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Allegato B
Seduta n. 117 del 1/3/2007
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TRASPORTI
Interrogazioni a risposta in Commissione:
FORMISANO. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
risulterebbe all'interrogante che il treno regionale numero 12192 «Nettuno-Roma Termini» delle ore 7,51, previsto dall'orario ufficiale pubblicato dalle Ferrovie dello Stato, venga soppresso con molta frequenza il lunedì;
l'utenza, in larga parte rappresentata da migliaia di cosiddetti «pendolari» che versano ogni mese euro 63,00 per l'abbonamento mensile o euro 488,00 per quello annuale, è posta in condizione di ulteriore disagio, aggravato anche dal già costante e diffuso problema dei ritardi registrati dalle altre corse sulla suddetta tratta;
in particolare, la soppressione della corsa delle ore 7,51 del lunedì non consente più agli utenti di avere la certezza di poter favorire del servizio in tale fascia oraria;
pertanto, l'utenza è costretta ad attendere la corsa successiva; altrimenti è obbligata, a spese e con mezzi propri, a raggiungere la stazione di Campoleone (in provincia di Latina) o, paradossalmente, ad arrivare addirittura fino a Roma;
i pendolari della tratta «Nettuno-Roma Termini» registrano già forti disagi per quanto riguarda la qualità del servizio offerto, spessa compromessa dalla carenza di carrozze che costringe gli utenti a viaggiare in spazi eccessivamente ridotti -:
se sia a conoscenza dei fatti suesposti e quali siano le cause della frequente soppressione del treno regionale numero 12192 «Nettuno-Roma Termini», delle ore 7,51, del lunedì;
se il Ministro interrogato ritenga di adottare opportuni provvedimenti volti non solo a garantire in particolare la corsa di cui sopra, ma anche la maggiore puntualità e qualità delle corse restanti.
(5-00776)
MADERLONI, VANNUCCI e ATTILI. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
con decreto 31 gennaio 2007 il Ministero dei trasporti ha individuato le tratte marittime incentivabili per il trasporto di merci in attuazione dell'articolo 3, comma 2-quater, della legge 23 novembre 2002, n. 265;
il decreto rimanda ad un elenco allegato allo stesso nel quale sono indicate 30 tratte marittime, come «nuove rotte
incentivabili che non duplicano tratte già esistenti e che assicurano collegamenti regolari:
a) tra l'arco adriatico settentrionale e gli archi adriatici meridionali e ionico;
b) tra l'arco tirrenico settentrionale e l'arco tirrenico meridionale;
c) tra gli archi tirrenici e i porti francesi e spagnoli».
il decreto stabilisce altresì che il contributo da accordare sulle nuove rotte non può superare il 30 per cento delle tariffe che saranno applicate nelle stesse;
il decreto effettua una più che evidente disparità di trattamento tra le rotte navigabili adriatiche e tirreniche (due rotte in adriatico e 28 sul tirreno), ignora completamente il medio e il basso adriatico e i collegamenti con la Grecia e con i Paesi ex jugoslavi che si apprestano ad entrare nell'Unione europea;
in particolare vengono esclusi i collegamenti da e per il porto di Ancona (che è il primo nei collegamenti tra l'Italia e i Paesi dell'Unione europea) nonché i porti di Bari e di Brindisi;
ad avviso degli interroganti non può essere invocata l'argomentazione che il decreto del Presidente della Repubblica 11 aprile 2006, n. 205, articolo 1, punto 2, lettera b), stabilisca che «per cabotaggio marittimo si intende: il trasporto via mare di merci e autoveicoli isolati o complessi destinati al trasporto di cose e rimorchi e semirimorchi, tra i porti nazionali» in quanto non troverebbe giustificazione l'inclusione dei porti francesi e spagnoli;
risulta, altresì non giustificabile l'esclusione dei collegamenti marittimi RO-ro e RO-Pax afferenti ai Vari Archi portuali adriatici già inseriti nelle rotte comunitarie come ad esempio la Ancona-Patrasso e la Venezia-Igoumenitsa o la Bari-Patrasso;
inoltre sugli stessi porti sopraindicati, e su altri porti adriatici, grava ancora inspiegabilmente l'imposizione di un diritto fisso per gli autoveicoli e i rimorchi adibiti al trasporto di cose, importati in Italia ed appartenenti a persone residenti stabilmente all'estero, come stabilito dalla legge n. 1146 del 1959. Una imposizione che ad esempio sui traffici provenienti da Durazzo verso Ancona, determina un «diritto fisso» di 9,30 euro per tonnellata pari a circa 270 euro a viaggio per ogni camion. Una imposizione non solo anacronistica, visto «l'accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Albania in materia di autotrasporto» entrato in vigore nel 2004, ma negativa anche perché produce una distorsione della concorrenza tra i porti nazionali laddove tale diritto non è preteso;
l'articolo 3 del decreto indica che «con successivi provvedimenti, potranno essere apportate integrazioni e modificazioni al decreto stesso» -:
se sia a conoscenza degli effetti negativi e distorsivi della concorrenza tra i porti nazionali che i provvedimenti suesposti determinano;
se e come intenda rispondere alle pressanti richieste avanzate dalla Regione Marche e dagli operatori e forze sociali del porto di Ancona che hanno già segnalato tutti i limiti del decreto;
se e come intenda rimediare all'esclusione dal provvedimento dell'intero medio e basso adriatico e i collegamenti con l'altra sponda adriatica e se quando il Governo intenda superare l'anacronistica imposizione del «diritto fisso» alle merci aventi origine o destinazione Albania.
(5-00779)
Interrogazione a risposta scritta:
GASPARRI. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il 5 gennaio 2007 è stata costituita l'associazione Pendolari Sannio Terra di Lavoro;
l'associazione si prefigge lo scopo di rappresentare le esigenze degli utenti dei
collegamenti ferroviari tra Benevento-Caserta e Roma presso tutti gli Enti che hanno competenza sulle attività di indirizzo e di coordinamento nel settore dei trasporti da e per i capoluoghi di Sannio e Terra di Lavoro;
dall'11 dicembre 2006 il collegamento che portava lavoratori e studenti nella Capitale in tempi compatibili con la maggior parte delle esigenze è stato penalizzato, essendo stato sostituito un treno Intercity con un Interregionale, più lento, meno affidabile e meno puntuale del precedente;
dall'11 dicembre ad oggi il treno Interregionale ha fatto registrare ritardi che vanno dai 15 minuti ai 70/80 minuti in casi straordinari;
l'interrogante vuole evidenziare inoltre le partenze del treno al limite della sicurezza, le porte del treno non funzionanti, i riscaldamenti inesistenti, locomotori che vanno in blocco, interruzioni lungo il percorso che fanno accumulare notevoli ritardi;
il 6 febbraio 2007 a Villa Literno è andato in blocco il locomotore del treno Interregionale che parte alle ore 5,18 da Benevento ed i viaggiatori sono stati trasbordati su un treno Intercity proveniente da Napoli, il locomotore del quale è andato in blocco a Sezze Romano;
nella fattispecie i pendolari partiti da Benevento alle 5,18 sono arrivati a Roma alle ore 10,20, impiegando così cinque ore per un viaggio che richiede, in tempi e condizioni normali, un tempo molto minore;
l'associazione Pendolari Sannio Terra di Lavoro in data 6 febbraio 2007 ha dovuto svolgere opera di mediazione con i pendolari i quali, esasperati dalle vicende sopra esposte, intendevano procedere al blocco della circolazione dei treni nella stazione di Villa Literno -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;
quali iniziative intenda assumere affinchè sia ripristinato dagli organi competenti, in tempi brevi, il servizio del treno Intercity Sannio.
(4-02739)