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Allegato B
Seduta n. 113 del 21/2/2007
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
il Comune di Rotondella (Matera) ha approvato, con delibera del Consiglio Comunale
del 22 dicembre 2006, trasmessa, tra gli altri al Ministro dell'Ambiente, un Ordine del Giorno richiesto dal gruppo Consiliare «Il Centrosinistra per Rotondella» - Alleanza democratica, relativo ad un episodio verificatosi presso l'impianto ITREC della Trisaia di «Trasudamento» del materiale radioattivo immagazzinato nel monolite, dapprima nel cemento che lo conteneva, successivamente nel terreno circostante;
l'amministrazione comunale, nella delibera, ha manifestato «sfiducia e profondo senso di contrarietà» in relazione all'operato della SOGIN SpA in materia di messa in sicurezza e gestione dei rifiuti nucleari; ha, inoltre, chiesto al Governo nazionale «una pronta verifica gestionale e la consequenziale adozione di tutte le misure indispensabili e necessarie» alla accelerazione «dei processi di messa in sicurezza dei rifiuti nucleari presenti e la realizzazione del cosiddetto prato verde» -:
quali iniziative intenda assumere il Governo al fine di: chiarire la causa e le dinamiche dell'incidente del 24 novembre 2006 verificatasi all'ITREC di Rotondella; garantire l'opportuna informazione delle popolazioni, anche con riferimento a comportamenti da assumere in caso di incidenti; accelerare i processi di corretta gestione e messa in sicurezza delle scorie nucleari a Rotondella, e in generale sull'intero territorio nazionale; sanzionare eventuali comportamenti negligenti di SOGIN Spa.
(2-00381)
«Margiotta, Carbonella, Luongo, Marchi, Fadda, Di Salvo, Di Girolamo, Dato, Iannuzzi, Cesario, Farinone, Amici, Fincato, Tanoni, La Forgia, Gozi, Burtone, Calgaro, Burchiellaro, Bordo, Boffa, Mantini, Bocci, Bianchi, Galeazzi, Giovanelli, Giacomelli, Ghizzoni, Nannicini, Naccarato, Realacci, Lusetti, Oliverio, Villari, Mattarella, Suppa, Nicola Rossi, Vichi, Strizzolo, Garofani, Cardinale, Carta, D'Ambrosio».
Interrogazioni a risposta in Commissione:
FOTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
su richiesta della segreteria del CIPE, in data 16 ottobre 2006, la Cassa Conguaglio del Settore Elettrico ha definitivamente precisato l'entità degli importi destinati al finanziamento delle misure di compensazione territoriale di cui all'articolo 4 del decreto-legge n. 314 del 2003 convertito dalla legge 368/2003;
non risulterebbe essere ancora stata inviata agli uffici di segreteria del CIPE la comunicazione scritta da parte del Gabinetto del Ministero dell'ambiente di conferma della proposta di riparto inviata il 26 aprile 2006 dal precedente Ministro-:
se non ritenga di dovere assumere, con l'urgenza che il caso conclama, ogni utile iniziativa volta a consentire al CIPE di potere finalmente procedere con le deliberazioni di sua competenza.
(5-00756)
BENVENUTO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
a Genova, in Via Lungobisagno Dalmazia, in località Volpara, nel vecchio sito dell'inceneritore, è attivo un impianto di digestione anaerobica dei fanghi di depurazione, collegato tramite un fangodotto con il depuratore delle acque reflue civili di Punta Vagno e gestito dalla società Genova Acque, società partecipata dal Comune di Genova;
tale impianto negli anni passati (almeno dodici) ha causato una serie di problemi legati a cattivi odori e miasmi che hanno interessato il quartiere con intensità diverse a seconda dei periodi;
recentemente i cittadini hanno dato luogo ad una estesa raccolta di firme nella quale denunciano forti concentrazioni di odori sgradevoli riconducibili all'attività del digestore e del fangodotto di adduzione con relativo disturbo e molestia per una estensione di diversi chilometri fino a fenomeni di malessere associato a disturbo respiratorio;
l'impianto scarica direttamente le acque reflue nel torrente Bisagno e da tale scarico presumibilmente derivano i cattivi odori -:
se non intenda avviare un'ispezione per il tramite del nucleo operativo ecologico dell'Arma dei carabinieri.
(5-00769)
Interrogazioni a risposta scritta:
MARTINELLO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
fin dai primi anni '90 la politica energetica italiana ha posto grande attenzione alla produzione di energia elettrica mediante l'utilizzo di fonti rinnovabili. Tale politica ha portato alla stesura di una serie di leggi atte a garantire incentivazioni economiche ai produttori da fonte rinnovabile;
la prima iniziativa in tal senso è stato il provvedimento CIP 6/92 che, a fronte di grandi vantaggi economici, ha portato anche a caratteristiche negative: su tutte il fatto che il 70 per cento dell'incentivazione economica ha remunerato impianti di produzione alimentati da fonti assimilate cioè da fonti di origine fossile a basso impatto ambientale. Tutto ciò ha portato alla necessità di studiare un nuovo meccanismo di incentivazione con la conseguente elaborazione della normativa sui cosiddetti certificati verdi (CV);
il decreto legislativo 16 marzo 1999 n. 79, cosiddetto decreto Bersani, fissa le regole per l'emissione dei CV stabilendo che la certificazione di Impianto alimentato da fonte rinnovabile venga rilasciata agli impianti in funzione dopo il 1o aprile 1999, in seguito ad operazioni di potenziamento, rifacimento, riattivazione o nuova costruzione. Impone che a partire dal 2002 il 2 per cento dell'energia da fonte non rinnovabile, prodotta o importata, oltre la quota di 100 GWh, debba essere certificata a mezzo CV;
all'articolo 5, comma 1, del decreto del Ministero dell'Industria Commercio e Artigianato dell'11 novembre 1999 «Direttive per l'attuazione delle norme in materia di energia elettrica da fonti rinnovabili di cui ai commi 1, 2 e 3 dell'articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79» si evidenzia che «La produzione di energia elettrica degli impianti..., ha diritto, per i primi otto anni di esercizio successivi al periodo di collaudo ed avviamento, alla certificazione di produzione da fonti rinnovabili, di seguito denominata «certificato verde»;
tale decreto è stato successivamente abrogato dal decreto del Ministero Attività Produttive del 24 ottobre 2005 «Aggiornamento delle direttive per l'incentivazione dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili ai sensi dell'articolo 11, comma 5 del decreto legislativo 16 marzo 1979, n. 79»;
il decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 «Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità» al comma 5 dell'articolo 20 prevede che: «il periodo di riconoscimento dei certificati verdi è fissato in otto anni, al netto dei periodi di fermata degli impianti causati da eventi calamitosi dichiarati tali dalle autorità competenti»;
l'articolo 5, comma 2, del decreto del Ministero attività produttive del 24 ottobre 2005 si afferma che «... la produzione netta di energia elettrica da impianti alimentati a biomasse e rifiuti, che ha diritto ai certificati verdi per i primi otto anni successivi all'entrata in esercizio commerciale degli impianti, ha diritto altresì, su
richiesta del produttore e nel rispetto di quanto disposto dal decreto legislativo n. 387 del 2003, articolo 20, comma 6, ai certificati verdi per ulteriori quattro anni, in misura corrispondente al 60 per cento della produzione...»; precisando comunque al comma 11 che «la richiesta del produttore volta ad ottenere i certificati verdi aggiuntivi di cui al comma 2 per il primo degli ulteriori quattro anni è accompagnata da dichiarazione giurata con la quale il produttore attesta di non aver beneficiato di alcun incentivo pubblico in conto capitale per la realizzazione dell'impianto per la cui produzione energetica vengono richiesti i certificati verdi»;
infine alla lettera d) comma 4 dell'articolo 267 del decreto legislativo n. 152 del 2006, cosiddetto Testo Unico Ambientale, si afferma: «al fine di prolungare il periodo di validità dei certificati verdi, all'articolo 20, comma 5, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, le parole "otto anni" sono sostituite dalle parole "dodici anni" -:
quali iniziative i Ministri in oggetto intendano adottare al fine di coordinare la normativa relativa alla durata dei certificati verdi e se, come si evince, dal succedersi della produzione legislativa tale validità sia di dodici anni cui si aggiunge, a richiesta del produttore, un ulteriore periodo di quattro anni.
(4-02672)
TREPICCIONE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nel territorio di Saluggia, comune di circa 4.000 abitanti in provincia di Vercelli, sono presenti scorie nucleari attualmente dislocate presso un impianto EUREX (ex impianto pilota per combustibili esausti). Tali scorie cruciformi, poste in una vasca di contenimento che presenta una crepa preoccupante, sembrano aver contaminato il sottosuolo per sette metri di profondità minacciando la falda acquifera di Saluggia;
a causa dell'allarmismo determinatosi dall'evento succitato, la società SOGIN ha deciso di trasferire le scorie nucleari presenti nella piscina EUREX presso un reattore di ricerca smantellato presente ad Avogadro (Vercelli). Questo reattore dismesso attualmente ospita delle ulteriori scorie nucleari destinate al ritrattamento nel centro britannico di Sellafield sul Mar d'Irlanda;
il deposito di Avogadro è di proprietà privata e sembra non possedere i necessari requisiti di sicurezza essendo un vecchio impianto riadattato che sorge in una zona alluvionale ed a una distanza di appena un chilometro dall'acquedotto del Monferrato;
la popolazione locale, i sindacati e le associazioni ambientaliste sono contrari al trasferimento delle scorie presso il sito di Avogadro per le possibili ricadute sanitarie, ambientali ed economiche (essendo il deposito di proprietà privata bisogna pagare l'affitto e nelle vicinanze sono presenti diversi impianti industriali tra i quali lo stabilimento SORIN che produce valvole cardiache) -:
come s'intenda intervenire per mettere in sicurezza le scorie presenti nel territorio a tutela della salute dei cittadini e del comparto produttivo.
(4-02675)