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Allegato B
Seduta n. 117 del 1/3/2007
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SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazione a risposta scritta:
SALERNO. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il decreto Bersani (decreto legge n. 7 del 31 gennaio 2007) pur proponendosi di semplificare l'accesso alle professioni dei giovani nel settore dei servizi alla persona (acconciatori ed estetiste) rischia d'ingenerare uno stato di crisi, non tutelando le fasce più deboli;
le norme relative agli orari di apertura e di chiusura hanno permesso all'acconciatore di espletare, durante il lunedì di chiusura, tutte quelle attività ed operazioni che risultano funzionali per la gestione delle attività (presenza banche, uffici, formazione continua, attività didattica nelle scuole);
gli interventi proposti dall'articolo 10 del decreto Bersani vanno a rimuovere norme di programmazione dell'attività sul territorio che hanno dimostrato una positiva funzione di equilibrio nella distribuzione degli esercizi, portando il tasso complessivo di natalità delle imprese di estetica ed acconciatura, tra il 2002 ed il 2005, al 13,2 per cento;
considerando che la politica che si vuole perseguire è quella di favorire l'accesso all'attività per i giovani, il Governo non può esimersi dal valutare quali costi diretti ed indiretti gravano sulle nostre imprese, in termini di burocrazia, costo del lavoro e dei fattori di produzione, pressione fiscale per le imprese regolari, alto tasso di abusivismo, tutte condizioni che costituiscono barriere di accesso all'ingresso di nuovi operatori;
il pacchetto introdotto nel 1998 con il decreto legislativo n. 114 prevedeva varie misure di temperamento degli effetti economici derivanti dal regime di controllo pubblico sull'accesso delle attività e l'entrata in vigore è stata differita di più di un anno;
nel decreto legge n. 7 del 31 gennaio 2007 tutto questo non è stato fatto, non tenendo in debito conto neanche i possibili effetti negativi di una difficile interpretazione ed attuazione delle norme enunciate, senza preoccuparsi di verificarne la compatibilità con l'attuale assetto del titolo V della Costituzione e della competenza programmatoria esclusiva di Regioni e Comuni;
i provvedimenti in questione andrebbero accompagnati da misure atte a consentire una organizzazione e razionalizzazione del comparto -:
se non si ritenga di dover adottare iniziative per dare sostegno al settore dei servizi alla persona, promuovendo forme di gestione associata e reticolare delle imprese, consentendo una riorganizzazione
ed una razionalizzazione degli esercizi necessaria a reggere il confronto con il mercato europeo, soprattutto in vista della piena applicazione della Direttiva Bolkestein, che renderà effettivo il principio della libera prestazione dei servizi nei Paesi dell'Unione;
se non si ritenga di adottare misure e iniziative di effettiva semplificazione amministrativa come nel caso dell'uso e gestione dei taglienti a rischio infettivo;
se non si ritenga di assumere iniziative normative per attuare l'accompagnamento alla fuoriuscita del mercato di operatori marginali, compensando la perdita secca del valore dell'autorizzazione al momento della cessione dell'attività;
se non si ritenga di assumere iniziative normative per ridurre l'IVA al 10 per cento, cosa che consentirebbe un abbattimento secco del prezzo a vantaggio del consumatore;
se non si ritengano auspicabili interventi che facilitino ingressi nel mondo del lavoro dipendente;
se non si ritenga di assumere iniziative affinché gli interventi di liberalizzazione siano accompagnati da adeguate misure fiscali.
(4-02763)