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Allegato B
Seduta n. 127 del 15/3/2007
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GIUSTIZIA
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
la convenzione sul trasferimento delle persone condannate - adottata a Strasburgo dal Consiglio d'Europa il 21 marzo 1983 - consente che il cittadino straniero privato della libertà per aver commesso un reato possa essere trasferito nel territorio del suo Paese d'origine per scontare la pena inflittagli;
la persona condannata può essere trasferita in applicazione della convenzione purché siano soddisfatte le condizioni previste dall'articolo 3 della convenzione stessa;
lo Stato italiano ha approvato la legge del 3 luglio 1989, n. 257 (entrata in vigore il 20 luglio dello stesso anno), «Disposizioni per l'attuazione di convenzioni internazionali aventi ad oggetto l'esecuzione delle sentenze penali», tra cui anche la succitata convenzione adottata dal Consiglio d'Europa, ratificata dall'Italia il 1o ottobre 1989;
l'applicazione della convenzione ha dato spesso adito a proteste da parte di nostri concittadini, che lamentano forti ritardi procedurali nell'adozione delle decisioni riguardanti il loro trasferimento in Italia;
nonostante gli interventi e le sollecitazioni indirizzate alle autorità dagli Enti italiani di Patronato operanti all'estero la situazione sopra illustrata non è migliorata;
in particolare il trasferimento in Italia dei connazionali condannati in Germania si rivela difficoltoso e caratterizzato da notevoli lungaggini;
a titolo esemplificativo è illuminante il caso risultante agli interpellanti rappresentato di seguito: il Ministero della Giustizia del Baden-Württemberg ha risposto in data 1o febbraio 2007 alla reiterata richiesta inoltrata il 25 gennaio 2007 da un nostro concittadino condannato con sentenza del 30 aprile 2004 a 10 anni di carcere, confermando di aver trasmesso il 20 ottobre 2005 al Ministero italiano della Giustizia la documentata domanda di trasferimento
in Italia (Gesuch um Überstellung zur weiteren Strafvollstreckung nach Italien). Il Ministro italiano aveva a sua volta informato l'omologo Ministero tedesco il 20 dicembre 2006 (ad oltre un anno di distanza!) che l'udienza giudiziaria prescritta dall'ordinamento italiano per il riconoscimento della condanna inflitta dal tribunale regionale di Stoccarda avrebbe avuto luogo il 15 marzo 2007 -:
cosa intenda fare il Governo e in particolare il Ministero della Giustizia per accelerare il processo decisionale relativamente al trasferimento delle persone condannate e dare piena applicazione alla cooperazione internazionale in materia penale; cooperazione che nelle adozioni del Consiglio d'Europa persegue il reinserimento sociale delle persone condannate, che in ogni caso dovranno scontare la pena nello «Stato di esecuzione».
(2-00417)
«Narducci, Giachetti, Quartiani, Piscitello, Piro, Mattarella, Motta, Morri, Giovanelli, Gozi, De Brasi, Fedi, Barbi, Betta, De Biasi, Cuperlo, Allam, Crisci, Codurelli, Bimbi, Garofani, Gambescia, Bianchi, Benvenuto, Benzoni, Gianni Farina, Bucchino, Spini, Fumagalli, Baratella, Attili, Carra, Amendola».
Interrogazioni a risposta scritta:
FOTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nel decreto di archiviazione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pavia relativo al procedimento 2159/05 R.G.GIP., si legge testualmente: «ritenuto che l'attività peritale richiesta dalla persona offesa dal reato con questo secondo atto di opposizione, di lunga e costosa esecuzione (nomina di un perito per stabilire con certezza se le mappe genetiche acquisite al fascicolo processuale siano tutte appartenenti allo stesso soggetto da identificarsi nella persona del defunto Massimo Cataldo) non potrebbe portare ad alcun risultato positivamente apprezzabile ai fini dell'esercizio dell'azione penale in quanto, come correttamente illustrato dal pubblico ministero in richiesta, anche se in ipotesi si provasse che vi è stata confusione tra i referti relativi al deceduto e quelli di altra persona, non si potrebbe mai dimostrare che la sostituzione sia stata conseguenza di un atto doloso e non colposo, con conseguente impossibilità comunque di sostenere efficacemente l'accusa in giudizio»;
i referti in questione non riguardano certamente alcun «deceduto», essendo la persona cui gli stessi si riferiscono persona viva e vegeta, cosicché il riferimento al «defunto Massimo Cataldo» appare incomprensibile e, comunque, inconferente con il caso che qui interessa;
la persona offesa, che agisce a tutela degli interessi del figlio minore, per effetto del decreto del giudice per le indagini preliminari si vede preclusa ogni impugnativa dello stesso -:
se i fatti siano noti al Ministro interrogato e quali iniziative intenda assumere, nell'ambito delle proprie competenze, rispetto al caso qui prospettato di denegata giustizia.
(4-02942)
CASTIELLO e NESPOLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
si è tenuto nei giorni scorsi a Montesilvano (Pescara) il 28o Consiglio nazionale del più rappresentativo Sindacato autonomo di «Polizia penitenziaria», il SAPPE;
in occasione di questo appuntamento è stato reso noto che nelle 200 carceri italiane sono, oggi, nuovamente già reclusi oltre 41.000 detenuti a fronte di una capienza regolamentare massima prevista in 43.000 unità;
può dirsi, come ampiamente prevedibile e previsto, in pochissimi mesi totalmente svanito «l'effetto indulto» di cui
hanno beneficiato circa 26.000 detenuti rimessi in libertà proprio allo scopo di rendere umanamente più sostenibili le condizioni di vita all'interno dei penitenziari italiani -:
se non sia il caso, a tutela delle condizioni della popolazione carceraria e delle migliaia di operatori impegnati in prima linea all'interno dei penitenziari del nostro Paese, di ripensare il «Sistema» di detenzione italiano;
quali celeri ed oramai improcrastinabili iniziative il Ministro della giustizia intenda adottare al fine di risolvere definitivamente ed in maniera strutturale l'annosa questione dell'inadeguatezza delle carceri italiane, considerando, inoltre, la necessità di intervenire anche sul necessario incremento degli organici di Polizia penitenziaria, da anni evidentemente sottodimensionati rispetto all'emergenza che si vive quotidianamente all'interno delle strutture carcerarie del nostro Paese.
(4-02945)