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Allegato B
Seduta n. 120 del 6/3/2007
POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interrogazione a risposta in Commissione:
BUONFIGLIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'AGECONTROL S.p.a. nasce per volontà del legislatore e, segnatamente, in attuazione della normativa comunitaria, al fine di coadiuvare lo Stato Italiano nella attuazione della politica comunitaria nel quadro di aiuto alla produzione dell'olio d'oliva;
la sua costituzione, l'assetto interno, gli scopi e finanche la cessazione (vedasi decreto legislativo n. 143 del 1997) sono sempre stati riservati al legislatore comunitario e/o nazionale tanto che, cessato il finanziamento comunitario, lo Stato Italiano ha provveduto interamente al finanziamento dell'Agecontrol;
l'AGEA, socio unico, nel determinare l'indirizzo generale dell'attività dell'Agecontrol ha alla stessa affidato, mediante convenzione quadro e consequenziali atti esecutivi i compiti di controllo di I e II livello per gli anni 2005/2006/2007;
l'Agenzia risulta aver sempre svolto gli incarichi ricevuti e raggiunto gli obiettivi prefissi;
a fronte della consolidata esperienza di Agecontrol S.p.a. nel settore agroalimentare, recentemente, il Mipaaf, con decreto del 9 gennaio 2007, in attuazione della legge finanziaria 2007 n. 269 del 27 dicembre 2006, anche ai sensi dell'articolo 18, commi 1-bis e 6, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99, come modificato dall'articolo 1, commi 4 e 5, del decreto-legge 28 febbraio 2005 n. 22, convertito, con modificazioni dalla legge 29 aprile 2005 n. 71 ha approvato il programma nazionale dei controlli di conformità alle norme di commercializzazione nel settore dei prodotti ortofrutticoli, per l'anno 2007, presentato dall'Agecontrol S.p.a. conferendo alla società stessa 13 milioni di euro;
il 10 gennaio 2007 AGECONTROL S.p.a. è stata posta in liquidazione per volontà del socio unico AGEA;
l'articolo 23 dello Statuto Agecontrol in vigore dal 29 dicembre 2005 prevede che la «società può essere sciolta in qualsiasi momento a richiesta dell'AGEA, su conforme parere del Ministero delle politiche agricole e forestali» -:
se il Ministro delle politiche alimentari agricole e forestali, richiesto dall'AGEA, abbia mai reso parere favorevole allo scioglimento e conseguente messa in liquidazione della Agecontrol S.p.a.
(5-00783)
Interrogazione a risposta scritta:
LION. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il fenomeno della commercializzazione illegale di aglio risulta in paurosa ascesa. Sui mercati comunitari e soprattutto su quello italiano si sta diffondendo la presenza di aglio di origine estera, soprattutto di quello cinese;
la produzione nazionale di aglio, una delle colture vegetali più qualificanti e tradizionali del nostro paese e che rappresenta il simbolo della nostra cucina saporita e salutare, è in pauroso e inarrestabile
calo, a tutto vantaggio del prodotto d'importazione;
quella della crisi produttiva dell'aglio nazionale è una problematica di estrema importanza. Infatti a causa della scarsità di prodotto italiano, in presenza di una domanda sempre forte e costante che rimane insoddisfatta, si sono aperte le porte alle produzioni internazionali, con l'inevitabile affacciarsi di interessi illeciti, fortemente attratti dal vasto spazio economico resosi disponibile;
in questa vicenda il problema maggiore è costituito dal contrabbando di aglio cinese visto che ormai in Italia quasi uno spicchio su due di aglio consumato in cucina è straniero, con un aumento record di oltre il nove per cento delle quantità importate nel 2006;
l'allarme è stato di recente lanciato anche dalle organizzazioni agricole nazionali dopo la denuncia dell'ufficio anti-frodi dell'Unione europea (Olaf) secondo il quale le società cinesi causano perdite al fisco pari a circa 60 milioni di euro esportando illegalmente aglio attraverso operazioni di triangolazione che simulano una falsa origine del prodotto da paesi come Giordania, Serbia, Turchia ed Egitto;
è assai significativo in tale contesto che la Turchia, che in passato non figurava tra i fornitori italiani, abbia esportato in Italia oltre 6 tonnellate di aglio in ogni semestre del 2006 e che gli arrivi dall'Egitto abbiano fatto registrare un aumento record del 40 per cento;
la bilancia commerciale italiana, in merito all'aglio, ha visto nel 2006 una crescita delle importazioni con una mole di import di quasi 25 milioni di chili di aglio straniero rispetto alla produzione nazionale che supera di poco i 30 milioni di chili. Tra i fornitori principali dell'Italia figurano nell'ordine l'Argentina, che ha raddoppiato i quantitativi, e la Cina che insieme a Egitto e Turchia rappresentano più della metà delle importazioni totali di aglio estero in Italia;
la problematica in oggetto ha ripercussioni serie anche sul versante della sicurezza alimentare, oltre che sulla tutela della produzione gastronomica tipicamente italiana. Recenti note diffuse sull'argomento dalle associazioni per la difesa dei consumatori allo scopo interessate, hanno preferito rendere pubblico l'allarme per la sicurezza alimentare connesso alle frodi commerciali sull'aglio d'importazione, partendo dal quesito retorico di come si possa comprare l'aglio cinese in una nazione dove l'aglio è una delle più importanti produzioni agricole;
le citate associazioni, ma anche quelle agricole come l'organizzazione dei giovani agricoltori della Confagricoltura, hanno sollecitato il pubblico a fare una piccola prova, facile per chiunque da ripetere. Si tratta di prendere dell'aglio cinese e porlo insieme a dell'aglio nostrano. È notorio che il buio fa germogliare tutti questi prodotti, ma a sorpresa, quello cinese non germoglia! La deduzione ovvia è che se non germoglia, si tratta di un vegetale non vivo, e probabilmente può essere tossico o quanto meno potrebbe essere stato trattato con dei prodotti chimici per permettere al mercato di ricevere, dall'altra parte del mondo, un qualcosa che, fino a qualche tempo fa producevamo con estrema qualità nel nostro paese e c'era chi lo coltivava sotto casa;
in questa materia, oltre all'aspetto economico e salutare, rimane coinvolto negativamente anche il profilo legato al patrimonio culinario italiano, infatti si è dimostrato che l'aglio importato dalla Cina non produce alcun aroma e sapore che
invece sono essenziali per le preparazioni tipiche delle nostre ricette dove l'aglio assume una presenza determinante -:
quali iniziative intende assumere per reprimere il fenomeno dell'importazione illegale di aglio extracomunitario, segnatamente di quello cinese;
se non intenda intraprendere misure urgenti e qualificate volte a rilanciare la coltivazione e la produzione di aglio nazionale;
se non ritenga necessario realizzare programmi di sensibilizzazione in favore dei consumatori per favorire la riconoscibilità, a tutti i livelli, dei prodotti nazionali da quelli d'importazione e soprattutto se trattasi di derrate di dubbia sicurezza alimentare.
(4-02814)