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Allegato B
Seduta n. 112 del 20/2/2007
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazioni a risposta scritta:
ANGELA NAPOLI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'attività del tessile a Cetraro (CS), iniziata nel giugno del 1951, grazie all'imprenditore piemontese Donato Faini, ha caratterizzato l'identità, l'occupazione ed il benessere di quella comunità;
dagli anni '70, in seguito alla morte dell'imprenditore Faini, è iniziata la crisi dell'Azienda e le conseguenti Cassa integrazione guadagni e mobilità per buona parte delle circa 700 unità lavorative;
nel 1974 l'azienda è stata rilevata dalla Gepi, che ha creato la «Tessile di Cetraro Spa» con l'obiettivo, mai attuato, di cederla ad un privato;
per oltre un decennio la «Tessile di Cetraro» ha attivato solo Cassa integrazione ed effettuato lavori per conto terzi, accumulando enormi perdite;
la «Tessile di Cetraro», dopo la sua liquidazione, ha proceduto alla costituzione di due aziende «Conca srl» e «LCM srl», con la costruzione di due autonomi stabilimenti, le quali avrebbero dovuto assorbire 80 unità lavorative, già in Cassa integrazione;
solo la «Conca srl» è stata messa in funzione, mentre la «LCM srl», è rimasta sempre inattiva; trascorsi i tre anni di vincoli contrattuali, senza alcun controllo sulla regolarità degli investimenti, le due aziende sono state cedute, nel 1997, ad un nuovo fantomatico gruppo e nel 2004 sono state dichiarate fallite dal Tribunale di Paola;
nel 1997 è arrivata la Itainvest (sempre finanziaria pubblica) che dalla «Tessile di Cetraro spa» ha creato la «Seta Spa» di Tavassi (ex dirigente Gepi) e l'«Emiliana Tessile srl» di Angelo Marani, alle quali ha ceduto, frazionandolo, lo stabilimento ex Faini;
il Tavassi e famiglia, grazie a complicate operazioni, sono divenuti presto unici proprietari dell'intero capitale sociale dell'azienda «Seta Spa», ottenendo la quota societaria di ben 3.300 milioni di vecchie lire (danaro pubblico), più finanziamenti di oltre un miliardo di vecchie lire con la legge 488/92 per l'acquisto di macchinari e di 200 milioni di vecchie lire per corsi di formazione; alla stessa società è stata assegnata anche un'area industriale di mq. 4.060, dei quali 1.040 coperti dallo stabilimento; il tutto con l'assunzione di sole 23 unità lavorative, contestualmente poste in cassa integrazione, perché la «Seta Spa» non ha mai iniziato l'attività produttiva e, nel 2003, il Tribunale di Napoli ha dichiarato il fallimento della società in questione;
la «Emiliana Tessile srl» di Angelo Marani, creata sempre dalla Itainvest, prevedeva l'assunzione di 50 unità lavorative, provenienti, in buona parte, sempre dal personale in mobilità della ex Tessile dello stesso Comune;
ad Angelo Marani sarebbe stata ceduta un'area industriale di 28.000 mq., con l'erogazione di finanziamenti, a diverso titolo, di 13 miliardi di vecchie lire;
nonostante le dichiarazioni effettuate dal signor Marani durante le riunioni di verifica degli impegni assunti, nello stabilimento non figurerebbero né gli investimenti previsti per gli impianti, attrezzature, macchinari, eccetera, né il livello occupazionale contrattuale, pur in presenza dell'elargizione dei finanziamenti sopra citati, tanto che sulla vicenda è già stato avviato un procedimento giudiziario per truffa allo Stato e peculato;
i tre anni previsti dall'accordo sono trascorsi tra inutili incontri e sempre con la mancata osservanza dei patti parasociali da parte di Angelo Marani; il tutto senza alcun controllo o verifica sull'azienda cetrarese e nel mentre lo stesso Marani conseguiva cospicui fatturati, in crescita, nella sua azienda Marex di Correggio;
nel 2004, l'«Emiliana Tessile» di Angelo Marani, sostenendo le (non comprovate) difficoltà di mercato locale e globale del tessile, si è dichiarata costretta a cedere, al prezzo di 850.000 euro, l'intero complesso al gruppo «New eco», oggi «Vela Latina srl», degli imprenditori cosentini Citrigno e Aquino, con l'impegno sottoscritto «dell'assunzione di tutti gli attuali dipendenti della Emiliana Tessile a tempo indeterminato e senza periodo di prova. Gli stessi dipendenti cessano contestualmente il rapporto di lavoro con l'azienda Emiliana Tessile. Contestualmente al trasferimento dell'immobile vengono effettuati i licenziamenti e le riassunzioni»;
i due imprenditori cosentini hanno presentato un progetto di riconversione dell'attività da tessile in polo oncologico, il che, da subito, a parere dell'interrogante, appariva «azzardato» per la garanzia di mantenimento dei lavoratori dell'ex tessile,
i quali da tecnici e operai specializzati in quel settore avrebbero dovuto trasformarsi in infermieri ed operatori sanitari; tanto che il previsto livello occupazionale, garantito dall'accordo di cessione, non è mai avvenuto;
sull'intera operazione di cessione della Emiliana Tessile di Angelo Marani alla «Vela Latina», oggi solo di Fausto Aquino, la Procura della Repubblica di Paola ha aperto un'indagine, anche alla luce del «giallo» sul documento regionale di compatibilità del progetto di riconversione in Struttura Oncologica privata del Polo Tessile -:
quali finanziamenti reali siano stati elargiti da Itainvest a ciascuna delle quattro imprese per il rilevamento del polo tessile di Cetraro;
come siano stati impiegati i finanziamenti elargiti alle società sopra richiamate, ai sensi della legge n. 488/92;
quali immobili siano stati trasferiti a ciascuno degli imprenditori;
quali controlli siano stati effettuati dalle competenti autorità sul complesso delle varie operazioni su riportate;
quali siano i motivi che non hanno mai garantito i livelli occupazionali contrattuali;
quali siano gli stadi delle indagini giudiziarie avviate;
quali urgenti iniziative i ministri interrogati intendano attuare per salvaguardare il livello occupazionale.
(4-02655)
MARINELLO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
sembra essere stata messa la parola fine alla lunga crisi della Fiat attraverso l'adozione della mobilità lunga per circa duemila dipendenti;
tale provvedimento è stato adottato - secondo le intenzioni del Governo - come premessa per il rilancio dell'azienda e per la promozione di una nuova fase di espansione del gruppo del Lingotto;
con la concessione della mobilità lunga ai lavoratori Fiat il Governo ha recepito in toto le richieste che il gruppo di Torino aveva avanzato in occasione dell'incontro a Palazzo Chigi il 18 dicembre 2006;
tale atteggiamento apre la strada ad analoghe rivendicazioni da parte di aziende che versano in identiche condizioni organizzative e finanziarie della Fiat, per cui - a fronte di uno stanziamento di risorse nella legge Finanziaria per il 2007 per concedere la mobilità lunga a soli seimila lavoratori - le domande presentate riguarderebbero già quarantamila dipendenti -:
se e in quale modo il Governo intenda mostrare la stessa generosità e la stessa disponibilità verso queste aziende e i loro lavoratori, nei quali si sono create notevoli aspettative, evitando che siano attuate delle inconsapevoli discriminazioni ai danni di dipendenti di aziende in crisi o in ristrutturazione che non hanno lo stesso peso nelle vicende economiche e politiche italiane.
(4-02662)