Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 117 del 1/3/2007
...
BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interrogazioni a risposta scritta:
RAISI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
nel Comune di Predappio (Forlì-Cesena), l'Ex Casa del Fascio è da circa 3 anni ingabbiata in ponteggi che dovrebbero far presagire dei lavori di ristrutturazione dell'immobile ma purtroppo i lavori sono tutt'altro che iniziati nonostante la gigantesca impalcatura;
il progetto per la realizzazione della Ex Casa del Fascio è opera dell'architetto Arnaldo Fuzzi che è stato uno dei massimi esponenti dell'architettura razionalista del ventennio e oggi è stata giustamente rivalutata ed è materia di studio delle più importanti facoltà di architettura e ingegneria delle più prestigiose Università quali Firenze e Bologna. L'opera, di inestimabile pregio e inaugurata il 21 aprile 1937, prevedeva fra l'altro ambienti destinati all'accoglimento immediato di coloro che si sarebbero voluti recare nel Comune di Predappio (che ricordiamo ad oggi non dispone di nessun albergo) oltre che a sale di lettura e scrittura nonché di un ristorante con servizio di bar, vari uffici, grandi sale per riunioni e congressi e annesso albergo diurno;
la Soprintendenza ai Beni Architettonici culturali di Ravenna, autorità, competente per la Romagna e quindi anche per il Comune di Predappio, avrebbe stipulato un contratto con l'impresa appaltatrice dei lavori;
sarebbe molto più opportuno che il demanio civile cedesse al Comune di Predappio, anche in comodato d'uso, l'immobile e che in questo caso si potrebbero prevedere iniziative di carattere storico, culturale e turistico di grande importanza per la realtà Predappiese anche sotto il profilo economico finanziario;
l'attuale stato di degrado in cui versa l'immobile è motivo di viva preoccupazione sia da parte dei cittadini che della stessa amministrazione Comunale di Predappio in quanto si sta perdendo una importante possibilità di rilancio per il Comune dell'Appennino forlivese -:
se sia a conoscenza della situazione suesposta e in caso affermativo quale giudizio si dia;
se non si ritenga di prevedere un piano che veda interessata la Regione, l'Amministrazione Comunale di Predappio e la Provincia di Forlì-Cesena, per una rivalutazione della Ex Casa del Fascio ed un conseguente utilizzo per iniziative culturali e storiche previa la doverosa ristrutturazione dell'immobile che potrebbe divenire un'importante contenitore storico scientifico;
quali siano fino ad oggi i costi sostenuti dalla sovrintendenza di Ravenna per i ponteggi che sono stati montati e mai utilizzati;
se sia possibile prendere visione del contratto stipulato fra sovrintendenza e beni culturali di Ravenna e ditta appaltatrice (articolo 9 legge 241/90 e decreto del Presidente della Repubblica 814/60);
se non si ritenga, in accordo con gli enti locali interessati, necessario attivarsi perché il Comune di Predappio possa avere in uso l'Ex Casa del Fascio e se non sia possibile prevedere un finanziamento da parte del Ministero per il recupero e la valorizzazione di questa struttura.
(4-02762)
SMERIGLIO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
a Roma in via Del Podere Fiume - Zona Quartaccio - nel settembre del 2006, a seguito di sondaggi archeologici commissionati e supervisionati dalla Soprintendenza ai Beni Storici ed Archeologici di Roma e del Lazio, è stato rinvenuto un tratto di strada di epoca romana di circa 100 metri di lunghezza risalente con tutta probabilità al III secolo a.C., con annesse alcune tombe della medesima epoca di cui una «a camera»;
l'area interessata dai ritrovamenti ricade nella zona del Programma di Recupero Urbano Primavalle-Torrevecchia (articolo 11 legge 433/93), ed è prevista in detta porzione la costruzione di dodici palazzine ad uso abitativo e di edifici ad uso commerciale;
gli edifici ad uso commerciale verrebbero costruiti nell'area dove è stata rinvenuta la strada romana;
a fronte di questo i cittadini della zona costituitisi in comitato di tutela insieme alle associazioni operanti nel quartiere, in data 26 settembre 2006 hanno dato vita ad un incontro pubblico, molto partecipato, nel quale hanno espresso la propria contrarietà al progetto di inglobare la strada all'interno del nascente centro commerciale, facendo presente la necessità di una riqualificazione culturale di una periferia degradata come quella del Quartaccio;
i cittadini della zona chiedono la creazione di un parco archeologico nella zona dei ritrovamenti, che possa essere integrato all'interno del parco pubblico in fase di realizzazione nell'area tra Via del Podere Fiume, Via Valle dei Fontanili, Via Andersen, facente parte del PdZ Quartaccio II, parco non ancora terminato e del quale chiedono la pronta realizzazione e l'apertura al pubblico;
a seguito dell'incontro pubblico del 26 settembre, il Consigliere Municipale Claudio Ortale presentava, nella seduta del 5 ottobre 2006, un O.d.G. nel quale si impegnava, tra l'altro, il Presidente del Municipio XIX a promuovere ogni iniziativa, di concerto con le altre autorità competenti, necessaria alla tutela integrale del sito ed alla valorizzazione dello stesso affinché possa essere fruito in modo pieno dalla cittadinanza ed a farsi promotore di un tavolo istituzionale partecipato, aperto alle associazioni ed ai comitati di quartiere,
circa le scelte da intraprendere per la migliore tutela del sito archeologico;
successivamente i cittadini della zona davano vita ad un nuovo incontro pubblico in data 12 ottobre 2006 nel quale l'Archeologo Leonardo Schifi, che ha curato gli scavi per conto della Soprintendenza, spiegava ai cittadini il significato ed il valore dei ritrovamenti concludendo però, che era sua convinzione che non vi fosse alternativa all'incorporazione della strada all'interno del centro commerciale, anche perché la stessa era particolarmente deteriorabile e non avrebbe retto all'aria aperta;
a seguito di questo incontro i cittadini hanno più volte richiesto un incontro con la dottoressa Santolini, responsabile per la Sopraintendenza del Municipio XIX, che non lo ha mai concesso;
in data 17 gennaio 2007 si riuniva la Commissione Urbanistica del Municipio XIX alla presenza della Dottoressa Santolini, che esprimeva il proprio parere circa le sorti dei ritrovamenti affermando che era sua intenzione accettare una progetto della ditta costruttrice che prevede che metà circa della strada resti all'aria aperta con la copertura di una tettoia, mentre l'altra metà verrebbe inglobata nel centro commerciale dove verrebbero poste delle bacheche per mostrare gli oggetti rinvenuti, come richiesto dalla Soprintendente in una nota inviata alla Immobiliare Podere Fiume prot. n. 29846 del 12 ottobre 2006;
i cittadini in quella data venivano in possesso della nota di cui sopra e di altra nota inviata al Soprintendente dalla Dottoressa Santolini in data 6 novembre 2006 nella quale l'impegno dei cittadini per la realizzazione di un parco archeologico pubblico viene definito una «crociata» demagogica e destinata al fallimento;
il tavolo istituzionale partecipato di cui all'O.d.G. del 5 ottobre 2006 non è stato a tutt'oggi costituito -:
se non si ritenga necessario, nell'ambito delle proprie competenze, intervenire al fine di favorire l'avvio di un tavolo istituzionale che tenga conto delle richieste degli abitanti della zona;
se non si ritenga opportuno intervenire presso la Soprintendenza per i Beni Storici ed Archeologici di Roma e del Lazio al fine di verificare la possibilità di evitare l'incorporazione della strada romana all'interno del centro commerciale;
se si intenda ed in quale modo intervenire al fine di consentire la predisposizione di un progetto di parco archeologico pubblico all'interno dell'area in oggetto;
se si intenda porre in essere tutte le attività necessarie affinché venga terminato ed aperto al pubblico il parco insistente nell'area del PdZ Quartaccio II nel più breve termine possibile onde evitarne il totale degrado ancor prima della sua apertura ufficiale al pubblico.
(4-02767)