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Allegato B
Seduta n. 11 del 14/6/2006
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SALUTE
Interrogazione a risposta orale:
MISURACA, PALUMBO, FALLICA, STAGNO D'ALCONTRES, GRIMALDI e MINARDO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
è noto che il decreto legislativo 30 dicembre 1992 n. 502 riordina l'intera disciplina in materia sanitaria ed in particolare l'articolo 3 prevede l'Organizzazione delle Unità Sanitarie Locali;
organi dell'azienda sono il Direttore Generale e il Collegio Sindacale;
quest'ultimo dura in carica tre anni ed è composto da 5 membri, di cui due designati dalla Regione, uno designato dal Ministro dell'Economia e Finanze, uno dal Ministro della Sanità e uno dalla Conferenza dei sindaci;
alla naturale scadenza dei tre anni, verificatasi in Aprile 2006, i Ministri in carica hanno provveduto al rinnovo di alcune nomine;
in varie Regioni italiane ed in particolare in Sicilia le nomine effettuate sono state revocate dal neoGoverno Prodi con effetto immediato;
le Aziende Sanitarie interessate dalle revoche, non avendo un Collegio Sindacale operativo, sono costrette a gestire un settore
vitale per i Cittadini in stato di «emergenza» con danni e disagi inevitabili per l'utenza -:
se tali revoche rientrino in quanto previsto dalla legge 15 luglio 2002, n. 145;
quali siano i criteri ed i motivi che hanno indotto ad effettuare dette revoche e se tali atti sono stati posti in essere solo per avere una dirigenza pubblica legata dal solo rapporto di fiducia tra nominante e nominato.
(3-00052)
Interrogazione a risposta in Commissione:
CORDONI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il contratto di lavoro per i dipendenti della sanità privata è scaduto da 29 mesi;
nelle trattative con le organizzazioni sindacali per il rinnovo le associazioni datoriali ARIS, AIOP e Fondazione Don Gnocchi sostengono che il confronto negoziale e la definizione del rinnovo del contratto del biennio economico 2004-2005 sono subordinati alle decisioni che la conferenza delle regioni assumerà rispetto all'adeguamento delle tariffe e/o convenzioni;
le organizzazioni sindacali del settore ed i lavoratori sono in stato di agitazione: stanno portando avanti assemblee con i lavoratori e hanno deciso il blocco di tutte le attività non concordate espressamente con le controparti sindacali aziendali (straordinari, disponibilità ai rientri, eccetera) -:
se non ritenga necessario attivarsi affinché sia garantito ai lavoratori il diritto al rinnovo del contratto di lavoro.
(5-00025)
Interrogazioni a risposta scritta:
CAMPA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in base a quanto appreso dai giornali - cronaca di Roma - sembrerebbe che il 21 maggio presso la Casa di Cura Villa Aurora S.D.A., - Roma, via Mattia Battistini, 44 - un uomo di 60 anni, Claudio Ghezzi sia stato ricoverato per subire un intervento alla prostrata;
all'atto del ricovero i familiari del signor Ghezzi avrebbero informato immediatamente il personale medico che il loro congiunto aveva una intolleranza totale alla Ranitidina, principio attivo contenuto in farmaci molto diffusi come, ad esempio, lo Zantac ed in Ranidil;
tale allergia, a quanto pare, doveva essere già nota alla suddetta struttura convenzionata che lo avrebbe appreso in precedenza dalla documentazione alla stessa trasmessa dal Policlinico Gemelli, ove il paziente era stato in passato ricoverato;
i sanitari, avrebbero annotato nella cartella clinica il dato «allergico allo Zantac», ma avrebbero altresì disposto comunque la somministrazione, del Ranidil, ignorando il fatto che entrambi i farmaci contenessero la medesima molecola: la Ranitidina;
successivamente l'anestesista, rilevata l'assurdità della prescrizione di cui sopra, avrebbe annotato nella scheda anestesiologica «allergia Ranidil»;
il 22 maggio 2006 il signor Ghezzi veniva operato ed aveva un decorso operatorio definito «regolare»;
sempre stando a quanto appreso dalla cronaca, il 23 maggio 2006, nel pomeriggio, il personale della casa di Cura incurante del chiarissimo dato allergologico avrebbe somministrato al signor Ghezzi una flebo con un flacone di Ranidil;
dopo pochi minuti di violenti spasmi il signor Ghezzi moriva;
attualmente la vicenda risulta al vaglio dell'autorità giudiziaria che dovrà verificare l'esatta dinamica dei fatti e/o
l'eventuale negligenza della struttura convenzionata e del personale medico che ha assistito il signor Ghezzi;
non è noto all'interrogante se la struttura convenzionata possegga realmente i requisiti, di organizzazione e tecnologici, per l'accreditamento e la convenzione, né se vi sia il numero idoneo di medici dipendenti o se gli stessi siano tutti a contratto temporaneo -:
se in relazione al caso in esame, non ritenga di dover esercitare i poteri di cui all'articolo 115, comma 1, lettera e) del decreto legislativo n. 112 del 1998.
(4-00240)
NACCARATO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in occasione di un convegno programmato a Verona il 5-6 giugno 2006 ed avente come oggetto il vaccino della cocaina, i mass media (principalmente veneti) sono stati interessati da una campagna dal sapore propagandistico, nei toni e nelle modalità comunicative, che ha visto protagonisti la Regione Veneto con l'Assessore De Poli ed il dr. Serpelloni, Direttore dell'osservatorio regionale sulle dipendenze;
nel comunicato stampa che accompagnava l'evento si parlava di avviare uno studio di fattibilità relativamente all'applicazione della fase tre della sperimentazione del vaccino anche alla realtà italiana, che godrebbe del patrocinio del Ministero della Salute e della relativa autorizzazione;
tale sperimentazione, sempre stando alle notizie apprese sulla stampa locale, rientrerebbe tra gli obiettivi del finanziamento del progetto START (600.000 euro in tre anni, attuato dal governo Berlusconi), sarebbe organizzato in collaborazione con il dipartimento nazionale antidroga, lo stesso che tecnicamente ha supportato la fondatezza dello stralcio Giovanardi alla legge Fini e che ha contribuito alla realizzazione della conferenza di Palermo, disconosciuta dalle Regioni, dalle società scientifiche che si occupano di dipendenza e dalla maggioranza delle organizzazioni del privato sociale che operano nel settore;
la procedura per la sperimentazione del vaccino della cocaina, delineata nel convegno di Verona, presenterebbe aspetti poco chiari quanto a verifiche e decisioni che, ad avviso dell'interrogante, dovrebbero competere al Ministro della Salute, visto che si tratta di materia di esclusiva competenza dello Stato;
su questi temi, visto anche il risalto mediatico dato dalla stampa veneta, si possono creare aspettative di cura che rischiano di essere clamorosamente smentite dalla scarsa efficacia del vaccino (come dimostrerebbe la letteratura scientifica e come si evince chiaramente dal sito web dell'unica ditta produttrice la XENOVA) e dalla confusione sulle procedure delineate circa la sperimentazione -:
se il Ministro sia al corrente di quanto emerso nel convegno di Verona del 5 e 6 giugno 2006 riguardante il vaccino della cocaina;
se il Ministro della Salute abbia concesso il suo patrocinio alla sperimentazione annunciata dalla Regione Veneto del vaccino della cocaina e se vi siano le relative autorizzazioni circa l'iter di sperimentazione o eventuali studi di fattibilità;
se il Ministro sia in grado di indicare le garanzie circa l'efficacia del vaccino, visto l'alto indice di ricaduta (75 per cento delle persone vaccinate) e vista la necessità di ripetere continuamente la vaccinazione, dal momento che gli anticorpi decadono nel giro di alcune settimane;
se il Ministro non ritenga più utile un aumento degli investimenti nel campo della prevenzione e della lotta alla droga, favorendo politiche che siano in grado di ridurre efficacemente i danni e disincentivando sperimentazioni costose e poco efficaci che rischiano solo di generare aspettative clamorosamente smentite.
(4-00254)