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Allegato A
Seduta n. 129 del 19/3/2007
MOZIONI BIMBI ED ALTRI N. 1-00113, GOZI ED ALTRI N. 1-00114, ELIO VITO ED ALTRI N. 1-00120, MARONI E PINI N. 1-00123, VOLONTÈ ED ALTRI N. 1-00125, ZACCHERA E LA RUSSA N. 1-00126 E D'ELIA ED ALTRI N. 1-00127 SUL RILANCIO DEL PROCESSO COSTITUZIONALE EUROPEO E DELL'AZIONE DELL'UNIONE EUROPEA
(Sezione 1 - Mozioni)
La Camera,
premesso che:
il 25 marzo 2007 ricorre il 50o anniversario della firma dei trattati istitutivi delle Comunità europee, sottoscritti a Roma nel 1957 dai sei Paesi fondatori (Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi), intenzionati a realizzare l'obiettivo di un'Europa unita, capace di assicurare ai propri cittadini il progresso economico e sociale, di ridurre le disparità fra le differenti regioni e il ritardo di quelle meno favorite, di confermare la solidarietà che la lega ai Paesi d'oltremare, nel comune rispetto della Carta delle Nazioni Unite, e di rafforzare le difese della pace e della libertà, facendo appello agli altri popoli affinché si associno in tale sforzo;
in occasione di tale ricorrenza i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri dell'Unione europea adotteranno a Berlino una dichiarazione politica solenne sul futuro dell'Europa, per riaffermare i valori europei e individuare un percorso per aggiornare il progetto europeo ai cambiamenti di questi anni, alle sfide globali, cui non si può non dare risposta, alla necessità di dotare l'Europa di una dimensione costituzionale conforme alle istanze interne, ma anche al ruolo che essa svolge nella comunità internazionale;
lo sviluppo del progetto europeo ha sempre costituito obiettivo primario dell'Italia, sia in quanto corrispondente ai valori contenuti nella Carta costituzionale, che ai propri interessi strategici di politica interna e internazionale;
l'allargamento a 27 Stati e la prospettiva rappresentata dagli ulteriori negoziati di adesione in corso impongono all'Unione europea rapide decisioni sul versante delle riforme istituzionali, da assumere in un clima di trasparenza e di dialogo con i cittadini europei;
la Germania, il Portogallo e la Slovenia - che si avvicenderanno nella presidenza dell'Unione europea nei 18 mesi compresi tra il 1o gennaio 2007 e il 30 giugno 2008 - hanno adottato nel dicembre 2006 un progetto di programma, che dà «particolare priorità al processo di riforma dell'Unione europea» e afferma la necessità che le iniziative rivolte a questo fine siano assunte in tempo per le prossime elezioni del Parlamento europeo del 2009;
in questa prospettiva i federalisti europei hanno promosso una campagna per richiedere un referendum sul processo costituente; tale referendum dovrebbe svolgersi contestualmente in tutta l'Unione europea e contemporaneamente alle elezioni europee del 2009, al fine di consentire ai cittadini di partecipare in modo più diretto e attivo alla costruzione europea;
l'attuale architettura istituzionale non consente all'Unione a 27 il mantenimento del suo standard di operatività e tanto meno gli ulteriori sviluppi dell'unione economica e monetaria, dell'Europa sociale, dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, della politica estera e di difesa, nonché una disponibilità di risorse finanziarie, tecnologiche e diplomatiche adeguata a fronteggiare i bisogni e le attese dei cittadini europei ed i più urgenti problemi globali: dalla salvaguardia dell'ambiente ai mutamenti climatici, dall'approvvigionamento energetico alla lotta contro la povertà e le malattie, dal terrorismo al crimine organizzato;
la riflessione sul futuro del «Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa», malgrado il voto contrario alla ratifica di Francia e Olanda, non può prescindere dal fatto che 18 dei 27 Stati membri hanno ratificato il trattato in rappresentanza di 275 milioni di cittadini europei;
il Trattato costituzionale rappresenta un passo importante per far sì che l'Unione europea si doti degli strumenti indispensabili per condurre un'efficace politica estera, di sicurezza e di difesa con un ministro degli affari esteri, assistito da un servizio diplomatico europeo, una rete integrata di ambasciate e di consolati;
impegna il Governo:
a dare il massimo contributo affinché la dichiarazione politica che sarà adottata a Berlino il 25 marzo 2007 trovi ispirazione, contenuti, linguaggio, capacità di coinvolgimento e mobilitazione all'altezza dei momenti e dei documenti più alti della storia dell'Unione europea;
ad assicurare, in collaborazione con le presidenze di turno dell'Unione europea e in tutte le sedi necessarie, un'azione costante, incisiva e persuasiva per:
a) fare dell'Unione europea un soggetto coerente ed efficace nell'iniziativa di politica estera, centro propulsore della pace, dell'innovazione, della crescita e della coesione economica e sociale, capace di riavvicinare i grandi e i piccoli Stati membri e di raccordarsi con i Paesi terzi, con particolare riguardo alla politica di vicinato;
b) il rilancio e la conclusione, in vista del voto europeo della primavera del 2009, del processo costituzionale europeo che offra ai cittadini più democrazia e partecipazione, per implementare i diritti sociali e civili, le libertà, l'efficacia delle politiche e per rafforzare e sviluppare la funzione legislativa del Parlamento europeo;
c) il proseguimento della politica di allargamento;
a promuovere l'associazione dei cittadini all'elaborazione delle tappe future dell'integrazione europea perché la società civile diventi protagonista consapevole dell'Europa del XXI secolo.
(1-00113)
(Nuova formulazione) «Bimbi, Ranieri, Mattarella, Falomi, Marcenaro, Mantovani, Venier, Cassola, Mancini, De Zulueta, Cioffi, Razzi, Frigato, Gozi».
(7 marzo 2007)
La Camera,
premesso che:
l'iter delle ratifiche nazionali per l'approvazione del «Trattato che istituisce la Costituzione europea», approvato a Roma il 29 ottobre 2004, ha già ottenuto l'approvazione dei due terzi degli Stati e della maggioranza dei cittadini dell'Unione europea;
gli Stati che non hanno ancora ratificato il trattato sono impegnati fin dal 29 ottobre 2004 a provvedervi nelle forme stabilite dalle procedure nazionali;
è sempre più evidente l'urgenza di riattivare il processo costituente, superando gli ostacoli frapposti dall'esito negativo
dei referenda in Francia e Olanda, uscendo dalla fase di riflessione ormai troppo lungamente protratta;
essenziali a tal fine sono la conferenza dei capi di Stato e di Governo che si riunirà a Berlino il 25 marzo 2007 nel cinquantenario dei trattati dì Roma e la dichiarazione che si attende in quella circostanza;
se si vuole che l'Unione europea ed il processo del suo completamento politico ed istituzionale superi il deficit democratico» da molti imputato alle istituzioni e alle procedure comunitarie, è doveroso che nella Costituzione europea e nel sistema dei diritti in essa riconosciuti e garantiti sia attribuita alla cittadinanza europea la possibilità di esprimersi direttamente;
già nel 1989, in base ad una legge di iniziativa popolare, in Italia fu abbinato al voto per il Parlamento europeo un referendum di indirizzo che conferiva al Parlamento europeo il mandato costituente;
è senz'altro auspicabile che, secondo la proposta dei federalisti europei, alle elezioni del 2009 per il rinnovo del Parlamento europeo sia abbinato un referendum sul processo costituente europeo;
è altresì auspicabile che il referendum possa svolgersi contestualmente in tutta l'Unione europea, al fine di consentire alla cittadinanza europea di rendersi parte attiva nella costruzione di un'Europa perseguita in forme e procedure democratiche;
impegna il Governo:
a portare il proprio contributo alla dichiarazione di Berlino, al fine di sottolineare i grandi vantaggi concreti che l'Europa ha realizzato per i cittadini, la necessità di superare l'insufficienza delle politiche nazionali e rafforzare le politiche europee di fronte alle nuove sfide globali e riavviare il processo costituente per il completamento istituzionale e politico dell'Unione europea.
(1-00114)
(Nuova formulazione) «Gozi, Giovanelli, Di Salvo, Di Girolamo, Falomi, Cassola, Boato, La Forgìa, Marchi, Brandolini, Barbi, Intrieri, Allam, Venier, Dato».
(7 marzo 2007)
La Camera,
premesso che:
l'Unione europea, dalla firma dei trattati di Roma, avvenuta il 25 marzo 1957, ad oggi, ha promosso pace e stabilità nel continente, sviluppando politiche di progressiva integrazione economica - dal mercato unico all'euro - e di allargamento-riunificazione verso Paesi che avevano, fino alla caduta del muro di Berlino, sofferto il dramma della dittatura sovietica;
occorre oggi, a distanza di 50 anni da quello storico evento, guardare al futuro, ad un nuovo sogno per i cittadini europei e ad una missione per l'Europa;
quattro grandi obiettivi «politici» devono essere perseguiti per il futuro. Politici perché un'Europa soltanto economica e mercantile non basta più a fronteggiare le nuove sfide e a cogliere le opportunità del mondo globalizzato. Tali obiettivi prioritari sono: solidarietà, prosperità, sicurezza ed un ruolo propulsivo dell'Unione europea sulla scena internazionale. L'obiettivo della solidarietà implica la costruzione di modelli sociali sostenibili, attenti ai più deboli, ma coraggiosi nel processo di riforme, guardando anzitutto alle giovani generazioni e non all'assistenzialismo costoso e burocratico. L'obiettivo prosperità vuol dire sviluppo. Liberare i sistemi economici dai lacci della burocrazia, promuovere ricerca e innovazione, coniugare un mercato interno europeo dell'energia con la protezione strutturale dell'ambiente, difendere la competizione contro i protezionismi nazionali.
L'obiettivo sicurezza vuol dire anzitutto difesa, per i cittadini, del primo tra i diritti fondamentali dell'uomo, il diritto alla vita e all'incolumità fisica contro le minacce crescenti del terrorismo internazionale. Lavorando per rafforzare uno spazio comune, dall'Atlantico al Mediterraneo al Baltico, in cui sicurezza e libertà fondamentali siano insieme rafforzate. Sicurezza vuol dire «protezione» dei cittadini, dalla salute alle politiche alimentari, dalla sicurezza energetica alla prevenzione delle catastrofi naturali. Un'Europa, anche in questo, «valore aggiunto» rispetto ai limiti delle politiche nazionali. L'obiettivo Europa sulla scena internazionale significa promuovere la pace, la stabilità, la sicurezza, nelle regioni vicine dai Balcani al Mediterraneo - a quelle più lontane - Africa ed Asia in primo luogo. Un ruolo da attore protagonista per l'Europa, che sia capace di esprimersi con una sola voce nelle sedi internazionali e che promuova i diritti fondamentali dell'individuo, che sono un pilastro della sua costruzione presente e futura;
occorre tutelare e garantire la dignità di ogni donna e ogni uomo, contro violenza e discriminazioni, il valore assoluto della vita umana, al di là delle differenti tradizioni e culture: è quest'ultima la sfida politica forse più difficile ed insieme emozionante;
è indispensabile essere uniti, in Europa, nella diversità, ma anche - sopra ogni diversità - in alcuni valori-cardine per le presenti e future generazioni,
impegna il Governo:
a riaffermare il ruolo trainante sin qui svolto dall'Italia nel processo di costruzione europea e ad adoprarsi affinché la dichiarazione politica sul futuro dell'Europa, che sarà adottata dai Capi di Stato e di Governo degli Stati membri dell'Unione europea in occasione delle celebrazioni che si svolgeranno a Berlino per i cinquanta anni della firma dei trattati di Roma, apra speranze e prospettive concrete per i cittadini europei;
a far sì che il cinquantesimo anniversario della firma dei trattati di Roma non sia solo l'occasione per celebrare il passato, sia pure solennemente, ma soprattutto un'opportunità per comprendere meglio il presente, prepararci al futuro e per rilanciare con forza e determinazione il vero processo di costruzione europea, riaffermando il valore delle nostre radici cristiane.
(1-00120)
«Elio Vito, Leone, Armosino, Bertolini, Brancher, Fratta Pasini, La Loggia, Moroni, Romani, Boniver, Martino, Azzolini, Paoletti Tangheroni, Picchi, Rivolta, Valentini».
(16 marzo 2007)
La Camera,
premesso che:
in occasione del 50o anniversario della firma dei trattati istitutivi delle Comunità europee, sottoscritti a Roma nel 1957, il 25 marzo 2007 i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri dell'Unione europea adotteranno a Berlino una dichiarazione politica solenne sul futuro dell'Europa;
la solennità del momento sarà accresciuta dalle aspettative legate ai futuri sviluppi istituzionali dell'Unione europea, che hanno attraversato già due anni di torpore e di empasse, dopo la bocciatura del trattato costituzionale ed un periodo in cui presidenze di turno ed istituzioni hanno brancolato nel buio, senza sapere ideare percorsi alternativi e senza davvero riflettere sul motivo del rifiuto popolare attraverso i referendum;
il programma di 18 mesi, presentato da Germania, Portogallo e Slovenia - che si avvicenderanno nella presidenza dell'Unione europea dal lo gennaio 2007 al 30 giugno 2008 - propone di rilanciare il processo costituente, ma rimane ancorato all'idea di una Costituzione e, soprattutto, si ostina a riproporre il testo già bocciato,
come le precedenti presidenze, persistendo nel volerlo far accettare «a forza» ai cittadini europei;
la programmazione congiunta delle tre presidenze, unitamente ad un momento storico in cui si stanno superando gli effetti dell'imponente allargamento del 2004, potrebbe oggi rendere possibili scelte più decise e forti per quel che riguarda il futuro dell'Europa;
la Convenzione che ha elaborato il trattato ha escluso dal testo un riferimento alle radici cristiane dell'Europa, radici che hanno forgiato la forma mentis, l'idea dell'uomo e della storia che sono il cardine culturale e valoriale dei popoli europei,
impegna il Governo:
a sostenere e sollecitare, in tutte le sedi opportune e presso gli altri partner europei, una profonda revisione del testo costituzionale proposto, che lo renda più aderente ai valori dei popoli europei e che contenga un chiaro riferimento alle radici cristiane dei popoli dell'Europa;
a promuovere una vera partecipazione dei popoli europei all'elaborazione delle tappe future dell'integrazione europea, perché la società civile diventi protagonista consapevole dell'Europa del XXI secolo;
ad assumere iniziative per sottoporre al giudizio dei cittadini italiani un'eventuale futura elaborazione del trattato costituzionale, tramite apposito referendum popolare.
(1-00123)«Maroni, Pini».
(16 marzo 2007)
La Camera,
premesso che:
con la legge 7 aprile 2005, n. 57, di ratifica ed esecuzione del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa, firmato a Roma il 29 ottobre 2004, l'Italia ha confermato il proprio impegno nel processo di unificazione europea tendente a realizzare, prima di tutto, un'unione tra i popoli europei rispettosa delle differenti culture e sensibilità nazionali;
tale processo di unificazione europea è stato interrotto dall'esito negativo del referendum celebrato in Francia e in Olanda;
l'occasione delle celebrazioni del cinquantesimo anniversario dei trattati stipulati a Roma il 25 marzo 1957 può costituire un grande momento per rilanciare il processo di unificazione dell'Europa, anche alla luce delle indicazioni che emergeranno al vertice di Berlino, riprendendo un cammino più intenso;
il Trattato costituzionale ha comportato l'esigenza di addivenire a compromessi e interviene in materie particolarmente delicate, come il diritto alla vita e la tutela della famiglia;
in tali materie, a livello europeo, non vi è ancora un comune sentire; pertanto, anche al fine di rafforzare la condivisione di valori fondamentali, occorre, in una fase di rilancio del processo di integrazione con un'Europa allargata a 27 Stati membri, riaffermare con fermezza i valori fondanti le tradizioni costituzionali dei diversi Stati membri;
gli articoli II-62 e II-63 del Trattato costituzionale, che intervengono sul diritto alla vita e sul diritto all'integrità della persona, sembrano parziali rispetto alla tutela già accordata nelle applicazioni della biologia e della medicina alla vita prenatale e all'embrione da convenzioni internazionali, come la Convenzione per la protezione dei diritti umani e della dignità dell'essere umano riguardo le applicazioni della biologia e della medicina, firmata a Oviedo nel 1997, e i suoi protocolli addizionali;
gli articoli II-69, relativo al diritto di sposarsi e costituire una famiglia, e II-93, in materia di vita familiare e vita professionale, non appaiono coerenti con i
principi rinvenibili nella tradizione costituzionale italiana e negli atti internazionali in materia di diritti umani;
in particolare, la formulazione adottata dall'articolo II-69, secondo la quale il diritto di sposarsi e di costituire una famiglia è assicurato a chiunque, si discosta da quella comunemente accettata in sede internazionale, secondo cui «uomini e donne in età adatta hanno diritto di sposarsi» (si confronti l'articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti umani, proclamata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, l'articolo 23 del Patto internazionale sui diritti civili e politici del 16 dicembre 1966 e l'articolo 12 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali del 4 novembre 1950);
il ruolo della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, riconosciuto dall'articolo 29 della Costituzione italiana, dovrebbe essere esplicitato nel testo di un trattato su cui si deve fondare un delicato processo di integrazione, che richiede l'adesione a valori comuni;
anche se formalmente nel Trattato costituzionale la disciplina delle citate materie è lasciata agli Stati membri, si avverte l'importanza, anche ai fini di un rilancio del processo di unificazione basato sui valori, di chiarire l'esigenza di promozione e tutela di alcuni principi irrinunciabili;
vi sono, infatti, competenze attribuite alle istituzioni dell'Unione europea che possono avere una diretta incidenza su di esse e, quindi, una ricaduta sugli ordinamenti nazionali, come dimostra l'applicazione delle disposizioni in materia di ricerca e sviluppo tecnologico, che possono legittimare finanziamenti a carico del bilancio comunitario di ricerche che comportano l'uso di cellule staminali embrionali, quando in Paesi come l'Italia la soppressione di embrioni umani è sanzionata penalmente, o le disposizioni sulla cooperazione giudiziaria in materia civile, che potrebbero portare a iniziative comunitarie in materia di diritto di famiglia aventi implicazioni transnazionali (si veda l'articolo III-269 del Trattato costituzionale);
impegna il Governo:
a rilanciare il processo di unificazione basato su valori comuni, in particolare promuovendo e salvaguardando la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio e il diritto alla vita e al rispetto della dignità dell'essere umano;
a proseguire, in coerenza con quanto avvenuto in sede di Convenzione, nell'impegno di introdurre - tra i valori dell'Unione europea - le radici giudaico-cristiane nelle prossime modifiche del Trattato per la Costituzione d'Europa e, in generale, nel diritto dell'Unione europea, a partire dalla dichiarazione di Berlino del 25 marzo 2007.
(1-00125)
«Volonté, Casini, Cesa, Galati, Marcazzan, D'Agrò, Drago, Ronconi, Peretti, Lucchese, Mereu, Compagnon, Formisano».
(19 marzo 2007)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)
La Camera,
premesso che:
ricorre il cinquantenario della firma dei trattati di Roma del 25 marzo 1957, che costituirono un momento fondamentale per la creazione di un'Europa unita dopo le divisioni delle guerre mondiali della prima parte del '900;
successivamente l'Europa ha attraversato un progressivo processo di integrazione, sia dal punto di vista politico che economico, assicurando una sostanziale pace nell'intero continente e man mano assorbendo in un processo unitario anche i Paesi che fino al 1989 erano nell'orbita
politica dell'Unione Sovietica, molti dei quali a pieno titolo oggi partecipano all'Unione europea;
negli ultimi anni alcuni problemi sembrano contraddistinguere il processo di unificazione politica europea, primo dei quali le incertezze circa l'adesione di tutti i 27 Paesi dell'Unione europea alla firma di un trattato costituzionale che ne rafforzi le basi ideali e politiche;
in campo economico, invece, anche con il processo unificante dell'euro ed innumerevoli nuove e progressive norme di integrazione, l'Europa è diventata una delle principali realtà economiche del mondo;
in questi 50 anni lo scenario mondiale è enormemente mutato con l'affacciarsi di nuovi Paesi emergenti di grande forza ed importanza, come le potenze asiatiche, mentre con la caduta dell'Urss gli Stati Uniti d'America hanno rafforzato il loro ruolo di prima potenza mondiale, nei confronti della quale l'Europa - riaffermando una tradizionale amicizia - deve, però, trovare un proprio spazio anche politico davanti alle nuove sfide e crisi mondiali;
queste crisi sono oggi asimmetriche rispetto al passato, spesso non più tra singoli Paesi e nazioni sovrane, ma tra etnie e culture diverse, oltre all'affacciarsi minaccioso del terrorismo, che rappresenta un pericolo per la stabilità e la pace tra le nazioni;
l'Europa è, però, chiamata a rafforzare un suo ruolo specifico come culla della democrazia e della libertà, affinché in un continuo di storia e di idealità lo spirito europeo contribuisca nei fatti alla pace del mondo ed alla riduzione degli immani squilibri economici e sociali, che hanno contraddistinto il convulso sviluppo di questi anni, che - se da una parte ha portato a grandi vantaggi economici - ha, però, non solo causato ingiustizie e disequilibri, ma anche intaccato le stesse riserve ecologiche del pianeta;
l'Europa deve affrontare, quindi, le nuove sfide del terzo millennio ritrovando e rafforzando un proprio forte legame interno che superi le difficoltà politiche, nel nome di quella idealità europea che le ha permesso di superare le divisioni, le guerre e molte delle crisi che contraddistinsero il secolo scorso;
l'Europa non può essere, quindi, solo una scelta economica comune, ma deve avere un proprio ruolo da giocare in tutte le realtà mondiali, a cominciare dall'Organizzazione delle Nazioni Unite, dove è opportuno che presto vi sia un seggio permanente europeo a sottolineare l'unità politica del continente;
deve proseguire in spirito di buona volontà il processo di allargamento europeo a quei Paesi limitrofi o interni all'Unione europea, che accettino i postulati di libertà e di democrazia, oltre che i principi, le regole ed i traguardi economici che permettano un regolato sviluppo comune;
unita, l'Europa può e deve essere un punto di riferimento per tutti i Paesi del mondo, anche e, soprattutto, per i più poveri dell'Africa e dell'Asia, con i quali vanno intensificati i rapporti proprio per ridurre i già citati squilibri nell'ottica di un mondo sostanzialmente più giusto;
in occasione del cinquantenario del Trattato di Roma si ritroveranno a Berlino i capi di Stato e di Governo, ai quali il Parlamento italiano deve far giungere un proprio messaggio di sollecitazione e di stimolo, affinché il processo di integrazione europea continui e vada rafforzato;
impegna il Governo:
a proseguire in un'ininterrotta azione per il progresso delle istituzioni europee, secondo un ruolo che l'Italia ha svolto durante questo cinquantennio;
a sottolineare la necessità a tutte le nazioni europee che saranno rappresentate a Berlino di riprendere il cammino per il varo di una Costituzione europea che riesca a far convergere su temi e
principi comuni tutti i cittadini europei, nella consapevolezza che i motivi di unificazione sono comunque superiori a quelli di divisione o di timore, sottolineando alle nuove generazioni che esse avranno solo da guadagnare nel crescere in una comune e libera Unione europea, dove pur vengano salvaguardate le identità nazionali, i diritti delle persone e i diversi credi religiosi, a cominciare da quelli cristiani, che più fortemente hanno contraddistinto la storia europea degli ultimi due millenni.
(1-00126) «Zacchera, La Russa».
(19 marzo 2007)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)
La Camera,
premesso che:
in vista del voto della primavera del 2009 per l'elezione del Parlamento europeo è prioritario intraprendere un percorso per porre rimedio al deficit democratico europeo, rafforzando la partecipazione democratica dei cittadini, la funzione legislativa del Parlamento e, più in generale, la protezione dei diritti sociali e civili a livello europeo;
a tal fine svolgerà un ruolo di primaria importanza la conferenza dei capi di Stato e di Governo che avrà luogo a Berlino il 25 marzo 2007, in occasione del cinquantenario dei trattati di Roma;
in quella occasione verrà adottata la dichiarazione di Berlino, che diverrà fondamentale per il futuro dell'Europa;
è in atto una campagna, sia tra i cittadini dell'Unione europea che a livello di Parlamento europeo, per promuovere un referendum consultivo dei cittadini europei, al fine di valutare se esista un consenso generalizzato sulla direzione che prenderà il cammino di integrazione europea;
risulta innegabile l'importanza delle scelte di fondo dell'Unione europea per tutti i suoi cittadini;
le decisioni sulle riforme dell'Unione europea non possono non implicare direttamente la partecipazione del «popolo europeo» in quanto tale;
impegna il Governo:
a farsi promotore a livello europeo di un'iniziativa affinché le future proposte di riforma dei trattati dell'Unione europea siano sottoposte alla votazione dei cittadini tramite un «referendum europeo», cioè a suffragio universale diretto, al quale siano chiamati contemporaneamente tutti i cittadini europei.
(1-00127)
«D'Elia, Narducci, Leoluca Orlando, Bonelli, Mellano, Turco, Buemi, Schietroma, Poretti, Beltrandi».
(19 marzo 2007)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)