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Allegato B
Seduta n. 127 del 15/3/2007
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazioni a risposta scritta:
ZACCHERA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il complesso immobiliare «Villa Biraghi» nel comune di Vogogna (Verbania) sarà adibito a sede del Parco Nazionale Valgrande;
detta sede appare del tutto illogica dal punto di vista operativo poiché lontana dagli ingressi naturali del Parco e comporterà un grosso aumento di spesa -
rispetto alla localizzazione attuale della sede del Parco, ovvero Villa San Remigio a Verbania - per la gestione ordinaria dell'immobile e per i maggiori costi generali legati al suo difficile raggiungimento. Tali maggiori costi andrebbero ad oggi a quasi azzerare i fondi dell'Ente parco per la sua gestione ordinaria;
l'immobile dovrebbe peraltro essere trasferito in comodato al Parco dal comune di Vogogna, ma risulta all'interrogante che il predetto immobile «Villa Biraghi» non sia in possesso della certificazione di collaudo tecnico-amministrativo per cui il rischio è di acquisire oggi in uso un immobile non conforme alla certificazione richiesta;
poiché l'Ente parco andrà ad utilizzare una parte di Villa Biraghi recentemente ristrutturata, ma anche altre parti dell'immobile indispensabili per il funzionamento dell'Ente -:
se il Ministro abbia tenuto in considerazione i nuovi costi che l'Ente Parco Valgrande andrà a sopportare per questa futura variazione di sede e, considerandoli, darà quindi all'Ente parco una maggiore dotazione di fondi economici ordinari;
se il Ministro non ritenga indispensabile, peraltro - prima di procedere al trasferimento della sede - verificare in modo inequivocabile che l'immobile «Villa Biraghi», nell'interezza della proprietà trasferita in uso al Parco ovvero nella sua intera struttura, sia in possesso di tutti i collaudi e le certificazioni necessarie sia di carattere tecnico che amministrativo che ne permettano l'uso.
(4-02930)
GIACHETTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la centrale elettrica di Ponza opera, come noto, nel centro urbano all'interno di un costone roccioso annerito dai fumi, sul quale ed a fianco dello stesso, vivono famiglie quotidianamente sottoposte all'inalazione dei predetti fumi;
la centrale opera senza drenaggio delle particelle solide contenute nei fumi, come accertato dal 1990 dal Tribunale di Latina con Sentenza n. 90 del 1990 (confermata in tutti i successivi gradi di giudizio) ed anche recentemente dai tribunali di Gaeta e di Latina con ordinanze rispettivamente del marzo e maggio 2006 e da ultimo del 28 luglio 2006 in sede di esecuzione;
non risulta all'interrogante che l'impianto esistente sia in possesso del nulla osta previsto ai sensi dell'articolo 216 del testo unico LL.SS., così come è dato leggere nella perizia di ufficio del 1992-93 (per incarico del Procuratore della Repubblica presso l'allora Pretura Circondariale di Latina) che conclude rilevando la mancanza dell'agibilità e dell'abitabilità rilasciata ai sensi dell'articolo 221 dello stesso testo unico;
nonostante quanto precede, la SEP, la Società di gestione dell'impianto, concessionaria del Ministero dello sviluppo economico, continuerebbe ad ignorare tale giudicato resistendo anche all'esecuzione;
a tutela dell'ambiente e degli abitanti, l'adozione di provvedimenti costituirebbe, secondo l'interrogante, atto dovuto in relazione ai poteri-doveri scaturenti dagli articoli 5, lettera g), e 21 della convenzione di concessione della fornitura di energia elettrica, che impegnano la Società di gestione ad osservare rispettivamente le norme di tutela della salute dei cittadini e l'integrità psico-fisica dei lavoratori addetti all'impianto, pena la decadenza o sospensione della predetta concessione ai sensi dell'articolo 13, così come segnalato dallo stesso comune di Ponza con nota 5 maggio 2006, protocollo 3546 -:
quali provvedimenti si intenda assumere nell'ambito delle proprie competenze, ovvero quali atti si intenda compiere al fine di risolvere una situazione di
danno alle persone e all'ambiente in carenza soprattutto del sistema di drenaggio delle particelle solide, per porre fine all'avvelenamento derivante dai fumi caldi contenenti parti solide del gasolio non bruciato a rilevanza cancerogena.
(4-02940)
FOTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
notizie di stampa (Cronaca e Libertà del 28 febbraio 2007) riferiscono che i carabinieri del Nucleo Antisofisticazione Sanità (NAS) abbiano effettuato alcuni controlli presso il Polichirurgico di Piacenza, in particolare, presso il reparto di medicina nucleare;
nei giorni precedenti era stato presentato un esposto da un cittadino nel quale venivano sollevate diverse obiezioni in merito alla radioprotezione dei pazienti -:
se siano state o meno rilevate situazioni non conformi alla vigente legislazione in materia di radioprotezioni e, in ogni caso, quali siano stati gli esiti del predetto sopralluogo.
(4-02943)
DE ANGELIS, TRANFAGLIA e NAPOLETANO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il lago di Lucrino a Pozzuoli, in provincia di Napoli è un lago di origine lagunare, di rilevante importanza storica e paesaggistica;
il bacino di acqua salmastra è separato dal mare da una lingua di terra sabbiosa;
il lago Lucrino è avamposto dell'antico portus Julius, voluto dall'imperatore Augusto nel 37 a.C. Tra l'altro, ulteriori scavi hanno rilevato la presenza di numerosi complessi antichi, tra i quali quello del Balneum tritoli e delle stufe di Nerone;
il lago appartiene al demanio e quindi proprietario ne è lo Stato ex articolo 822, comma 1, secondo cui: «Appartengono allo Stato e fanno parte del demanio pubblico (...) i fiumi, i torrenti e le altre acque definite pubbliche dalla legge in materia». Secondo pure quanto dice l'articolo 144, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, secondo cui: «Tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, appartengono al demanio dello Stato»;
inspiegabilmente, però, il 27 luglio 2005 con atto notarile (rep. n. 295062 - raccolta 74213) il lago Lucrino è stato alienato per il prezzo di 845.000 euro. Parte alienante, dichiaratasi proprietaria è stata la signora Clotilde Schiano. Parte acquirente è stata la società Elgea s.r.l. con sede a Napoli in via Consalvo, in persona dell'amministratore unico, Roberto Affabile;
l'atto è stato ritenuto nullo e l'Agenzia del demanio ha citato in giudizio la signora Clotilde Schiano e la società Elgea. La prima udienza presso il giudice del Tribunale regionale delle acque pubbliche presso la Corte di Appello di Napoli è fissata per il 24 maggio 2007;
la Provincia di Napoli, il 21 dicembre 2006, con delibera di giunta n. 1143, si è costituita parte civile, accanto all'Agenzia del demanio contro la signora Schiano e la società Elgea;
nel lago Lucrino, nonostante tutto, la società Elgea esercita il diritto di proprietà, pescando nel bacino, senza curarsi dei divieti;
la Regione Campania si è già occupata della vicenda, infatti, nel 2005 presso la sede dell'Assessorato al Turismo e Beni Culturali della Regione Campania si tenne una riunione sulla vicenda della compravendita tra privati del lago Lucrino, alla quale riunione, presieduta dall'assessore al Turismo Marco Di Lello, erano presenti il vice presidente della Provincia di Napoli, Antonio Pugliese, il vice sindaco del Comune di Pozzuoli, Elio Buono, il direttore
regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Campania, Stefano De Caro e il presidente del Parco dei Campi Flegrei, Francesco Escalona;
nel corso del confronto i rappresentanti della Provincia di Napoli e della Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania hanno confermato alla Regione che il lago di Lucrino nella parte «lacustre con foce a mare» è già di proprietà pubblica in quanto trasferito al demanio ai sensi della legge 36/94 (legge Galli);
la Regione Campania si era impegnata ad esercitare il diritto di prelazione per l'acquisizione soltanto dei terreni attualmente in capo ai privati destinando a tale operazione 123.127,00 euro e, per la zona del lago di Lucrino già di proprietà demaniale gli Enti Pubblici, avrebbero attivato il progetto Life per attuare il recupero dell'area naturalistica all'interno del più vasto e già avviato programma di valorizzazione dei Campi Flegrei;
con delibera di giunta n. 23 del 19 gennaio 2007 si sono approvate le «Misure di conservazione e di salvaguardia per la tutela delle ZPS, dei SIC, dei pSIC della Campania in attuazione delle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE e del decreto del Presidente della Repubblica n. 357/97 e successive modificazioni»;
il lago di Lucrino è inserito nell'elenco dei pSIC della Campania (Allegato 1 - Provincia di Napoli punto 15) e come tale è sottoposto a tutti i vincoli previsti dalla normativa vigente -:
quali iniziative si intendano prendere per tutelare il bene pubblico;
quali progetti di risanamento siano previsti;
con quali forze e mezzi si intenda evitare che un bene pubblico sia alla mercé di privati;
come si concili lo sfruttamento del lago, inserito nell'elenco dei pSIC della Campania, da parte di privati;
se siano stati avviati i progetti per attuare il recupero dell'area naturalistica dell'intera area dei Campi Flegrei.
(4-02946)