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Allegato B
Seduta n. 117 del 1/3/2007
INTERROGAZIONI PER LE QUALI È PERVENUTARISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA
ALESSANDRI. - Al Ministro della salute, al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
il GHB (acido gamma-idrossibutirato) ha fatto la sua comparsa sul mercato reggiano della droga riducendo un 34enne, G.Z. di Rovigo, in coma;
Il GHB, usato abitualmente sotto forma di liquido incolore ed inodore, denso, dal sapore leggermente salato, può essere assunto anche in forma di polvere bianca;
la sostanza è nota in Italia per il suo impiego nel divezzamento degli alcolisti;
il GHB, anche detto ecstasy liquida o «droga dello stupro», viene usato in medicina come anestetico generale, nel trattamento dell'insonnia e per curare la depressione clinica;
assunto a basse dosi, il GHB dà euforia ed aumenta la socialità, per cui l'uso della sostanza è comune nei rave party; assunto ad alte dosi, il GHB può invece causare nausea, vertigini, sonnolenza, disturbi alla vista, respiro affannoso, amnesia, incoscienza ed in alcuni casi può portare addirittura alla morte;
da una ricerca dell'Istituto Superiore di Sanità, è emerso che sono le donne che usano sostanze psicotrope - in particolare cocaina, psicofarmaci ed alcool, anche combinati tra di loro - come forma di automedicazione, per combattere la depressione, lo stress ed i disturbi della personalità;
la citata ricerca dell'Istituto Superiore della Sanità ha inoltre evidenziato che una persona su cinque, tra coloro che fanno uso di sostanze stupefacenti, rimane vittima di un evento traumatico che, nella maggior parte dei casi, è un incidente stradale, una rissa o un tentativo di suicidio. I risvolti possono essere quindi drammatici non solo per l'individuo che fa uso di droghe, ma anche per le persone che lo circondano;
Umberto Nizzoli, direttore del programma di salute mentale e dipendenze patologiche dell'Azienda USL di Reggio Emilia, dichiara che l'uso di sostanze stupefacenti è incrementato in maniera considerevole, soprattutto nei giovani tra i 15 ed i 25 anni: «il dramma», spiega Nizzoli, «è che le nuove sostanze sono una infinità: basta una piccola mutazione di una molecola per bypassare i limiti di legge e considerare legali prodotti molto pericolosi (...). La situazione è poi aggravata dalla presenza di industrie criminali che speculano sui desideri delle persone, sui loro disagi e le loro sofferenze». «Lo stato di vulnerabilità causato dalla droga» commenta ancora il Dott. Nizzoli «può essere fatale anche per i consumatori occasionali, senza dimenticare i danni a lungo termine: nel corso degli anni chi assume anfetamine
rischia di andare incontro a seri danni cerebrali -:
se il Ministro interrogato non intenda promuovere tempestivamente azioni di controllo su tutto il territorio nazionale, per verificare se ed in quale misura il GHB viene utilizzato per scopi non medicali e quindi per provvedere alle operazioni di sequestro della sostanza;
quali azioni il Ministro intenda attivare per arrestare immediatamente il commercio illegale del GHB in Italia, intervenendo in particolare nei luoghi di approvvigionamento di questo mercato parallelo;
quali azioni il Ministro interrogato intenda intraprendere nei confronti di quelle realtà produttive che, attraverso minime modifiche della sostanza, spesso riescono ad eludere la normativa vigente, producendo sostanze utilizzabili ad uso psicotropo;
se il Ministro interrogato non intenda opportuno promuovere su tutto il territorio nazionale azioni di informazione-prevenzione mirate al corretto uso di queste sostanze, al fine di evitare che si possa fare un uso-abuso di farmaci a scopo di automedicazione.
(4-01468)
Risposta. - Si risponde all'interrogazione in esame sulla base di elementi di esclusiva competenza del Ministero della Salute.
L'acido gamma idrossibutirrico (GHB), neuromodulatore del sistema nervoso centrale, metabolita endogeno e precursore del neurotrasmettitore GABA, è una sostanza liquida inodore ed insapore solubile in acqua.
È presente come principio attivo nella Tabella I (sostanze ad alto rischio di abuso) e come farmaco nella Tabella II, Sezione B, del Testo unico delle sostanze stupefacenti (decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309).
Il GHB è commercializzato come farmaco con il nome di «Alcover» ed è utilizzato come coadiuvante in alcune terapie (controllo della sindrome di astinenza da alcol etilico, fase iniziale del trattamento multimodale della dipendenza alcolica, trattamento prolungato della dipendenza alcolica resistente ad altri presidi terapeutici, in coesistenza di altre patologie aggravate dall'assunzione di alcol etilico).
Nella suddetta Tabella II, il farmaco viene venduto solo dietro presentazione di ricetta medica non ripetibile, come precisato dalla circolare del Ministero della Salute del 9 marzo 2006; questo costituisce garanzia di controllo riguardo al corretto utilizzo dei prodotti in commercio, non potendosi escludere, comunque, possibili furti del medicinale e la conseguente vendita illegale.
Negli ultimi anni il GHB, noto nel mercato clandestino con il nome di Ecstasy liquida, viene consumato in ambito ricreazionale insieme ad altre sostanze psicoattive, quali alcol, cannabis e derivati anfetaminici; essendo, inoltre, una sostanza liquida inodore, insapore, solubile in acqua, viene messa in maniera fraudolenta nel bicchiere delle persone di cui si vuole abusare sessualmente, perché tale sostanza impedisce il ricordo di quanto accaduto.
L'Istituto superiore di sanità, peraltro, ha precisato che le segnalazioni provenienti dai Centri antiveleni e delle Forze di Polizia non fanno rilevare un aumento dell'abuso, al di fuori dell'uso terapeutico secondo la normativa vigente.
Relativamente a quanto richiesto nell'atto parlamentare in merito alle iniziative da adottare da parte del Ministero della salute per contrastare il commercio illegale di GHB e il fenomeno della sintesi di nuove sostanze stupefacenti, si precisa che questa Amministrazione è competente in materia di individuazione delle sostanze stupefacenti da sottoporre a controllo ed autorizzazione, relativamente alla produzione, all'impiego nelle officine farmaceutiche ed al commercio, ed in materia di modalità di prescrizione e dispensazione dei medicinali che le contengono.
La repressione della produzione clandestina e del traffico illecito delle sostanze individuate come stupefacenti rientra nelle funzioni di altri soggetti istituzionali.
Per quanto riguarda la produzione di nuove sostanze ad azione stupefacente, non essendo possibile individuare preventivamente ogni composto sintetizzabile chimicamente, il Ministero della salute procede, secondo la legislazione nazionale ed internazionale, a porre sotto controllo ogni nuova sostanza reperibile sul mercato, per la quale sono stati documentati effetti psicotropi rilevanti o fenomeni di abuso.
Si sottolinea, infine, che nei farmaci cosiddetti di automedicazione non possono essere presenti sostanze ad azione psicotropa.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Gaglione.
AURISICCHIO. - Al Ministro delle comunicazioni, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. - Per sapere - premesso che:
la quasi totalità dei piccoli comuni della provincia di Avellino e delle altre province interne della Campania, a differenza dei grandi centri e delle aree metropolitane, risulta sprovvista di collegamento adsl per l'accesso ad internet ad alta velocità;
l'assenza nelle aree interne di questa tecnologia si traduce nella impossibilità per i cittadini, per i professionisti e per le imprese di avere accesso alla banda larga e quindi di semplificare ed ottimizzare la comunicazione, la trasmissione dei dati ed il commercio elettronico;
nei giorni scorsi si è avuta notizia di iniziative da parte di gruppi privati, in accordo con società telefoniche di altri paesi europei, tese a realizzare investimenti per l'abbattimento delle barriere digitali e a fornire servizi wireless -:
quali iniziative si intendano assumere per abbattere le barriere digitali dei piccoli comuni delle aree interne delle province campane e per consentire la banda larga;
se siano previsti nell'immediato programmi d'intervento del Governo in tal senso.
(4-01282)
Risposta. - Nel far presente che si risponde all'interrogazione per incarico della Presidenza del Consiglio dei ministri, si ritiene opportuno anzitutto premettere che per la fornitura dei collegamenti ADSL non esiste alcun obbligo, né condizione di fornitura del servizio a carico degli operatori, in quanto i collegamenti a larga banda esulano dall'ambito del servizio universale, unica fattispecie per la quale possono essere imposti agli operatori obblighi del servizio.
D'altra parte è noto che il Ministero delle comunicazioni ha adottato ogni possibile iniziativa allo scopo di aumentare la diffusione di tale mezzo trasmissivo ed eliminare il digital divide, come dimostrano sia l'erogazione di contributi per i contratti di abbonamento al servizio di accesso a larga banda ad Internet, sia i finanziamenti previsti per gli investimenti effettuati dalla società Infratel.
Con la legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007) sono state ulteriormente incrementate le risorse specificamente destinate al finanziamento degli interventi di realizzazione delle infrastrutture per la larga banda e di completamento del programma di sviluppo della larga banda nel Mezzogiorno da parte del Ministero delle comunicazioni per il tramite della società Infratel Italia, prevedendo lo stanziamento di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, nonché l'assegnazione di ulteriori 50 milioni di euro per l'anno 2009 allo stesso Ministero delle comunicazioni per le suddette finalità.
Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 dicembre 2006 è stato istituito il Comitato per la diffusione della larga banda sul territorio nazionale - del quale fa parte, tra gli altri, anche il Ministro delle comunicazioni - con l'obiettivo strategico di garantire, nell'arco della legislatura, l'accesso alla larga banda a tutti i cittadini in ogni parte del territorio.
Ciò a dimostrazione del fatto che lo sviluppo del servizio ADSL rappresenta, per il Governo, una priorità.
Per quanto concerne la regione Campania ed, in particolare, la provincia di Avellino, si comunica che la società Infratel, interessata al riguardo, ha fatto presente che nella suddetta provincia su 119 comuni, 84 risultano non coperti dai collegamenti ADSL.
La società ha, tuttavia, sottolineato di essere fortemente impegnata in un incisivo intervento di implementazione di una rete di telecomunicazioni abilitate alla larga banda in tutto il Mezzogiorno e, per quanto concerne il territorio avellinese, su 11 dei comuni non coperti; al termine di tale intervento oltre 50.000 cittadini e numerose attività economiche potranno usufruire dell'abilitazione al servizio di connettività veloce e multifunzionale.
Relativamente all'altra provincia interna, quella di Benevento, la medesima società Infratel ha precisato che su un totale di 78 comuni, 59 sono privi di copertura ADSL.
A seguito del completamento dell'intervento predetto, in corso d'esecuzione, nella provincia in parola risulteranno coperti 11 dei 59 comuni attualmente sprovvisti del servizio.
La ripetuta società Infratel ha, infine, comunicato di avere in corso contatti con la regione Campania al fine di avviare un piano di interventi che, avvalendosi di soluzioni tecnologiche wired e wireless, potranno portare ad un ulteriore sviluppo della larga banda sul territorio regionale in parola, anche attraverso l'offerta di risorse finanziarie che la stessa regione riterrà di destinare allo scopo.
Il Ministro delle comunicazioni: Paolo Gentiloni Silveri.
BELLANOVA e VICO. - Al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il sistema aeroportuale pugliese costituisce un punto cardine per lo sviluppo economico della regione, dato che il mezzo aereo rappresenta la modalità di trasporto in grado di assicurare collegamenti rapidi con il nord Italia, l'Europa continentale e i paesi del Mediterraneo;
l'aeroporto di Brindisi è punto di riferimento portante per il sistema dei trasporti aerei per le tre province di Lecce, Brindisi e Taranto;
esiste una situazione di grave marginalità dell'aeroporto di Brindisi rispetto alla frequenza ed alla presenza di collegamenti con i principali scali nazionali ed internazionali nonostante la presenza di 22 compagnie aeree e di 20 tour operator da cui dipendono i flussi di arrivo e le presenze di una parte significativa del turismo nazionale ed internazionale interessato alla Puglia centromeridionale;
esiste una situazione di scarsa accessibilità del messo aereo per una buona parte della popolazione pugliese, e salentina in particolare, in considerazione delle tariffe elevate applicate da Alitalia sulle tratte nazionali;
si annunciano gravi i disagi per viaggiatori, turisti, operatori economici e lavoratori pendolari che abitualmente si servono del collegamento aereo Brindisi - Milano-Malpensa visto che la compagnia aerea Alitalia ne ha annunciato la soppressione a partire dal prossimo 23 ottobre. Per fare un esempio: con l'attuale offerta di collegamenti per raggiungere Milano Malpensa in mattinata da Brindisi, sarebbe necessario prendere il primo volo per Roma Fiumicino delle 6,50 e proseguire per lo scalo milanese con il primo volo utile che partirebbe alle 12,50 -:
se il Governo intenda convocare una Conferenza dei Servizi con i rappresentanti di Ministero dei Trasporti, Alitalia, Seap, Apt, Regione Puglia, Provincia di Lecce, Provincia di Taranto, Provincia di Brindisi, Comune di Lecce, Comune di Taranto, Comune di Brindisi per discutere del futuro assetto del sistema di trasporti aereo che riguarda la Puglia ed il Salento;
se il Governo intenda aprire con Alitalia un confronto in merito alla possibilità
di introdurre tariffe più accessibili e forme di sconto per i viaggiatori residenti in Puglia al fine di scongiurare l'isolamento geografico ed economico della regione e delle sue tre province più meridionali.
(4-01276)
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, occorre innanzitutto premettere che ai sensi del regolamento comunitario 2408/92 è consentito a qualsiasi compagnia aerea comunitaria, titolare di licenza di trasporto aereo, operare sugli scali nazionali ed intracomunitari in funzione dello sviluppo e della tendenza del mercato, effettuando servizi sulle rotte che vengono ritenute commercialmente più vantaggiose. Non sono pertanto influenzabili dalle Autorità le scelte operate dai vettori in tal senso.
Per quanto riguarda le rotte Brindisi/Roma e Brindisi/Milano, le stesse sono caratterizzate da una scarsa dinamica concorrenziale, riconducibile alla presenza di un limitato bacino di utenza.
La società Alitalia, interpellata sulla questione, ha precisato che nel 2005 si è registrato un basso fattore di riempimento dei voli sulla rotta Brindisi-Milano Malpensa, pari al 53 per cento, dovuto alla preferenza della clientela per i voli in partenza da/per l'aeroporto di Linate. Anche il dato relativo al numero dei passeggeri trasportati, in prevalenza in transito, ha determinato un risultato economico in forte perdita, pari ad oltre il 30 per cento, del fatturato.
Con riferimento all'applicazione da parte di Alitalia sulle rotte Brindisi/Roma e Brindisi/Milano di tariffe definite eccessive nell'atto ispettivo, si fa presente che anche il sistema tariffario si inquadra in una dinamica concorrenziale come peraltro previsto nel regolamento CEE 2409/92 sulle tariffe aeree per il trasporti di passeggeri e di merci.
La definizione delle stesse è oggi interamente rimessa alla discrezionalità dei vettori che determinano gli importi alla luce di valutazioni esclusivamente commerciali. Tale principio vieta qualsiasi intervento dello Stato nella definizione della politica industriale e commerciale di una compagnia aerea, limitando la possibilità di imporre collegamenti tra scali ai soli casi di oneri di servizio pubblico.
Rispetto alla questione dell'assegnazione delle bande orarie (slot), si evidenzia che Brindisi non è un aeroporto coordinato, ossia non è un aeroporto la cui situazione di traffico è tale che per poter operare su di esso è necessario l'ottenimento di uno slot. Al contrario è uno scalo libero e, pertanto, qualsiasi operatore aeronautico interessato può, sulla base dei principi previsti dai citati regolamenti comunitari 2408 e 2409, liberamente attivarvi collegamenti che non possono in alcun modo essere indotti dall'Autorità statale.
Per quanto riguarda le iniziative da intraprendere per migliorare la frequenza e la qualità dei collegamenti aerei tra Brindisi e Roma e tra Brindisi e Milano, la compagnia Alitalia ha dichiarato la volontà di contemperare le esigenze aziendali con quelle dell'utenza salentina e di avere in corso intese con gli enti locali del brindisino, nonché con le società di gestione aeroportuale al fine di cercare soluzioni alle esigenze del bacino locale.
La Compagnia sta, comunque, considerando per la prossima stagione estiva 2007, il reinserimento di un volo Milano Malpensa - Brindisi e viceversa, sia pure solo nel periodo giugno-settembre. Infatti, le analisi dell'andamento del mercato hanno portato ad individuare solo in tale periodo volumi di traffico tali da giustificare la sostenibilità economica della rotta.
Il Governo, sempre attento alle necessità dell'utenza, intende farsi promotore di ogni possibile azione affinché si adottino, in tempi brevi tutte le soluzione atte a migliorare i collegamenti aerei sulle rotte in questione, pur nel pieno rispetto dei regolamenti comunitari.
Il Ministro dei trasporti: Alessandro Bianchi.
BERTOLINI e CROSETTO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la legge 14 maggio 2005, n. 80 ha apportato significative modifiche al decreto
del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1950, n. 180 prevedendo la facilità e l'incremento della propensione del credito al consumo, ampliando la base dei soggetti che possono ricorrere al finanziamento su cessione a favore di una categoria di persone, ovvero i pensionati pubblici e privati, che sono dotati di un'indennità mensile stabile nel tempo e, fino ad oggi, non monetizzabile ai fini dell'accesso al credito;
era stato evidenziato che talune categorie di persone, ovvero gli agenti di commercio, i rappresentanti, i lavoratori a tempo determinato o con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, e in ultimo i pensionati, rimanevano escluse dall'accesso al credito pur essendo dotati di reddito stabile;
il decreto-legge sulla competitività n. 35/2005 aveva risolto questo inconveniente, consentendo alle categorie suddette di poter accedere al finanziamento su cessione;
con decreto di natura regolamentare del Ministro dell'economia e delle finanze, sentite le organizzazioni di categoria degli operatori professionali, dovevano essere dettate le disposizioni occorrenti per l'attuazione della legge n. 80 del 2005;
l'effettività dell'erogazione di finanziamenti su cessione, per i pensionati e le altre categorie citate, è subordinata all'emanazione dei decreti di attuazione da parte del Ministro dell'economia e delle finanze e che il ritardo sta provocando ingenti danni sia agli erogatori dei finanziamenti, sia ai cittadini che avrebbero titolo per usufruire di questi;
il ritardo suddetto, privo di giustificazioni, determina gravi conseguenze ed è quindi necessario emanarlo con urgenza -:
quali siano i tempi e le modalità di emanazione dei regolamenti attuativi ed i motivi del ritardo nell'emanazione, posta la necessità di consentire anche ai cittadini pensionati la facoltà di disporre della quota del «quinto» della pensione, al fine di facilitare ai medesimi l'accesso al credito.
(4-01748)
Risposta. - Si risponde all'interrogazione in esame, intesa a conoscere i tempi di emanazione del decreto di attuazione dell'articolo 13-bis del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito nella legge 14 maggio 2005, n. 80, che nel modificare il decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1950, n. 180, recante approvazione del testo unico delle leggi concernenti il sequestro, il pignoramento e la cessione degli stipendi, salari e pensioni dei dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni, ha, tra l'altro, esteso ai pensionati pubblici e privati la possibilità di contrarre prestiti contro cessione del quinto della pensione.
Al riguardo, si fa presente che il decreto 27 dicembre 2006, n. 313, recante «Regolamento di attuazione dell'articolo 13-bis del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80» è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 32 dell'8 febbraio 2007.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Pier Paolo Cento.
BURGIO e MIGLIORE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
risulta agli interroganti, anche sulla base di notizie riportate dagli organi di stampa, che il movimento Fiamma Tricolore ha annunciato di voler svolgere, per i1 10 febbraio 2007, una manifestazione di portata europea, che dovrebbe radunare rappresentanti e militanti delle organizzazioni più estreme della destra razzista, xenofoba, neo-nazista e neo-fascista;
la manifestazione dovrebbe tenersi a Livorno, medaglia d'argento della Resistenza, città democratica ed antifascista, in cui un orientamento politico progressista largamente prevalente della popolazione si intreccia ad un analogo tessuto della società civile, dell'associazionismo e delle organizzazioni sociali;
tale orientamento antifascista è stato ribadito nelle scorse settimane dalla cittadinanza, la quale ha espresso, in diverse forme, la totale contrarietà alla parata neo-fascista e neo-nazista della Fiamma Tricolore;
l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, congiuntamente alle altre associazioni antifasciste presenti sul territorio livornese e all'intero arco delle forze politiche e sociali democratiche, ha stilato il 9 gennaio 2007 un documento in cui impegna i soggetti presenti a mobilitarsi per una efficiente campagna d'informazione e mobilitazione, diretta in primo luogo a sollecitare le istituzioni centrali, improntata alla richiesta che venga rispettato l'obbligo, contenuto sia nel dettato costituzionale sia nelle leggi ordinarie, d'impedire qualsiasi manifestazione di recrudescenza neo-fascista;
nelle scorse settimane si sono verificate, in Toscana, diverse aggressioni a militanti politici della sinistra e a cittadini extracomunitari, nonché devastazioni di sedi di partito (da ultimo l'incendio della sede del Prc di Borgo San Lorenzo), imputabili verosimilmente a soggetti provenienti da ambienti xenofobi e neo-fascisti;
la scelta della città di Livorno come sede del raduno, alla luce delle considerazioni svolte, pare configurarsi come una palese provocazione, un affronto alla storia ed al presente della città;
a parere degli interpellanti vi è ragione di ritenere che concedere una qualsiasi sede nell'ambito del territorio cittadino e comunale di Livorno, oltre ad essere un atto di grave insensibilità rispetto alla volontà democraticamente espressa in svariate occasioni dalla cittadinanza, sarebbe una scelta molto grave ai fini dell'ordine pubblico e della governabilità della piazza -:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della vicenda in parola;
se il Ministro, sulle base delle considerazioni svolte, non ritenga opportuno assumere a riguardo ulteriori informazioni;
se il Ministro intenda esprimersi con nettezza in ordine all'inopportunità che l'estremismo di destra italiano ed europeo manifesti il 10 febbraio prossimo a Livorno.
(4-02483)
Risposta. - È necessario premettere che la manifestazione annunciata dal Movimento Sociale - Fiamma Tricolore per il 10 febbraio 2007 a Livorno, in occasione della giornata nazionale di commemorazione della tragedia degli esuli di Istria e Dalmazia e delle vittime delle foibe, non avrà più luogo.
Invero, il rappresentante provinciale del partito ha deciso di non promuovere alcuna iniziativa a ricordo dei drammatici eventi, né in luogo pubblico né in forma privata.
L'annuncio della manifestazione, com'è noto, aveva suscitato forti contrarietà tra le forze politiche locali del centro sinistra e le associazioni partigiane. Lo stesso Sindaco di Livorno aveva comunicato che l'Amministrazione non avrebbe concesso piazze, strade o locali per la manifestazione.
Più in generale, in ordine all'opportunità dello svolgimento di manifestazioni che, analogamente a quella segnalata dall'interrogante, sono organizzate da movimenti estremisti, si ricorda che l'ordinamento non prevede un generale potere di divieto delle riunioni che prescinda dai caratteri e dalle specifiche modalità di tempo e di luogo di ciascuna iniziativa.
Come è noto, infatti, il diritto di riunione, purché esercitato in modo pacifico e senza armi, riveste rango costituzionale ed il suo esercizio non è sottoposto ad autorizzazione di sorta.
L'articolo 17 della Costituzione prevede unicamente un onere di preavviso alle competenti autorità, ove la riunione si svolga in luogo pubblico.
Secondo la medesima disposizione costituzionale, inoltre, la riunione può essere vietata soltanto per comprovati motivi di sicurezza ed incolumità pubblica.
Le manifestazioni organizzate da militanti politici di partiti estremisti possono
essere vietate quindi solo a condizione che da esse possa scaturire un pericolo concreto, e non meramente probabile, per la sicurezza o l'incolumità dei cittadini.
In merito infine ai fatti di violenza citati dall'interrogante nelle premesse, fra i quali l'imbrattamento in Follonica della locale sede del circolo del Partito della Rifondazione Comunista, la lettera minatoria inviata all'ex Sindaco di Massa Marittima, attuale Segretario provinciale dei Democratici di sinistra, l'aggressione al parroco di Prato nativo dello Zaire e il danneggiamento della recinzione del terreno su cui è in costruzione la moschea di Colle Val d'Elsa, particolare rilevanza riveste l'incendio della sede dei partito della Rifondazione Comunista di Borgo San Lorenzo (FI).
Su tale ultima vicenda si comunica che nella notte del 17 dicembre 2006, in seguito alla segnalazione di un consigliere provinciale di Rifondazione Comunista, i Carabinieri della stazione di Borgo San Lorenzo accertavano che ignoti, dopo essersi introdotti all'interno della locale sede del partito mediante la forzatura della porta d'ingresso, ne mettevano a soqquadro i locali, danneggiando l'arredo e provocando un parziale incendio di materiale plastico subito rimosso dai Vigili del Fuoco.
Secondo gli investigatori si tratterebbe di un atto vandalico non pianificato.
I fatti, che non hanno precedenti nella zona se si eccettua l'episodio mai denunciato di due bandiere bruciate esposte all'esterno della sede di Rifondazione Comunista, sono stati segnalati all'Autorità giudiziaria e le forze di polizia seguono con attenzione l'evolversi della situazione.
Tali episodi, ovviamente, hanno scosso gli ambienti politici locali e il Sindaco del Comune di Borgo San Lorenzo, il 21 dicembre 2006, ha convocato un consiglio comunale straordinario aperto per discutere dell'accaduto.
Il Prefetto di Firenze, per quanto di competenza, ha disposto l'intensificazione della vigilanza nei confronti di tutte le sedi istituzionali, dei partiti politici e delle organizzazioni sindacali nell'area interessata.
Il Viceministro dell'interno: Marco Minniti.
BUONTEMPO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dei trasporti, al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
attualmente, il percorso ferroviario Roma-Pescara, con i treni più veloci, si effettua in tre ore e quaranta minuti, salvo ritardi, piuttosto frequenti;
tale tratta non regge, di conseguenza, il confronto con il percorso autostradale che consente il trasferimento tra le due città in meno di due ore;
il precedente Governo ha finanziato un progetto di modifica del percorso per ottenere una maggiore velocità;
sono enormi i disagi che i passeggeri sono costretti a subire non solo per la lunghezza del percorso, i ritardi ma anche per la condizione igienica delle carrozze, i cui bagni sono spesso inutilizzabili -:
quali iniziative s'intendano assumere per risolvere le problematiche appena enunciate, sia pure progressivamente in rapporto all'importanza.
(4-01220)
Risposta. - In merito all'interrogazione indicata in oggetto, la linea Roma-Pescara, elettrificata e a binario unico per circa 235 km, dal punto di vista della particolare orografia del territorio, presenta caratteristiche di forti pendenze con punte del 30 per cento sulla tratta Carsoli-Colli di Monte Bove in direzione di Pescara; è in questo tratto che, in presenza di particolari condizioni atmosferiche, possono verificarsi inconvenienti di marcia che incidono sulla regolarità dei convogli.
Gli interventi infrastrutturali posti in essere da Ferrovie dello Stato s.p.a. riguardano l'attivazione, già dal mese di ottobre 2006, del tratto indipendente di accesso nel nodo di Roma della linea alta velocità/alta capacità Roma-Napoli, che consente di eliminare le interferenze dei treni AV/AC sul traffico della tratta Roma-Pescara, in particolare tra Prenestina e Salone. Entro il mese di aprile 2007 sarà attivato il raddoppio tra Salone e Lunghezza e, dopo la recente approvazione del
progetto definitivo, sarà avviato l'ulteriore raddoppio previsto tra Lunghezza e Guidonia.
Il raddoppio di tali tratti, incrementando la capacità del segmento di linea con maggior traffico, consentirà di potenziare progressivamente il servizio regionale e di velocizzare le relazioni interregionali tra Pescara-Sulmona e Roma. Anche la prossima attivazione delle stazioni di Serenissima, Palmiro Togliatti e La Rustica agevolerà in modo sensibile la modalità ferroviaria nell'anello di Roma.
Sull'intero asse Roma-Pescara, inoltre, è stato elaborato uno studio complessivo di velocizzazione per ridurre di circa 1 ora il tempo di percorrenza complessivo, mediante la realizzazione di varianti di tracciato il cui costo è stimato, attualmente, in 1.184 milioni di euro e per le quali sono disponibili i finanziamenti necessari per l'elaborazione del progetto preliminare, che a breve sarà completato.
Dal punto di vista della puntualità del servizio, gli indici presentano un graduale e significativo miglioramento dal mese di febbraio 2006 rispetto ai periodi precedenti. Infatti, i dati relativi alla fascia compresa tra 0 e 5 minuti del mese di settembre 2006, evidenziano l'85,8 per cento dei treni puntuali contro il 68,75 per cento di gennaio 2006. Parimenti, nella fascia tra 0 e 15 minuti, gli indici di puntualità - sempre riferiti al mese di settembre - si sono attestati sul 91,72 per cento rispetto all'84,38 per cento del mese di gennaio 2006.
Per quanto riguarda le condizioni dei convogli, Ferrovie dello Stato s.p.a., anche a seguito delle segnalazioni pervenute, ha provveduto ad intensificare i controlli sugli interventi di pulizia e rifornimento eseguiti dalle imprese appaltatrici. Nei confronti di queste ultime sono state contestate le inadempienze rilevate ed, inoltre, sono stati richiesti interventi migliorativi delle operazioni di pulizia.
Il Ministro dei trasporti: Alessandro Bianchi.
CARLUCCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
le esternazioni, a giudizio dell'interrogante improvvide, del Ministro dei trasporti Alessandro Bianchi sull'Alitalia, hanno contribuito al crollo in borsa del titolo di tale società verificatosi il 22 maggio, il che ha determinato, tra l'altro, un grave danno patrimoniale per il ministero del tesoro che detiene tuttora il 49,9 per cento del capitale Alitalia -:
quali interventi intenda attuare per limitare i danni derivanti dalle dichiarazioni del Ministro e per evitare che in futuro dichiarazioni estemporanee di esponenti del suo Governo possano arrecare altri danni erariali e nuocere agli interessi di fondo del Paese.
(4-00144)
Risposta. - Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo parlamentare in esame relativo alle dichiarazioni attribuite al Ministro dei trasporti in merito alla società Alitalia, si fa presente, come si evince anche dai comunicati d'agenzia del 22 maggio 2006, che il Ministro ha espresso la propria perplessità sulla diffusa pratica del turnover manageriale connesso all'avvicendamento della compagine governativa, ritenendo doveroso e indispensabile aprire, quanto prima, un confronto con i vertici della Compagnia e ciò anche in relazione al preoccupante andamento delle attività e dei conti riscontrato nell'ultimo periodo.
Nella medesima giornata, inoltre, il Ministro ha ribadito - e non rettificato come strumentalmente affermato da alcune agenzie - l'impegno ad approfondire i principali fattori di progressivo aggravamento della situazione Alitalia, con particolare riguardo agli aspetti finanziari e alle relazioni tra sindacati e management, giungendo infine a sottolineare che il Ministero dei trasporti non detiene competenze dirette in merito alla decisione di confermare o meno l'incarico degli attuali vertici della Compagnia.
Per quanto riguarda la sospensione in borsa del titolo Alitalia, appare evidentemente infondato porre in relazione il crollo del corso del titolo con le dichiarazioni di
carattere programmatico e gestionale del Ministro, volte piuttosto ad avviare una corretta individuazione delle criticità e delle ragioni della crisi Alitalia.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali: Vannino Chiti.
DURANTI e FOLENA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la riqualificazione del personale nel Ministero per i beni e le attività culturali è una procedura lunga che va avanti da diversi anni e che non ha ancora avuto termine;
diversamente da altri ministeri, non si è proceduto alla rideterminazione delle piante organiche prima di iniziare la riqualificazione, in modo da avere la possibilità di censire i posti disponibili;
il personale del Ministero ha assistito impotente a diverse ingiustizie: il mancato riconoscimento dei punti assegnati ad alcuni tipi di laurea per mancata equipollenza (lo stesso titolo viene invece riconosciuto in caso di concorso esterno) o, ancora, l'assegnazione di punteggi diversi a parità di titoli;
si sono verificati inoltre casi in cui il personale, pur di avere qualche opportunità in più, ha dovuto fare domanda in sedi lontane dalle proprie regioni di appartenenza. Mentre chi non ha scelto questa opzione, magari a causa di un'età avanzata, per progredire nella carriera, si è limitato a concorrere nella propria regione o al massimo nella regione limitrofa. L'ennesima ingiustizia si è verificata quando si è scoperto che nell'Amministrazione c'erano dipendenti privilegiati che avevano vinto il concorso in regioni lontane, ma poi sono tornati nelle loro sedi di appartenenza, mandati periodicamente in missione o in distacco;
secondo gli interroganti si è evidentemente in presenza di un abuso e di un utilizzo strumentale di tali possibilità. La missione e il distacco verrebbero usati per «premiare» alcuni dipendenti. Emerge da questa vicenda - sempre ad avviso degli interroganti - una clamorosa e sgradevole discrezionalità particolarmente penalizzante per chi, al contrario, non è «protetto» da questi vantaggi (la suddetta situazione si evince consultando il sito internet del Forum U.I.L. Bac.);
tali modalità verrebbero attuate estromettendo il sindacato da qualsiasi controllo. La presenza del sindacato al contrario potrebbe fornire la garanzia di un trattamento uguale per tutti gli impiegati e porre fine ad ogni discriminazione -:
se sia a conoscenza della situazione sopradescritta;
se non ritenga necessario adoperarsi affinché le missioni e i distacchi vengano monitorati e motivati in concertazione con le rappresentanze sindacali.
(4-01225)
Risposta. - Con la circolare 88/2006 la competente Direzione generale ha chiarito che il vincolo di permanenza quinquennale nella sede di prima assegnazione (previsto dall'articolo 35, comma 5-bis del decreto legislativo 165 del 2001) non trova applicazione nelle procedure di riqualificazione del personale in sevizio.
Pertanto, anche la mobilità del personale riqualificato deve attenersi ai criteri generali precisati con le circolari 159 del 2004 e 172 del 2004 e recepiti in appositi accordi sindacali, con maggiore attenzione dal momento che si tratta di vincitori di procedure concorsuali.
I criteri di cui sopra - fatta salva ovviamente l'applicazione di norme che introducono obblighi per l'Amministrazione, quale la legge 104 del 1992 a tutela dell'handicap - consistono sostanzialmente nel rispetto delle esigenze di servizio (con particolare attenzione per movimenti verso sedi dell'Italia centro settentrionale) e nella valutazione di casi estremamente gravi sul piano della salute.
A tali criteri devono pertanto attenersi tutti i soggetti abilitati a disporre provvedimenti
di mobilità interna, dalla Direzione generale per gli affari generali, il bilancio, le risorse umane e la formazione fino alle Direzioni Regionali per i beni culturali e paesaggistici.
Il rispetto delle esigenze di servizio è stato ulteriormente ribadito mediante l'accordo tra l'Amministrazione e le organizzazioni sindacali del 4 ottobre 2006 che, recando una interpretazione autentica dell'articolo 5 del precedente accordo 12 ottobre 2005, relativo ai criteri di assegnazione di sede del personale, inquadrato in diversa posizione economica per effetto dei processi di riqualificazione, ha inteso eliminare alcune disfunzioni che si erano evidenziate sul territorio, con particolare riferimento alla problematica della «compatibilità della professionalità rivestita dagli interessati con le sedi richieste».
In conclusione, la procedura impostata dall'Amministrazione, in accordo con le organizzazioni sindacali tende ad evitare le distorsioni segnalate nell'interrogazione parlamentare in oggetto, riportando la gestione dei procedimenti nell'ambito dei principi generali dell'ordinamento.
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Andrea Marcucci.
FABRIS. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la giunta della provincia di Vicenza ha deciso di costruire un teatro all'aperto di 1.300 posti all'interno del brolo di Villa Cordellina (Montecchio Maggiore-Vicenza), zona vincolata e non edificabile, priva di adeguati servizi, in particolare di spazi da adibire a parcheggi;
la delibera della Giunta della Provincia di Vicenza riguardo il summenzionato progetto di costruzione di teatro risale al 22 febbraio 2006;
secondo quanto è dato apprendere all'interrogante il progetto risulterebbe avulso dal contesto storico e ambientale di villa Cordellina; privo di alcuna motivazione seria legata alla conservazione e valorizzazione della villa stessa e del suo ambiente; carente nella documentazione; indifferente a quanto potrebbe accadere al contesto ambientale e viabilistico a seguito della sua realizzazione; in contrasto con le Norme tecniche di attuazione del PRG di Montecchio Maggiore; dotato di una autorizzazione alla Soprintendenza che sembra più un atto di fede a priori che una seria analisi della proposta progettuale;
l'opera che si intende realizzare, in violazione del vincolo ambientale e paesaggistico, stravolgerebbe quanto si è fortunosamente riuscito a salvaguardare, dal dopoguerra ad oggi, all'interno del perimetro vincolato di Villa Cordellina;
in particolare, l'opera che si intende realizzare caricherebbe in modo eccessivo, specialmente nelle ore serali e notturne, la viabilità interna al Comune di Montecchio Maggiore con gravi ripercussioni e disagi per la cittadinanza;
da parte di numerosissimi cittadini è stato firmato un appello al direttore generale per il patrimonio artistico e al Ministro dei beni e delle attività culturali, affinchè venga annullata l'autorizzazione data alla Soprintendenza ai beni architettonici monumentali di Verona -:
quali provvedimenti urgenti il Ministro interrogato intenda assumere al fine di adottare tutte le necessarie tutele stabilite dalla legislazione attualmente in vigore in relazione ad aree soggette a vincolo ambientale;
se il Ministro interrogato non concorsi nel ritenere che la tutela e la valorizzazione di Villa Cordellina debba attuarsi attraverso altri tipi di interventi, quali una rispettosa e rigorosa conservazione del sito nella sua già armoniosa integrità;
se non ritenga quanto mai necessario, alla luce di quanto descritto dalla presente interrogazione, porre in essere ogni atto di competenza finalizzato all'annullamento della autorizzazione data dalla Soprintendenza
ai beni architettonici e monumentali di Verona.
(4-00925)
Risposta. - L'interrogazione ripropone le perplessità e le preoccupazioni già manifestate dalla senatrice Valpiana in un suo atto di sindacato ispettivo del 27 luglio 2006.
In quella occasione il Ministro Rutelli, rispondendo alla interrogazione, aveva fatto presente che l'area interessata dal progetto di un teatro all'aperto non fa parte del giardino monumentale di Villa Cordellina, ma di un viale laterale di pertinenza della annessa corte rustica, sottoposta ad un regime di tutela diverso da quello previsto per il giardino.
Infatti, mentre le parti laterali del giardino della Villa sono tutelate, ai sensi dell'articolo 21 della legge 1089 del 1939, con decreto ministeriale 4 marzo 1958, che prescrive di non modificare lo stato attuale, l'area su cui dovrà sorgere il teatro è tutelata, sempre ai sensi dell'articolo di legge richiamato, con decreto ministeriale 3 settembre 1955, che prevede invece il divieto di opere che possano alterare le condizioni di ambiente e di decoro del monumento e richiede quindi la preventiva autorizzazione della competente Soprintendenza.
Tale autorizzazione è stata concessa in considerazione del fatto che il progetto prevedeva la realizzazione del teatro ad una quota più bassa del terreno, così da non alterare la vista del paesaggio.
Tuttavia, il provvedimento di approvazione recava prescrizioni che la Soprintendenza si riservava di verificare ed approfondire nei confronti del progetto esecutivo.
A seguito di successive allarmate segnalazioni ed opposizioni rappresentate in varie sedi e da diversi soggetti (comitati cittadini, associazioni ambientaliste, ecc.), il Ministero ha comunque sollecitato i suoi organi periferici a porre in essere opportuni approfondimenti, ricevendo l'assicurazione che saranno compiute ulteriori verifiche in sede istruttoria e che in ogni caso il progetto esecutivo verrà trasmesso alla Direzione regionale ed alla Amministrazione centrale per ogni ulteriore valutazione o verifica di compatibilità con le disposizioni del provvedimento di tutela indiretta vigente nell'area interessata.
Una volta trasmesso il progetto esecutivo, l'Amministrazione si riserva di investire della questione il Comitato tecnico scientifico perché esprima il suo autorevole parere.
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Danielle Mazzonis.
FASOLINO. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
in Italia sono in funzione circa 67.137.000 telefonini;
a seguito di una indagine conoscitiva dell'autorità garante è stato accertato che per la ricarica dei telefonini Tim, Vodafone, Wind e Tre solo in Italia viene pagato un costo di servizio mentre in tutta l'Unione la ricarica è a costo zero;
l'onere di ricarica ricade essenzialmente sulle fasce deboli della popolazione perché pensionati, studenti e disoccupati usano effettuare ricariche frequenti per piccoli importi;
per una ricarica di 5 euro, 2 euro se ne vanno per il solo costo di ricarica;
su 100 telefonini, 91 funzionano tramite ricarica e, secondo stime attendibili, nel 2005 i consumatori italiani hanno speso 1 miliardo e 742 milioni di euro;
anche se alcuni operatori hanno eliminato il costo della ricarica, il problema resta perfettamente in piedi in quanto l'esenzione riguarda solo gli importi alti che rappresentano un'assoluta minoranza nel volume complessivo delle ricariche;
pur considerando che i costi che le compagnie sono chiamate a sopportare sulle ricariche ammontano a 769 milioni, nelle loro tasche rimangono circa 950 milioni di euro l'anno: si badi bene, per un servizio che comunque le gratifica!;
ad avviso dell'interrogante di fatto le compagnie hanno rinunciato alla concorrenza nei prezzi praticati;
l'Italia, in ambito comunitario, è anche il Paese nel quale più frequenti sono le interruzioni di rete, per cui gli utenti vengono costretti a una nuova chiamata, con sistematico e notevole aggravio dei costi. Le aree geografiche interessate sono le stesse da anni, per cui stupisce non vi si ponga rimedio. L'opinione pubblica è convinta che ci sia un interesse delle compagnie -:
quali iniziative intenda assumere il Governo per impedire una vergogna tutta italiana a maggior discapito, come al solito, delle componenti deboli della popolazione.
(4-01705)
Risposta. - Al riguardo si ritiene anzitutto opportuno premettere che la materia dei costi nel servizio di telefonia mobile prepagata rientra nelle competenze dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) che ha condotto, congiuntamente con l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, un'indagine conoscitiva, conclusasi il 15 novembre 2006, a seguito di specifica richiesta di chiarimento da parte della Commissione europea.
Tale contributo è stato inserito per il servizio prepagato, nato in alternativa al servizio in abbonamento che è gravato dalla tassa di concessione governativa e mentre i prezzi al minuto del servizio sono stati progressivamente ridotti, il costo di ricarica per i diversi tagli è rimasto inalterato per tutti gli operatori.
I risultati dell'indagine hanno evidenziato come l'attuale configurazione del contributo di ricarica da parte dei gestori nazionali, produca effetti distorsivi sul libero funzionamento del mercato ed effetti negativi nei confronti della clientela, mettendo altresì in luce che lo stesso contributo non ha una diretta e trasparente relazione con i costi sostenuti dagli operatori per la gestione del servizio di ricarica, ma rappresenta una delle componenti del prezzo inserita dai gestori nell'ambito delle proprie strategie commerciali.
Stando alle considerazioni delle citate Autorità, pertanto, nel contesto della grande complessità tariffaria esistente, il contributo di ricarica ha accresciuto l'eterogeneità delle voci di prezzo rendendo meno percepibile la reale consistenza del prezzo effettivo finale del servizio e meno consapevoli le scelte dei consumatori.
In particolare, il contributo in argomento appare generare, da un lato, confusione circa il prezzo minutario corrisposto dagli utenti per la fruizione dei servizi di telecomunicazione mobile e, determinare, dall'altro, un diverso trattamento economico con effetti regressivi sulle fasce più deboli, ciò in quanto l'effetto prodotto è quello di elevare il prezzo al minuto di una percentuale costante di tal che a parità di prezzo al minuto, l'acquisto di ricariche di piccolo taglio comporta un incremento del prezzo finale anche sensibilmente superiore a quello applicato per le ricariche di importo maggiore.
Per le due predette Autorità la revisione anche totale, del contributo fisso renderebbe più trasparenti le offerte dei diversi gestori e ne aumenterebbe la comparabilità.
Nell'indagine conoscitiva inviata alla Commissione europea è stato sottolineato come il costo di ricarica del credito di telefonia mobile rappresenti una anomalia italiana, non essendo applicato negli altri Paesi europei evidenziando come tale contributo costituisca circa il 15 per cento degli introiti complessivi delle SIM prepagate, atteso che in Italia oltre il 90 per cento degli utenti si avvale del servizio ricaricabile, rispetto ad una media europea intorno al 50 per cento.
A parere delle due predette Autorità la revisione anche totale, del contributo fisso avrebbe reso più trasparenti le offerte dei diversi gestori e ne avrebbe aumentato la comparabilità.
Alla luce delle esposte considerazioni il Governo ha ritenuto che la configurazione delle tariffe telefoniche con ricarica del credito, anche in relazione alla mancanza di una sufficiente informazione pubblicitaria, non mettesse in grado gli utenti di ottenere, per ciascuna operazione di ricarica effettuata, un'informazione completa e veritiera e dunque, in tal senso, pienamente trasparente
e, pertanto, al fine di favorire la concorrenza e di garantire la massima trasparenza sotto il profilo tariffario; ha disposto con l'articolo 1 del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7 - recante misure urgenti per la tutela di consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche e la nascita di nuove imprese - il divieto, per gli operatori della telefonia mobile, di applicare costi fissi e contributi per la ricarica di carte prepagate aggiuntivi rispetto al costo del traffico telefonico richiesto, nonché la previsione di termini temporali massimi di utilizzo del traffico acquistato.
Il Ministro delle comunicazioni: Paolo Gentiloni Silveri.
FORGIONE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Naso, in provincia di Messina, esiste da tempo, nell'ambito dell'amministrazione comunale, una situazione di diffusa illegalità amministrativa e una gestione di tipo privatistico-patrimoniale da parte del Sindaco, Vittorio Emanuele;
sette consiglieri del comune di Naso presentavano un esposto-denuncia alla Autorità Giudiziaria competente in ordine alla situazione di diffusa illegalità;
in data 13 settembre 2004 due deputati dell'Assemblea Regionale siciliana presentavano un'interrogazione sempre in ordine alla situazione di diffusa illegalità del comune di Naso;
successivamente alla presentazione dell'interrogazione parlamentare, l'Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e delle Autonomie Locali, in data 17 febbraio 2006, avviava un accertamento ispettivo al fine di monitorare e relazionare la situazione amministrativa del comune di Naso;
dall'accertamento ispettivo emergeva, in punto di fatto e di diritto, una situazione allarmante nella gestione dell'Ente, ossia:
a) il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti veniva, a tutt'oggi lo è ancora, affidato direttamente a società con ordinanze sindacali urgenti senza procedere, così come prevede la legge, all'indizione del sistema delle gare ad evidenza pubblica;
b) un consistente numero di lavori di manutenzione del centro urbano venivano, e vengono, affidati direttamente dal Sindaco, attraverso il sistema delle ordinanze urgenti, a ditte da esso stesso individuate e per importi che avrebbero superato i 5.000 euro, previsti dall'apposito regolamento comunale, raggiungendo talvolta cifre tra i 49.000 e i 55.000 euro;
c) le predette ordinanze, spesso erano sprovviste dei preventivi di spesa;
d) la definizione del piano regolatore del Comune di Naso, sarebbe stata immotivatamente revocata al progettista, peraltro interno alla struttura, per essere conferita a tecnici esterni con un aggravio di oltre 120 mila euro;
e) alcune delle ordinanze relative al conferimento di lavori di manutenzione, avevano la stessa data - in ordine temporale - ed erano riferibili a lavori effettuati presso gli stessi siti, cosi da mostrare uno spezzettamento su interventi che con una corretta, trasparente e preventiva programmazione potevano far parte di un'unica gara;
f) è possibile che la struttura tecnica del comune, che dovrebbe occuparsi di stabilire i requisiti per le ditte gareggianti agli appalti e dell'indizione pubblica delle gare relative, venisse di fatto gestita dal Sindaco con un modus di «collaborazione» con la struttura stessa violando in tale eventualità quanto previsto dall'impianto normativo della cosiddetta «Bassanini», che pone una linea di divisione netta tra struttura gestionale e competenza amministrativa;
g) si ha una certa commistione fra il ruolo di Sindaco e quello di Presidente del consiglio comunale;
la relazione ispettiva, concludendo, ravvisava la palese e persistente violazione dell'articolo 40 della legge n. 142 del 1990 (recepita dal diritto oggettivo dalla legge regionale siciliana n. 48 del 1991);
tale articolo prevede che: «... con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell'interno, il sindaco, il presidente della provincia, i presidenti dei consorzi e delle comunità montane, i componenti dei consigli e delle giunte, i presidenti dei consigli circoscrizionali possono essere rimossi quando compiano atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge o per gravi motivi di ordine pubblico o quando siano imputati di uno dei reati previsti dalla legge 13 settembre 1982, n. 646, e successive modificazioni e integrazioni, o sottoposti a misura di prevenzione o di sicurezza. In attesa del decreto, il prefetto può sospendere gli amministratori di cui al comma 1 qualora sussistano motivi di grave e urgente necessità. Sono fatte salve le disposizioni dettate dall'articolo 15 della legge 19 marzo 1990. n. 55...»;
i predetti consiglieri comunali sospettano che i lavori edili, attraverso lo strumento delle ordinanze sindacali, in un numero abnorme e nell'importo eccedente i limiti previsti dal regolamento comunale, venissero conferiti a ditte fornitrici collegate direttamente alla moglie del Sindaco;
se al Ministro dell'interno siano giunte informazioni da parte del Prefetto di Messina in ordine alla situazione di diffusa illegalità del Comune di Naso, e in caso affermativo, quali iniziative siano state intraprese dagli organismi competenti al fine di ristabilire la legalità nella vita politico-amministrativa del comune interessato;
se il Ministro dell'interno non ritenga, alla luce di quanto affermato nella relazione ispettiva predisposta dall'Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e delle Autonomie Locali della Regione Sicilia e da quanto suddescritto dall'interrogante, di procedere alla sospensione del sindaco dalle sue funzioni amministrative (articolo 42 della legge n. 142 del 1990 capo XII, ora trasfuso nell'articolo 142 del decreto legislativo n. 267 del 2000.
(4-00781)
Risposta. - Preliminarmente appare opportuno ricordare che la disciplina degli enti locali in Sicilia, regione a statuto speciale, attribuisce al Presidente della Regione ed all'Assessore regionale con delega alle autonomie locali la competenza in materia di controlli sugli organi dei comuni, eccezion fatta per le fattispecie di scioglimento per gravi motivi di ordine pubblico e per infiltrazioni mafiose, ipotesi di competenza statale.
Per quanto attiene ai fatti rappresentati dall'interrogante le vicende che riguardano l'Amministrazione comunale di Naso sono seguite con attenzione da parte della Prefettura di Messina, la quale è in continuo contatto con l'Assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali della Regione, Siciliana, competente in materia di funzionamento degli organi consiliari.
Secondo quanto riferito dal Prefetto, in data 4 giugno 2005 un gruppo di Consiglieri di opposizione del Comune di Naso presentava un esposto-denuncia alla competente autorità giudiziaria, concernente presunte illegalità commesse dall'amministrazione comunale di cui trattasi. Sulle circostanze segnalate sono ancora in corso le indagini della Procura della Repubblica.
Al fine di acclarare la veridicità dei fatti contenuti nell'esposto, il suddetto Assessorato regionale, interessato dal Prefetto, disponeva, in data 14 ottobre 2005, un'ispezione presso gli uffici dell'Ente locale.
Sulla base degli accertamenti compiuti, il Presidente della Regione Siciliana non riteneva di adottare alcun provvedimento di sospensione o rimozione del sindaco.
Successivamente, lamentando il perdurare di presunti comportamenti illegittimi nella gestione dell'Amministrazione comunale,
cinque consiglieri decidevano di autosospendersi dalla partecipazione all'attività del Consiglio e delle Commissioni consiliari. Ulteriori segnalazioni di presunte irregolarità pervenivano anche da altri membri del Consiglio.
Per tali ragioni, la Regione Siciliana ha ritenuto opportuno disporre nuovi accertamenti presso il citato comune al fine di verificare la legittimità dell'azione amministrativa dei relativi organi.
L'esito della predetta attività ispettiva e le conseguenti determinazioni non sono ancora noti alla Prefettura di Messina, la quale ha provveduto a invitare l'Assessorato a comunicarle ogni utile notizia e le iniziative di competenza che saranno eventualmente assunte.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alessandro Pajno.
GALANTE. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'amministrazione comunale di Treviso ha manifestato l'intenzione di erigere un'antenna UMTS, alta 30 metri e rivestita con piastrelle di «vetri di Murano» multicolori, nel centro della città nella locale piazza Matteotti (già piazza del Grano);
l'inizio dei lavori per l'installazione della suddetta antenna, è stato fissato a partire dal 20 luglio 2006;
tale decisione è stata presa senza tenere conto dei limiti posti dal decreto legislativo n. 42/2004 il quale all'articolo 10, qualifica patrimonio culturale dello Stato «le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi ritenuti di interesse artistico o storico»;
l'associazione «Italia Nostra» e comitati spontanei sorti sull'onda dell'indignazione generale verso il rischio di deturpazione del patrimonio artistico e culturale della città e del Paese hanno denunciato a più riprese ai precedenti Ministri la gravità dell'atto, addossando alla giunta comunale la pervicace volontà di non dare ascolto alle loro proteste;
la suddetta associazione e i comitati contro l'installazione della suddetta antenna hanno denunciato forti attacchi da parte della giunta comunale nei confronti della Soprintendenza B.A.C. del Veneto orientale in conseguenza dei quali quest'ultima sarebbe stata indotta a dare parere favorevole al progetto -:
come intenda, secondo le proprie competenze, operare al fine di tutelare il patrimonio artistico delle nostre città troppo spesso deturpate da faraoniche, costose nonché opinabili opere architettoniche.
(4-00560)
Risposta. - Nel maggio 2003 la Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio del Veneto Orientale ha espresso parere negativo al Comune di Treviso in ordine alla realizzazione di una antenna di telefonia mobile della società TIM, sulla base degli articoli 21 e 23 del decreto legislativo 490 del 1999, avendo ritenuto lo spazio della piazza di importanza storica per il significato che ha avuto per la città e per la presenza del convento di Santa Caterina, la cui parete absidale prospetta su piazza Matteotti.
Il parere negativo è stato espresso anche per la scadente qualità del progetto proposto che avrebbe inciso su un contesto già poco qualificato dal punto di vista architettonico.
Nell'agosto 2003 il Comune di Treviso ha espresso il proprio dissenso in ordine all'operato della Soprintendenza, negando l'esistenza di vincoli paesaggistici e monumentali sull'area in questione.
In effetti il parere negativo è stato reso sulla base della presenza di beni tutelati ope legis che prospettano sulla piazza, in assenza di dichiarazioni di interesse o di vincoli.
Nel gennaio 2005 la Soprintendenza ha notificato al Comune l'avvio del procedimento per la verifica di interesse storico artistico della piazza ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo 42 del 2004.
Il progetto è stato quindi rivisto con la formulazione di soluzioni alternative sia per l'antenna che per la sistemazione della piazza e nella conferenza di servizi del 25 gennaio 2005 è stato definitivamente approvato.
La competente Soprintendenza, alla luce del programma generale delle stazioni radio base del Comune di Treviso, dell'impegno del medesimo Comune di studiare soluzioni innovative di design per le antenne che ricadono in zone di pregio ambientale, nonché delle condizioni della piazza ha ritenuto che il progetto potesse essere realizzato.
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Danielle Mazzonis.
GIOVANELLI, VANNUCCI, LUSETTI e MORRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella città di Fano nella notte tra il 1 e il 2 febbraio il segretario cittadino dei DS Luca Serafini e Samuele Mascarin, dell'Esecutivo Nazionale della Sinistra Giovanile, sono stati prima intimiditi da un gruppo di persone a volto coperto che indossavano maglie con scritta «Forza Nuova» e, immediatamente dopo, aggrediti e picchiati da un gruppo sconosciuto;
l'episodio, uno dei più gravi mai accaduti nella democratica e civile città di Fano, si iscrive chiaramente nel clima di tensione creato in città dal gruppo di «Forza Nuova»; su tale situazione era stata richiamata l'attenzione dei parlamentari locali anche da una lettera del Presidente della Provincia e da posizioni pubbliche assunte dall'ANPI -:
quali iniziative intenda assumere affinché nella città di Fano venga rafforzata l'azione di vigilanza e la prevenzione a tutela della sicurezza e, d'intesa con le istituzioni locali, l'azione di difesa dei valori costituzionali della democrazia e dell'antifascismo.
(4-02485)
Risposta. - Il movimento politico Forza Nuova aveva originariamente programmato due manifestazioni a Fano per il 2 e per il 10 febbraio 2007. Per il giorno 2 febbraio, in particolare, era previsto un convegno dedicato alle vittime delle foibe presso la Sala consiliare del Comune di Fano concessa dal sindaco di quella città.
La vicenda ha suscitato vivaci polemiche sugli organi di informazione locali e appelli da parte di associazioni partigiane ed esponenti di movimenti politici e organizzazioni sindacali. Ampio risalto, in particolare, è stata data alla notizia che il Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino avrebbe scritto una lettera al Ministro dell'interno per chiedere «forte attenzione al nostro territorio».
In questo contesto, si è inserito l'episodio richiamato nell'interrogazione in esame, verificatosi a Fano la notte precedente il convegno; quando alcuni sconosciuti hanno aggredito il Segretario locale dell'Unione Comunale dei Democratici di sinistra, signora Luca Serafini, mentre passeggiava con il Segretario provinciale della Sinistra Giovanile dei Democratici di sinistra, nonché membro della Segreteria Nazionale Democratici di sinistra, signor Samuele Mascarin. Nell'occasione, il Serafini ha riportato lesioni giudicate guaribili, da parte dei sanitari, in giorni sette.
Gli accertamenti effettuati dalle Forze di polizia non hanno per ora consentito di identificare gli aggressori, che non si esclude possano appartenere al movimento Forza Nuova.
L'episodio ha inasprito le tensioni già in atto ed ha indotto il Sindaco di Fano a revocare la concessione dell'utilizzo della sala al movimento «Forza Nuova» che ha, comunque, svolto la programmata conferenza presso la propria sede di Fano, alla presenza di circa 40 persone.
Nella città di Fano, in conseguenza dell'accaduto, si è creata un'ampia mobilitazione dei partiti e dei movimenti di centrosinistra che, hanno anche organizzato, il giorno 3 febbraio 2007, un presidio in una piazza di quel capoluogo, per manifestare solidarietà alla vittima dell'aggressione.
La manifestazione è proseguita nei giorni successivi, con lettere e petizioni recapitate anche alla Prefettura, volte ad ottenere l'inibizione dell'altra manifestazione già programmata per il 10 febbraio 2007, che, nell'intento degli organizzatori, avrebbe dovuto svolgersi con una fiaccolata lungo le vie cittadine e comizio conclusivo nella piazza principale come cerimonia commemorativa delle vittime delle foibe.
Tale mobilitazione ha indotto il Sindaco del Comune di Fano a chiedere formalmente con lettera alla Prefettura ed alla Questura di inibire la manifestazione in considerazione del clima di tensione creatosi in città e di altra concomitante manifestazione pubblica indetta per commemorare la tragedia delle foibe che prevede anche la convocazione straordinaria del Consiglio comunale.
Con provvedimento del 6 febbraio 2007 il Questore, in base all'articolo 18 testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, ha vietato per motivi di ordine pubblico l'effettuazione della fiaccolata e del corteo preannunciato da Forza Nuova per il 10 febbraio 2007, consentendo solo una manifestazione in forma statica, in un luogo chiuso anche se aperto al pubblico e in un orario compreso tra le ore 17 e le ore 18 anziché dalle ore 17 alle 20 come richiesto.
La disposizione del Questore è stata subito notificata agli organizzatori che hanno espresso verbalmente la propria intenzione di rinunciare alla manifestazione a causa delle prescrizioni imposte.
Le autorità provinciali di pubblica sicurezza seguono attentamente la situazione ed hanno assicurato che programmeranno specifici dispositivi di vigilanza e controllo dell'ordine pubblico.
Per quanto riguarda, più in generale, il tema della violenza a sfondo politico, si rappresenta che esso permane alla particolare attenzione di questo Ministero, che segue attentamente i tratti e l'evoluzione del fenomeno. In questo quadro, specifica attenzione viene rivolta alle manifestazioni di estremismo ed intolleranza politica di qualunque matrice, fermo restando che, al momento, non si sono registrate sentenze penali definitive dell'autorità giudiziaria che costituiscano presupposto per l'adozione di provvedimenti di scioglimento a carico di movimenti o organizzazioni politiche esistenti.
Il Viceministro dell'interno: Marco Minniti.
HOLZMANN. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
al Centro postale operativo di Bolzano è stato tolto il lavoro di smistamento della corrispondenza che viene inviata a Verona, smistata e riportata a Bolzano per il recapito;
Poste SpA agisce nell'ottica del profitto, come qualsiasi società di capitali, ma deve garantire anche tempestività ed efficienza nella consegna della corrispondenza;
la soluzione adottata pare non soddisfare l'istanza a causa dell'allungamento dei tempi di recapito e determina, in prospettiva, la perdita di decine di posti lavoro -:
se il Governo intenda attivarsi nei confronti di Poste Italiane SpA affinché vengano restituite tutte le funzioni al CPO di Bolzano, prevedendone una ulteriore meccanizzazione.
(4-01385)
Risposta. - Si ritiene opportuno ricordare che a seguito della trasformazione dell'ente Poste italiane in società per azioni (delibera CPE 18 dicembre 1997), il Governo non ha il potere di sindacare gli aspetti organizzativi riguardanti la gestione aziendale, anche sotto il profilo della gestione del personale, materie che rientrano nell'ambito dell'autonomia della società, la quale, tuttavia, è tenuta ad impostare i propri programmi strategici alla luce della vigente normativa che impegna la stessa società al conseguimento ed al mantenimento dell'equilibrio gestionale, nonché al raggiungimento di livelli di efficienza ed affidabilità del servizio paragonabili a quelli degli altri Paesi europei.
Al Ministero delle comunicazioni - quale autorità di regolamentazione del settore postale - spetta il compito di vigilare sul corretto adempimento degli obblighi derivanti dallo svolgimento del servizio universale; in particolare provvede all'accertamento del raggiungimento degli obiettivi di qualità da essa stessa definiti, riguardanti l'intero territorio nazionale per ciò che riguarda i tempi di recapito, per i servizi di posta standard, massiva, registrata e pacchi ordinari avvalendosi, ai fini del monitoraggio di tali servizi, della collaborazione di un organismo indipendente che fornisce con cadenza semestrale rapporti certificati sui risultati raggiunti, calcolati su base statistica, che sono resi pubblici, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Ciò premesso in linea generale, riguardo alle misure di razionalizzazione effettuate da Poste Italiane s.p.a. presso il Centro postale operativo di Bolzano ed al lamentato trasferimento delle operazioni di smistamento della corrispondenza al Centro di meccanizzazione postale di Verona, la società Poste - interessata al riguardo - ha comunicato quanto segue.
Anche in Italia, come avviene ormai a livello europeo, prevale la concentrazione delle attività di smistamento della corrispondenza su impianti di grandi dimensioni ed elevata tecnologia, in grado di svolgere meccanicamente le lavorazioni prima effettuate manualmente, al fine di contenere i costi e migliorare la qualità del servizio.
Secondo quanto riferito, con l'entrata in vigore della manovra tariffaria del 12 maggio 2006, tuttavia, si è manifestata la necessità di far raggiungere a tutto il corriere ordinario il livello di qualità prima richiesto specificatamente per la posta prioritaria e il Cpo di Bolzano, posto centralmente rispetto al territorio della provincia e quindi in posizione favorevole per il rispetto degli standard qualitativi, ha riacquisito tutte le lavorazioni in precedenza trasferite al Cmp di Verona.
La società Poste Italiane, nel precisare, infine, che soltanto una minima quota della corrispondenza, consistente nella posta retail accettata dopo l'ora limite della locale accettazione e nella posta affrancata tramite conto di credito, è stata avviata al Cmp di Padova ha reso noto che dal 9 ottobre 2006, al fine di consentire il regolare smaltimento degli accresciuti volumi di traffico, è stato attivato presso il Cpo di Bolzano un impianto di codifica automatica con sistema OCR (MiniSari) con una capacità produttiva di circa dodicimila pezzi all'ora a cui sono state assegnate 12 unità a tempo determinato al fine di garantire il rispetto degli obiettivi di qualità dei tempi di recapito prestabiliti.
Il Ministro delle comunicazioni: Paolo Gentiloni Silveri.
LICANDRO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nelle elezioni politiche nazionali del 9 e 10 aprile i voti espressi da circa undici milioni di elettori sono stati conteggiati con il metodo dello «scrutinio elettronico»;
tale scrutinio elettronico è stato effettuato anche tramite società private cui l'incarico è stato assegnato a trattativa privata per motivi di urgenza;
gli operatori del voto elettronico sono stati selezionati da privati tramite il ricorso ad agenzie interinali;
nell'ambito dell'inchiesta Telecom sui dossier illegali il gip di Milano ha disposto l'arresto dell'ex consulente Rocco Lucia, indagato per aver fatto parte del cosiddetto Tiger team di Telecom e per le operazioni illegali che da esso si presume siano state condotte;
il 13 luglio 2006, Rocco Lucia, durante un interrogatorio come testimone nell'ambito dell'inchiesta Telecom, aveva dichiarato di essere un dipendente della Ikon, e di aver lavorato anche per il Viminale, prima delle elezioni, per i sistemi di raccolta del voto elettronico -:
quali siano state - secondo gli atti depositati presso il Ministero - le società private cui è stato assegnato l'incarico per
lo scrutinio elettronico di 11 milioni di voti durante le ultime elezioni politiche;
se e in che modi il dottor Rocco Lucia abbia prestato servizio per il Viminale e quali incarichi abbia in concreto svolto nell'allestimento del sistema per lo scrutinio elettronico.
(4-02334)
Risposta. - Com'è noto, la rilevazione informatizzata dello scrutinio delle elezioni politiche del 2006, prevista dall'articolo 2 della legge 27 gennaio 2006, n. 22, è stata curata dal Ministero dell'interno e dal Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie della Presidenza del Consiglio dei ministri. In particolare, questa Amministrazione ha seguito la realizzazione della fase preparatoria, assicurando la conformità alle norme delle procedure e diramando le numerose circolari a tutti i soggetti coinvolti, mentre il Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie si è occupato degli aspetti operativi compresa l'organizzazione sul campo, l'assistenza tecnica, l'individuazione delle società private coinvolte nell'iniziativa e la gestione della relativa attività contrattuale.
In vista delle elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006, per rendere ancora più sicuro il sistema informatico di diffusione dei risultati elettorali, è stata pianificata un'attività di verifica e test mirata specificamente a prevenire eventuali attacchi informatici.
Tale attività, svolta nel mese di marzo 2006, ha visto coinvolti oltre ai competenti uffici ministeriali, Telecom Italia S.p.a, che ordinariamente svolge attività sulla rete del Ministero sulla base di convenzioni con il Dipartimento della pubblica sicurezza, e il già citato Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Quest'ultimo Dipartimento ha affidato l'incarico dell'effettuazione dei test antihacker alla Telecom Italia S.p.A. che ha quindi comunicato i nomi delle persone incaricate al Centro tecnico informatico della Direzione centrale dei servizi elettorali, per consentirne l'accesso presso il Compendio Viminale.
Fra questi nominativi era compreso anche quello del signor Rocco Lucia.
Si precisa che il personale indicato da Telecom Italia S.p.A. non è intervenuto né sulle macchine, né sui programmi di raccolta e diffusione dati del Centro tecnico informatico della Direzione centrale dei servizi elettorali ed ha effettuato esclusivamente simulazioni di attacco alla rete.
Solo in questo ambito di attività si è svolto l'incarico del consulente Telecom Rocco Lucia.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Francesco Bonato.
LUCCHESE. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'uso delle moto d'acqua nei litorali, oltre a causare inquinamento e notevole disturbo ai bagnanti, costituisce causa di gravi incidenti che infatti si ripetono in continuazione -:
quale iniziativa intenda intraprendere in relazione a quanto esposto.
(4-00238)
Risposta. - In merito all'interrogazione indicata in oggetto, con riferimento alla pericolosità delle moto d'acqua, si rappresenta quanto segue.
Sulla base dei dati forniti dal Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto riguardo agli eventi che hanno coinvolto le moto d'acqua, si segnala che nel periodo luglio-agosto 2005, 27 hanno richiesto un intervento di soccorso per il conducente e per il secondo occupante a causa di avaria al mezzo nautico, solo in un caso si è registrato un sinistro occorso in navigazione.
Nello stesso periodo del 2006, gli eventi che hanno riguardato moto d'acqua sono stati 10, dei quali 9 per soccorso ad occupanti a seguito di avaria o difficoltà nel rientro a terra, uno solo per un sinistro occorso in navigazione.
Da ciò si può dedurre che l'utilizzo dei mezzi nautici in questione non si caratterizza, in termini statistici, per profili di particolare criticità.
A tale considerazione non deve, tuttavia, essere associata l'erronea valutazione che i livelli di pericolosità potenziali correlati all'utilizzo delle moto d'acqua siano impropriamente sottostimati.
Da un punto di vista normativo, nel codice della nautica da diporto è prevista una disposizione tesa ad ampliare la categoria dei mezzi nautici per i quali è richiesto il possesso di patente nautica, includendo nella stessa anche le moto d'acqua.
Sul piano, infine, della disciplina locale delle attività balneari, con ordinanze dell'Autorità marittima, viene posta particolare attenzione alle regole sull'utilizzo e condotta delle moto d'acqua ed alla previsione di specifici obblighi per l'apprestamento di idonee segnalazione atte a separare gli ambiti riservati alla balneazione dagli specchi acquei destinati alla navigazione.
Il Ministro dei trasporti: Alessandro Bianchi.
MIGLIORI. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nel Comune di Sesto Fiorentino (Firenze) è operativa una discarica sulle pendici del Monte Morello;
l'accesso a tale discarica avveniva attraverso via di Fontemezzina per poi attraversare parte della collina utilizzando un accesso di proprietà privata;
la querelle tra la proprietà ed il Comune si è conclusa con la decisione delle Autorità Competenti a favore del privato che si vedeva violare la proprietà e sottostava un continuo via vai di camion e veicoli della società «Produrre Pulito» (gestore della discarica) che si recavano alla discarica;
nonostante le numerose sollecitazioni l'Amministrazione di Sesto Fiorentino ha insistito nel continuare il transito dei mezzi in questione fino a quando la proprietà non ha deciso di ripristinare il confine con l'innalzamento di muri di protezione;
l'accesso alla discarica poteva essere consentito attraverso una viabilità già esistente (via di Tassinaia) la cui manutenzione è prevista dal Regolamento Forestale della zona interessata;
intanto il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti pro tempore interveniva nella vicenda con decreto n. 3962 del 20 gennaio 2005 accogliendo il ricorso della proprietà e quindi ordinando all'Amministrazione di agire di conseguenza ed individuare un nuovo itinerario (già esistente) per l'accesso alla discarica;
in data 11 ottobre 2005 il Ministro per le infrastrutture e dei trasporti sollecitava l'attuazione del provvedimento ancora ignorato dall'Amministrazione;
in data 5 maggio 2006 il Ministro per le infrastrutture e dei trasporti sezione di Firenze, provveditorato alle opere pubbliche per SIIT (Toscana-Umbria) sezione circolazione e sicurezza stradale, sollecitava l'Amministrazione ad attuare il decreto del Ministro;
incurante dei decreti ministeriali, delle continue violazioni del codice della strada, l'Amministrazione ha dato mandato a professionisti di procedere ad uno studio di valutazione per individuare nuovi accessi alla discarica;
ad oggi risulta all'interrogante che l'Amministrazione di Sesto Fiorentino ha intenzione di procedere alla realizzazione di una rotatoria nell'area di Fontemezzina -:
se si ritenga opportuno intervenire, per quanto di competenza, presso l'Amministrazione di Sesto Fiorentino al fine di far rispettare il decreto n. 3962 del 20 maggio 2005 ed il decreto ministeriale 3744/05 del 5 maggio 2006.
(4-00339)
Risposta. - Con l'interrogazione in esame, si pone in evidenza una vicenda che riguarda in sostanza una questione che ha condotto il Ministero dei trasporti a pronunciarsi, in sede di ricorso amministrativo, su una controversia tra un cittadino ed il comune di Sesto Fiorentino ed il fatto
che il comune medesimo non ha ottemperato alle decisioni ministeriali favorevoli al ricorrente.
A tale riguardo, va osservato che, allorquando il Ministero interviene in una vicenda decidendo su un ricorso amministrativo, esso non agisce come Amministrazione che cura un pubblico interesse, con i conseguenti poteri previsti per portare ad esecuzione le sue determinazioni.
Esso agisce in realtà in via cosiddetta giustiziale, vale a dire per rendere giustizia di fronte ad una controversia tra due soggetti, in modo tutto sommato non molto dissimile da ciò che fa un giudice.
Orbene, nel caso di specie, il fatto che il Ministero abbia accolto i ricorsi dell'interessato non comporta in capo al Ministero medesimo il potere di eseguire la sua decisione. Il potere del Ministero in quella sede si esaurisce infatti con il suo pronunciamento.
Al contrario, proprio come avviene nel caso della sentenza di un giudice, l'accoglimento del ricorso pone nelle mani dell'interessato uno strumento, la decisione a lui favorevole, che egli stesso potrà far valere per soddisfare le sue pretese attraverso specifici rimedi giurisdizionali, che l'ordinamento mette a sua disposizione per il caso di non spontanea ottemperanza da parte del comune, che possono giungere fino alla nomina di un commissario ad acta con il potere di intervenire in luogo del comune ove questo, nonostante tutto, persista nella sua inottemperanza.
Fermo restando il quadro di riferimento testé rappresentato, si evidenzia che questo Ministero, nel rispetto del più generale principio di collaborazione interistituzionale, ha comunque già sensibilizzato il comune di Sesto Fiorentino sulla tematica in questione, evidenziandone i rilevanti profili di interesse pubblico.
Il Ministro dei trasporti: Alessandro Bianchi.
MIGLIORI. - Al Ministro dei trasporti, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 8 settembre 2006 con protocollo n. 2610/05 il Ministero dei trasporti ha accolto il ricorso gerarchico in data 17 agosto 2005 proposto dal signor Amedeo Terzo Chiappa avverso la deliberazione della giunta comunale n. 119 del 29 giugno 2005 di Barga (Lucca) concernente la disciplina della circolazione stradale nel capoluogo e più precisamente in via Pietro Funai;
tale decisione ministeriale firmata dal sottosegretario Raffaele Gentile è motivata - sulla base di un sopralluogo effettuato da parte del Servizio Integrato Infrastrutture e Trasporti della Toscana - dalla «contraddittorietà» tra preambolo e dispositivo del provvedimento impugnato ma soprattutto per la «irrazionalità» della scelta che «non apporta benefici alla fluidità del traffico»;
incredibilmente, come si evince dalla cronaca lucchese de Il Tirreno dell'8 ottobre 2006, il sindaco di Barga ha ignorato la decisione ministeriale sostenendo che «la regolamentazione del traffico rimane quella in vigore» sostenendo che una successiva delibera rispetto a quella impugnata avrebbe nuovamente «regolamentato» il traffico nel centro cittadino pur non modificando la sostanza decisionale della delibera n. 119/2005 che continua, quindi, a presentare le irrazionalità lamentate nell'accolto ricorso gerarchico;
nello stesso articolo stampa, il sindaco di Barga dichiara incredibilmente «c'è soltanto da meravigliarsi che il ministero perda tempo dietro a queste faccende» non specificando peraltro quali competenze «altre» dovrebbero essere appannaggio del Ministero dei trasporti;
a giudizio dell'interrogante sono discutibili le dichiarazioni del sindaco di Barga che sembra rifiutare, con logica quasi separatista, l'autorità dello Stato ordinamentalmente gerarchico -:
se non si reputi opportuno, ribadito l'accoglimento del ricorso gerarchico in questione, impartire direttive o assumere provvedimenti, ai sensi dell'articolo 5 del
codice della strada, in senso conforme alle citate decisioni ministeriali.
(4-02200)
Risposta. - Con l'interrogazione in esame, si pone in evidenza una vicenda che riguarda in sostanza una questione che ha condotto il Ministero dei trasporti a pronunciarsi, in sede di ricorso amministrativo, su una controversia tra un cittadino ed il comune di Barga ed il fatto che il comune medesimo non ha ottemperato alle decisioni ministeriali favorevoli al ricorrente.
A tale riguardo, va osservato che, allorquando il Ministero interviene in una vicenda decidendo su un ricorso amministrativo, esso non agisce come Amministrazione che cura un pubblico interesse, con i conseguenti poteri previsti per portare ad esecuzione le sue determinazioni.
Esso agisce in realtà in via cosiddetta giustiziale, vale a dire per rendere giustizia di fronte ad una controversia tra due soggetti, in modo tutto sommato non molto dissimile da ciò che fa un giudice.
Orbene, nel caso di specie, il fatto che il Ministero abbia accolto il ricorso dell'interessato non comporta in capo al Ministero medesimo il potere di eseguire la sua decisione. Il potere del Ministero in quella sede si esaurisce infatti con il suo pronunciamento.
Al contrario, proprio come avviene nel caso della sentenza di un giudice, l'accoglimento del ricorso pone nelle mani dell'interessato uno strumento, la decisione a lui favorevole, che egli stesso potrà far valere per soddisfare le sue pretese attraverso specifici rimedi giurisdizionali, che l'ordinamento mette a sua disposizione per il caso di non spontanea ottemperanza da parte del comune, che possono giungere fino alla nomina di un commissario ad acta con il potere di intervenire in luogo del comune ove questo, nonostante tutto, persista nella sua inottemperanza.
Fermo restando il quadro di riferimento testé rappresentato, si evidenzia che questo Ministero, nel rispetto del più generale principio di collaborazione interistituzionale, provvederà a sensibilizzare il comune di Barga sulla tematica in questione, evidenziandone i rilevanti profili di interesse pubblico.
Il Ministro dei trasporti: Alessandro Bianchi.
PORETTI. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
Trenitalia spa, del Gruppo Ferrovie dello Stato, ha varato dallo scorso 1 luglio il biglietto «Flexi» con flessibilità di utilizzo;
il biglietto «Flexi» costa il 20 per cento in più di un biglietto standard;
la tipologia prevede il cambio dello stesso dopo l'orario di partenza del treno ed entro le 24 ore successive;
tale possibilità era prevista fino a pochi giorni fa dal biglietto standard senza aggiunta di costi;
l'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) ha pubblicamente denunciato l'aumento mimetizzato del prezzo del biglietto ferroviario;
di fatto, ad avviso dell'interrogante, si tratta di un aumento delle tariffe in violazione delle specifiche decisioni che devono essere prese dal ministero;
i biglietti in circolazione riportano sul retro le vecchie norme, per cui il viaggiatore, facendovi riferimento, finisce con l'essere ingannato e, quando va a chiedere le modifiche, se le vede rifiutare, perdendo tutto l'importo del biglietto -:
se intenda intervenire, nell'ambito delle proprie competenze, per far revocare tale decisione.
(4-00509)
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato s.p.a. ha riferito che dal 1o luglio 2006 sono state introdotte nuove offerte commerciali per la clientela, a fronte di una semplificazione ed omogeneizzazione delle tariffe già esistenti.
Tali offerte che rientrano nell'ambito delle iniziative commerciali di Trenitalia s.p.a. riguardano:
l'«offerta socio», riservate ai titolari di Cartaviaggio appartenenti a determinati target socio-demografici (per esempio gli under 21 o i gruppi familiari da 3 a 5 persone con almeno un maggiorenne ed almeno un ragazzo fino a 12 anni); esse garantiscono riduzioni sul prezzo del biglietto a fronte di una limitazione dei posti a disposizione, variabile a seconda del treno, della data e con condizioni di utilizzo meno flessibili;
l'«offerta amica», valida per viaggiare sui treni del tipo T-Biz e ad alta velocità (esclusa la linea Milano-Torino); offre, per posti contingentati, un prezzo più basso del biglietto ordinario, ma con maggiore rigidità di utilizzo;
l'«offerta flexi», per una clientela interessata ad und formula all inclusive che presenta una maggiore flessibilità e vantaggi aggiuntivi, quali il raddoppio dei punti Cartaviaggio e l'accesso libero alle sale dei club Eurostar, comportando una maggiorazione del prezzo del 20 per cento rispetto alla tariffa base.
L'introduzione delle citate offerte - riferisce Ferrovie dello Stato s.p.a. - non ha determinato variazioni di prezzo rispetto alla tariffa standard ordinaria, per la quale continuano ad applicarsi tutte le riduzioni spettanti a diverso titolo: invalidi, gruppi, elettori, giornalisti, convenzioni ed accordi.
La società ferroviaria ha, inoltre, evidenziato che il rilascio dei biglietti relativi a tutte le offerte commerciali introdotte, compresa la Flexi, avviene esclusivamente su esplicita richiesta del cliente, che può scegliere liberamente tra le varie possibilità quella più rispondente alle proprie esigenze.
Infine, allo scopo di assicurare una corretta informazione alla clientela, contemporaneamente all'introduzione delle iniziative commerciali, si è provveduto a stampare e distribuire in tutti i punti vendita 7,5 milioni di prospetti informativi da consegnare al cliente al momento dell'emissione del biglietto ferroviario.
Il Ministro dei trasporti: Alessandro Bianchi.
RAITI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la comunità di Naso in provincia di Messina, si trova in una situazione di grave difficoltà a causa di una conduzione amministrativa improntata a continue illegalità e irregolarità, sostenuta dal disprezzo di ogni forma di convivenza democratica e di confronto;
sembra che l'attività del sindaco sia volta soprattutto a favorire «amici» e a mortificare «nemici» e si rischia un inquinamento del nucleo essenziale della vita della comunità, sia da un punto di vista sociale che economico e democratico; la libertà di agire e di formazione del consenso sono messi a repentaglio;
nel luglio del 2005 sette consiglieri comunali presentarono, un Dossier-Denuncia, ampiamente e puntualmente documentato, nel quale vennero evidenziate e documentate presunte e gravi irregolarità nella gestione amministrativa, commesse dagli organi amministrativi del Comune e, in particolare dal sindaco e dal Presidente del Consiglio Comunale;
nel settembre del 2005 alcuni deputati regionali, di entrambi gli schieramenti politici, presentarono una interrogazione per chiedere di indagare sulla situazione di cui in epigrafe;
nell'ottobre 2005 l'Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e delle Autonomie Locali della Regione Siciliana (a seguito del Dossier-Denuncia e delle Interrogazioni Parlamentari) ha avviato una ispezione per accertare la situazione amministrativa nel comune di Naso, conclusasi con una relazione che evidenziò la sussistenza di quanto denunziato con persistenti violazioni di norme e quindi l'ispettore richiese l'applicazione dell'articolo 40 della legge n. 142 del 1990, recepito dalla legge regionale n. 48 del 1991 (oggi articolo 142 del decreto legislativo n. 267 del 2000);
nel luglio del 2006 alcuni consiglieri comunali di Naso hanno presentato l'ennesimo esposto alla Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Patti, in merito alle procedure di aggiudicazione lavori pubblici nel comune di Naso, segnalando che sindaco, giunta e consiglieri comunali di maggioranza continuano imperterriti ad agire seguendo un disegno che appare finalizzato a perseguire obiettivi che si pongono al di fuori o addirittura in contrasto con la legge;
la situazione preoccupante della gestione dell'Ente investe ogni campo dell'amministrazione comunale:
a) l'esecuzione dei lavori pubblici nei vari settori dei servizi, il cui affidamento viene assegnato secondo il sistema delle ordinanze e/o trattative private, per le quali si riscontrano le solite irregolarità in ordine alla inesistenza dei presupposti di legge;
b) lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (la cui gestione è oggi affidata all'ATO rifiuti), dal settembre del 2002 al luglio 2004, è stato affidato con ordinanze sindacali contingibili e urgenti a ditte scelte volta per volta a svolgere tale servizio, violando le norme all'uopo previste;
c) il Piano Regolatore Generale del comune, il cui incarico viene conferito a professionisti esterni e revocato ai tecnici comunali e per il quale manca la copertura finanziaria;
d) l'assistenza domiciliare agli anziani assegnata tramite un affidamento diretto (e non, come previsto, con una gara) ad un Associazione di volontariato che opera nel settore dei Servizi Sociali;
e) l'assetto organizzativo dell'Ente il quale, fino al 2003, come da regolamento amministrativo, aveva una suddivisione di servizi in quattro aree e quindi la gestione era affidata a quattro figure professionali con funzioni dirigenziali, mentre il sindaco ha ritenuto, in assenza di apposito atto regolamentare, di attribuire (per circa due anni) ad una unica figura, individuata nella persona del Segretario Comunale (nominato dalla stesso sindaco), la titolarità della gestione di tutte e quattro le aree dell'Ente. In quel Comune sono stati assunti per chiamata diretta, professionisti esterni senza alcuna selezione o criterio di scelta se non la discrezionalità del sindaco che ha persino nominato a capo dell'Area Tecnica un soggetto candidato nella sua lista elettorale, risultato non eletto;
f) nel campo giudiziario si è registrato negli ultimi anni un enorme incremento dei contenziosi con una propensione alla lite senza precedenti e si è evidenziato che l'attuale amministrazione, pur in presenza di provvedimenti esecutivi dell'Autorità giudiziaria, si rifiuta di darvi esecuzione, con la conseguenza della denuncia penale;
per circa quattro anni il sindaco non ha prodotto le relazioni dovute impedendo, quindi, anche al Consiglio di poter esprimere le proprie valutazioni ed ha evitato di rispondere alle interrogazioni presentate alle quali era tenuto a dare riscontro entro trenta giorni;
il sindaco, inoltre, non ha proceduto alla nomina di un assessore e ha conferito la relativa delega di vicesindaco, conseguente alla revoca operata dal sindaco (ex articolo 12, comma 9, legge regionale n. 7 del 1992) avvenuta nel maggio 2005. A tutt'oggi la Giunta opera con una unità in meno continuando a deliberare nonostante la legge regionale n. 7 del 1992 stabilisca che «contemporaneamente alla revoca, il sindaco provvede alla nomina dei nuovi assessori»;
i consiglieri comunali di opposizione nel mese di settembre del 2006 si sono auto-sospesi in quanto impediti, nella loro qualità, ad esercitare il munus pubblico al quale vengono frapposti continui dinieghi ed omissioni, in violazione delle vigenti norme che disciplinano l'accesso agli atti e la partecipazione al procedimento amministrativo;
la situazione sopra rappresentata illustra, secondo l'interrogante, che l'attività svolta dall'Amministrazione del Comune di Naso, in particolare dal sindaco, è stata posta in essere violando la legge, incidendo certamente sulla situazione sociale ed economica
e turbando i normali rapporti e le regole di mercato inerenti allo sviluppo economico della comunità;
i cittadini nasitani, se pur appartenenti ad una piccola realtà, hanno diritto di poter svolgere la loro vita e le loro attività in un contesto di legalità e garanzia, rispettoso dei diritti e permeato da agibilità democratica -:
se il Prefetto di Messina abbia informato il Governo in ordine alla situazione di diffusa illegalità del Comune di Naso e, in caso affermativo, quali iniziative siano state intraprese dagli organismi competenti, per porre rimedio alla situazione illustrata;
se il Ministro non ritenga, anche alla luce di quanto affermato nella relazione ispettiva predisposta dall'Assessorato della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali della Regione Sicilia, di procedere alla sospensione del sindaco dalle sue funzioni amministrative, ai sensi dell'articolo 40 della legge n. 142 del 1990, ora trasposto nell'articolo 142 del decreto legislativo n. 267 del 2000.
(4-01448)
Risposta. - Preliminarmente appare opportuno ricordare che la disciplina degli enti locali in Sicilia, regione a Statuto speciale, attribuisce al Presidente della Regione ed all'Assessore regionale con delega alle autonomie locali la competenza in materia di controlli sugli organi dei comuni, eccezion fatta per le fattispecie di scioglimento per gravi motivi di ordine pubblico e per infiltrazioni mafiose, ipotesi di competenza statale.
Per quanto attiene ai fatti rappresentati dall'interrogante, le vicende che riguardano l'Amministrazione comunale di Naso sono seguite con attenzione da parte della Prefettura di Messina, la quale è in continuo contatto con l'Assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali della Regione Siciliana, competente in materia di funzionamento degli organi consiliari.
Secondo quanto riferito dal Prefetto, in data 4 giugno 2005 un gruppo di Consiglieri di opposizione del comune di Naso presentava un esposto-denuncia alla competente autorità giudiziaria, concernente presunte illegalità commesse dall'amministrazione comunale di cui trattasi. Sulle circostanze segnalate sono ancora in corso le indagini della Procura della Repubblica.
Al fine di acclarare la veridicità dei fatti contenuti nell'esposto, il suddetto Assessorato regionale, interessato dal Prefetto, disponeva, in data 14 ottobre 2005, un'ispezione presso gli uffici dell'Ente locale.
Sulla base degli accertamenti compiuti, il Presidente della Regione Siciliana non riteneva di adottare alcun provvedimento di sospensione o rimozione del sindaco.
Successivamente, lamentando il perdurare di presunti comportamenti illegittimi nella gestione dell'Amministrazione comunale, cinque consiglieri decidevano di autosospendersi dalla partecipazione all'attività del Consiglio e delle Commissioni consiliari. Ulteriori segnalazioni di presunte irregolarità pervenivano anche da altri membri del Consiglio.
Per tali ragioni, la Regione Siciliana ha ritenuto opportuno disporre nuovi accertamenti presso il citato comune al fine di verificare la legittimità dell'azione amministrativa dei relativi organi.
L'esito della predetta attività ispettiva e le conseguenti determinazioni non sono ancora noti alla Prefettura di Messina, la quale ha provveduto a invitare l'Assessorato a comunicarle ogni utile notizia e le iniziative di competenza che saranno eventualmente assunte.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alessandro Pajno.
RAMPELLI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
per celebrare il cinquantesimo anniversario della firma del Trattato istitutivo della Comunità economica europea - avvenuta a Roma il 25 marzo 1957 - la Direzione generale Relazioni Esterne (Relex) della Commissione europea ha pubblicato, sul proprio sito istituzionale, un'intera sezione dedicata all'evento, nella
quale si invitano i cittadini a riflettere sul ruolo dell'Unione europea nel mondo;
la pagina iniziale del sito - con- sultabile su http://ec.europa.eu/world/50/indexen.htm - è disponibile in lingua spagnola, oltre che nelle tre lingue di «lavoro» o «procedurali» dell'UE (inglese, francese e tedesco), ma non invece nella versione in italiano, ossia nella lingua del Paese che ha ospitato la sigla dello storico trattato nonché uno dei sei Stati fondatori;
sulla questione sono già intervenuti il vicepresidente della Commissione, Frattini, e il rappresentante permanente d'Italia presso l'Unione europea, ambasciatore Cangelosi, i quali hanno espresso la propria delusione e ferma protesta per un'iniziativa che penalizza la lingua italiana;
al di là delle giustificazioni di carattere tecnico che verranno addotte sull'episodio, l'esclusione della lingua italiana dalla pagina di presentazione del sito Relex per il cinquantenario del Trattato di Roma rappresenta non solo una grave mancanza di rispetto verso il popolo italiano e il suo sentimento europeista ma è, soprattutto, un sintomo dell'insofferenza che la burocrazia europea ha più volte manifestato nei confronti di uno Stato che ha svolto e svolge tuttora un ruolo da protagonista nella costruzione dell'Europa unita;
già nel passato, infatti, si sono potute riscontrare delle disparità di trattamento nei confronti della lingua italiana, più volte discriminata fra le lingue ufficiali dell'Unione europea;
se inglese, francese e tedesco sono nella prassi le lingue più utilizzate a Bruxelles, non si comprende, tuttavia, la scelta della Commissione europea di preferire lo spagnolo rispetto all'italiano, che - secondo un'indagine effettuata dalla stessa Unione europea - è la quarta lingua più conosciuta in Europa, proprio davanti allo spagnolo;
nel corso degli anni, sono stati fatti da parte delle istituzioni comunitarie degli importanti passi in avanti sul fronte della valorizzazione delle lingue europee; la salvaguardia delle diverse identità linguistiche, degli idiomi, finanche dei dialetti, è un mezzo di coesione nazionale e di rafforzamento dei legami storici con la propria terra, uno strumento che aggiunge ricchezza alla coesione europea;
nonostante il crescente rilievo che il multilinguismo ha assunto in ambito comunitario - dal 1 gennaio 2007, l'Unione europea ha 23 lingue ufficiali dopo l'ingresso di Bulgaria e Romania, e relative lingue, e l'introduzione del gaelico - la lingua italiana continua ad essere ignorata nelle occasioni politiche più significative;
proprio in questi giorni, la Camera dei Deputati sta per approvare una proposta di legge che dà valenza costituzionale al nostro idioma -:
se non ritenga opportuno intervenire con urgenza presso la Commissione europea affinché siano garantite alla lingua e alla cultura italiana pari dignità, utilizzo e diffusione e quali ulteriori iniziative intenda adottare per promuovere e valorizzare l'identità culturale dell'Italia nel contesto europeo e internazionale.
(4-02285)
Risposta. - La sezione dedicata alle celebrazioni del cinquantesimo anniversario, contenuto nel sito generale dell'Unione («Insieme - dal 1957», http://europa.eu/50/index_it.htm) sin dall'inizio è stata correttamente messa a disposizione in tutte le lingue ufficiali, compreso l'italiano.
Nell'ambito del sito della Direzione generale per le relazioni esterne, sito essenzialmente rivolto all'esterno dell'Unione, al fine di favorire la più ampia diffusione di informazioni sull'Unione nei Paesi terzi viene tradizionalmente fatto ricorso anche allo spagnolo in quanto lingua veicolare parlata in un gran numero di Paesi con cui l'Unione europea ha stretti rapporti. È in tale contesto che è stata inserita una sezione celebrazioni offerta in un numero limitato di lingue, tra cui lo spagnolo ma non l'italiano http://ec.europa.eu/world/index_es.htm;
Sulla questione giustamente dell'interrogante evidenziata è immediatamente intervenuto
il Rappresentante permanente presso l'Unione europea, ambasciatore Cangelosi, in linea con una strategia costantemente applicata di difesa del ruolo dell'italiano nelle sedi comunitarie. A seguito del passo in parola, adesso anche il sito in questione, dopo una breve introduzione, contiene un link alla versione generale, disponibile anche nella versione italiana.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Famiano Crucianelli.
ROTONDO, LONGHI, PETTINARI, LOMAGLIO, DE SIMONE, DIOGUARDI, BARATELLA e DE ZULUETA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
come avviene da diversi anni, alla fine di aprile scorso numerosi lavoratori stagionali immigrati sono giunti in località di Cassibile, a pochi chilometri da Siracusa per partecipare alla raccolta delle patate e di altri ortaggi che si svolge nelle campagne della Sicilia sud-orientale;
in mancanza di alloggi e di qualsiasi idonea struttura di accoglienza messa a disposizione dai loro datori di lavoro, gli immigrati si sono stabiliti in un terreno agricolo sito nelle vicinanze della vecchia caserma di Cassibile, dove hanno installato numerose tende, per lo più di fortuna, costruite con teloni di plastica, cartone, paglia e altro materiale di scarto e hanno vissuto per giorni sprovvisti di servizi igienici, acqua, gas e elettricità;
per affrontare le gravi condizioni di degrado venutesi a creare nell'accampamento già agli inizi di maggio, sono intervenuti i volontari di Medici Senza Frontiere i quali hanno fornito assistenza medica e igienico-sanitaria, hanno ripulito il terreno dai rifiuti e vi hanno installato latrine e docce da campo;
gli operatori di altre associazioni umanitarie e di tutela degli immigrati di Siracusa sono intervenuti per offrire sostegno e conforto agli immigrati;
attualmente i lavoratori immigrati stagionali che risiedono in Cassibile sono circa 350, tutti maschi, in prevalenza nord-africani (ma vi sono anche numerose persone provenienti dai paesi dell'Africa Sub-Sahariana come sudanesi, liberiani, nigeriani, eritrei), in parte sprovvisti di titolo di soggiorno;
80 immigrati, da qualche giorno, hanno trovato sistemazione in un casolare sito sempre in Cassibile, la cui gestione è stata affidata dalla Prefettura all'associazione «Alma Mater»;
gli immigrati vengono impiegati nelle aziende agricole del siracusano per la raccolta della patata e da informazioni assunte risulta che lavorino mediamente 4 giorni la settimana per 10 ore al giorno, con un compenso che varia dai 20 ai 40 euro e che il loro reclutamento avvenga ogni mattina intorno alle 4.00, nella piazza di Cassibile, mediante il sistema del «caporalato»;
gli immigrati- anche quelli muniti di regolare titolo di soggiorno - svolgono l'attività lavorativa senza un contratto di lavoro e sono totalmente privi delle garanzie di sicurezza, previdenza e assistenza sociale previste dal Testo unico sull'immigrazione e dalle norme vigenti in materia di disciplina del lavoro e di previdenza sociale;
in occasione della presentazione del recente Rapporto annuale, l'organizzazione Medici Senza Frontiere ha denunciato l'estremo stato di degrado in cui vivono, ormai da diversi anni, i lavoratori immigrati stagionali che giungono in Cassibile nei mesi di aprile, maggio e giugno, gravemente lesivo della loro dignità e dei diritti della persona;
i volontari di MSF, insieme alle altre associazioni hanno ripetutamente invocato l'intervento delle Istituzioni locali (Comune, Provincia, Prefettura, Protezione civile) per fronteggiare la situazione senza ottenere alcuna risposta concreta;
la presenza di un numero così massiccio di immigrati in condizione di precarietà
rischia di creare forti tensioni con la popolazione locale e con gli stessi immigrati che risiedono stabilmente in Cassibile;
la notte del 29 maggio 2006, nel corso di un'operazione condotta dagli agenti della Questura di Siracusa, sono stati fermati 135 immigrati: nei confronti di 13, rinvenuti senza permesso di soggiorno, è stato emesso decreto di espulsione; mentre 9, che in precedenza erano stati destinatari di un provvedimento di espulsione e non avevano ottemperato l'ordine del Questore di lasciare il territorio nazionale, sono stati arrestati e processati per direttissima;
nessun provvedimento, invece, pare sia stato adottato nei confronti dei datori di lavoro che impiegano i lavoratori stagionali immigrati né di coloro che provvedono al loro reclutamento;
il 4 giugno numerose baracche sono state incendiate, presumibilmente dolosamente, con gravi rischi per l'incolumità della comunità di lavoratori stranieri ivi alloggiata;
ai sensi dell'articolo 24, comma 5 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico sull'immigrazione), apposite commissioni regionali possono stipulare con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello regionale dei lavoratori e dei datori di lavoro, con le regioni e con gli enti locali, apposite convenzioni dirette a favorire l'accesso dei lavoratori stranieri ai posti di lavoro stagionale. Le convenzioni possono individuare il trattamento economico e normativo, comunque non inferiore a quello previsto per i lavoratori italiani e le misure per assicurare idonee condizioni di lavoro della manodopera, nonché eventuali incentivi diretti o indiretti per favorire l'attivazione dei flussi e dei deflussi e le misure complementari relative all'accoglienza;
ai sensi dell'articolo 22 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico sull'immigrazione), l'ingresso del lavoratore subordinato nel territorio nazionale presuppone che alla richiesta del datore di lavoro venga allegata idonea documentazione relativa alle modalità di sistemazione alloggiativa per il lavoratore straniero;
ai sensi dell'articolo 25 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico sull'immigrazione), gli stranieri titolari di permesso di soggiorno per lavoro stagionale hanno diritto a una serie di forme di previdenza e assistenza obbligatoria;
ai sensi dell'articolo 18 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico sull'immigrazione) «Quando, nel corso di operazioni di polizia[...] siano accertate situazioni di violenza o di grave sfruttamento nei confronti di uno straniero, ed emergano concreti pericoli per la sua incolumità, per effetto dei tentativi di sottrarsi ai condizionamenti di un'associazione dedita ad uno dei predetti delitti o delle dichiarazioni rese nel corso delle indagini preliminari o del giudizio, il questore, anche su proposta, del Procuratore della Repubblica, o con il parere favorevole della stessa autorità, rilascia uno speciale permesso di soggiorno per consentire allo straniero di sottrarsi alla violenza ed ai condizionamenti dell'organizzazione criminale e di partecipare ad un programma di assistenza ed integrazione sociale» -:
per quali ragioni l'attività repressiva delle forze dell'ordine è stata rivolta esclusivamente nei confronti dei lavorati immigrati stagionali, in qualche caso anche nei confronti di chi era titolare di regolare permesso di soggiorno, mentre alcuna misura è stata adottata nei confronti dei datori di lavoro che impiegano gli stessi, costringendoli a lavorare senza contratto di lavoro e in assenza di qualsiasi garanzia di sicurezza, previdenza e assistenza sociale;
quali misure si intendono adottare per evitare i gravi episodi di «caporalato» e per vigilare affinché i datori di lavoro rispettino le condizioni di lavoro prescritte
nei contratti collettivi nazionali, senza ritorsioni nei confronti dei lavoratori «in nero»;
se intenda promuovere le opportune azioni al fine di salvaguardare i diritti dei lavoratori irregolarmente occupati a Cassibile e dintorni, eventualmente anche riconoscendo loro il rilascio di permessi di soggiorno per «protezione sociale», ai sensi dell'articolo 18 del Testo unico decreto legislativo n. 286 del 1998;
per quali ragioni la locale prefettura e la protezione civile, piú volte sollecitate anche da Medici Senza Frontiere, non hanno provveduto ad attuare alcun intervento di tipo assistenziale, di concerto con l'Azienda sanitaria locale;
per quali ragioni non si è ritenuto urgente provvedere a vigilare adeguatamente al fine di reprimere episodi di intolleranza e violenza nei confronti degli stranieri e quali misure si intendono adottare per evitare detti episodi di intolleranza;
quali strumenti programmatici e finanziari si intendono mettere in campo per dotare la provincia di Siracusa delle indispensabili strutture per l'accoglienza dei lavoratori immigrati stagionali che ormai da diversi anni, in misura sempre più massiccia, vengono impiegati dalle locali aziende agricole per la raccolta delle patate e degli ortaggi;
quale politica per l'immigrazione si intende varare, a partire dal prossimo Documento programmatico, per governare in maniera razionale il fenomeno dell'immigrazione stagionale al fine di regolare il mercato del lavoro in base alle reali ed effettive esigenze di manodopera agricola della Sicilia sud-orientale nei mesi di aprile, maggio e giugno e di evitare i gravi fenomeni di sfruttamento del lavoro nero di cui sono vittima i lavoratori stranieri;
quale politica per l'accoglienza e l'integrazione dei lavoratori immigrati intendono sviluppare nei confronti della comunità di immigrati che risiede stabilmente in Cassibile e per i lavoratori stagionali che vi giungono ogni anno nei mesi di aprile, maggio e giugno, al fine di favorirne la convivenza e l'integrazione con la popolazione locale.
(4-00209)
Risposta. - Il tema del contrasto al lavoro nero degli immigrati è ben presente all'attenzione del Governo, tant'è che il Consiglio dei ministri nella seduta del 17 novembre 2006 ha approvato la presentazione di un disegno di legge per l'adozione di nuove e più efficaci misure di contrasto al fenomeno dello sfruttamento della manodopera di stranieri irregolarmente presenti sul territorio nazionale.
Con il provvedimento si vuole colpire con durezza il fenomeno del nuovo caporalato e quello, strettamente correlato, dello sfruttamento lavorativo degli stranieri, che in alcuni settori rischia di tradursi in vere e proprie forme di riduzione in schiavitù. La possibilità, già prevista dall'ordinamento, che allo straniero venga concesso uno speciale permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale, quando emergano concreti pericoli per la sua incolumità, viene integrata con una più puntuale individuazione della fattispecie di reato per grave sfruttamento di manodopera (retribuzione ridotta di oltre un terzo rispetto ai minimi contrattuali, sistematiche e gravi violazioni della disciplina in materia di orario di lavoro e riposo settimanale, gravi violazioni dei requisiti di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro).
Il disegno di legge tiene conto anche delle risultanze del lavoro della commissione istituita dal Ministro dell'interno il 5 settembre 2006 allo scopo di verificare le situazioni di illegalità connesse allo sfruttamento dei lavoratori extracomunitari; risultanze sulla base delle quali è stato possibile trarre alcune valutazioni di carattere generale, in parte già illustrate dal Ministro Amato durante l'audizione svolta davanti alla Commissione Agricoltura del Senato il 10 ottobre 2006.
Per quanto riguarda il caso specifico della raccolta di ortaggi nelle campagne di Cassibile, nel siracusano, che periodicamente impegna alcune centinaia di lavoratori stagionali di origine africana, vi è la
consapevolezza che tali situazioni vanno affrontate in una logica multisettoriale. Occorre infatti affiancare alle azioni repressive anche provvedimenti in grado d'incidere, a monte, sulle origini del fenomeno, garantendo la regolarità ed efficienza dei meccanismi di reclutamento dei lavoratori e tutelandone la dignità e la sicurezza.
L'azione delle istituzioni si è, quindi, dispiegata su quattro distinte direttrici: lotta al caporalato, contrasto dell'immigrazione clandestina, programmazione dei flussi d'ingresso dei lavoratori stranieri, interventi di accoglienza ed assistenza sul territorio.
Sotto il primo profilo, risulta che la Squadra mobile di Siracusa ha già riferito all'autorità giudiziaria gli esiti di un'articolata attività d'indagine (tuttora coperta da segreto istruttorio) sul fenomeno dell'illecita intermediazione di manodopera nelle aziende agricole. Sono state, inoltre, denunciate altre due persone, rispettivamente per sfruttamento di lavoratori extracomunitari e per intermediazione abusiva di manodopera.
La Prefettura, inoltre, ha promosso un più capillare ed efficace coordinamento delle attività ispettive, nell'ambito del quale è stata concordata l'istituzione di una task force tra l'Ispettorato provinciale del lavoro e le forze di polizia con il contributo informativo delle associazioni degli agricoltori e delle organizzazioni sindacali per il monitoraggio ed il controllo delle aziende agricole che impiegano manodopera straniera, anche al fine di verificare l'esatto adempimento dei contratti di lavoro.
Tali iniziative, così come le altre di cui si dirà in avanti, rientrano in un programma di azioni sul caso-Cassibile che prevede l'istituzione di un tavolo permanente in Prefettura, esteso agli enti locali ed anche alle organizzazione umanitarie, allo scopo di affrontare tempestivamente eventuali criticità.
Nel contesto delle operazioni di vigilanza e prevenzione avviate, ovviamente, non è mancata l'attività di controllo dei lavoratori stagionali, che ha portato all'arresto di 27 stranieri ritenuti responsabili di rissa, furti e mancata ottemperanza al decreto di espulsione ed alla denuncia, a seguito di specifiche querele, di altri 20 per invasione di terreni e danneggiamento.
Le dimensioni e l'ampiezza del ricorso ai braccianti stranieri nell'ambito del comparto agricolo siracusano sollevano, peraltro, il tema dei flussi d'ingresso e della loro congruità e rispondenza al fabbisogno effettivo di manodopera.
Nell'ambito del decreto-flussi 2006 (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 febbraio 2006) alla Regione Sicilia è stata attribuita una quota di lavoratori stagionali complessivamente pari a mille unità. A seguito della ripartizione provinciale effettuata dagli uffici preposti della Regione (che, in virtù della specialità statutaria, in Sicilia esercitano competenze altrove attribuite agli uffici periferici del Ministero del lavoro), alla provincia di Siracusa sono stati attribuiti 50 ingressi a fronte di circa 250 richieste presentate mediante spedizione postale.
Tali quote erano state determinate anche sulla base dei fabbisogno rilevato nel corso del 2005, quando alla Sicilia erano stati complessivamente attribuiti 970 ingressi per lavoro stagionale, dei quali 104 per la provincia di Siracusa.
Si segnala, peraltro, che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 luglio 2006, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 10 agosto 2006, è stato adottato un nuovo decreto-flussi che ha consentito di aumentare di altre 30.000 unità il numero di quote massime stagionali per l'anno 2006, in modo da venire incontro ai fabbisogni di manodopera straniera che si rilevano in alcuni delicati settori produttivi.
È già peraltro al vaglio della Corte dei conti il provvedimento che anticipa per il 2007 le quote di ingresso di 80.000 lavoratori non comunitari per motivi di lavoro subordinato stagionale, che consentirà di soddisfare con maggiore celerità le specifiche esigenze dei mondo produttivo.
Per quanto riguarda, infine, i profili relativi all'accoglienza ed assistenza socio-sanitaria dei lavoratori agricoli stranieri nel territorio di Cassibile, è da evidenziare come la Prefettura di Siracusa abbia promosso una serie di iniziative per fronteggiare le
ricorrenti criticità che si presentano ciclicamente con l'arrivo degli stagionali.
Questi ultimi, infatti, data la carenza di idonee strutture alloggiative e l'indisponibilità della gran parte dei datori di lavoro a garantire loro adeguata sistemazione, hanno sempre trovato rifugi di fortuna in fondi agricoli o in tende approntate dal Comune. Questa circostanza, oltre a determinare le proteste della popolazione e dei proprietari dei fondi occupati, è talvolta sfociata in risse fra gli stessi extracomunitari ed in altre situazioni rilevanti sotto il profilo dell'ordine pubblico.
Per farvi fronte, la Prefettura, oltre a programmare molteplici attività di vigilanza e prevenzione sul territorio, ha reperito un immobile per la sistemazione dei lavoratori, interessando al contempo l'amministrazione comunale che ha stipulato con l'associazione Alma Mater Onlus una convenzione per fornire sistemazione ad oltre cento stagionali. La struttura è arrivata ad accogliere fino ad un numero di ottanta stranieri, ma gli altri posti sono rimasti vuoti in quanto molti stranieri, probabilmente non in regola con il permesso di soggiorno, si sono rifiutati di recarvisi forse per timore di essere individuati ed espulsi dalle forze di polizia. Per il futuro, non si esclude di poter approntare altre due strutture alloggiative nei pressi del capoluogo.
Interventi di assistenza socio-sanitaria sono stati, inoltre, approntati sia attraverso l'organizzazione non governativa Medici Senza Frontiere, sia attraverso intese con l'Azienda sanitaria locale per il potenziamento dei servizi, che hanno fra l'altro, portato all'istituzione di un presidio di Guardia medica stagionale per stranieri.
Per completare il quadro dell'impegno della Prefettura di Siracusa nel campo dell'accoglienza ed assistenza degli stranieri, ricordo anche che a Cassibile è operante il centro di accoglienza e primo soccorso «Giovanni Paolo II», che può ospitare fino a 150 persone e che nello scorso mese di novembre è stato visitato dalla Commissione De Mistura per il controllo della gestione delle strutture destinate all'accoglienza ed alla permanenza temporanea degli immigrati.
Sia le iniziative complessivamente avviate in sede locale, sia gli interventi normativi in itinere per rendere il sistema degli ingressi legali più aderente alle effettive possibilità di assorbimento occupazionale, tendono a garantire condizioni di legalità e di piena tutela dei diritti dei lavoratori impiegati in agricoltura. Il fine è quello di evitare il ripetersi di situazioni di sfruttamento e illecita intermediazione del lavoro come quelle lamentate nell'interrogazione, le quali peraltro, come detto, sono già state portate all'esame delle autorità giudiziarie competenti.
In tale prospettiva si collocano anche le linee-guida per la riforma della normativa vigente, recentemente illustrate in Parlamento dal Ministro dell'interno. Elemento determinante per la tenuta dell'intero sistema sarà l'auspicata riforma del Testo unico sull'immigrazione, che dovrà tendere a governare in modo razionale l'immigrazione regolare, promuovere l'integrazione e scoraggiare l'illegalità.
I principali obiettivi cui ispirare le linee di riforma sono:
favorire l'incontro «regolare» tra la domanda e l'offerta di lavoro straniero, rendendo il collegamento tra soggiorno e impiego più realistico e rispondente alle esigenze delle nostre imprese e delle nostre famiglie;
creare una corsia preferenziale per l'accesso di lavoratori qualificati;
rendere più efficace il meccanismo delle espulsioni incentivando la collaborazione dell'immigrato;
adeguare la durata del permesso di soggiorno alla realtà del mondo del lavoro e renderne meno gravosi per l'Amministrazione e per l'immigrato i procedimenti di rinnovo.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Marcella Lucidi.
SCOTTO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il 22 maggio 2006, preceduta da ampia divulgazione televisiva si apprende che
all'interno dell'ospedale «Apicella» di Pollena Trocchia, Presidio Ospedaliero della ASL NA4 della Campania sciolta, (unica in Italia) per infiltrazione camorristica, nella sera di sabato 20 maggio è stato ucciso il signor Palmiro Capasso, autista di ruolo del predetto ospedale;
Palmiro Capasso era già ben noto alle forze dell'ordine;
la condotta del Capasso era altresì ben nota ai vertici della ASL NA4 perché il predetto risulta:
essere stato autore di aggressione al Direttore Sanitario del Presidio nel mese di giugno dell'anno 2002; già recidivo per simili iniziative negli anni precedenti e relativi all'ex Usl 29 di S. Anastasia (Napoli);
essere stato allontanato dall'Ospedale Apicella nel periodo giugno 2001/luglio 2003 cioè durante la gestione del Direttore Sanitario del Presidio aggredito in servizio;
essere stato nuovamente posto in servizio nell'Ospedale qualche mese dopo la destinazione ad altro incarico del Direttore Sanitario del Presidio aggredito;
essere stato, nel maggio del 2005 anche arrestato per ipotesi di sequestro di persona;
essere stato ancora posto in servizio nell'ospedale appena scarcerato;
esser sempre e miracolosamente scampato ad una dovuta iniziativa disciplinare;
il comportamento dei vertici Direzionali dell'ASL, succedutesi dal 2001 ad oggi, ha realizzato una grave penalizzazione per l'ospedale e per le sue risorse umane e professionali;
si è realizzata una condotta colpevole ed omissiva rispetto alla doverosa azione di contrasto alla criminalità e che, anzi è stato ostentato (con simili omissioni) un messaggio deprecabile a danno delle persone perbene;
l'ospedale «Apicella» vive da tempo una situazione di tensione generata da continui episodi di aggressione al personale in servizio -:
quali iniziative intenda adottare la commissione nominata ai sensi dell'articolo 144 del testo unico sugli enti locali al fine di individuare le responsabilità relative al fatto di aver consentito sino all'ultimo che il Capasso prestasse servizio nell'Ospedale Apicella non avendo i requisiti di moralità ed anzi venendo a costituire un pericolo per l'incolumità delle persone;
quali altre utili iniziative si intendano adottare per garantire all'Ospedale Apicella una guida sanitaria autorevole, inflessibile, e garante della legalità;
quali ulteriori iniziative di ordine pubblico si intendano adottare per garantire la sicurezza dei lavoratori ed i pazienti dell'Ospedale.
(4-00164)
Risposta. - In relazione all'interrogazione parlamentare in esame, il Ministero della salute ribadisce l'inderogabile necessità che all'interno delle strutture sanitarie pubbliche e private sia garantito l'assoluto rispetto di tutte le forme di legalità e della sicurezza fisica e psichica degli operatori sanitari e dei pazienti.
Va precisato, peraltro, che l'organizzazione e, tanto più, l'ordine nell'ambito dei servizi di assistenza sanitaria rientrano nelle funzioni istituzionali proprie delle Regioni e Province autonome, confermate ulteriormente dalle modifiche di livello costituzionale intervenute con la legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3.
La Prefettura-Ufficio territoriale del Governo di Napoli ha comunicato che, per quanto concerne l'omicidio verificatosi nell'Ospedale «Apicella» di Pollena Trocchia, in base alle notizie trasmesse dalla locale Questura, la vicenda è stata oggetto di approfondimento nella riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza
pubblica del 24 maggio 2006, alla presenza del Prefetto Balzamo, componente della Commissione straordinaria presso l'Asl Napoli 4.
Nel corso della riunione, il Prefetto ha precisato che è intendimento della Commissione porre in essere ogni utile accertamento, nell'ambito dell'attività gestionale della suddetta struttura, per verificare anche come sia stato possibile che un pregiudicato abbia prestato la propria attività in una struttura pubblica, nonostante i diversi procedimenti disciplinari a suo carico.
Nell'ambito del Comitato, è emersa la necessità di riservare la massima attenzione al nosocomio citato, in quanto ricompreso nell'Asl NA 4, i cui organi direttivi sono stati sciolti per infiltrazioni camorristiche.
A tal fine, è stato disposto in data 7 giugno 2006 un sopralluogo presso l'Ospedale «Apicella» per individuare i punti strategici ove installare un sistema di videosorveglianza; al sopralluogo hanno partecipato i rappresentanti locali delle forze dell'ordine, il Direttore tecnico dell'ASL NA 4 e il personale dell'Ufficio prevenzione generale della Questura di Napoli, esperto in materia di videosorveglianza.
Nel corso della riunione del Comitato provinciale, il Prefetto si è impegnato a finanziare un progetto per l'installazione delle telecamere e si è deciso, inoltre, di mantenere attivo il presidio di Polizia presso la stessa struttura ospedaliera.
È stato precisato, inoltre, che il dipendente dell'Azienda risulta più volte sospeso e, quindi, riammesso in servizio a seguito di specifici provvedimenti dell'autorità giudiziaria, per fatti non inerenti al rapporto di pubblico impiego intercorso con la disciolta U.S.L. n. 9 e con l'ASL NA 4. In una sola occasione, sempre a seguito di provvedimento dell'autorità giudiziaria, è stato sospeso dal servizio per fatti inerenti al rapporto di impiego; successivamente, è stato assolto dal Tribunale di Nola e, conseguentemente, riammesso in servizio. Per i periodi di sospensione dal servizio è stata corrisposta al dipendente la sola indennità alimentare nella misura del 50 per cento della retribuzione in godimento.
Inoltre, presso l'Ufficio per i procedimenti disciplinari dell'Azienda sanitaria, non risulta pervenuta alcuna segnalazione a carico dello stesso, in particolare nessuna segnalazione relativa al presunto episodio di aggressione ai danni del Direttore del presidio ospedaliero di Pollena Trocchia, mentre risulta attivato un procedimento disciplinare dal Direttore amministrativo aziendale, successivamente sospeso per le concomitanti indagini in corso da parte dell'autorità giudiziaria.
La citata Commissione straordinaria ha incaricato un dirigente del Ministero dell'interno di verificare le procedure per l'attivazione dei procedimenti disciplinari vigenti all'interno dell'Azienda; a seguito delle risultanze di tali accertamenti, sono state riorganizzate le procedure per l'attivazione dei procedimenti disciplinari, inserendo l'Ufficio per i procedimenti disciplinari nell'ambito del Servizio per la gestione delle risorse umane.
Si fa presente che l'Asl NA 4, al fine di garantire una maggiore tranquillità ai lavoratori e ai degenti all'interno dei locali del presidio ospedaliero di Pollena Trocchia, ha adottato alcune misure di sicurezza (ripristino cancelli e sbarre di sicurezza); inoltre, l'installazione del sistema di videosorveglianza prevede il collegamento diretto con la sala operativa della Questura di Napoli.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Gaglione.
SGOBIO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
secondo il New York Times del 22 luglio scorso, l'amministrazione Bush si sta dando da fare per consegnare al più presto le bombe ad alta precisione comandate a distanza richieste da Israele già la settimana scorsa secondo l'interrogante per poter cominciare al più presto i bombardamenti aerei di precisione sugli obiettivi militari Hezbollah in Libano;
le bombe satellitari e guidate al laser fanno parte di un pacchetto di fornitura di
armamenti che ammonta a molti milioni di dollari e che è stato approvato lo scorso anno, ma secondo fonti militari statunitensi, prosegue il New York Times, l'accelerazione di consegne richiesta da Israele sarebbe insolita e potrebbe provare l'intenzione di colpire ancora molti obiettivi Hezbollah nei prossimi giorni in Libano;
le nuove consegne di armamenti non sono state annunciate pubblicamente dall'amministrazione e il quotidiano statunitense sottolinea che le fonti militari hanno richiesto l'anonimato prima di dare queste informazioni;
a parere dell'interrogante, la vicenda è preoccupante e inquietante, perché come scrive il prestigioso quotidiano Usa, la decisione «rischia di irritare i governi arabi e non solo, dando l'impressione che gli Stati Uniti stiano attivamente aiutando la campagna di bombardamenti di Israele»;
sempre a parere dell'interrogante, la notizia la dice lunga sul ruolo che gli Usa stanno avendo in tutta la terribile vicenda medio orientale e prefigura anche possibili scenari di guerra lunga -:
se non ritenga opportuno adoperarsi, presso l'amministrazione americana, al fine di ricevere informazioni dettagliate al riguardo.
(4-00682)
Risposta. - In merito a quanto sollevato dall'interrogante nell'atto n. 4-00682 sulle consegne di armi ad alta precisione destinate alle Forze armate israeliane da parte degli Stati Uniti, si comunica che questo Ministero degli affari esteri non dispone di elementi utili d'informazione in merito.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Bobo Craxi.
STUCCHI. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante nella precedente legislatura ha presentato un'interrogazione (4-15825 dell'8 luglio 2005) in merito alle cancellazioni di voli della compagnia Alitalia sulla tratta Bergamo-Roma-Bergamo;
a tale interrogazione ha risposto l'allora sottosegretario onorevole Tassone specificando che dette cancellazioni erano dovute a delle indisponibilità di aeromobili per problemi di natura tecnica o anomalia, cause che non possono essere imputabili alla compagnia aerea, in quanto esulano dalla responsabilità del vettore;
l'affermare quindi, da parte di una compagnia aerea, che ci sono stati motivi tecnici permette alla stessa di non dovere far fronte a rimborsi, per altro legittimi in linea di principio in quanto il soggetto subisce un danno, che può essere anche rilevante;
risulta all'interrogante che queste cancellazioni e ritardi intollerabili continuano a perpetuarsi comportando un problema per i passeggeri che spesso non sono informati dei problemi inerenti l'arrivo o la partenza del vettore, e conseguentemente sono posti nelle condizioni di dovere aspettare per tempi anche lunghi, nell'incertezza di se, e quando, potranno partire -:
quali iniziative intenda adottare presso la Compagnia Alitalia per tutelare l'utente, ovvero per prevenire futuri disagi sulla tratta aerea Roma-Fiumicino e Bergamo-Orio al Serio, operata da Alitalia.
(4-00243)
Risposta. - In merito all'interrogazione indicata in oggetto, con la quale si chiedono iniziative volte alla tutela degli utenti del trasporto aereo verso disagi imputabili ai vettori, si fa presente quanto segue.
Il settore del trasporto aereo rappresenta una risorsa fondamentale per il Paese. Tuttavia le attuali condizioni di fragilità rendono ormai improcrastinabile un'azione di riorganizzazione e valorizzazione quale condizione essenziale per lo sviluppo dei vettori sul territorio nazionale.
A tale scopo è stato predisposto dal Ministero dei trasporti un disegno di legge di delega per la riforma del trasporto aereo,
delle relative disposizioni contenute nel codice della navigazione e dell'ulteriore normativa di settore.
I principi generali su cui si basa il progetto di riforma, che mira in via prioritaria a potenziare ulteriormente i livelli di sicurezza del trasporto aereo, sono contenuti nell'Atto di indirizzo deliberato dal Consiglio dei ministri in data 12 dicembre 2006 su proposta di questa Amministrazione e riguardano:
l'anteposizione dell'interesse generale del Paese rispetto a interessi settoriali e locali;
il recupero di un ruolo attivo di indirizzo e di controllo da parte del Governo, quale azione necessaria per garantire lo sviluppo del sistema ed il recupero del ritardo che oggi si registra nei confronti degli altri Paesi concorrenti dell'Unione europea;
l'assunzione da parte di tutti gli operatori del sistema della centralità dell'utente, quale condizione per assicurare funzionalità e qualità alla mobilità dei passeggeri e delle merci;
il ridisegno della catena del valore nella filiera del trasporto aereo, al fine di ridistribuire in modo equilibrato compiti e risorse tra i vari attori;
il riconoscimento che il trasporto aereo è ormai soggetto a una crescente concorrenza e a regole europee.
Nello specifico di quanto segnalato nell'atto ispettivo, l'Ente nazionale aviazione civile-ENAC ha riferito che, dall'inizio del 2006 e fino al mese di novembre, sono stati cancellati da Alitalia 63 movimenti sulle tratte Bergamo-Roma-Bergamo, per la maggior parte a causa di motivi tecnici ed indisponibilità degli equipaggi.
L'Ente, anche sulla scorta di ispezioni effettuate circa la qualità dei servizi, ha provveduto a sensibilizzare il gestore aeroportuale per una maggiore attenzione alla tempestività delle informazioni ai passeggeri.
Il Ministro dei trasporti: Alessandro Bianchi.
ZACCHERA. - Al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
numerose stazioni ferroviarie sono state progressivamente private di personale proprio ed automatizzate, abbandonando le strutture al destino dei vandali che ne compromettono seriamente le caratteristiche;
in numerose località - di giorno e di notte - intorno a queste strutture fatiscenti girovagano persone senza fissa dimora che utilizzano i locali per gli usi più disparati e, in molti casi purtroppo impunemente deturpano, sporcano, imbrattano i locali senza alcun riguardo per le strutture;
questa situazione è particolarmente grave in Piemonte dove numerose linee ferroviarie e stazioni ferroviarie minori sono da anni nel degrado più assoluto;
in particolare a Saluggia (Vercelli) la locale stazione ferroviaria è stata oggetto di numerosi atti di vandalismo che impediscono ai viaggiatori un uso normale della stessa. Inoltre, a Saluggia come in molte altre località, non vengono fornite ai viaggiatori informazioni su eventuali soppressioni di treni o ritardi, non vi sono impianti di controllo video (favorendo i danni sopra accennati) né monitor né addirittura sono esposti gli orari dei treni;
i lavori di ripristino annunciati alla stazione di Saluggia alcuni mesi fa sono iniziati solo nei giorni scorsi, ma risulta all'interrogante che non contemplino il ripristino degli arredi, i segnali esterni, la posa di bacheche informative ed anzi nei giorni scorsi ignoti hanno anche distrutto l'illuminazione rendendo precario l'utilizzo di parte della stazione da parte dei viaggiatori nelle ore di scarsa visibilità -:
quali iniziative si intendano adottare presso a Ferrovie dello Stato S.p.A. e società collegate perché sia assicurata una decorosa manutenzione alle stazioni ferroviarie minori, perché le stesse siano oggetto di videosorveglianza e fornite di
quelle attrezzature minime che permettano ai viaggiatori un loro sicuro e possibile utilizzo;
quale sia nello specifico la situazione della stazione di Saluggia, quali lavori siano stati avviati ed in quali tempi.
(4-00059)
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato s.p.a. ha riferito che, con l'introduzione di nuove tecnologie, la circolazione ferroviaria di gran parte delle stazioni di piccole e medie dimensioni viene gestita da postazione remota attraverso sistemi di telecontrollo ubicati in impianti più grandi.
In tale fattispecie rientra la stazione di Saluggia citata nell'atto ispettivo. L'ammodernamento tecnologico non indica un ridimensionamento né una scelta che compromette l'efficienza e la sicurezza del servizio, che sono pienamente garantite dal sistema di controllo a distanza.
Per le attività legate alla pulizia e al decoro, la società ferroviaria ha affidato al comune, con un contratto di comodato, l'uso gratuito di alcuni spazi a fronte della garanzia di pulizia, dell'apertura e della chiusura al pubblico della sala d'attesa e della manutenzione ordinaria.
Peraltro, a seguito di segnalazioni sono state effettuate visite ispettive di controllo dalle quali sono emerse evidenti criticità proprio in ordine al decoro ed alla pulizia. Ferrovie dello Stato s.p.a. ha, pertanto, provveduto ad effettuare gli interventi necessari (tinteggiatura della sala d'attesa ed installazione di un termoconvettore).
Gli ulteriori interventi programmati, quali la sistemazione e la riqualificazione dell'intero fabbricato, la manutenzione degli infissi ed il rinnovamento della cartellonistica, pur avendo subito un ritardo a causa della mancanza iniziale delle previste autorizzazioni da parte del comune, sono stati ultimati nel mese di marzo 2006. Anche l'informazione al pubblico è stata potenziata con il miglioramento dell'impianto di diffusione sonora.
Infine, per quanto riguarda i provvedimenti volti ad impedire i frequenti atti vandalici, la società ferroviaria sta svolgendo un'attività di sensibilizzazione nei confronti del comune affinché effettui una maggiore sorveglianza.
Il Ministro dei trasporti: Alessandro Bianchi.
ZACCHERA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
è residente negli USA e precisamente in Florida da molti anni la medaglia d'argento al valor militare Attilio Mario Russo, già comandante del regio sommergibile «Marea» durante la II guerra mondiale, nato in Italia nel 1915 e già qui per decenti residente;
il comandante Russo ottenne altre 14 decorazioni al valor militare, ha avuto anche di recente alcuni significativi riconoscimenti consegnatigli anche da autorità italiane e perse la cittadinanza italiana - peraltro senza averne conoscenza e in modo automatico - nel momento in cui fu impedita la doppia cittadinanza italiana e statunitense;
da anni il comandante Russo spera di poter riottenere la cittadinanza italiana, pratica per la quale si interessarono a suo tempo non solo il nostro consolato di Miami ma perfino la Presidenza della Repubblica e che fu sollecitata anche da qualificati organismi italo-americani, come il CO.MI.TES di Miami;
in passato e con grande spazio sui media è stata oggetto di promozione la avvenuta, rapida, concessione della cittadinanza italiana ad attori statunitensi di lontana origine italiana, mentre non risulta che analogo atteggiamento sia tenuto per un eroe di guerra di 91 anni il cui unico desiderio è il riottenimento «morale» di una cittadinanza persa a suo tempo per pure necessità burocratiche -:
quali iniziative intendano attivare i Ministeri in indirizzo al fine di concludere al più presto l'iter burocratico affinché il comandante Attilio Mario Russo possa ottenere
nuovamente anche la cittadinanza italiana, Patria per la quale si è distinto durante l'intera sua vita.
(4-01527)
Risposta. - In relazione all'interrogazione in esame, concernente la questione del riacquisto della cittadinanza italiana da parte del signor Attilio Mario Russo, tenente di vascello della Marina militare italiana all'epoca del secondo conflitto mondiale, si fa presente che la Direzione generale per gli italiani all'estero ha avuto modo di occuparsi del caso nel corso del 2003, quando l'interessato, residente in Florida sin dal secondo dopoguerra e naturalizzatosi da allora cittadino statunitense, manifestò il vivo desiderio di riacquistare la perduta cittadinanza italiana, segnalando anche di incontrare non meglio precisati impedimenti di natura burocratica.
La legge 5 febbraio 1992, n. 91 attualmente in vigore in materia di cittadinanza ha previsto, nel disposto del 1o comma dell'articolo 17, la possibilità di riacquistare automaticamente la cittadinanza italiana da parte di tutti coloro che l'avessero perduta per essersi naturalizzati stranieri. Tale disposizione ha avuto tuttavia carattere transitorio e questo ha fatto sì che, a decorrere dal 16 agosto 1992 (data di entrata in vigore della citata normativa), i termini di presentazione delle domande di riacquisto venissero più volte riaperti, fino al 31 dicembre 1997, data della loro chiusura definitiva. Appariva pertanto evidente che, nonostante la grande divulgazione assicurata dagli Uffici consolari attraverso tutti i mezzi di informazione disponibili, l'interessato non aveva purtroppo potuto usufruire di tale beneficio, come è invece accaduto per moltissime altre persone in possesso degli stessi requisiti.
Ad ogni modo, si precisa che la legge 5 febbraio 1992, n. 91 offre tutt'ora (vedi articolo 3 eccetera) ulteriori possibilità di riacquistare la nostra cittadinanza a coloro che lo desiderino sempreché trasferiscano la propria residenza in Italia, almeno per un periodo limitato.
Vale infine la pena di richiamare la possibilità del conferimento del nostro status civitatis «per meriti speciali», prevista dal secondo comma dell'articolo 9 della legge 5 febbraio 1992, n. 91 qualora, se ne riscontrino i presupposti da parte del competente Ministero dell'interno di concerto con il Ministero degli affari esteri.
Il Viceministro degli affari esteri: Franco Danieli.