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Allegato B
Seduta n. 118 del 2/3/2007
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazione a risposta orale:
CAPOTOSTI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
le note vicende giudiziarie che, negli ultimi mesi hanno visto coinvolti i vertici della Fondazione Enasarco ed alcuni notevoli esponenti del settore immobiliare italiano, hanno spinto la Fondazione stessa a considerare come necessaria ed urgente la dismissione del proprio patrimonio immobiliare romano;
secondo quanto dichiarato dagli stessi vertici della cassa di previdenza dei 350 mila agenti di commercio italiani, tale dismissione riguarderebbe oltre 18 mila immobili, tra unità destinate ad uso abitativo e ad uffici, di cui 14 mila solo a Roma, per un valore complessivo superiore ai 3 miliardi di euro;
la vendita degli alloggi ad uso abitativo di proprietà della Fondazione, esporrebbe ad un grave rischio i conduttori che non fossero in grado di acquistare l'appartamento dagli stessi attualmente abitato, soprattutto in considerazione degli alti costi imposti dal mercato locatizio romano e della natura del patrimonio in questione, costituito per il 75 per cento da immobili a destinazione d'uso residenziale;
la cessione della gestione del patrimonio immobiliare Enasarco agli immobiliaristi comporterebbe un'ulteriore lievitazione dei prezzi degli alloggi, rendendo impossibile ai cittadini l'acquisto della proprietà abitata;
come denunciato da alcuni inquilini già si sono verificati casi di sfratto, anche a danno di persone anziane ed ammalate che da decenni hanno abitato negli alloggi della Enasarco;
la questione del patrimonio immobiliare coinvolge, oltre agli inquilini, anche gran parte dei dipendenti della Fondazione Enasarco, andando ad incidere negativamente sui livelli occupazionali o lavorativi del personale della Fondazione stessa -:
se e quali iniziative il Ministro intenda assumere in quanto organo di vigilanza dell'Ente privatizzato, al fine di accertare le reali intenzioni della Fondazione Enasarco e di tutelare, anche attraverso l'adozione di normative ad hoc, gli interessi e i diritti degli inquilini coinvolti nella dismissione del patrimonio immobiliare suddetto, fornendo loro opportune garanzie in merito.
(3-00683)
Interrogazione a risposta scritta:
ANGELI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
riscuotere la pensione italiana in Argentina costa molto e il totale importo viene trasformato in dollari Usa al cambio vigente nel giorno di riscossione;
la Banca che eroga la pensione trattiene una percentuale dell'1,15 per cento per la propria commissione e su tale cifra viene addebitata al pensionato l'IVA del 21 per cento;
le spese sono tutte a carico del pensionato anche se costui abita in una zona impervia della Nazione ospitante;
non sempre l'erogazione del dovuto assegno pensionistico giunge in Argentina, in questo caso, nei tempi dovuti -:
se non sia possibile evitare che l'importo della pensione sia decurtato delle suddette ritenute;
perché il pensionato è obbligato a riscuotere la sua pensione in dollari Usa e non in valuta corrente nel Paese in cui dimora;
perché, se dall'Italia viene inviata una somma in euro tramite una delle varie società di trasferimento di denaro, il ricevente riscuote l'importo in euro e con la pensione avviene diversamente;
perché il pensionato debba pagare l'IVA del 21 per cento su un servizio in favore della banca?
(4-02784)