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Allegato B
Seduta n. 127 del 15/3/2007
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SVILUPPO ECONOMICO
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro della solidarietà sociale, per sapere - premesso che:
la città di Roma si trova in una condizione di vera e propria emergenza in
ordine alla tematica «casa», così come più volte espresso anche dal sindaco;
la società Sara era proprietaria nel XIII Municipio - in Viale dei Promontori e in Via Ferdinando Acton - di un complesso immobiliare di 220 appartamenti totalmente occupati da inquilini;
la stessa ha provveduto il 20 dicembre 2006 a vendere gli immobili alla Società Babcok & Brown Montipò S.r.l.;
gli inquilini si sono costituiti in associazione promo acto per tutelare i propri diritti;
gli stessi sono interessati all'acquisto dell'immobile da loro occupato;
il Comune di Roma e il XIII Municipio si sono attivati, dopo l'approvazione all'unanimità di un ordine del giorno, sia nei confronti della venditrice Sara - Gruppo Aci - sia nei confronti della società acquirente -:
quali iniziative s'intendano adottare per facilitare l'esercizio del diritto di prelazione sugli immobili da parte degli inquilini occupanti, posto che, ad avviso degli interpellanti, possono essersi verificate anomalie nella compravendita tra la Sara, peraltro facente parte del Gruppo ACI, e l'acquirente Brown;
se non intenda acquisire informazioni dalla società venditrice sulla compravendita citata, e se si possano valutare iniziative che diano certezza di continuità alle 220 famiglie evitando così disagi sociali di grave rilevanza che spesso incidono su individui di età ormai avanzata che ben difficilmente, autonomamente, sarebbero in grado di individuare soluzioni alternative.
(2-00419)
«Buontempo, Germontani, Giorgio Conte, Porcu, Giachetti, Leo, Moffa, Ascierto, Campa, Proietti Cosimi, Barbieri, Rositani, Murgia, Amoruso, Menia, Rampelli, Rosso, Mazzocchi, Mancuso, Ulivi, Pedrizzi, Lupi, De Corato, Gasparri, Ciccioli, Frassinetti, Salerno, Holzmann, Gamba, Giulio Conti, Alberto Giorgetti, Lionello Cosentino, Raisi, Perugia, Gibelli, Cota, Nardi, Lo Monte, D'Elpidio, Morrone, Pini, Astore, Raiti, Bonelli, Pedrini, Costantini, Volpini».
Interrogazione a risposta in Commissione:
RUGGHIA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in data 22 febbraio 2007, «Selex comunication» ha presentato il piano industriale che prevede un'evoluzione che modifica il peso dei tre settori di attività considerati strategici, con un ridimensionamento dei settori «militare e spazio» e «avionica», con una crescita in quello delle «comunicazioni professionali», cosi come un maggiore peso del mercato estero. Al tal fine il piano prevede complessivamente investimenti per 71,9 milioni di euro nel 2007, di 93,8 nel 2008 e di 70,5 nel 2009;
i principali contratti sono quelli relativi a Tetra Armsat, JSF ed Algeria (unitamente a Selex Sistemi Integrati che svolge il ruolo di prime contractor) ed ordini per 792,2 milioni di euro nel 2007, 905,5 nel 2008 e 1014,6 nel 2009, a cui corrisponde un EBIT di 18 milioni di euro come preconsuntivo del 2006, di 23,6 milioni di euro come budget 2007 e di 5 milioni di euro per il 2008, confermando quindi la situazione fortemente critica dell'azienda;
per quanto riguarda i livelli occupazionali, l'azienda ha annunciato problemi di collocazione per 770 persone, di cui 170 gestibili con misure di riqualificazione e ricollocamento all'interno dell'azienda, relativamente a professionalità elevate, secondo un piano in parte già avviato dall'azienda prima della prestazione del piano. Le rimanenti 600 unità sono considerate esuberi, di cui 52 nelle funzioni di staff, 33 nella «VDG mercati» e 515 nella «VDG operations», 350 secondo l'azienda
sarebbero gestibili con esodi incentivati (60), mobilità ordinaria (90) e mobilità lunga (200). Per quanto riguarda i rimanenti 250 esuberi, l'azienda ha confermato di non essere in grado di individuare una loro collocazione per il 2007 e 2008, annunciando contestualmente una possibile ripresa alla fine del 2009. Tali criticità riguardano in particolare il customer service e linee produttive (meccanica, produzione schede, logistica);
su questa base, il piano conferma sostanzialmente le missioni e le eccellenze dei siti di Firenze, Genova, Chieti, L'Aquila e Catania, mentre ridimensiona fortemente il sito di Cisterna di Latina e prevede uno spostamento di attività dal sito di Pomezia con la collocazione dei reparti di prototipazione e di alcune attività di customer service presso il sito di Cisterna di Latina e lo spostamento delle attività relative alle vendite in un nuovo sito a Roma;
le Segreterie nazionali di Fim-Fiom-Uilm ed il Coordinamento hanno espresso un giudizio negativo sul piano, che ritengono pesante per l'impatto occupazionale, mentre dal punto di vista industriale non ci sono sufficienti elementi di prospettiva in grado di garantire il rientro dei 250 lavoratori ed un rilancio per l'azienda, considerando inoltre inaccettabile l'assenza di garanzie sul mantenimento del sito produttivo di Pomezia nella sua attuale configurazione attraverso la conferma delle missioni produttive esistenti, che sarebbero stravolte, con il minacciato trasferimento a Roma Tiburtina delle attività commerciali e di marketing e nello stabilimento di Latina, di quelle di assistenza e prototipi, complessivamente 170 lavoratori coinvolti, che si aggiungerebbero ai circa 140 esuberi individuati che dovrebbero lasciare l'azienda nel corso del 2007;
il gruppo Selex Comunications, che occupa circa 4000 dipendenti sul territorio nazionale di cui 900 nello stabilimento di Pomezia, ha come principali committenti, nel mercato delle telecomunicazioni per la difesa e le reti private, il Ministero della Difesa e degli Interni;
nel ribadire che la difesa delle attività a più alto contenuto tecnologico e di innovazione presenti nel territorio di Pomezia, passa non solo dalla salvaguardia dell'insediamento industriale Selex ma anche attraverso il suo rafforzamento professionale e tecnico con i necessari investimenti -:
quali iniziative intenda assumere per garantire l'occupazione di tutti i dipendenti considerati in esubero e il mantenimento del sito di Pomezia.
(5-00847)
Interrogazione a risposta scritta:
LOCATELLI, MISIANI e SANGA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa si apprende che la società MITI (Manifattura italiana tessuti indemagliabili) di Zogno vuole procedere al trasferimento della produzione in località Urgnano;
la proprietà ha dichiarato che la chiusura della sede di Zogno avrebbe lo scopo di reperire liquidità al fine di risanare il gruppo industriale di Leonardo Polli;
in contemporanea all'annuncio del trasferimento del polo produttivo di Zogno la MITI spa ha proceduto alla messa in Cassa Integrazione, per due giorni la settimana e per otto settimane, di tutti i 250 dipendenti delle due sedi di Zogno e di Urgnano;
si tratta di una azienda, presente da oltre mezzo secolo sul territorio della Valle Brembana, che garantisce una importante occupazione femminile, che verrebbe enormemente penalizzata dal trasferimento in una località che comporta spostamenti prolungati per raggiungere e tornare dal lavoro;
tale scelta aziendale determinerebbe, tra l'altro, un'ulteriore aumento della pendolarizzazione che caratterizza sempre di più la Valle Brembana;
non si deve dimenticare il fatto che il territorio della Valle Brembana sta vivendo in maniera ormai irreversibile una crisi industriale di grandi dimensioni, con ricadute sul piano occupazionale e sociale. Infatti dopo la chiusura dello Stabilimento della Brembo spa di San Giovanni Bianco, dopo la crisi della Fir-Alstom di San Pellegrino Terme che rischia la chiusura dopo i già pesanti tagli occupazionali degli scorsi anni, con ancora aperta la vertenza della MVB di Zogno a rischio fallimento, ora si apre una nuova crisi -:
se Ministro dello sviluppo economico è a conoscenza di tale situazione e che giudizio ne dia;
se intenda assumere iniziative al fine di scongiurare questa nuova crisi che coinvolge la valle Brembana, tenendo anche conto delle relative cadute occupazionali e sociali.
(4-02950)