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Allegato B
Seduta n. 127 del 15/3/2007
TESTO AGGIORNATO AL 22 MARZO 2007
...
POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, per sapere - premesso che:
l'emergenza provocata dal proliferare della mucillagine lungo le coste della Puglia
sta assumendo dimensioni oramai non più gestibili per il settore della pesca, tanto per il suo prolungarsi nel tempo (il fenomeno è presente da gennaio) che per gli effetti sulle attrezzature e sul pescato;
il fenomeno è ancor più preoccupante se si considera la sua progressiva diffusione anche lungo le coste del Mar Jonio e per una fascia di mare che arriva fino alle 12 miglia;
le associazioni nazionali di categoria hanno attivato il fondo di solidarietà nazionale (articolo 14 del decreto legislativo n. 154 del 26 maggio 2004) e la Regione Puglia, a seguito anche all'intervento dell'Istituto di Biologia Marina della Provincia di Bari e della Commissione Consultiva Locale della Regione, ha deliberato, il 6 febbraio 2007, la presa d'atto dello stato di calamità naturale e ha sollecitato il Ministro a prendere urgenti provvedimenti in materia;
tale intervento offre un importante sostegno nel perdurare della fase emergenziale, ma non risulta essere risolutivo dell'emergenza stessa poiché le misure finanziarie non sono destinate alla risoluzione strutturale di un fenomeno che, tanto sotto il profilo ambientale che economico, tenderà inevitabilmente ad aggravarsi -:
se il Governo ritenga attuabile la sperimentazione del fermo tecnico prolungato, previsto dall'articolo 24 del regolamento (CE) del consiglio, del 27 luglio 2006, relativo al Fondo Europeo per la Pesca (FEP) in caso di eventi calamitosi, da realizzarsi di concerto con le associazioni di categoria e armonizzando tale previsione con quella del fermo biologico stagionale;
se il Governo, ritenga di assumere iniziative e provvedimenti a carattere normativo volti a riattivare l'istituto fiscale del credito di imposta per la pesca, a supporto delle imprese colpite dall'emergenza mucillagine;
se il Governo, di concerto e con il contributo della regione Puglia e delle associazioni di categoria, senza incorrere nelle procedure di infrazione comunitarie, sia disponibile alla creazione di un Fondo destinato a garantire alle imprese di pesca un risarcimento, seppur parziale, delle perdite che si stanno verificando;
se il Governo, di concerto e con il contributo della regione Puglia e delle associazioni di categoria, sia disponibile a reperire risorse che attivino fondi di rotazione, anche sotto forma di prestiti a bassissimo interesse, per il settore della pesca relativamente alle attrezzature danneggiate ed alla ristrutturazione di cooperative in crisi a causa dell'emergenza mucillagine;
se il Governo intenda avviare attività di studio e monitoraggio del fenomeno, così da consentire la raccolta di dati scientifici indispensabili alla corretta pianificazione delle attività di pesca per il futuro.
(2-00414)«Bordo, Quartiani, Vico, Bellanova».
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, il Ministro delle politiche europee, per sapere - premesso che:
in un articolo pubblicato in data 9 marzo 2007, da: Il Giornale di Sicilia, la Coldiretti lancia l'allarme sugli effetti negativi e penalizzanti per le imprese agroalimentari, previsti dal disegno di legge comunitaria 2007;
in particolare l'articolo 9, che disciplina la produzione di quelle che sono state già denominate: «bibite fantasia», modifica la legge 3 aprile 1961, n.286 sulla «Disciplina delle bevande analcoliche vendute con denominazioni di fantasia», consentendo la possibilità della vendita nel nostro Paese, di bevande a base di zucchero, aromi e coloranti al posto della frutta vera;
il rischio preoccupante che attualmente sta destando forte preoccupazione e
sconcerto fra le imprese agricole concentrate soprattutto nel Mezzogiorno, specie quelle impegnate nella produzione degli agrumi, che versano tra l'altro in uno stato emergenziale a causa di molteplici aspetti fra cui ad esempio: la crisi idrica dovuta alla siccità, i repentini mutamenti climatici e l'aumento delle importazioni da Paesi esteri, è che per ogni punto in percentuale di frutta in meno nelle bibite, vi sia una riduzione di circa 7 milioni di litri di succo, pari a 235 mila quintali di prodotto;
l'intenzione del Parlamento europeo di introdurre pertanto tale disposizione, risulta in evidente contrasto con le iniziative attuate per educare e promuovere stili di vita corretti a partire dall'alimentazione e della salute, così come prevede il piano interministeriale: «Guadagnare in salute», approvato recentemente dal Consiglio dei Ministri;
è necessario ribadire nuovamente l'importanza della tutela e della promozione dei prodotti specie quelli agroalimentari del made in Italy, i cui tentativi di imitazione a livello mondiale contribuiscono a rendere sempre più difficile e precaria la situazione economica dell'intera filiera agroalimentare italiana -:
se non ritengano opportuno ed urgente, rivedere la disposizione contenuta nell'articolo 9 del disegno di legge comunitaria 2007, al fine di abrogarne la norma che consente la vendita delle cosiddette «bibite fantasie» ;
quali iniziative intendano intraprendere al fine di salvaguardare le imprese agricole italiane dedite alla raccolta e alla produzione di agrumi, in particolare delle arance, considerando le straordinarie proprietà nutritive che esse contengono e che restano uniche al mondo e che potrebbero ricevere un'ulteriore danno economico, se venisse approvata la norma esposta in premessa.
(2-00416)
«Marinello, Germanà, Minardo, Palumbo, Grimaldi, Angelino Alfano, Misuraca».
Interrogazioni a risposta in Commissione:
MARINELLO, ROMELE, GIUSEPPE FINI, GRIMALDI, IANNARILLI, LICASTRO SCARDINO, MINARDO, MISURACA e PAOLO RUSSO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
in data 12 marzo 2007, circa 3000 allevatori facenti capo alla Coldiretti, la Cia e Federlombarda hanno effettuato un presidio a Corteolona in provincia di Pavia, presso lo stabilimento ex Galbani, ora divenuto di proprietà della multinazionale francese Lactalis;
la manifestazione è stata indetta dopo che l'azienda Lactalis ha interrotto la trattativa sul prezzo del latte pagato alla stalla, attualmente a 30 centesimi al litro;
nel corso di una conferenza stampa i presidenti della Coldiretti Lombardia, Cia Lombarda e Federlombarda hanno chiesto la tutela del made in Italy e una maggiore trasparenza sull'utilizzo di latte proveniente dall'estero, che viene spacciato per latte italiano senza un'adeguata informazione al consumatore;
nel 2006 in Italia sono stati importati dall'estero quasi 2,2 miliardi di chili di latte e crema di latte, per essere successivamente rivenduti come latte, formaggi e latticini con il marchio made in Italy;
tale intollerabile inganno che danneggia enormemente gli allevatori ed i consumatori italiani necessita di adeguate misure che obblighino i produttori ad indicare in etichetta l'origine del latte impiegato in tutti i prodotti lattiero-caseari;
la protesta intende attrarre l'attenzione su un settore che attraversa una situazione di crisi, stretto tra «l'incudine» di costi di produzione sempre in aumento e il «martello», rappresentato da prezzi del latte sempre in diminuzione, per cui dal 2002 non esistono più accordi tra le parti;
tale situazione penalizzante, ha conseguentemente costretto i consumatori a
pagare più di 1,30 euro per un litro di latte fresco, quando ai produttori le industrie riconoscono poco più di 30 centesimi -:
quali urgenti provvedimenti intenda intraprendere al fine di stabilire il giusto valore in termini di remunerazione per i produttori e di prezzo finale al consumatore e per impedire, così come sta accadendo, che troppo spesso il latte e i suoi derivati che provengono dall'estero siano «spacciati» per italiani;
quali iniziative intenda adottare al fine di contenere l'imponente commercio di latte delle società multinazionali nel nostro Paese, che danneggia sia gli allevatori che i consumatori;
se non ritenga opportuno ed urgente, introdurre disposizioni volte ad evitare il tracollo del settore e la delocalizzazione degli impianti di trasformazione che provocheranno gravissime ripercussioni a livello occupazionale, nonché la privazione per i consumatori degli standard di qualità e di sicurezza alimentare.
(5-00845)
MELE. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
sono giunte numerosissime sollecitazioni da frantoi oleari, cooperative olearie e commercianti di olio di oliva brindisini e pugliesi, evidenziando il notevole grado di difficoltà nel quale si trova l'intero comparto. La situazione è estremamente preoccupante considerato che gli ultimi dati relativi al settore dell'olio di oliva, mostrano una notevole difficoltà registrando dati che dovrebbero far riflettere: calo dei prezzi, calo delle esportazioni (-40 per cento) con gravi conseguenze negative per la redditività delle imprese agricole, di trasformazione e di trasporti. Ogni produttore si ritrova con le cisterne piene, senza prospettive di mercato e prossimo al collasso;
in questo scenario assume un rilievo fondamentale la decisione del più grande gruppo del mezzogiorno, la Casa Olearia Italia SpA di Monopoli, di disimpegnarsi, determinando un effetto domino nel comparto dove agiva come operatore di dimensioni internazionali che assicurava sbocchi di mercato per il mezzogiorno ed in modo particolare per la Puglia. La localizzazione nella nostra regione, inoltre, garantiva la lavorazione di importanti quantitativi di oli pugliesi che venivano poi commercializzati in Italia e all'estero -:
quali iniziative intenda intraprendere per esaminare il problema, se non ritenga opportuno istituire un tavolo con gli enti locali affinché in tempi brevi si individuino soluzioni praticabili volte a far riesaminare la decisione della Casa Olearia Italia SpA.
(5-00848)