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Allegato B
Seduta n. 13 del 20/6/2006
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
le problematiche dell'usura sono attualmente sottovalutate da chi si occupa del bene pubblico;
dal mese di febbraio è anche ferma ogni altra attività del Commissario e del Comitato;
su 10 anni di vita della legge 108 del 1996 sono stati disposti finanziamenti per soli 5 anni (di cui due stornando fondi dalla solidarietà alla prevenzione legge finanziaria 2001);
il Commissario di governo risulta nominato solo per la parte «Ordinaria» e non per quella straordinaria; peraltro il Comitato di Solidarietà (che è scaduto e doveva essere rinominato dal mese di marzo del corrente anno) non può fornire il suo parere al Ministro dell'interno per la dovuta attuazione del decreto ministeriale congiunto con il Ministero dell'economia e delle finanze riguardo al trasferimento di fondi di solidarietà al fondo di prevenzione, giusto articolo 1-bis della legge n. 49 del 21 febbraio 2006;
più di recente, la Consulta ha rilevato la necessità di dare corso ad una revisione degli enti iscritti agli albi tenuti dalle prefetture di cui all'articolo 13 comma 2 della legge n. 44 del 1999, al fine di verificarne la reale attività anche in ordine alla capacità di fornire (ove nominate nel comitato di solidarietà di cui all'articolo 19 della legge n. 44 del 1999) i «diversificati apporti conoscitivi» che, secondo un recente parere del Consiglio di Stato n. 1166 del 2006 del 26 aprile 2006 sono alla base del criterio discrezionale che il Ministro dell'interno deve utilizzare per rispettare il criterio di «rotazione delle associazioni» previsto dall'articolo 19 comma 1 lettera d) della legge n. 44 del 1999 -:
se il Governo non intenda rendere noti al Parlamento quali siano i reali impegni, in termini di finanziamento degli strumenti per risarcire le vittime dell'usura, che si intendono porre in atto;
se il Governo non ritenga con urgenza conferire al prefetto Raffaele Lauro (commissario ordinario) anche le funzione di Commissario straordinario e nominare il comitato di solidarietà, nominando i membri segnalati dalle fondazioni antiusura, dalla consulta antiusura e dall'ADICONSUM;
se il Governo intenda sollecitare il Ministro delle finanze ad adempiere a quanto disposto con la legge finanziaria per il 2006 in relazione al rifinanziamento dell'articolo 15.
(2-00020) «Satta».
Interrogazioni a risposta scritta:
HOLZMANN. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
la stampa ha dato ampio risalto all'incontro del Presidente Prodi con il Cancelliere della Repubblica d'Austria, Wolfgang Schussel, nel corso del quale è stato affrontato, tra l'altro, il tema della tutela delle minoranze linguistiche;
già negli ultimi mesi, gli organi di stampa hanno riferito di una petizione con cui i sindaci di 113 comuni altoatesini, sull'onda di un'analoga iniziativa degli Schützen, chiedevano all'Austria di inserire nella sua nuova Costituzione un riferimento alla funzione dell'Austria quale potenza tutrice dell'Alto Adige;
l'autonomia dell'Alto Adige è regolata da una legge Costituzionale -:
quale sia la posizione del Governo in merito alla richiesta all'Austria di un non meglio definito ruolo di tutela nei confronti dell'Alto Adige, nonostante detto territorio appartenga allo Stato italiano;
quali siano le valutazioni del Governo sullo stato dell'autonomia dell'Alto Adige in relazione alla costante crescita dei gruppi linguistici tedesco e ladino a cui fa riscontro il progressivo ridimensionamento della comunità di lingua italiana che in trent'anni di autonomia è calata del 30 per cento;
se risulti al Governo che siano state avanzate domande di grazia da parte dei terroristi altoatesini che si sono macchiati di efferati delitti per i quali non hanno mai scontato la pena né mostrato il minimo pentimento.
(4-00285)
LUCCHESE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
gli organi di stampa hanno reso noto il contenuto di intercettazioni telefoniche di persone sottoposte ad indagini e ciò, secondo l'interrogante, rende il nostro Paese non civile e democratico, avvicinandolo a paesi a regime totalitario del terzo mondo -:
se sia a conoscenza del costo complessivo delle intercettazioni relative alle indagini in corso sul recente caso Savoia;
se non intenda opportuno adottare iniziative normative volte a: limitare l'uso delle intercettazioni ai soli reati più gravi, quali l'associazione a delinquere, i reati di mafia ed i delitti contro le persone; vietare ogni forma di «spettacolarizzazione» degli arresti; prevedere che i capi delle Procure possano comunicare con i media solo attraverso comunicati stampa, nonché il divieto assoluto e non derogabile per i pubblici ministeri ed i giudici delle indagini preliminari di rilasciare interviste; modificare la composizione della commissione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, nel senso di prevedere che di detta commissione possano far parte solo giuristi di chiara fama, ex Presidenti della Repubblica e persone che abbiano ricoperto la carica di presidente di Cassazione e presidente della Corte costituzionale.
(4-00293)
CAMILLO PIAZZA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. - Per sapere - premesso che:
all'estremo sud della città di Monza esiste un terreno agricolo denominato «la Cascinazza» dell'estensione di oltre 500.000 metri quadrati e di proprietà della ISTEDIN o IEI (Istituto Edilizia Industrializzata), su cui il piano regolatore Piccinato del 1971, che prevedeva uno sviluppo della città addirittura a 300.000 abitanti (mentre la popolazione della città è ferma
da 25 anni a soli 120.000), avrebbe consentito di edificare 388.000 metri cubi di abitazioni grazie ad una convenzione degli anni Sessanta con il Comune. Convenzione e Piano di Lottizzazione di fatto decaduti, dato che la proprietà non ha mai chiesto permessi o licenze di costruzione nei termini di legge;
nel frattempo con un nuovo piano regolatore (chiamato il Benevolo) del 1997, il comune di Monza destinava l'area in questione a Parco di Cintura Urbana connesso al più generale Parco del medio Lambro;
il PAI - Piano di assetto idrogeologico - della Autorità di bacino del fiume Po, approvato dal presidente del Consiglio Amato e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'8 agosto 2001, vietava qualsiasi edificazione in quanto l'area doveva considerarsi zona ad altissimo rischio di esondazione del fiume Lambro «... ove sono possibili la perdita di vite umane oltre che danni gravi agli edifici e alle strutture»;
nel 2002 viene adottata dalla giunta comunale di centrodestra una variante del PRG, che ripristinava la facoltà di costruire per una cubatura di circa 220.000 metri cubi);
il 4 agosto 2003 fu approvata dal Consiglio Regionale una legge (la n. 14) che di fatto impediva ad una decina di Comuni che avevano un PRG approvato anteriormente alla Legge regionale 51 del 1975, di potersi autoapprovare il Piano dei Servizi previsto dalla Legge regionale 1/2001, con la discutibile motivazione che alcune Amministrazioni avevano abusato della Legge regionale 23/97, con «varianti accelerate». Tra questi pochi Comuni in Lombardia con un Piano regolatore così datato, vi era anche Monza, la quale aveva già avviato a fine agosto 2002, la predisposizione per l'autoapprovazione del Piano dei Servizi, che, come noto, consente di adeguare i vecchi Piani Regolatori alle quantità di standard di legge anche apponendo vincoli di inedificabilità sulle aree libere;
nel 2004, durante la precedente Legislatura, il PAI è stato modificato prevedendo un faraonico progetto di canale scolmatore di 7 Km per una spesa di 170 milioni di euro (senza considerare le spese delle opere collaterali di sistemazione dei sottoservizi esistenti), che dovrebbe dirottare le acque di piena del Lambro, convogliandole dall'interno del Parco a Nord della città fino a sud Cascinazza. Contro questa decisione Monza, con altri comuni interessati ha presentato osservazioni, che sono state respinte dall'autorità di Bacino, e ricorso presso il Tribunale delle acque;
il canale non è ancora stato realizzato né finanziato, ma l'area è stata da allora dichiarata nuovamente edificabile;
approfittando della situazione volta a proprio favore, la ISTEDIN, ha presentato al Comune di Monza un corposo Piano di lottizzazione che chiedeva di edificare ben 388.000 mc, previsti dal PRG vigente (approvato nel lontano 1971), ma non nella Variante adottata il 25 marzo 2002, ancora oggi in salvaguardia, che ne prevede 220.000, stravolgendo la variante Benevolo del 1997 che destinava quell'area a Parco Territoriale sovracomunale. Per tale contrasto col PRG adottato nel 2002, il Piano di lottizzazione è stato bocciato nell'ottobre del 2004 con apposito atto amministrativo ed a seguito di completa istruttoria;
una richiesta di danni della ISTEDIN presentata al comune di Monza è stata respinta dal Tribunale, riconosciuta valida dalla Corte di Appello (e i danni richiesti con separato procedimento sono stati quantificati dalla IEI in 300 milioni di euro), cassata con rinvio dalla Corte di Cassazione e nuovamente respinta da altra sezione della Corte di Appello di Milano che ha negato qualsiasi inadempienza da parte del Comune e che, tra le altre cose, ha affermato il diritto-dovere della Amministrazione pubblica di decidere la destinazione dell'area secondo i prevalenti interessi della collettività, oltre a condannare la IEI al pagamento delle spese di tutti i gradi di giudizio;
nei primi mesi del 2005 viene approvata dalla Regione Lombardia la legge
urbanistica 12/2005 che sostituisce il PRG con il Piano di Governo del Territorio (PGT). La nuova legge, all'articolo 25, prevede per i comuni con piano regolatore vigente approvato anteriormente alla legge regionale 15 aprile 1975, n. 51... (e soltanto Monza è, con Campione d'Italia, in queste condizioni), un particolare trattamento che di fatto impediva a 2 soli comuni della Lombardia su 1543, qualsiasi variante urbanistica (salvo per opere pubbliche introdotto con emendamento in Consiglio Regionale, compresi accordi di programma, PII e sportelli unici per le imprese e interventi nei sottotetti). E questo, ad avviso dell'interrogante, in aperto contrasto con i principi di equità, con la Costituzione, con lo stesso Statuto regionale e con i dettati sulle Autonomie locali;
questo significa che a Monza, qualora decada la salvaguardia del piano del 2002, rimarrebbe ancora e soltanto in vigore il piano Piccinato del 1971, e che non potrebbe essere modificato ma soltanto sostituito dal PGT (Piano di governo del territorio) previsto dalla nuova legge in sostituzione del PRG, e che la IEI ed altre società simili, potrebbero riempire di cemento la Cascinazza e le poche aree libere di Monza ancora esistenti;
da lunedì 13 giugno è in discussione in Consiglio regionale la PDL 145 (con la sua probabile approvazione), che prevede la riduzione da 5 a 3 anni del periodo di salvaguardia in urbanistica, ovvero la diminuzione di 2 anni del periodo in cui non è consentito costruire in contrasto con un piano regolatore in vigore. Ciò a modifica di quanto fatto un anno prima nel rispetto di quanto in essere da trenta anni in Lombardia, e senza che ciò serva in alcun modo ad altri comuni e nella presunta ottemperanza di una legge dello Stato del 1966 che era riferita a tutt'altre procedure esistenti per i Piani Regolatori;
la cittadinanza di Monza e il suo sindaco, il 10 giugno scorso hanno indetto una manifestazione di protesta per difendere le aree agricole e il verde cittadino dalla minaccia di una edificazione selvaggia, definendo «la nuova legge regionale sull'urbanistica un oltraggio istituzionale che vede lesa l'autonomia della città di Monza e finisce per favorire oggettivamente taluni interessi privatistici». Si tenga conto che l'Amministrazione ha predisposto in tre anni due Piani, il PRG (già istruito per il Consiglio e impedito con legge dalla Regione) e il PGT (primo comune di Lombardia ad averlo predisposto e a giorni iscritto al Consiglio Comunale). Piano anche questo che rischia di essere ancora una volta vanificato;
il sindaco della città ha inviato una lettera al Presidente della Lombardia, al Presidente del Consiglio regionale e ai Consiglieri e, per conoscenza, al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, alla Corte Costituzionale e alla Corte dei Conti, chiedendo un intervento affinché vengano rispettate le reali esigenze della città e la volontà della cittadinanza -:
se il Governo intenda intervenire presso l'Autorità nazionale di bacino del fiume Po, affinché vengano rispettate le reali esigenze della città di Monza, più volte espresse nel corso degli anni da forme diverse di tutela ambientale, e la volontà della sua cittadinanza che intende salvaguardare le poche aree verdi e di alto interesse ambientale ed ecologico della città e soprattutto vietare una ulteriore ed inutile cementificazione in aree tuttora considerate ad altissimo rischio di esondazione del fiume Lambro.
(4-00299)