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Allegato A
Seduta n. 113 del 21/2/2007
...
(Sezione 5 - Iniziative per monitorare la corretta applicazione del regime di carcerazione di cui all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario)
E)
LA RUSSA, CONSOLO, AIRAGHI, ALEMANNO, AMORUSO, ANGELI, ARMANI, ASCIERTO, BELLOTTI, BENEDETTI VALENTINI, BOCCHINO, BONGIORNO, BONO, BRIGUGLIO, BUONFIGLIO, BUONTEMPO, CASTELLANI, CASTIELLO,
CATANOSO, CICCIOLI, CIRIELLI, GIORGIO CONTE, CONTENTO, GIULIO CONTI, COSENZA, DE CORATO, FILIPPONIO TATARELLA, GIANFRANCO FINI, FOTI, FRASSINETTI, GAMBA, GASPARRI, GERMONTANI, ALBERTO GIORGETTI, HOLZMANN, LAMORTE, LANDOLFI, LEO, LISI, LO PRESTI, MANCUSO, MARTINELLI, MAZZOCCHI, MELONI, MENIA, MIGLIORI, MINASSO, MOFFA, MURGIA, ANGELA NAPOLI, NESPOLI, PATARINO, PEDRIZZI, ANTONIO PEPE, PERINA, PEZZELLA, PORCU, PROIETTI COSIMI, RAISI, RAMPELLI, RONCHI, ROSITANI, SAGLIA, SALERNO, GARNERO SANTANCHÈ, SCALIA, SILIQUINI, TAGLIALATELA, TREMAGLIA, ULIVI, URSO e ZACCHERA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
dalla lettura di alcuni organi di stampa del 19 febbraio 2006, si apprende che, in questi giorni, per cinque boss mafiosi, non saranno più applicate le norme relative al carcere duro contenute nell'articolo 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, e successive modificazioni, le quali sono finalizzate ad impedire ai detenuti per mafia di mantenere i collegamenti con l'ambiente di provenienza;
in particolare, la mancata applicazione della normativa richiamata ha comportato il trasferimento, in sezioni carcerarie dove la detenzione non è sottoposta a regime di isolamento, dei boss Biondo, Montalto e Tinnirello, condannati per la strage di via D'Amelio, in cui furono barbaramente uccisi il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta;
con riferimento ai boss Lo Nigro e Benigno, condannati, invece, per la strage di via dei Georgofili, che stroncò la vita di cinque persone, provocò il ferimento di quarantotto persone e devastò la Galleria degli uffizi a Firenze, il tribunale di sorveglianza ha accolto i loro reclami, revocando il regime giuridico di cui all'articolo «41-bis»;
le famiglie delle vittime delle suddette stragi, avvenute, rispettivamente, nel 1992 e nel 1993, si reputano giustamente offese, dal momento che la non applicazione del regime di carcere duro costituisce «un affronto di inaudita gravità» ed una vittoria di «Cosa nostra», che, da sempre, vuole costringere lo Stato a revocarlo -:
quali iniziative urgenti intenda adottare il Ministro interrogato per monitorare la corretta applicazione del regime di carcerazione di cui all'articolo «41-bis», necessario per evitare che questi pericolosi stragisti possano riprendere i contatti con i loro affiliati all'esterno del carcere, e, in particolare, come mai il Ministro interrogato non abbia attuato preventivamente alcun sistema, appunto, di monitoraggio sull'applicazione dell'articolo «41-bis», anche alla luce dei ripetuti allarmi lanciati dal procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, «sul sostanziale processo di esaurimento del regime di carcere duro».
(3-00667)
(20 febbraio 2007)