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Allegato B
Seduta n. 114 del 22/2/2007
ATTI DI INDIRIZZO
Mozione:
La Camera,
premesso che:
in alcune sue recenti dichiarazioni, rese alla televisione e riprese dalla stampa, il Ministro dell'economia Padoa Schioppa ha giudicato indispensabile assicurare all'Italia il tracciato del Corridoio 5 (la direttrice Lisbona-Kiev, prevista della pianificazione europea) nella parte che interessa il percorso al di sotto delle Alpi;
all'interno di tale progetto la nuova ferrovia ad alta velocità fra Torino e Lione è ritenuta strategica;
la posizione del Governo al riguardo è stata fino a questo momento piuttosto indefinita (si ricordano le mozioni bocciate dalla Camera dei Deputati nella seduta del 27 settembre 2006);
nonostante le chiare prese di posizioni del Ministro delle infrastrutture Di Pietro, alcuni partiti della maggioranza (Verdi, Comunisti italiani, Rifondazione comunista), con le loro dichiarazioni a riguardo, rivelano tuttora l'esistenza di contrasti nell'Esecutivo;
il tempo che rimane per evitare di perdere le risorse comunitarie è oramai piuttosto stretto e, anche se lo stesso Ministro Padoa Schioppa dichiara che «la decisione ultima sarà presa largamente entro il termine di settembre», al fine di non perdere i fondi comunitari, si ricorda che tale decisione dev'essere anche comunicata entro quel termine all'Unione europea;
altri Paesi (tra cui Austria e Svizzera) si stanno da qualche tempo mobilitando, con il rischio che il tracciato del Corridoio 5 venga spostato al di là delle Alpi, facendo perdere al nostro Paese una storica opportunità di incremento delle infrastrutture viarie e del conseguente sviluppo economico,
impegna il Governo
ad assumere una posizione ufficiale riguardo alla realizzazione della Torino-Lione e, di conseguenza, a comunicare tale decisione finale alla sede competente dell'Unione europea nei tempi utili onde poter partecipare alla ripartizione dei fondi europei messi a disposizione per la realizzazione dei progetti per i collegamenti transeuropei specificando fin d'ora, come del resto previsto dal «Rapporto sulla stima delle potenzialità del traffico merci alpino», realizzato per conto della UE e come sempre sostenuto dall'ex commissaria del Corridoio 5, la scomparsa Loyola De Palacio, che i tempi previsti e la apprezzabile dichiarazione di lavorare all'interno della pianificazione europea impongono fin d'ora di assumere come definitivo il tracciato della Val di Susa, escludendo pertanto i percorsi alternativi che pure erano stati prospettati, garantendo al contempo il pieno rispetto di tutte le esigenze di tutela ambientale e di risarcimento dei comuni e delle popolazioni interessate.
(1-00108) «Del Bue, Barani».
Risoluzione in Commissione:
La VIII Commissione,
premesso che:
in data 11 dicembre 2006, è stata presentata l'interrogazione a risposta in Commissione Stradella-Misuraca 5-00484 nella quale venivano chieste al Governo le motivazioni della revoca del finanziamento di euro 68.690.000, effettuata in data 2 marzo 2006, dal CIPE, per il completamento della diga di Bluff in provincia di Palermo;
a tutt'oggi ancora il Governo non ha fornito una risposta all'interrogazione citata;
in Sicilia e, in particolare in molti comuni delle province di Caltanissetta, Agrigento ed Enna, è frequente una situazione di emergenza idrica di particolare gravità;
prima della revoca del finanziamento, l'acquedotto di Blufi è stato considerato facente parte del Sistema Acquedottistico Centro Orientale della Sicilia e sarebbe stato destinato in futuro ad integrare e a soddisfare per intero l'approvvigionamento idropotabile dei comuni ricadenti nelle province di Caltanissetta, Enna ed Agrigento;
tale acquedotto sarebbe stato imperniato sul serbatoio di accumulo e regolazione da costruire, con una diga di ritenuta, poco a valle dell'abitato di Blufi;
a valle del serbatoio di Blufi è già stato costruito ed è attualmente funzionante un impianto di potabilizzazione dalla capacità fino a 1200 l/s, che tuttavia viene oggi utilizzato solamente per portate ridotte (al massimo 150-300 l/s nel periodo invernale-primaverile), proprio per il mancato completamento della diga;
l'impianto di potabilizzazione serve l'acquedotto di Blufi (una condotta dell'estesa complessiva di 96 chilometri fra Blufi e Gela) che si interconnette anche con gli acquedotti Madonia Est, Madonia Ovest, Ancipa e Acquedotto del dissalatore di Gela;
nel 1993 la Regione Siciliana ha affidato all'Eas (Ente Acquedotti Siciliani) la gestione del sistema Blufi, per affrontare e risolvere l'endemica crisi idrica in cui, da sempre, hanno versato la città di Caltanissetta, la sua provincia e le province di Enna ed Agrigento;
le opere descritte, e realizzate con notevole investimento di risorse finanziarie, non riescono tuttavia ancora a soddisfare i bisogni idrici delle popolazioni interessate;
il completamento della diga di Blufi avrebbe soddisfatto le esigenze della popolazione e migliorato il rendimento complessivo delle opere già realizzate, consentendo il riempimento dell'invaso e il suo pieno apporto idrico sia ai comuni forniti che agli altri sistemi acquedottistici interconnessi;
le opere mancanti consistono in particolare nella realizzazione dello «sbarramento» da effettuare con materiali inerti onde consentire una maggiore capacità alla diga;
l'iter per la costruzione dell'invaso è stato travagliato da subito per l'intervento dapprima degli ambientalisti, i quali paventavano rischi per la fauna selvatica; per le procedure di esproprio dei terreni su cui effettuare l'opera; per il contenzioso tra la Astaldi (l'impresa che avrebbe dovuto effettuare il lavoro) e la Regione Sicilia e per il problema delle cave da cui prelevare il terreno per realizzare la diga, cave sottoposte a vincolo o lontane dalla zona di Blufi (quindi con conseguenti costi di trasporto troppo alti);
nonostante le suddette difficoltà, comunque, per la realizzazione della diga di Blufi il CIPE aveva disposto un finanziamento pari a 68.690.000 euro;
il completamento della diga è di vitale importanza per risolvere l'annoso e più volte citato problema della carenza idrica nelle Province di Enna, Agrigento e Caltanissetta, non solo a vantaggio della cittadinanza, ma anche delle attività produttive,
impegna il Governo:
ad illustrare le motivazioni che hanno portato alla revoca del finanziamento del CIPE e conseguentemente a convocare con urgenza una conferenza dei servizi coordinata dal Ministero delle infrastrutture, con la partecipazione del Ministero dell'ambiente, dell'economia, della Regione Siciliana e più specificamente invitando l'Assessorato Regionale Lavori Pubblici e l'Agenzia Regionale per le Acque, allo scopo di verificare i motivi ostativi che non hanno consentito la realizzazione dell'opera, pur essendo il progetto in
una fase molto avanzata e con la Valutazione di Impatto Ambientale favorevole (causa dei ritardi accumulati nel tempo) e di predisporre un nuovo progetto per il completamento dell'opera, indispensabile al rifornimento idrico delle Province di Caltanissetta, Enna ed Agrigento;
a reperire i fondi necessari alla realizzazione dell'infrastruttura, inserendola tra le priorità delle opere pubbliche strutturali indispensabili allo sviluppo socioeconomico della Sicilia Centro-orientale.
(7-00129)
«Germanà, Misuraca, Stradella, Marinello».