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Allegato B
Seduta n. 130 del 20/3/2007
TESTO AGGIORNATO AL 27 MARZO 2007
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INTERNO
Interrogazioni a risposta immediata:
OLIVA, LO MONTE, NERI, RAO e REINA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'attuale Governo ha intrapreso una politica di «liberalizzazioni» al fine di rendere il nostro Paese più competitivo in ambito internazionale e favorire un maggiore sviluppo economico;
la vigente legislazione in materia di case da gioco è anacronistica se confrontata a quella degli altri Paesi europei;
in Italia il gioco d'azzardo è largamente diffuso e pienamente legale (Lotto, Enalotto, Bingo, lotterie varie ed altro);
quattro comuni italiani, tutti al Nord, godono di un ingiustificato privilegio derivante dalla presenza di casinò nel loro territorio;
la Corte costituzionale, investita più volte in ordine alla costituzionalità della normativa sull'argomento, ha affermato con chiarezza che si tratta di «un sistema normativo ormai superato e sotto diversi profili incoerente rispetto all'attuale quadro costituzionale»;
sulla materia, nel corso della XV legislatura e della XIV legislatura, sono state presentate numerose proposte di legge da forze politiche di tutti gli schieramenti politici;
la presenza di altre sale da gioco, specialmente in alcune località dell'Italia meridionale con una spiccata vocazione turistica, porterebbe indubbi effetti positivi in termini di sviluppo economico per i comuni interessati;
la vicenda del casinò di Taormina rappresenta un caso del tutto singolare, considerato che alla sua riapertura negli anni '60 fu posto fine con un provvedimento di dubbia legittimità -:
se intenda il Ministro interrogato farsi promotore di interventi legislativi volti ad una riforma dell'attuale legislazione vigente in materia di case da gioco e, in particolare, se sia favorevole alla riapertura del casinò di Taormina.
(3-00759)
GIACOMELLI, FILIPPESCHI, SERENI, BRESSA, QUARTIANI e GIACHETTI. - Al Ministro dell'interno - Per sapere - premesso che:
il bisogno di vivere sicuri appartiene a tutte le donne e a tutti gli uomini, ma è particolarmente sentito, oggi, dagli abitanti delle città e delle aree metropolitane dove più si compiono quei delitti che minano la serenità della vita quotidiana;
nell'illustrazione delle linee programmatiche del dicastero, proprio per assicurare la sicurezza del cittadino particolarmente nei luoghi in cui lo stesso vive, il Ministro interrogato ha richiamato l'opportunità di organizzare e meglio articolare il rapporto con le autorità locali;
la legge finanziaria per il 2007 ha disposto lo stanziamento di risorse a favore dell'organizzazione nazionale della sicurezza -:
come il Governo abbia attuato ed intenda ancora attuare la collaborazione con le autonomie locali sul tema della sicurezza assicurando, d'intesa con le autorità del luogo, il miglior coordinamento di tutte le forze dell'ordine e della polizia locale.
(3-00760)
LEONE, COLUCCI, CASERO, LUPI, GELMINI, APREA, BOCCIARDO, CRAXI, PECORELLA, RIVOLTA, ROMANI e VALDUCCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'intero territorio nazionale, in particolare il Nord e le grandi aree metropolitane, è interessato da un significativo incremento della criminalità;
nella sola città di Milano nell'ultimo anno sono aumentati del 29,3 per cento gli omicidi volontari, del 37 per cento i casi di pedofilia, del 14 per cento le violenze sessuali e si è, inoltre, manifestata un'inquietante recrudescenza dei reati contro il patrimonio, con 46.384 furti, 2.524 rapine, oltre a truffe, frodi informatiche, danneggiamenti;
tutto il territorio cittadino è pervaso da fenomeni di spaccio di droga, prostituzione, violenze sulle donne, maltrattamenti di bambini, occupazioni abusive di strade, case e palazzi, sopraffazioni da parte di immigrati irregolari;
i cittadini di interi quartieri - corso Buenos Aires, Brera, l'area dei navigli, la stazione centrale e le vie limitrofe, corso Como, Quinto Romano, Figino, Quarto Cagnino, Gratosoglio, Ponte Lambro, Corvetto, Quarto Oggiaro, Comasina, Stadera, viale Monza - sono costretti a vivere giornalmente in un clima di paura per aggressioni, rapine nei negozi e botteghe, violenze personali e degrado ambientale;
di fronte a tale crescente aggressività della grande e piccola criminalità, il sindaco di Milano ha chiesto, sia al prefetto, sia al Governo, interventi incisivi per migliorare il controllo del territorio, la tutela della legalità e la sicurezza dei cittadini nel territorio comunale; in concreto, il sindaco ha chiesto:
a) un sostanziale potenziamento degli organici delle forze dell'ordine a Milano, da realizzare, se necessario, anche con nuove assunzioni, in particolare l'invio di almeno 500 nuovi agenti di polizia e carabinieri indispensabili per fronteggiare una criminalità sempre più aggressiva;
b) di destinare una parte maggiore del personale delle forze dell'ordine al controllo effettivo del territorio, riducendo drasticamente la parte del personale di polizia e carabinieri assorbiti in attività burocratica e di ufficio;
c) di autorizzare l'accesso alla banca dati di polizia e carabinieri anche alla polizia municipale di Milano;
d) una deroga al blocco delle assunzioni per i vigili urbani di Milano;
e) di migliorare la collaborazione ed il coordinamento tra polizia, carabinieri e vigili urbani per accrescere l'efficacia dell'azione a tutela della sicurezza dei cittadini;
a tutto questo il Ministro interrogato ha risposto solo con l'apertura di due nuovi commissariati. Il Ministro interrogato ha, inoltre, precisato che, oltre all'apertura dei due nuovi commissariati, è in programma l'arrivo di 110 uomini di rinforzo agli organici milanesi. A fronte di misure ritenute del tutto insufficienti, il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha indetto una manifestazione cittadina, che si dovrebbe tenere il 26 marzo 2007;
in ogni caso, intervenendo in data 13 marzo 2007 a Palazzo Marino sul tema della sicurezza, a seguito delle dichiarazioni rilasciate dal ministero dell'interno, il sindaco ha dichiarato che «i 110 uomini in più per Milano che il Viminale ha annunciato rappresentano una misura totalmente insufficiente, che altro non è se non la ritardata esecuzione di quanto già stabilito dal Ministro Pisanu nel Governo precedente, quando vennero annunciati a Milano l'apertura di due nuovi commissariati e l'invio degli uomini necessari. Dal 1998 ad oggi le caserme realizzate dal comune sono state 11, incluse le due ancora vuote, per un costo complessivo di 30 milioni di euro». Peraltro, il comune di Milano, ha proseguito il sindaco, «sta facendo la sua parte anche accollandosi ingenti costi sostenuti al posto dello Stato»;
Milano è una metropoli che vuole essere capace di accogliere, di avere politiche sociali attente alle necessità dei cittadini e degli operatori economici e, per poter attivare queste politiche, c'è bisogno di sicurezza -:
quali tempestive e concrete risposte il Governo e, in particolare, il Ministro interrogato intendano dare alle istanze del sindaco di Milano e della cittadinanza intera, in materia di interventi per migliorare la tutela della sicurezza pubblica, sia in città, sia nel suo hinterland.
(3-00761)
Interrogazione a risposta orale:
ANGELO PIAZZA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 22 maggio 2006, a soli sei giorni dalle elezioni del sindaco e del consiglio comunale di Cosenza, gli agenti
della questura di Cosenza, diretti dal dottor Alfredo Cantafora, hanno sequestrato presso il municipio di Cosenza copia delle liste dei candidati al consiglio comunale della città;
tutti i mezzi di informazione, che diedero notevole risalto alla notizia, dissero e scrissero che gli agenti della questura agirono su mandato a firma della dottoressa Raffaella Sforza, sostituto procuratore della DDA di Catanzaro;
in data 13 marzo 2007, rispondendo all'interrogazione 5-00831, il sottosegretario alla giustizia Luigi Li Gotti, al contrario affermava perentoriamente che «il procuratore Sforza non ha conferito alcuna delega per l'acquisizione di copia delle liste dei candidati al consiglio comunale di Cosenza»;
lo stesso giorno, e cioè a 10 mesi dall'operazione diretta dal dottor Alfredo Cantafora, il questore di Cosenza dottor Guido Marino precisava (secondo quanto riportato dalla stampa): «che da parte nostra non c'è stato nessun sequestro. Abbiamo messo in atto una normale attività di controllo; più che normale doverosa. All'epoca tutti i giornali riportavano diffusamente le dichiarazioni di autorevoli esponenti politici che parlavano di inquinamento delle liste elettorali. Volevamo vederci chiaro»;
infatti, l'azione diretta dal dottor Alfredo Cantafora diventò argomento di campagna elettorale soprattutto da parte di quei settori politici che avevano montato una vera e propria campagna di odio e di veleni paventando una continuità tra non specificati candidati e imprecisati settori della delinquenza cittadina -:
se il Ministro ritenga la condotta del dottor Alfredo Cantafora rispettosa della legge e le precisazioni del dottor Guido Marino tardive e incomplete;
se il Ministro non ritenga che tale condotta collegata per nesso temporale alle imprecisate denuncie di una parte politica, non abbia di fatto sostenuto quella campagna che da quella parte proveniva e di conseguenza interferito sul democratico svolgimento della campagna elettorale e se non ritenga che i fatti sopra esposti abbiano oggettivamente turbato e conseguentemente falsato la libera espressione di voto dei cittadini di Cosenza chiamati ad eleggere il proprio sindaco ed il consiglio comunale.
(3-00746)
Interrogazione a risposta scritta:
CARDANO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi si è tenuto all'interno di un discopub a Biella un raduno denominato «Eteropride» organizzato da Azione Giovani;
il suddetto raduno è stato contestato pacificamente con un presidio sonoro (fuori dal citato discopub) dai Giovani del partito della Rifondazione Comunista. A questa contestazione i giovani di Alleanza Nazionale hanno risposto con atti di violenza, saluti fascisti e inneggiamenti al duce (Eco di Biella - 12 marzo 2007);
come noto la Costituzione italiana ha come valore fondante l'antifascismo e, conseguentemente, sono bandite dalla nostra legislazione tutte le forme di apologia del fascismo -:
se sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa;
se non ritenga necessario intervenire al fine di evitare il ripetersi di atti di violenza, sia verbali che fisici, per poter, in questo modo, ricostruire un clima di tolleranza;
quali iniziative intenda assumere affinché sia rispettata sul tema dell'antifascismo lo spirito e la lettera della nostra Costituzione e della conseguente legislazione in materia.
(4-02986)