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Allegato B
Seduta n. 130 del 20/3/2007
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DIFESA
Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, il Ministro degli affari esteri, il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
la regione Campania è un territorio con una forte presenza di strutture militari NATO e USA: aeroporti, centri di telecomunicazioni, arsenali, poligoni di tiro, strutture di coordinamento di scuole militari per la formazione e l'addestramento di truppe per vari scenari bellici;
nel complesso le istallazioni più significative sono, nella provincia di Napoli, Ischia: Antenna di telecomunicazioni USA con copertura Nato; Lago Patria (Comune di Giugliano): Comando Statcorn; Licola (Comune di Giugliano): Antenna di telecomunicazioni USA; Napoli Capodichino: Base US Navy Comando Naval Forces Europe (COMUSNAVEUR), Comando US Sixth Fleet (COMISIXTHFLT); Napoli Camaldoli:
Antenne radio Marina USA; Napoli Bagnoli: Allied Joint force Command Naples; Napoli Agnano: Us Naval Support Activity; nella provincia di Caserta; Carinaro Base Nato; Grazzanise: Base USAF (utilizzata saltuariamente); Mondragone: Centro di Comando USA e NATO;
tale concentrazione fa supporre una vera propria rete integrata dentro il progetto di un sistema bellico-militare soprannazionale e sembra corrispondere a pieno alla nuova strategia di riassetto geopolitico degli Stati Uniti, con particolare riferimento alla zona sud orientale del mondo;
per il comando NATO JFGN con sede a Bagnoli è stata prevista una nuova collocazione nel comune di Giugliano, una cittadella provvista di tutte le strutture necessarie alla vita del personale civile e militare, consona alle nuove modalità operative della pianificazione strategica statunitense che interesserà una superficie di 85.000 mq, occupata da un complesso di attrezzature ed edifici civili destinati ad accogliere più di 3.000 persone, oltre ad un'area circostante più che doppia non adibita a strutture, il nuovo acquartieramento prevede di ospitate tra l'altro l'AF South, il Naval South e le Forze di Attacco Rapido NFR;
nell'ambito di una generale ridislocazione delle forze armate statunitensi è stato inoltre trasferito a Napoli, dalla precedente sede londinese, il Comusnaveur, principale comando Usa in Europa della Us Navy, con il compito di pianificare, dirigere e fornire sostegno alle operazioni navali nell'area europea e mediterranea, oltre al comando della US Sixth Fleet, il COMSIXTHFLT;
la Marina degli Stati Uniti ha dunque spostato il suo quartiere generale a Napoli coprendo un'area di intervento militare che comprende 89 paesi in tre diversi continenti, da Capo Nord al Capo di Buona Speranza e ad est fino al Mar Nero, con la conseguenza, per il Golfo di Napoli, di un incremento del transito e della sosta in questo tratto di mare di unità navali e sottomarini a propulsione nucleare utilizzate a supporto delle operazioni militari della Marina statunitense;
questo fa del sito napoletano il centro strategico nell'area mediterranea rispetto ai nuovi scenari di guerra nel Medio Oriente e allo stesso tempo espone questo territorio, in conseguenza al transito e all'attracco di sottomarini atomici nelle acque circostanti, a una condizione di grave rischio radioattivo per gli abitanti e di serio pericolo di inquinamento ambientale;
il porto di Napoli è inserito nell'elenco degli 11 porti a rischio del nostro Paese, ma a tutt'oggi non risulta agli interpellanti essere operativo un piano di emergenza esterna per le popolazioni interessate;
risulta agli interpellanti confermata l'esistenza di tali piani che però, allo stato attuale, non sarebbero operativi poiché in attesa dei pareri degli organi centrali e della valutazione tecnica della commissione sicurezza e protezione sanitaria;
le normative europee su questa materia prevedono una pubblicizzazione dei piani di emergenza per rischio radioattivo; la mancata assunzione di tale fondamentale norma di sicurezza ha consentito di avviare da parte dalla Commissione europea una procedura d'infrazione per l'inadempienza alla disposizione -:
cosa abbia da dire il Ministro competente in merito alla presenza crescente di tutte queste strutture militari Usa e Nato nell'area della Campania;
se non ritenga che la progressiva militarizzazione impressa alla regione Campania e in particolare alla provincia di Napoli non sia in contraddizione con la sicurezza del territorio e delle popolazioni locali esponendole anche a rischi di azioni terroristiche;
se non ritenga che l'aumentata presenza di tali strutture militari e in particolare la presenza di sommergibili a propulsione nucleare nelle acque del Golfo di
Napoli non costituiscano un livello di rischio talmente elevato per le popolazioni civili e l'ambiente circostante, tali dal rendere urgente e necessaria la pubblicizzazione di tutte le procedure previste dal piano di emergenza nazionale consentendo l'acquisizione, da parte della popolazione stessa, delle norme di comportamento da attuare nel caso dovesse verificarsi realmente una tale emergenza.
(2-00425)
«De Cristofaro, Migliore, Iacomino, Deiana, Duranti, Mantovani, Khalil detto Alì Rashid, Siniscalchi, Mascia, Burgio, Cardano, Caruso, Cogodi, De Simone, Dioguardi, Falomi, Daniele Farina, Ferrara, Frias, Guadagno detto Vladimir Luxuria, Locatelli, Lombardi, Mungo, Olivieri, Perugia, Andrea Ricci, Mario Ricci, Rocchi, Franco Russo, Smeriglio, Sperandio, Zipponi».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
la legge finanziaria per il 2007 prevede diverse misure di stabilizzazione dei precari dello Stato;
il 4 gennaio 2007 l'Ufficio legislativo del Ministero della difesa scrive una nota esplicativa agli Stati Maggiori sui contenuti della finanziaria nella quale, tra l'altro, afferma che il comma 519 «proroga la ferma prefissata degli Ufficiali ausiliari aventi i richiesti requisiti nelle more delle procedure di stabilizzazione»;
al comma 519 dell'articolo 1 della legge finanziaria 2007 si stabilisce infatti che: «le amministrazioni continuano ad avvalersi del personale di cui al presente comma, e prioritariamente del personale di cui all'articolo 23, comma 1, del decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, e successive modificazioni, in servizio al 31 dicembre 2006, nelle more della conclusione delle procedure di stabilizzazione»;
la disposizione citata è l'istituzione degli Ufficiali in ferma prefissata di Carabinieri, Guardia di Finanza e forze armate;
il 14 gennaio il «I reparto - Personale» dello Stato maggiore della Difesa richiede un «urgente parere» circa la questione allo stesso ufficio legislativo contestando indirettamente l'interpretazione che tale ufficio aveva precedentemente dato;
a sostegno delle sue tesi lo Stato Maggiore della Difesa afferma tra l'altro che «l'entità dei potenziali beneficiari [...] scardinerebbe il sistema di reclutamento vigente»;
nel medesimo documento si emettono giudizi che gli interpellanti reputano inadeguati per una istituzione militare, anche nei confronti del legislatore;
tra questi, che: «le F.A. ritengono all'unanimità estremamente dannoso un meccanismo di stabilizzazione siffatto»; si critica il legislatore perché ha usato una terminologia «atecnica»; si afferma che l'interpretazione della finanziaria «non può basarsi su una mera analisi letterale delle disposizioni»;
infine si interpreta la norma solo a favore dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, nonostante l'esplicita citazione dell'articolo 23, comma 1, del decreto legislativo n. 215 del 2001 nel quale si istituiscono gli Ufficiali in ferma prefissata anche per le altre forze armate;
è stato già bandito, e poi revocato, l'8o concorso per Ufficiali ausiliari in ferma prefissata -:
se il Ministro intenda procedere come suggerisce la nota dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa, prorogando la ferma prefissata degli Ufficiali anche per Esercito, Marina Militare ed Aeronautica Militare, e quali misure il Ministro intenda prendere, anche in applicazione della Legge Finanziaria, al fine
di ridurre il precariato nelle forze armate anche per i militari di truppa e non crearne di nuovo.
(2-00426)
«Folena, Deiana, Duranti, Migliore».
Interrogazioni a risposta immediata:
BARANI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1, comma 519, della legge 27 dicembre 2006 n. 296, recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007), recita: «Per l'anno 2007 una quota pari al 20 per cento del fondo di cui al comma 513 è destinata alla stabilizzazione a domanda del personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni, anche non continuativi, o che consegua tale requisito in virtù di contratti stipulati anteriormente alla data del 29 settembre 2006, o che sia stato in servizio per almeno tre anni, anche non continuativi, nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della presente legge, che ne faccia istanza, purché sia stato assunto mediante procedure selettive di natura concorsuale o previste da norme di legge. Alle iniziative di stabilizzazione del personale assunto a tempo determinato mediante procedure diverse si provvede previo espletamento di prove selettive. Le amministrazioni continuano ad avvalersi del personale di cui al presente comma e prioritariamente del personale di cui all'articolo 23, comma 1, del decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, e successive modificazioni, in servizio al 31 dicembre 2006, nelle more della conclusione delle procedure dì stabilizzazione (...)» -:
quando il Ministro interrogato intenda procedere con proprio decreto all'applicazione del comma citato, che si riferisce, per le sue competenze, ad ufficiali, sottoufficiali e soldati, marinai ed avieri in servizio a tempo determinato, che, peraltro, hanno preso parte anche a pericolose missioni all'estero, e se intenda far applicare il succitato comma nella parte in cui dispone che le amministrazioni continuano ad avvalersi del personale in servizio al 31 dicembre 2006, nelle more della conclusione delle procedure di stabilizzazione.
(3-00755)
DEIANA, COGODI e MIGLIORE. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
nel 1972 venne stipulato un accordo tra il Governo degli Stati Uniti e quello italiano, presieduto da Giulio Andreotti, con il quale si è dato il consenso a fare di Santo Stefano (Sardegna) un punto di approdo di una nave arsenale e di alcuni sommergibili a propulsione nucleare della marina militare statunitense nell'ambito del sistema di difesa Nato. I termini dell'accordo non sono mai stati resi noti;
nei vari anni si sono succedute molte proteste da parte delle popolazioni locali, proteste che hanno coinvolto anche i rappresentanti istituzionali dell'isola. La ragione di tali proteste risiedeva nella considerazione che tale servitù comportava enormi problemi sia ambientali che di salute;
in particolare, negli ultimi anni il Presidente della regione Sardegna Soru ha più volte richiesto di porre termine a tale presenza militare;
nel mese di gennaio 2007 il vicecomandante Biery, durante un incontro con le maestranze italiane, ha ufficializzato che il 18 febbraio 2008 la marina militare Usa lascerà definitivamente la base americana di Santo Stefano;
da notizie di stampa si apprende la Marina italiana vorrebbe tenere per sé un «pezzo» di arsenale (molo Carbone e cala Camiciotto) e addirittura le strutture di Santo Stefano;
in particolare, tra le notizie riportate dalla stampa vi sono anche affermazioni dell'ammiraglio di squadra Paolo La Rosa, che nella sua audizione del 13 dicembre
2006 davanti alla Commissione difesa della Camera dei deputati, parlando del deposito di Guardia del Moro, ha affermato che «il valore strategico del deposito per la forza armata risiede nel fatto che esso è l'unico, tra tutti quelli in uso, in grado di rispondere pienamente a tutti i requisiti operativi logistici»;
a confermare la presenza militare nell'isola di Santo Stefano, sempre secondo notizie di stampa, ci sarebbe un decreto del Ministro interrogato già pronto che permetterebbe alla Marina di allargarsi fino alla base Usa, che è in procinto di essere smantellata;
nel territorio in questione, anche secondo i dati forniti dallo stesso ministero della difesa, il peso delle servitù militari è il più alto del resto del nostro Paese;
è evidente che tale progetto pregiudicherebbe qualunque possibilità di progettare una riconversione economica della Maddalena -:
se corrispondano al vero le notizie diffuse dalla stampa, quali siano le motivazioni su cui si fondano le «ragioni di interesse strategico», avanzate della Marina militare italiana, che hanno portato a privilegiare nella scelta questo territorio, e se il Ministro interrogato non ritenga urgente e necessario, alla luce delle considerazioni in premessa e degli interessi ad una diversa valorizzazione delle risorse naturali dell'isola avanzate dai cittadini, cercare soluzioni alternative per soddisfare le esigenze di difesa.
(3-00756)
DE ZULUETA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il progetto degli Stati Uniti di un sistema di difesa antimissilistica prevede di affiancare alle basi in California ed in Alaska un terzo impianto in Europa, dislocando in Polonia delle batterie di missili intercettori e nella Repubblica ceca un sistema radar per la copertura del territorio;
tale ipotesi sta creando non pochi problemi, considerato che negli Stati Uniti ci sono forti critiche legate all'efficacia del sistema e in Europa si temono nuove tensioni e una ripresa della corsa al riarmo, dato che la Russia è insorta contro il progetto Usa, sostenendo che tali installazioni, poste vicino ai suoi confini, sono poco credibili come minaccia nei confronti dell'Iran, mentre costituiscono una minaccia alla sua sicurezza;
gli Usa, la Francia e la Gran Bretagna hanno annunciato la decisione di ammodernare i propri arsenali atomici. Tale decisione rischia di allontanare l'obiettivo finale del Trattato di non proliferazione nucleare dell'eliminazione totale delle armi nucleari, con il rischio correlato di indebolire il trattato e ogni incentivo ad altre nazioni, tra cui l'Iran, a desistere dalla ricerca nucleare;
il 16 marzo 2007 il generale Henry Obering, direttore dell'agenzia Usa di difesa missilistica, e il numero tre del Pentagono, Eric Edelman, hanno tenuto una conferenza stampa a Parigi per illustrare il progetto di scudo spaziale europeo, dichiarando: «la maggior parte dell'Europa sarà esposta in tempi brevi alla minaccia di missili iraniani» ed è, pertanto, urgente la costruzione di uno scudo spaziale americano, i cui componenti sono stati proposti ai Governi della Polonia e della Repubblica ceca;
il progetto di scudo antimissile statunitense suscita la perplessità di vari Governi europei, tra cui la Germania e la Francia, che si preoccupano della reazione ostile della Russia. Il Governo tedesco ha chiesto che la questione sia discussa e decisa in sede Nato. Il generale Obering, rispondendo alle domande dei giornalisti a Parigi ha, però, precisato che ad oggi questa discussione non è all'ordine del giorno: «si tratta di un progetto americano e non della Nato»;
in una recente intervista al Financial Times, il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jaap De Hoop Scheffer, afferma che lo scudo stellare serve e le preoccupazioni
di Mosca sono infondate, ma, così come progettato dagli americani, lascerebbe scoperta una porzione dell'Europa, Italia inclusa;
la risposta, secondo De Hoop Scheffer, esiste in uno studio della Nato, secondo cui è possibile creare entro il 2010 un sistema di difesa dell'Alleanza da integrare a quello Usa, difendendo gli Stati scoperti dai missili polacchi con batterie di Patriot e con un sistema radar Aegis. In un'intervista a La Stampa del 13 marzo 2007, Tom Donnelly, esperto di strategia del centro studi neoconservatore American enterprise institute di Washington, afferma che: «Il precedente Governo prese in esame con l'amministrazione americana la possibilità di installare nell'Italia del Sud un grande impianto radar di ultima generazione per consentire di intercettare i missili in eventuale arrivo dal Medio Oriente. Si tratta di un progetto che resta valido, ma con l'arrivo del nuovo Governo non vi sono stati seguiti. Non escludo, però, che possa andare in porto» -:
quale valutazione dia del progetto di scudo missilistico degli Stati Uniti e del suo sviluppo attraverso accordi bilaterali con Stati europei e se in questo contesto corrisponda al vero l'ipotesi di installare nel Sud Italia un grande impianto radar.
(3-00757)