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Allegato B
Seduta n. 121 del 7/3/2007
TESTO AGGIORNATO ALL'8 MARZO 2007
...
AFFARI ESTERI
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
III Commissione:
AZZOLINI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il Governo italiano ha sottoscritto nel marzo del 2005 un Memorandum of Undestanding di collaborazione con la
Corporación Andina de Fomento (CAF), in base al quale è stato successivamente firmato l'Accordo Quadro di Cooperazione Italia/CAF (febbraio 2006), che istituisce il «Fondo Unico di Cooperazione dell'Italia presso la CAF» e l'Unità di Coordinamento del Fondo, entrambi volti ad avviare una fattiva collaborazione tra la Banca Regionale di Sviluppo e la Cooperazione italiana in favore dei programmi di sviluppo in America Latina;
il Comitato Direzionale del Ministero degli affari esteri nel dicembre 2005 ha disposto il versamento di un contributo volontario di 5 milioni di euro quale dotazione iniziale del Fondo Unico italiano presso la CAF, allo scopo di finanziarie e co-finanziare iniziative di assistenza tecnica propedeutiche ai progetti di sviluppo della CAF nella Regione latinoamericana ed, altresì, esperti italiani a sostegno delle operazioni della CAF nei settori delle PMI, ambiente, cultural heritage e microcredito;
la CAF è oggi una delle più dinamiche Banche Multilaterali di Sviluppo, oltre che un veicolo eccezionale per la penetrazione di imprese ed enti italiani nei settori delle infrastrutture, della salute, della cultura e del sociale in genere e che, grazie alla cooperazione, si rende altresì più facile partecipare a rilevanti programmi finanziati dalla Banca Regionale di Sviluppo -:
quali siano i motivi che hanno impedito - recando grave danno alle imprese, enti o ONG italiani interessati - di attuare l'Accordo con la CAF e valorizzare gli accordi in essere, pur essendo ormai da tempo completato l'iter formale e sostanziale per l'avvio delle attività di partnership ancorché già erogato un contributo di 5 milioni di euro, i quali avrebbero indubbie ricadute positive sui processi di sviluppo in America Latina e - nel rispetto dei princìpi OCSE-DAC - su una miglior partecipazione in essi del «Sistema-Italia» nel suo complesso e quindi quali iniziative e con quali modalità e tempi certi, si intenda adottare, al fine di ottemperare agli impegni presi nell'ambito dell'Accordo Quadro Italia/CAF.
(5-00800)
KHALIL detto ALI RASHID, MANTOVANI e SINISCALCHI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
una cittadina italiana, Margherita Dametti, partita il 9 gennaio 2007 con volo della Swiss Air per l'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, con il compito di monitorare un progetto in ambito sanitario pediatrico, approvato e finanziato dalla regione Toscana e proposto dal comune di Vinci e dall'associazione Onlus di Firenze «Amicizia Italo-Palestinese» su loro incarico si recava in Israele per raggiungere i Territori Palestinesi Occupati, si è vista rifiutare il visto di entrata sulla base di motivazione di diniego del Ministero dell'interno israeliano;
la giovane aveva partecipato in passato ad uno scambio accademico di ricerca tra l'università di Pavia e quella di Betlemme, autorizzata in base a visti turistici concessi su presentazione di lettere rilasciate dall'Ufficio della Cooperazione Italiana del Consolato di Gerusalemme ed aveva lasciato i Territori Palestinesi Occupati da circa sei mesi;
in quella prima occasione, il visto veniva negato in quanto secondo le autorità israeliane la giovane avrebbe dovuto presentarsi alla frontiera già munita di un visto per lavoro (nonostante la sua presenza fosse autorizzata da oltre un anno dalle stesse autorità israeliane in base a visti turistici come sopra specificato e nonostante la giovane non svolgesse attività di tipo lavorativo ma bensì di studio);
nessuno dei cooperanti che opera nei Territori Palestinesi Occupati è munito di visto di lavoro e nessuno studente di visto per studio, situazione ben nota al nostro Ministero degli affari esteri;
anche in occasione del rifiuto posto dalle autorità israeliane il 9 gennaio 2007 a Tel Aviv alla richiesta di visto, veniva inizialmente riproposta come motivazione
la mancanza di visto di lavoro rilasciato dall'Ambasciata Israeliana in Italia con il quale la giovane si sarebbe dovuta presentare in aeroporto;
alle continue affermazioni della giovane che cercavano di dimostrare l'infondatezza del diniego, il personale addetto adduceva altra diversa motivazione affermando che il rifiuto del 18 settembre 2006 ad Allenby (alla frontiera tra Territori Palestinesi Occupati e Giordania) era valido per 5 anni, e il personale del Ministero degli interni presente alla frontiera non era ben informato e non era autorizzato a parlare per conto del Ministero;
secondo le autorità israeliane la giovane, in seguito al diniego del 18 settembre 2006, avrebbe potuto ottenere un visto di entrata solo ed esclusivamente presentando uno speciale invito da parte di una persona o ente israeliano;
l'ambasciata italiana a Tel Aviv era stata informata dell'arrivo della giovane dal comune di Vinci e a sua volta aveva informato le autorità dell'aeroporto e solo all'inizio della permanenza forzata la giovane ha potuto avvertire l'ambasciata della situazione in cui si trovava;
le autorità israeliane hanno continuato a negare l'intervento dell'Ambasciata che ha informato la giovane di aver inviato fax e di aver più volte telefonato;
la giovane dopo aver ricevuto il diniego del permesso di entrata è stata accompagnata in una saletta di attesa, le è stato vietato di usare il cellulare, successivamente scortata, alla zona ritiro bagagli, sottoposta a interrogatorio sulle motivazioni dei suoi viaggi, sull'attività che ha svolto in passato e su quella che avrebbe dovuto svolgere;
la giovane dopo essere stata sottoposta a perquisizione corporale minuziosa, perquisiti tutti gli indumenti contenuti nella sua valigia, è stata portata al centro di detenzione immigrati, nelle vicinanze dell'aeroporto;
dopo la requisizione del bagaglio e della macchina fotografica le è stata sottoposta una dichiarazione, scritta in ebraico, che avrebbe dovuto firmare e solo dopo insistenza la giovane ne ha ottenuto la traduzione in lingua inglese;
la giovane arrivata alle ore 14,35 del 9 gennaio 2007 all'aeroporto di Tel Aviv, nel tardo pomeriggio è stata trattenuta in una cella in condizioni fatiscenti, dove si trovavano una boliviana e una tailandese, e solo alle 5,30 del mattino seguente è stata imbarcata sull'aereo per Zurigo dopo non aver ricevuto né da bere né da mangiare e il permesso di recarsi in bagno;
durante la notte il personale carcerario è più volte entrato nella cella chiedendo con urla i biglietti aerei, mentre tale documentazione era già nelle mani delle autorità che avevano provveduto al loro trattenimento;
alle ore 5,30 del 10 gennaio scortata dalla polizia la giovane è stata imbarcata, sull'aereo della Swiss Air direzione Zurigo e consegnata con i suoi documenti al capitano, il quale all'arrivo in Svizzera l'ha consegnata agli addetti dell'aeroporto che, dopo un breve interrogatorio, fotocopiati i suoi documenti, l'hanno lasciata libera di attendere il volo per Milano -:
quali azioni il Ministro degli affari esteri abbia già intrapreso e intenda intraprendere, alla luce della risposta del 20 dicembre 2006 ad una precedente interrogazione sulla questione dei visti, affinché situazioni come quella sopracitata non siano a ripetersi in futuro.
(5-00801)
GIANCARLO GIORGETTI, ALLASIA, FAVA, MONTANI, BRIGANDÌ e ZACCHERA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
si è venuti a conoscenza dai quotidiani dell'arresto in Lettonia, con l'accusa di frode, dell'imprenditore italiano Mario
Gavosto che aveva avviato a Riga una attività commerciale nel settore dei prodotti informatici;
Gavosto, che si professa innocente, lamenta una irregolarità degli interrogatori da parte della polizia lettone, che lo avrebbe ascoltato senza assistenza legale ed in lingua inglese, da lui non padroneggiata;
l'imprenditore italiano ritiene altresì di non aver ricevuto una assistenza adeguata e pronta da parte dell'Ambasciata italiana a Riga, alla quale si è rivolto -:
se il Ministro sia a conoscenza del caso e se l'Ambasciata italiana a Riga si sia adoperata in tutti i modi opportuni per garantire supporto al nostro connazionale.
(5-00802)
Interrogazione a risposta scritta:
ROMAGNOLI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 19 della legge 21 novembre 1967, n. 1185 recita «nessuna tassa è dovuta per il rilascio/rinnovo passaporto ordinario, in Italia od all'estero»:
a) da coloro che sono da considerare emigranti ai sensi delle norme sull'emigrazione;
b) dagli italiani all'estero che fruiscono di rimpatrio consolare o rientrino per prestare servizio militare;
c) dai ministri del culto e religiosi che siano missionari;
d) dagli indigenti;
il libretto del passaporto rilasciato ad appartenenti alle predette categorie è gratuito;
gli atti, documenti e domande occorrenti per il rilascio o rinnovo del passaporto in favore delle persone sopra menzionate sono redatti in carta libera, con esenzione da qualsiasi imposta o tassa;
dal mese di ottobre 2006 viene rilasciato il nuovo libretto passaporto dal costo pari a 44,66 euro, le spese delle foto biometriche pari a 12,50 euro e le spese postali (raccomandata 3,50-3,99 euro) per un costo totale del passaporto valido per i Paesi dell'Unione europea pari a 60,66 euro;
non ogni Consolato applica la suindicata normativa in modo uniforme e imparziale;
attualmente la maggioranza dei nostri connazionali residenti all'estero soffre del persistere della crisi economica nei Paesi dell'Unione europea e percepisce - ove il singolo Stato sociale lo prevede - l'assegno sociale minimo per un importo annuo inferiore a 5.000,00 euro;
il passaporto non è solo un documento di riconoscimento ma è necessario e indispensabile alla tutela dei diritti del connazionale (aprire il conto in banca, richiedere il tesserino assicurativo, eccetera);
molti Consolati disconoscono (o non vogliono applicare) le semplificazioni amministrative impartite dal decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 -:
se il dicastero della Farnesina intenda assumere iniziative perché sia rilasciato gratuitamente il passaporto per tutti i connazionali che dimostrano un reddito annuo netto non superiore a 5.500,00 euro.
(4-02836)