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Allegato B
Seduta n. 130 del 20/3/2007
TESTO AGGIORNATO AL 28 MARZO 2007
...
GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta immediata:
VOLONTÈ, RONCONI, D'AGRÒ, COMPAGNON, PERETTI, MEREU, LUCCHESE, MAZZONI, FORMISANO e DRAGO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'arresto in Brasile dell'ex leader dei Proletari armati per il comunismo, Cesare Battisti, ha fatto riemergere la problematica dei numerosissimi terroristi latitanti;
risulterebbero circa 160 i ricercati per reati connessi al terrorismo rosso e nero degli «anni di piombo», di cui la maggior parte riparati in Francia;
uno dei più attivi nella comunità parigina, Alfredo D'Avanzo, rientrato in Italia per riorganizzare il partito comunista combattente, è stato arrestato il 12 febbraio 2007;
secondo le intelligence europee, nel corso degli anni, molti latitanti hanno costruito una rete di connessioni con elementi del Dhkp turco, di Action directe, delle Cellule combattenti comuniste belghe, delle Farc colombiane, del Revolutionarer Aufbau svizzero e del Grapo, il braccio armato del partito comunista spagnolo;
l'arresto di Battisti coincide con la ricorrenza del quinto anno dall'uccisione di Marco Biagi e avviene a poco più di quattro anni dall'assassinio dell'ispettore di polizia Emanuele Petri, ucciso durante le operazioni di arresto di altri neo brigatisti rossi;
nonostante la brillante operazione che ha portato alla cattura di Battisti, permangono i timori che la rete di copertura e di solidarietà di cui godono questi latitanti possa impedire e rendere molto difficile la loro cattura, oltre a costituire un pericoloso punto di riferimento per le nuove formazioni terroristiche che sono tuttora attive in Italia, come dimostra la recente scoperta di una nuova rete terroristica;
destano, infine, sconcerto, soprattutto tra l'opinione pubblica, le «lezioni» e le esternazioni di alcuni ex terroristi rilasciate spesso e volentieri in loro incontri pubblici sul territorio -:
se non ritenga di adottare, d'intesa con i Ministri competenti, nuove e più incise iniziative per assicurare alla giustizia italiana i responsabili dei fatti criminosi che hanno insanguinato l'Italia nel corso dei cosiddetti «anni di piombo», anche alla luce di una probabile inversione di tendenza da parte della Francia, che sembra aver abbandonato definitivamente la politica di accoglienza di mitterandiana memoria.
(3-00749)
MARONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BODEGA, BRICOLO, BRIGANDÌ, CAPARINI, COTA, DOZZO, DUSSIN, FAVA, FILIPPI, FUGATTI, GARAVAGLIA, GIBELLI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LUSSANA, MONTANI, POTTINO, PINI e STUCCHI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nella giornata del 19 marzo 2007 si è tenuta a Bologna una cerimonia di commemorazione in onore del professor Marco Biagi, in occasione del quinto anniversario della sua morte, avvenuta per mano della spietata violenza omicida dei brigatisti rossi;
la giornata ha visto la partecipazione degli amici di Marco Biagi, del mondo dell'università e di esponenti politici dei diversi schieramenti;
rispetto all'ampia partecipazione che ha accompagnato il ricordo di Marco Biagi, è particolarmente stridente l'assenza
del primo cittadino di Bologna e di rappresentanti del Governo, se si considera anche che gli attuali vertici istituzionali del Governo non hanno dimostrato la necessaria sensibilità che avrebbe dovuto indurre ad una celebrazione ufficiale;
nella stessa giornata del 19 marzo 2007 i giornali hanno riportato dichiarazioni di esponenti della sinistra radicale e, in particolare, del capogruppo di Rifondazione comunista al Senato della Repubblica, senatore Russo Spena, che, prendendo spunto dall'arresto in Brasile dell'ex leader brigatista Cesare Battisti, ha affermato che sarebbe giunto il momento di varare un'amnistia per i fatti di terrorismo e di eversione che hanno insanguinato l'Italia degli «anni di piombo»;
una proposta del genere, oltre ad essere un insostenibile tentativo di legittimare un periodo buio della storia italiana, gettando un velo di oblio sul pericolo terrorista che gli arresti recenti di esponenti di gruppi terroristici dimostrano essere ancora attuale, mostra, ad avviso degli interroganti, una continuità ideologica con l'atteggiamento di collateralismo che da sempre certi gruppi politici manifestano nei confronti dell'eversione terrorista -:
quale sia il reale orientamento del Governo e, in particolare, del Ministro interrogato circa la proposta avanzata da esponenti dell'attuale maggioranza di varare un'amnistia per i reati di terrorismo degli «anni di piombo».
(3-00750)
NUOVA FORMULAZIONE
MARONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BODEGA, BRICOLO, BRIGANDÌ, CAPARINI, COTA, DOZZO, DUSSIN, FAVA, FILIPPI, FUGATTI, GARAVAGLIA, GIBELLI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LUSSANA, MONTANI, POTTINO, PINI e STUCCHI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la scorsa settimana si è tenuta a Bologna una cerimonia di commemorazione in onore del professor Marco Biagi, in occasione dei quinto anniversario della sua morte, avvenuta per mano della spietata violenza omicida dei brigatisti rossi;
la giornata ha visto la partecipazione degli amici di Marco Biagi, del mondo dell'università e di esponenti politici dei diversi schieramenti;
rispetto all'ampia partecipazione che ha accompagnato il ricordo di Marco Biagi, è particolarmente stridente l'assenza del primo cittadino di Bologna e di rappresentanti del Governo, se si considera anche che gli attuali vertici istituzionali del Governo non hanno dimostrato la necessaria sensibilità, che avrebbe dovuto indurre ad una celebrazione ufficiale;
nella stessa giornata in cui si svolgevano le celebrazioni in memoria di Marco Biagi, i giornali hanno riportato dichiarazioni di esponenti della sinistra radicale e, in particolare, del capogruppo di Rifondazione comunista al Senato della Repubblica, senatore Russo Spena, che, prendendo spunto dall'arresto in Brasile dell'ex leader brigatista Cesare Battisti, ha affermato che sarebbe giunto il momento di varare un'amnistia per i fatti di terrorismo e di eversione che hanno insanguinato l'Italia degli «anni di piombo»;
una proposta del genere, oltre ad essere un insostenibile tentativo di legittimare un periodo buio della storia italiana, gettando un velo di oblio sul pericolo terrorista che gli arresti recenti di esponenti di gruppi terroristici dimostrano essere ancora attuale, mostra, ad avviso degli interroganti, una continuità ideologica con l'atteggiamento di collateralismo che da sempre certi gruppi politici manifestano nei confronti dell'eversione terrorista;
tale impostazione ideologica, se assecondata da iniziative concrete, condurrebbe senza dubbio ad un'amnistia generalizzata, la quale produrrebbe conseguenze gravissime sul piano dell'ordine pubblico, accrescendo la percezione di insicurezza da parte dei nostri concittadini, che già ha raggiunto una soglia di allarme, come dimostrato dalla grande partecipazione che ha accompagnato la manifestazione svoltasi a Milano lunedì 26 marzo 2007 -:
quale sia il reale orientamento del Governo e, in particolare, del Ministro interrogato circa la proposta avanzata da esponenti dell'attuale maggioranza di varare un'amnistia per i reati di terrorismo degli «anni di piombo».
(3-00750)
Interrogazione a risposta orale:
ANGELO PIAZZA e BUEMI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa, emerge come la procura della Repubblica di Potenza, malgrado le sue ridotte dimensioni, sia tra quelle che hanno disposto il maggior numero di intercettazioni in Italia;
che, numerosi procedimenti penali avviati dalla medesima procura con uso intensissimo di tali mezzi istruttori si traducono in scandali che coinvolgono decine di persone totalmente estranee ad ogni addebito, o che risultano poi totalmente innocenti -:
quale sia il numero di intercettazioni telefoniche e ambientali disposte dalla procura della Repubblica di Potenza negli ultimi cinque anni, anno per anno;
quale onere finanziario abbiano comportato le stesse a carico dello Stato;
se il ministro della giustizia, compiuti gli opportuni accertamenti, non ritenga di trasmettere i dati al procuratore presso la Corte dei Conti perché valuti se sussista danno erariale, alle casse dello Stato.
(3-00748)
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
II Commissione:
BUEMI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'Amministrazione penitenziaria in relazione al decreto legislativo 21 maggio 2000, n. 146, ha bandito con provvedimento del 14 aprile 2001, vari concorsi per esami alle qualifiche dirigenziali riservati a direttori coordinatori di area pedagogica, direttori coordinatori di area contabile, educatori appartenenti alle posizioni economiche c1, c2 e c3 e contabili finalizzati ad accedere alle qualifiche dirigenziali di dirigente di area pedagogica e dirigente amministrativo contabile, posti attualmente vacanti;
l'amministrazione penitenziaria con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16 aprile 2004 bandiva un concorso per 39 psicologi di ruolo, area C pos. economica c1, posti attualmente vacanti;
successivamente, con Provvedimenti vari pubblicati sul Bollettino Ufficiale del Ministero della giustizia, del precedente Direttore generale del personale, sono state approvate le graduatorie dei candidati
che hanno superato il concorso e nominati i candidati vincitori dei concorsi;
successivamente i vincitori dei concorsi alle qualifiche dirigenziali venivano invitati a trasmettere l'ordine di preferenza delle sedi di assegnazione, cui gli stessi hanno adempiuto;
in data 30 novembre 2006 il Direttore generale del personale con decreto, emanava i provvedimenti di nomina a dirigenti dei sunnominati funzionari;
al momento, l'Amministrazione non ha provveduto all'assunzione dei dirigenti di pedagogia e contabili vincitori di concorso e degli psicologi con grave danno per gli stessi che ingiustamente vedono disattese le prerogative professionali, retributive e previdenziali connesse all'avvenuta nomina a Dirigente e parimenti per gli psicologi, prevalentemente giovani inoccupati, il diritto alla prima occupazione dopo un concorso vinto;
il contegno tenuto dall'Amministrazione appare ancor più grave sol che si osservi che la procedura concorsuale per la dirigenza in questione, bandita nel 2001, è stata evidentemente espletata solo a distanza di quasi 5 anni;
il provvedimento di nomina dei dirigenti è senza alcun dubbio provvisto di copertura finanziaria prevista dalla legge 23 dicembre 2000, n. 388, in particolare dall'articolo 50, comma 9, lettera d);
sono consistenti i vuoti in organico nella Amministrazione penitenziaria in relazione alle figure professionali delle aree educative (educatori e psicologi) e totalmente non coperti i posti dirigenziali dei dirigenti pedagogici e contabili mentre, al 1 marzo 2007 risultano detenute 40.806 persone e in servizio attivo 40.833 unità di polizia penitenziaria fonte sito Ministero Giustizia -:
come ritenga di risolvere il problema dello sblocco delle sunnominate assunzioni in modo tale da garantire il diritto dei vincitori di concorso e quindi avviare e valorizzare, per gli Istituti penitenziari, l'intervento educativo e di sostegno previsto dalla nostra Costituzione (articolo 27) e dall'Ordinamento penitenziario (legge n. 354 del 1975 e successive modificazioni).
(5-00858)
CONTENTO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
con una nota a firma congiunta, il Presidente del Tribunale di Pordenone, il Presidente dell'Ordine degli Avvocati e il Dirigente della Cancelleria, hanno denunciato al Ministro l'attività della struttura giudiziaria pordenonese definita come «ormai prossima al collasso per la costante carenza di risorse umane e finanziarie disponibili»;
del resto, del tutto indicativa a tal proposito è la situazione della pianta organica che prevede, per la sede centrale e quella della sezione distaccata di San Vito al Tagliamento, 65 persone, ma che non vede coperti ben 11 posti nel mentre 3 impiegati risultano utilizzati in altri uffici del distretto e 4 prestano servizio a tempo parziale;
la gravità della situazione è tale da aver indotto magistrati, avvocati e personale a dare l'allarme perché, perdurando tale situazione, vi è il rischio concreto di non «poter assicurare per il futuro il regolare ed effettivo funzionamento dell'Ufficio Giudiziario»;
la vicenda merita, tra l'altro, un'attenzione particolare perché, nonostante le difficoltà evidenti, il ritmo di lavoro e la capacità di smaltire i ruoli procedurali pongono la struttura ai livelli più alti per efficienza anche per il 2006 e ciò nonostante la mancanza, rispetto all'anno precedente, di alcuni Magistrati;
sarebbe davvero sorprendente che a giustificare la mancanza di risposte concrete da parte del Ministero competente fosse proprio il sacrificio e l'abnegazione di tutti coloro che operano nell'ambito degli uffici giudiziari pordenonesi;
con altrettanta franchezza, pare davvero incredibile che non si possa ovviare
alla situazione drammatica del personale, verificando, ad esempio, le domande di quei dipendenti che hanno chiesto, attraverso la mobilità od altri istituti di analoga finalità, di poter svolgere la propria attività lavorativa presso il Tribunale di Pordenone -:
quali urgenti iniziative intenda adottare per consentire l'incremento dell'organico effettivo degli uffici giudiziari del circondario pordenonese anche con riferimento ad eventuali domande di «trasferimento» a quegli stessi uffici presentate da dipendenti pubblici ancora in attesa di decisioni da parte delle competenti amministrazioni.
(5-00859)
DANIELE FARINA, DIOGUARDI e COGODI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
i giudici onorari, nominati ogni tre anni dal Ministro della giustizia, a seguito di delibera del CSM, svolgono le loro funzioni presso i Tribunali per minorenni, sia effettuando attività istruttoria in materia civile, sia componendo con i giudici togati i collegi penali e civili, svolgendo di fatto un'attività indispensabile per il funzionamento di detti tribunali;
in seguito all'approvazione del decreto «Bersani», è stata sospesa la convenzione con Poste italiane per l'anticipazione dei fondi relativi agli emolumenti dei giudici onorari che, sino a quel momento, consentiva agli stessi di essere pagati con regolarità ogni due mesi;
a partire dal decreto, per gli emolumenti ai giudici onorari si fa riferimento ad un complessivo capitolo di spesa, a cui si attinge per tutte le spese di giustizia, compresi i rimborsi dei magistrati ordinari, degli avvocati, dei consulenti tecnici d'ufficio, dei periti;
in questo modo, soprattutto nelle Corti di Appello delle città più grandi, si è creato un notevole ritardo nei pagamenti;
ad esempio, nella città di Palermo, l'ultimo pagamento ricevuto dai giudici onorari risale all'agosto 2006;
ugualmente risulta intollerabile il blocco prolungato dei compensi dovuti agli interpreti e traduttori stranieri per i quali, peraltro, quasi sempre l'attività svolta presso l'Amministrazione della giustizia costituisce l'unica fonte di reddito;
tale situazione appare del tutto inspiegabile tenuto conto che per le indennità da corrispondere ai giudici di pace, ai giudici onorari aggregati, ai giudici onorari di tribunale ordinario e ai vice procuratori onorari si è scelto un capitolo di spesa specifico che consente di effettuare con regolarità i pagamenti, creando di fatto una situazione di disparità di trattamento tra giudici onorari di tribunali diversi;
tale situazione sta determinando un estremo disagio per i giudici onorari che operano presso i tribunali per i minorenni e le altre categorie di lavoro presso l'Amministrazione della giustizia per cui, se si astenessero dal loro lavoro, potrebbe derivare una paralisi di fatto dei tribunali stessi -:
come si intenda, con assoluta urgenza, rimediare a tale situazione affinché i giudici onorari dei tribunali per i minorenni, gli interpreti, i traduttori ed ogni categoria di lavoro presso l'Amministrazione della giustizia, che spesso operano in condizioni di estrema difficoltà, abbiano quantomeno la garanzia di ricevere quanto loro dovuto con regolarità.
(5-00860)
TENAGLIA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Presidente del tribunale di Vasto ha in diverse occasioni (note del 1o luglio 2004, 30 giugno 2005 e 6 ottobre 2005) rappresentato la necessità di aumentare l'organico di quel tribunale in considerazione «della diminuzione di una unità operata all'epoca dell'accorpamento tra pretura e tribunale, della necessità di aumento dell'organico attestata e riconosciuta
con la richiesta dei Ministro di grazia e giustizia nel lontano novembre 1994: del raddoppio dei carichi di lavoro determinatosi nelle more e del costante aumento degli stessi»;
parimenti il presidente della corte di appello de L'Aquila con nota del 15 novembre 2005 ha confermato la necessità dell'aumento di una unità dell'organico dei magistrati presso il tribunale di Vasto per la considerazione che nel periodo intercorrente tra il 1o luglio 2004 ed il 30 giugno 2005 le sopravvenienze per il tribunale di Vasto sono di n. 1.301 procedimenti contenziosi civili, n. 648 procedimenti di lavoro, di cui n. 398 di pubblico impiego e lavoro e n. 250 previdenziali, n. 941 processi di dibattimento penale; totale n. 2.890 processi;
inoltre, il medesimo presidente nella relazione inaugurale dell'anno giudiziario 2006 ha evidenziato che «l'organico dei tribunali e delle procure, a seguito degli aumenti disposti con il decreto ministeriale 7 aprile 2005, sembra essere adeguato alle esigenze dei singoli uffici, fatta eccezione per il tribunale di Vasto, che è certamente sottodimensionato rispetto al suo carico di lavoro e per il quale ho sollecitato l'attribuzione di un posto ulteriore nella prossima ripartizione dell'ultimo contingente». Ed ancora «la situazione complessiva è comunque accettabile... mentre per Vasto sono necessari i provvedimenti di copertura dei posti vacanti e di attribuzione di un nuovo posto di giudice per rendere adeguatamente funzionale la struttura»;
lo stesso C.S.M. ha segnalato al Ministro interrogato l'opportunità della istituzione presso il tribunale di Vasto di un posto di giudice del lavoro -:
se il Ministro della giustizia abbia intenzione, in sede di aumento dell'organico dei magistrati, di adeguare l'organico del tribunale di Vasto con l'aumento di almeno una unità consentendo allo stesso di svolgere efficacemente la propria funzione in un'area costiera caratterizzata da un impetuoso e costante aumento del contenzioso, posta altresì a confine e in prossimità con aree interessate da fenomeni criminali di stampo mafioso (esempio Puglia e Campania) che gli assegnano un ruolo delicato di sicuro ed indispensabile presidio della giurisdizione.
(5-00861)