio, sui livelli tariffari;
è piuttosto discutibile il metodo attraverso cui il titolare di una essenziale concessione pubblica ha deciso di agire nella sostanziale assenza del Governo, in un'operazione che sembra assumere un carattere meramente finanziario (ricordando, peraltro, che a fronte di un uguale volume di chilometri gestiti, i ricavi della Società Autostrade sono superiori di oltre un miliardo di euro a quelli di Abertis);
secondo i firmatari del presente atto non vi sono, allo stato, garanzie in ordine alla praticabilità di una operazione che possa essere il più possibile condivisa tra tutti gli attori, in modo da favorire uno sviluppo coerente di riflessioni e iniziative sul settore autostradale, in un'ottica di reale attenzione alle esigenze di ammodernamento infrastrutturale del Paese e di tutela degli utenti e dei cittadini;
peraltro, con l'articolo 21 del decreto-legge n. 355 del 2003, convertito nella legge n. 47 del 2004, la Società Autostrade ha beneficiato di una importante riforma dei sistemi di tariffazione e di pedaggiamento, in relazione ai quali la stessa società ha assunto precisi impegni in ordine alla realizzazione di investimenti finalizzati all'ammodernamento delle dotazioni infrastrutturali della rete autostradale, visto anche una relazione del collegio sindacale ANAS che farebbe rilevare un forte ritardo negli impegni finanziari della concessionaria rispetto ai vincoli assunti;
è, infatti, evidente come la modernizzazione delle infrastrutture stradali passi anche attraverso la ricerca di un riequilibrio tra le diverse modalità di trasporto, nel quadro di un piano organico di integrazione tra le stesse modalità ai fini dell'individuazione di parametri per la misurazione della qualità, della definizione dei meccanismi per la revisione delle tariffe medesime, che sono tra loro strettamente collegati in una logica alla cui base si pone - come è ovvio - un rapporto di concessione che le società autostradali assumono con lo Stato, in un'ottica ancorata alla tutela dell'interesse pubblico;
in questo quadro, diventa fondamentale il ruolo svolto da ANAS SpA, che
- in base alla legislazione vigente ed anche alla luce degli atti convenzionali in essere - dovrebbe assumere un controllo incisivo rivolto ad accertare il rispetto di tutte le obbligazioni definite dalla legge; in relazione alle funzioni in capo alla stessa ANAS, occorre pertanto che le misure in materia di controlli e vigilanza rispondano all'esigenza di assicurare un migliore servizio all'utenza autostradale e all'opportunità di rafforzare il legame tra pedaggio corrisposto e servizio reso, in coerenza con i principi affermati anche in sede comunitaria;
in tal senso, non può sfuggire che il processo di privatizzazione iniziato nel '97 ha mostrato tutti i suoi limiti a causa della mancanza di regole certe sul controllo e sulla verifica del funzionamento delle concessioni e che, di conseguenza, occorre verificare il ruolo strategico che si svolge nell'esercizio di vigilanza e di controllo che spetta all'Anas;
l'operazione finanziaria intrapresa dalla società Autostrade, infatti, appare del tutto legittima sotto il profilo societario, ma inserisce nel panorama delle concessioni elementi di novità, che non possono diminuire il potere di controllo pubblico e la sicurezza degli investimenti e della tutela del patrimonio infrastrutturale nazionale;
sono, dunque, numerosi gli interrogativi posti a base dell'intera vicenda, ossia: se con la prospettata fusione si riuscirà ad incrementare la concorrenza in un mercato - al momento - piuttosto chiuso; se aumenteranno i vantaggi per i consumatori e gli utenti italiani; se si produrranno ripercussioni in altri settori del trasporto e, in particolare, nel trasporto aereo (settore in cui operano in misura rilevante i maggiori azionisti del gruppo italiano); se vi sia una seria analisi sulla prospettiva industriale del nuovo gruppo; se si giudichi critico il fatto che la sede della nuova società - come sembrerebbe - non sarà collocata in Italia;
occorre, peraltro, evitare che si possano costituire alibi per rimettere in discussione l'intero sistema delle concessioni, nonché per limitare in qualche misura il processo di liberalizzazione del mercato e deprimere lo stesso sviluppo del settore autostradale;
in conclusione, spetta al Parlamento riscrivere le regole sul sistema delle concessioni autostradali, verificando in primo luogo che vengano assicurate le garanzie che riguardano investimenti e tariffe e che sia privilegiata la qualità del servizio,
impegna il Governo:
a) ad intraprendere ogni possibile iniziativa di competenza, affinché siano chiariti i termini del rapporto tra la Società Autostrade e la Società Abertis, e le ripercussioni che si avranno sugli investitori e sugli utenti finali, verificando altresì la questione delle potenziali incompatibilità della presenza nell'azionariato di società di costruzioni;
b) a fornire all'Anas quale soggetto concedente gli indirizzi di strategia e politica industriale di settore, occorrente a dare coerenza ed efficacia all'azione dell'Anas stessa;
c) ad attivarsi affinché la Società Autostrade dia precise garanzie in ordine al rispetto dei principi di cui al rapporto concessionario in essere, eventualmente anche mediante la definizione di un atto integrativo del rapporto concessionario in essere, che impegni - tra l'altro - la nuova società ad utilizzare i proventi preesistenti alla fusione per la realizzazione di investimenti infrastrutturali sulla rete autostradale esistente (come messa in sicurezza, manutenzione ordinaria, nuovi accessi, completamento opere di competenza esterne ai caselli);
d) ad adottare iniziative volte a garantire che la fusione in questione non pregiudichi in alcun modo la realizzazione di investimenti per l'ammodernamento infrastrutturale della rete autostradale, ai quali la stessa Società Autostrade è tenuta
anche in ragione della rilevante riforma del sistema tariffario introdotta nel 2003;
e) ad informare costantemente il Parlamento degli sviluppi della situazione di cui in premessa, anche mediante il tempestivo intervento del Governo presso le Commissioni parlamentari competenti.
(7-00005)«Stradella, Lupi, Foti, Mereu».
La VIII Commissione,
premesso che:
la Società Autostrade ha avanzato un progetto di aggregazione per fusione con la società spagnola Abertis, che è la maggiore concessionaria autostradale del Paese iberico;
la Società Autostrade è titolare di una concessione statale pluriennale per la gestione di metà della rete autostradale italiana, derivante dalla privatizzazione della stessa società a seguito di un'asta pubblica, che viene in scadenza nell'anno 2038;
vanno approfonditi gli eventuali effetti che si produrranno sul rapporto di concessione, a seguito della prospettata fusione tra i due gruppi, in particolare sulla capacità di investimenti sulla qualità del servizio, sui livelli tariffari;
è piuttosto discutibile il metodo attraverso cui il titolare di una essenziale concessione pubblica ha deciso di agire nella sostanziale assenza del Governo, in un'operazione che sembra assumere un carattere meramente finanziario (ricordando, peraltro, che a fronte di un uguale volume di chilometri gestiti, i ricavi della Società Autostrade sono superiori di oltre un miliardo di euro a quelli di Abertis);
secondo i firmatari del presente atto non vi sono, allo stato, garanzie in ordine alla praticabilità di una operazione che possa essere il più possibile condivisa tra tutti gli attori, in modo da favorire uno sviluppo coerente di riflessioni e iniziative sul settore autostradale, in un'ottica di reale attenzione alle esigenze di ammodernamento infrastrutturale del Paese e di tutela degli utenti e dei cittadini;
peraltro, con l'articolo 21 del decreto-legge n. 355 del 2003, convertito nella legge n. 47 del 2004, la Società Autostrade ha beneficiato di una importante riforma dei sistemi di tariffazione e di pedaggiamento, in relazione ai quali la stessa società ha assunto precisi impegni in ordine alla realizzazione di investimenti finalizzati all'ammodernamento delle dotazioni infrastrutturali della rete autostradale, visto anche una relazione del collegio sindacale ANAS che farebbe rilevare un forte ritardo negli impegni finanziari della concessionaria rispetta ai vincoli assunti;
è, infatti, evidente come la modernizzazione delle infrastrutture stradali passi anche attraverso la ricerca di un riequilibrio tra le diverse modalità di trasporto, nel quadro di un plano organico di integrazione tra le stesse modalità ai fini dell'individuazione di parametri per la misurazione della qualità, della definizione dei meccanismi per la revisione delle tariffe medesime, che sono tra loro strettamente collegati in una logica alla cui base si pone - come è ovvio - un rapporto di concessione che le società autostradali assumono con lo Stato, in un'ottica ancorata alla tutela dell'interesse pubblico;
in questo quadro, diventa fondamentale il ruolo svolto da ANAS SpA, che - in base alla legislazione vigente, ed anche alla luce degli atti convenzionali in essere - dovrebbe assumere un controllo incisivo rivolto ad accertare il rispetto di tutte le obbligazioni definite dalla legge; in relazione alle funzioni in capo alla stessa ANAS, occorre pertanto che le misure in materia di controlli e vigilanza rispondano all'esigenza di assicurare un migliore servizio all'utenza autostradale e all'opportunità di rafforzare il legame tra pedaggio corrisposto e servizio rese, in coerenza con i principi affermati anche in sede comunitaria;
in tal senso, non può sfuggire che il processo di privatizzazione iniziato nel
'97 ha mostrato tutti i suoi limiti a causa della mancanza di regole certe sul controllo e sulla verifica del funzionamento delle concessioni e che, di conseguenza, occorre verificare il ruolo strategico che si svolge nell'esercizio di vigilanza e di controllo che spetta all'Anas;
l'operazione finanziaria intrapresa dalla società Autostrade, infatti, appare del tutto legittima sotto il profilo societario, ma inserisce nel panorama delle concessioni elementi di novità, che non possono diminuire il potere di controllo pubblico e la sicurezza degli investimenti e della tutela del patrimonio infrastrutturale nazionale;
sono, dunque, numerosi gli interrogativi posti a base dell'intera vicenda, ossia: se con la prospettata fusione si riuscirà ad incrementare la concorrenza in un mercato - al momento - piuttosto chiuso; se aumenteranno i vantaggi per i consumatori e gli utenti italiani; se si produrranno ripercussioni in altri settori del trasporto e, in particolare, nel trasporto aereo (settore in cui operano in misura rilevante i maggiori azionisti del gruppo italiano); se vi sia una seria analisi sulla prospettiva industriale del nuovo gruppo; se si giudichi critico il fatto che la sede della nuova società - come sembrerebbe - non sarà collocata in Italia;
occorre, peraltro, evitare che si possano costituire alibi per rimettere in discussione l'intero sistema delle concessioni, nonché per limitare in qualche misura il processo di liberalizzazione del mercato e deprimere lo stesso sviluppo del settore autostradale;
in conclusione, spetta al Parlamento riscrivere le regole sul sistema delle concessioni autostradali, verificando in primo luogo che vengano assicurate le garanzie che riguardano investimenti e tariffe e che sia privilegiata la qualità del servizio,
impegna il Governo:
ad intraprendere ogni possibile iniziativa di competenza, affinché siano chiariti i termini del rapporto tra la Società Autostrade e la Società Abertis, e le ripercussioni che si avranno sugli investitori e sugli utenti finali, rispettando altresì le disposizioni vigenti sull'incompatibilità della presenza nell'azionariato di società di costruzioni;
a fornire all'Anas quale soggetto concedente gli indirizzi di strategia e politica industriale di settore, occorrente a dare coerenza ed efficacia all'azione dell'Anas stessa;
ad attivarsi affinché la Società Autostrade dia precise garanzie in ordine al rispetto dei principi di cui al rapporto concessionario in atto con lo Stato italiano, eventualmente anche mediante la definizione di un atto integrativo del rapporto concessionario in essere, che impegni - tra l'altro - la nuova società ad utilizzare i proventi preesistenti alla fusione per la realizzazione di investimenti infrastrutturali sulla rete autostradale esistente (come messa in sicurezza, manutenzione ordinaria, nuovi accessi, completamento opere di competenza esterne ai caselli);
ad adottare iniziative volte a garantire che la fusione in questione non pregiudichi in alcun nodo la realizzazione di investimenti per l'ammodernamento infrastrutturale della rete autostradale, ai quali la stessa Società Autostrade è tenuta anche in ragione della rilevante riforma del sistema tariffario introdotta nel 2003;
ad informare costantemente il Parlamento degli sviluppi della situazione di cui in premessa, anche mediante il tempestivo intervento del Governo presso le Commissioni parlamentari competenti.
(7-00006) «Dussin».