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Allegato B
Seduta n. 121 del 7/3/2007
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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XIII Commissione:
RUVOLO e DELFINO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
si registra una caduta verticale del prezzo di mercato delle arance e dei prodotti ortofrutticoli stagionali, la cui vendita è resa difficile, e in taluni casi inattuabile, nei mercati ortofrutticoli d'Italia e d'Europa, a causa del numero elevato di prodotti provenienti da ogni parte del mondo;
l'attuale crisi di mercato va a sommarsi ad una serie di calamità naturali registrata tra gli anni 1999 - 2002 che hanno segnato profondamente l'economia siciliana, in particolare:
non risulterebbero ancora del tutto pagati i contributi relativi alle calamità naturali degli anni scorsi;
sono ancora in fase di definizione le procedure di realizzazione dello sgravio degli oneri previdenziali in agricoltura relativi agli anni pregressi;
è opportuno procedere con urgenza ad una revisione della complessa normativa vigente in materia di strumenti idonei a programmare le immissioni sul mercato di detti prodotti, valutando la possibilità di estendere detta normativa agli altri settori alimentari in crisi -:
quali siano le iniziative per risolvere le numerose problematiche attinenti alla caduta di mercato dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli.
(5-00803)
MISURACA, GIUSEPPE FINI, GRIMALDI, IANNARILLI, LICASTRO SCARDINO, MARINELLO, MINARDO, ROMELE e PAOLO RUSSO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'anomalo andamento dell'inverno, particolarmente mite e senza precipitazioni di rilievo, sta determinando un forte stato di preoccupazione tra gli agricoltori, per le possibili conseguenze sulle produzioni agricole, all'approssimarsi della primavera e soprattutto dell'estate che si preannuncia critica sul piano dell'approvvigionamento e della gestione delle acque;
molti meteorologi parlano già del 2007 come dell'anno più caldo da quando esistono rilevazioni attendibili e c'è chi si spinge oltre spiegando le temperature elevate che dalla Russia alla costa est degli Stati Uniti sorprendono esperti e non, come un chiaro segnale dell'effetto serra;
secondo le rilevazioni dell'Istituto di Scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (che
nella propria banca rileva i dati meteorologici dal 1800) quello in corso è l'inverno più caldo degli ultimi due secoli, verificando che è stato superato il precedente valore massimo raggiunto nel 1990: un'anomalia di +2,27 gradi rispetto alla media del periodo 1961-1990 (il secondo più caldo è stato il 2001 con +1,79 gradi);
in natura i cicli riproduttivi sono sconvolti con la maturazione contemporanea e anticipata di verdure e ortaggi come non si era mai verificata prima: il caldo record confonde la vegetazione con uno sfasamento stagionale nelle campagne dove sono già comparse con mesi di anticipo le fioriture primaverili di primule, mimose, albicocchi, susini e mandorli, con il rischio di danni alle coltivazioni che sono impreparate all'eventuale arrivo di ondate di freddo;
in particolare, ad esempio, il mancato arrivo del freddo influisce sulla qualità dei nostri agrumi, che, normalmente, alla fine di ottobre giungono a maturazione ed assumono il tipico colore, giallo o arancione, a seconda che si parli di limoni, arance o clementine, ottenendo tale colorazione grazie all'escursione termica giorno/notte e estate/inverno, ossia devono affrontare il cambiamento della stagione, cosa che non si è verificata;
il problema è sentito in tutto il territorio nazionale dalla Liguria dove le mimose e le ginestre sono già fiorite alle Marche dove in Valdaso e lungo la Riviera delle Palme i fiori stanno per sbocciare su albicocchi e peschi fino alla Sicilia dove sono in fiore i mandorli dell'agrigentino;
lo sfasamento climatico di questo inverno anomalo sta determinando anche una sovrapproduzione legata tuttavia a scadimento della qualità: in molti casi per evitare tale scadimento qualitativo del prodotto, si rendono necessarie operazioni colturali o interventi artificiali, che fanno inevitabilmente aumentare i costi di produzione, da un lato e peggiorare le caratteristiche organolettiche e di salubrità dall'altro;
anche al di fuori del comparto strettamente agricolo, nove italiani su dieci sono preoccupati dei cambiamenti climatici in atto e degli effetti del riscaldamento globale, temendo che ciò potrebbe tradursi (oltre a problematiche di tutt'altro tenore) anche in un forte aumento dei prezzi dei prodotti agricoli soprattutto freschi, riducendo di fatto il loro potere d'acquisto;
le temperature invernali elevate sono associate più frequentemente, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, al verificarsi di fenomeni di carenza idrica o quanto meno di periodi caratterizzati da frequenti eventi piovosi e periodi di vera e propria siccità, con danni immaginabili al settore primario;
dalle Associazioni agricole si apprende che i prezzi per i consumatori sui banchi di vendita non hanno subito variazioni di rilievo in diminuzione, mentre sarebbero ingenti le perdite economiche per gli agricoltori con il crollo dei listini a pochi centesimi ed elevate quantità di prodotto invenduto, come accade ad esempio per il 70 per cento della produzione di carciofi nel brindisino;
ripetutamente i rappresentanti degli agricoltori, Coldiretti, Confagricoltura e CIA, hanno evidenziato la necessità dell'avvio del piano irriguo nazionale con l'utilizzo dei 920 milioni di euro previsti in Finanziaria;
vi è tra l'altro una forte competizione delle risorse idriche tra diversi settori: l'uso agricolo, quello industriale e quello civile e che vi sono molti sprechi a causa della rete irrigua non proprio efficiente;
è opportuno pertanto cercare soluzioni e intraprendere le necessarie iniziative, evitando di dover poi gestire l'emergenza - come spesso è successo - nei mesi estivi, quando la siccità diviene non più ipotetica, ma reale e concreta;
nell'interrogazione Misuraca 5-00327 presentata il 20 ottobre 2006 è stato posto il problema della necessità di attuare da parte del Governo un'azione di mantenimento e potenziamento di un'adeguata
struttura «dedicata» per gli interventi irrigui di competenza statale nei territori delle regioni meridionali che possa operare il rafforzamento di azioni tese ad accrescere le capacità progettuali dei consorzi di bonifica meridionali, nonché definire un piano strategico pluriennale (tanto più opportuno all'inizio del nuovo ciclo di finanziamenti comunitari) per interventi irrigui, garantendo nel contempo il necessario coordinamento tra le diverse iniziative statali (ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, Legge Obiettivo, eccetera) e regionali, scongiurando che successive assegnazioni statali vedano ulteriormente svantaggiata la parte più «bisognosa» del Paese;
nella risposta alla suddetta interrogazione il rappresentante del Governo dichiarava di condividere l'opportunità di offrire un «adeguato» supporto agli Enti irrigui del Mezzogiorno, attraverso un ruolo più incisivo degli uffici ministeriali a ciò deputati;
sul piano degli interventi di lungo periodo la finanziaria 2007, relativamente al finanziamento del programma nazionale irriguo, sembrerebbe garantire la realizzazione dei progetti esecutivi predisposti dai Consorzi di bonifica, il che potrebbe contribuire a risolvere molti problemi soprattutto quello della disponibilità di risorse idriche con l'ammodernamento degli impianti;
gli interventi infrastrutturali in materia di approvvigionamento idrico richiedono costi di investimento elevatissimi e tempi di realizzazione lunghi, è necessario intervenire con urgenza e razionalità sulla domanda e soprattutto sull'efficienza dell'utilizzo irriguo, attraverso azioni mirate al miglioramento delle reti di adduzione e distribuzione, nonché sulle utenze e sulla stessa gestione;
pur riconoscendo l'importanza dell'acqua per i suoi molteplici usi, non va dimenticato che essa per l'agricoltura assume un ruolo indispensabile, pertanto il suo uso a fini irrigui non è mai uno «spreco», andando semmai a migliorarne l'efficienza distributiva-:
a che punto sia l'avvio del piano irriguo nazionale con i fondi previsti in finanziaria per la realizzazione di progetti di miglioramento dell'efficienza irrigua sul territorio, iniziando così la risistemazione della rete infrastrutturale irrigua, se si siano trovate soluzioni per offrire adeguato supporto agli enti irrigui meridionali, come dichiarato nella risposta all'interrogazione Misuraca 5-00327 e quali siano gli intendimenti del Governo per fronteggiare la situazione climatica anomala, anche per evitare di affrontarla nell'emergenza quando il problema si tradurrà anche sui consumatori finali, con effetti negativi soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione.
(5-00804)
ALESSANDRI e DOZZO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
da decenni in Provincia di Reggio Emilia si discute sulla necessità di poter realizzare una diga in località Vetto d'Enza (Reggio Emilia);
le scarse precipitazioni degli ultimi anni e la conseguente gravissima penuria di acqua, ridotta al minimo anche nel bacino naturale del Po, anche per irrigazione ha messo a durissima prova l'intero comparto agroalimentare padano ed in particolare le zone reggiane e parmigiane a grande valenza agricola;
sono da ritenersi a rischio molte delle colture delle aree interessate;
una decina di anni fa i lavori sembravano poter procedere, vista la grande condivisione sulla utilità della diga, e per motivi politici poi tutto si è nuovamente fermato;
è da questo punto di vista insufficiente anche il Piano idrico regionale ed è possibile, come rilevato anche dalle associazioni di categoria, quantificare un deficit idrico che si aggiri sui 7/10 milioni di metri cubi o più attendibilmente sui 20/25 milioni di metri cubi;
a tal proposito la Diga di Vetto sarebbe opera utilissima se non decisiva di fronte a questo problema;
procedere con piccolissimi bacini è da ritenersi non esaustivo e foriero di troppi interventi poco controllabili, difficilmente utili economicamente e difficilmente realizzabili in una rete efficiente e puntuale come un'opera unica oltre a lasciare vari dubbi sulla opportunità stessa di realizzarli;
mentre la provincia di Parma si è dotata di piano idrico quella reggiana ancora non lo ha fatto -:
quali atteggiamenti voglia tenere il Ministro in merito a queste problematiche al fine di interloquire con le pubbliche amministrazioni e garantire adeguate risposte al mondo agricolo e finalmente poter chiarire quali siano le intenzioni in merito dopo tanti dibattiti e, conseguentemente, sollecitare la Provincia di Reggio Emilia a dotarsi di opportuno piano idrico adeguato e puntuale senza il quale si rischia ancora per decenni di rimandare una seria ed accurata valutazione delle esigenze e delle priorità in tema di carenza idrica.
(5-00805)
Interrogazione a risposta in Commissione:
MARINELLO, GIUSEPPE FINI, GRIMALDI, IANNARILLI, LICASTRO SCARDINO, MINARDO, MISURACA, ROMELE e PAOLO RUSSO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
da diverso tempo, giungono notizie secondo cui l'UNIRE - Unione nazionale incremento razze equine, ente preposto tra l'altro, al controllo delle corse soggette a scommesse e vigilato dal ministero delle politiche agricole e forestali, che ha recentemente nominato un commissario governativo dell'ente nella persona del signor Guido Melzi D'Eril, opera in notevoli difficoltà di natura economica ed amministrativa;
l'attività dell'ente che è di diritto pubblico e che sovrintende a tutta l'ippica e ai settori connessi, come quelli delle corse e dell'allevamento, riveste particolare importanza;
l'attuale gestione commissariale, non sta producendo soddisfacenti risultati in termini gestionali e di rilancio e sviluppo dell'ente stesso, con il rischio di arrecare un grave danno di immagine e di credibilità per l'UNIRE;
attualmente è diffuso un malcontento tra i soggetti coinvolti nel mondo dell'ippica a livello nazionale, a causa delle incertezze e della mancanza di una strategia di rilancio, da parte dei vertici dell'ente, che sta diffondendo un clima di generale insoddisfazione -:
se non ritenga opportuno intervenire, al fine di definire un programma strategico per il futuro, che possa determinare la conclusione dell'attuale gestione di commissariamento dell'UNIRE;
quali provvedimenti intenda adottare, per ristabilire una gestione collegiale e democratica di questo ente, incaricato dalla legge di sovrintendere alla tutela ed allo sviluppo del patrimonio equino e delle attività, ippiche nel nostro Paese.
(5-00810)
Interrogazioni a risposta scritta:
BUONFIGLIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
a partire dal 1o dicembre 2006 possono, ai sensi dei regolamenti comunitari, essere messe in pagamento le domande di aiuto relative al «pagamento unico» introdotto dalla riforma della PAC, relative all'anno 2006;
i servizi della Commissione UE rimborsano a ciascuno Stato membro i pagamenti eseguiti a favore dei produttori nel secondo mese successivo a quello di effettivo pagamento;
per tale motivo l'AGEA, come ogni anno, aveva tempestivamente richiesto al Ministero dell'economia e delle finanze l'anticipazione finanziaria necessaria a far fronte ai pagamenti in questione, in attesa del successivo rimborso da parte della UE -:
se sia vero che il Ministero dell'economia e delle finanze non ha corrisposto all'AGEA l'anticipazione richiesta, e per quali motivi;
se sia vero che, a causa di quanto sopra, l'AGEA e gli altri Organismi Pagatori hanno potuto eseguire il pagamento di domande per un importo pari soltanto ad 1,6 miliardi di euro circa, a fronte di un importo complessivamente già pagabile a seguito dei controlli che era di circa 3 miliardi di euro;
se sia vero che il pagamento degli importi residui potrà avvenire soltanto nel mese di marzo a seguito del rimborso da parte della UE delle spese sostenute a dicembre, con grave impatto socio-economico sulle imprese agricole nazionali.
(4-02824)
BUONFIGLIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
a seguito della riforma degli aiuti comunitari nel settore «sviluppo rurale», i servizi della Commissione europea concedono le anticipazioni finanziarie agli Stati membri, relativa alla quota di cofinanziamento di competenza comunitaria, nella misura percentuale prevista dai regolamenti comunitari, soltanto a seguito dell'approvazione dei singoli piani operativi predisposti a livello regionale;
non essendo per ora intervenuta tale approvazione, la Commissione non ha al momento concesso alcuna anticipazione;
l'AGEA, ha richiesto al Ministero dell'economia e delle finanze l'anticipazione finanziaria necessaria a far fronte ai pagamenti della quota parte di cofinanziamento nazionale relativa ai programmi di sviluppo rurale pagabili a partire dal 16 ottobre 2006, e che tale anticipazione non è stata concessa dal Ministero dell'economia e delle finanze -:
se sia vero che talune regioni, per evitare forti disagi alle imprese agricole ubicate nel territorio di propria competenza, hanno «anticipato» all'AGEA, nella prima quindicina del mese di gennaio 2007, proprie risorse utili ad eseguire i pagamenti di cui sopra in misura comprensiva della quota comunitaria, della quota nazionale e della quota regionale, che l'AGEA avrà poi cura di rimborsare alle regioni stesse in esito al trasferimento di quanto dovuto da parte della Commissione UE e del Ministro dell'economia e delle finanze;
se sia vero che, ciononostante, fino ad oggi l'AGEA non ha ancora eseguito i pagamenti in questione, e per quali motivi.
(4-02825)