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Allegato B
Seduta n. 123 del 9/3/2007
TESTO AGGIORNATO AL 13 MARZO 2007
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SALUTE
Interrogazioni a risposta in Commissione:
BIANCHI e ZANOTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
recenti fonti di stampa riportano la notizia - emersa in seno ai lavori del Seminario «Farmaci e donne» promosso da Farmindustria e dalla Società Italiana di farmacologia, tenutosi lo scorso 13 ottobre - di una sostanziale discriminazione, a danno delle donne, nella sperimentazione farmacologica ed in base alla quale la maggior parte dei medicinali sono prodotti sulla base di studi condotti su animali o su persone di sesso maschile;
tale esclusione potrebbe inficiare la validità scientifica dei risultati delle verifiche posta la mancata valutazione, in sede di sperimentazione, delle peculiarità biologiche ed ormonali delle donne;
dalla esclusione potrebbe derivare, altresì, una percentuale di rischio di effetti collaterali nelle donne più alta che negli uomini;
la mancata valutazione delle reazioni dell'universo femminile ai test clinici potrebbe comportare, in definitiva, una carenza sulla qualità e sull'efficacia delle cure di cui i farmaci da testare sono destinati -:
quali iniziative intenda intraprendere al fine di accertare ed, eventualmente, porre termine a questa forma di carenza nelle metodiche di sperimentazione dei farmaci.
(5-00823)
ROCCO PIGNATARO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
attraverso recenti sondaggi, realizzati nel nostro Paese da autorevoli enti specializzati, si sta evidenziando un preoccupante e crescente livello di disinformazione giovanile di fronte alla minaccia - tuttora costante - di contagio da virus HIV (AIDS);
in particolare, queste indagini effettuate su ragazzi e ragazze di età inferiore ai trenta anni riportano che più del 20 per cento degli intervistati è convinto che sia disponibile un vaccino contro la AIDS in grado di debellare il virus in termini risolutivi ed assoluti;
ancor più preoccupante è il dato secondo il quale un altro 20 per cento degli intervistati dichiara di non essere adeguatamente informato circa le modalità
attraverso le quali avviene il contagio nonché delle precauzioni da porre in essere per evitarlo;
atteso che la minaccia del virus, malgrado i passi avanti della scienza medica, rimane, tuttora, un dramma per milioni di persone, sia a livello mondiale che nazionale;
una corretta informazione e prevenzione è allo stato attuale, il miglior strumento di cui siamo in grado di disporre per arrestare il dilagare di questo virus -:
quali provvedimenti, l'onorevole Ministro interrogato intenda porre in essere al fine di aumentare la sensibilizzazione sul problema esposto, soprattutto tra i giovanissimi, anche con campagne informative che aumentino il livello di conoscenza dei metodi di prevenzione della malattia e sui comportamenti considerati ad alto rischio di contagio.
(5-00824)
Interrogazioni a risposta scritta:
PORFIDIA e MURA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
nell'organismo umano si calcola che avvengano circa 100.000 reazioni chimiche al secondo; tali reazioni sono controllate da particolari molecole proteiche biocatalizzatrici chiamate enzimi, le quali per funzionare adeguatamente richiedono la presenza di determinati minerali. Se i minerali sono carenti, o se si registra la presenza di minerali tossici, la funzione enzimatica viene disturbata o si estingue, causando gravi danni all'organismo;
il Mineralogramma è un esame che fornisce un accurato identikit biochimico che utilizza la spettrofotometria di massa ad induzione di plasma, una tecnica molto simile a quella usata per studiare e valutare la composizione minerale delle stelle e dei pianeti; si tratta di un test riconosciuto dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che completa le indagini cliniche già in uso, in grado di apportare informazioni sulla funzionalità del metabolismo rivelando quali equilibri siano stati alterati, di quali integratori minerali e vitaminici abbiamo bisogno, quali metalli tossici stiamo accumulando molto prima che si manifestino i sintomi o che le analisi rivelino la loro presenza;
in Italia c'è un solo laboratorio che esegue in sede il Mineralogramma con biologi in grado di prescrivere un'integrazione mirata disintossicante;
il tiomersale è un composto che contiene il 49,6 per cento in peso di mercurio, ed era contenuto nei vaccini per adulti e per bambini; solo in data 13 novembre 2001, con decreto ministeriale, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 66 del 19 marzo 2002, il Ministero della Salute ha obbligato tutte le aziende produttrici di vaccini a modificare la composizione di ogni loro prodotto eliminando il tiomersale o altri conservanti organomercuriali entro il 31 dicembre 2002. Tutte le confezioni di vaccini contenenti tale conservante dovevano essere ritirate dal commercio entro il 30 giugno 2003;
è prassi per i dentisti operare le otturazioni ai denti con amalgami al mercurio e non sempre gli studi sono attrezzati per calcolare i giusti dosaggi, inoltre quando si rimuovono gli amalgami dentali senza usare il protocollo di rimozione protetta, si sottopongono i pazienti a gravi intossicazioni acute e croniche, poiché i metalli tossici non possono essere eliminati dal corpo -:
se il Ministro non ritenga opportuno intervenire, adottando le necessarie misure, affinché siano introdotti nel sistema diagnostico sanitario italiano laboratori, in numero sufficiente in ogni regione, in grado di effettuare analisi e test tossicologici mirati per la ricerca di sostanze e metalli tossici; di valutare inoltre la possibilità di assumere iniziative, anche normative, per rendere obbligatorio per i dentisti imparare ed attuare la tecnica di rimozione come da protocollo di rimozione protetta.
(4-02878)
BRIGUGLIO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
è necessario conoscere i dettagli della vicenda riportata dalla stampa in ordine all'aborto, praticato presso l'ospedale di Careggi, con la motivazione che si trattava di un bambino affetto da grave malformazione, circostanza poi risultata non vera;
il bambino venuto al mondo in seguito all'intervento abortivo è risultato sanissimo ma, dopo aver lottato per la sopravvivenza, si è spento -:
con quale procedura sia stato autorizzato l'aborto, in violazione - secondo l'interrogante - della stessa legge n. 194, tenuto conto che si trattava del quinto mese di gravidanza;
se siano state accertate le responsabilità di quanto accaduto che può qualificarsi non solo come un caso di malasanità ma come un vero e proprio crimine contro il diritto alla vita;
quali siano le attività terapeutiche che sono state attivate per salvare la vita del bambino;
quali siano le valutazioni del Governo suggerite da questo gravissimo episodio che ha profondamente commosso l'opinione pubblica e in particolare se intenda attivare un monitoraggio per avere un quadro di riferimento esatto in ordine alle reali e concrete modalità seguite dalle strutture pubbliche nell'autorizzazione degli aborti soprattutto sotto il profilo della prevenzione e della corretta informazione delle donne e delle famiglie.
(4-02881)
MARINELLO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la triste vicenda del bambino nato prematuramente e deceduto subito dopo presso l'Ospedale di Careggi vicino Firenze, a seguito anche ad errori da parte dei medici che hanno praticato l'aborto credendolo malformato, ripropone drammaticamente la vicenda dell'aborto terapeutico e dell'interruzione della gravidanza, di un feto di 22 settimane rivelatosi poi sano;
quanto accaduto desta sconcerto e perplessità sullo stato di efficienza della sanità nella Regione Toscana, anche alla luce di deprecabili vicende accadute recentemente proprio all'interno del suddetto ospedale a seguito dei trapianti di organi infetti;
infatti il decesso del feto nato vivo dopo l'aborto induce a verificare se sussistano gli estremi per una sospetta violazione della legge 194 recante: «Norme per la tutela della maternità e sull'interruzione volontaria di gravidanza», in quanto appare evidente che quanto accaduto costituisce l'ennesima prova che la predetta legge non sia rispettata;
in particolare l'articolo 7 della legge 194 prevede che qualora la gestazione abbia superato i 90 giorni, se sussiste la possibilità di vita autonoma del bimbo, la gravidanza si può interrompere a scopi cosiddetti terapeutici solo quando la sua prosecuzione comporti grave pericolo di vita per la madre;
in base alla legge vigente dunque, l'aborto terapeutico eugenetico, slegato da ogni idea di tutela della vita della donna, è vietato, come confermato anche dalla Corte di Cassazione;
all'interrogante appare ulteriormente confermata la violazione della legge 194, anche in un'altra parte dell'articolo 7, ovvero quella che impone a chi assiste all'aborto di prestare assistenza al feto nato vivo, obbligando il medico ad adoperarsi per salvaguardare la vita del bimbo -:
se non ritenga urgente avviare un'indagine ministeriale al fine di verificare le effettive responsabilità di quanto avvenuto all'interno della struttura ospedaliera riportata in premessa, sulla vicenda dell'aborto terapeutico e sulle diagnosi evidentemente sbagliate che hanno provocato il decesso del bambino;
se non ritenga infine, in considerazione di quanto avvenuto, di dover intervenire, attraverso un apposito provvedimento legislativo, al fine di correggere evidenti distorsioni e lacune normative contenute all'interno della legge 194, cosi come questa triste vicenda ripropone in maniera evidente.
(4-02883)