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Allegato B
Seduta n. 131 del 21/3/2007
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GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta scritta:
CRAXI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
una recente pubblicazione con il titolo: «Tra il dubbio e l'inganno - da Versace al caso Forti, una doppia trappola mortale» edita da Koinè, ripercorre le vicende del nostro connazionale Enrico Forti, che sta scontando in Florida (Stati Uniti) una condanna all'ergastolo;
l'autore del libro, il magistrato Lorenzo Matassa, studiando gli atti del processo americano, ha potuto rilevare una serie di singolarità e di dubbi sui quali - da molto tempo ormai - la famiglia e la difesa del Forti chiedono, a gran voce, quantomeno la revisione del processo;
questa possibilità è stata negata, già diverse volte, dai giudici delle competenti istanze d'appello e il Forti è attualmente detenuto in una prigione nello Stato della Florida da dove uscirà soltanto dopo morto;
i dubbi principali della condanna si incentrano sulla possibilità di un complotto teso, dalla polizia di Miami, ai danni del Forti dopo che questi, attraverso uno speciale televisivo andato in onda anche in Italia, avrebbe messo in dubbio la versione ufficiale del suicidio del presunto assassino dello stilista Gianni Versace (Andrew Cunanan) così come prospettata dall'F.B.I.;
sulla base del lavoro svolto dal magistrato italiano e raccontato nel libro, si può ragionevolmente ritenere che il Forti - che ha rischiato di essere sottoposto alla pena capitale - non ha avuto un processo penale equo e, soprattutto, rispettoso degli stessi principi processuali statunitensi in materia di «ragionevole dubbio»;
non esiste una motivazione della sentenza che ha disposto la condanna del nostro connazionale alla detenzione perpetua. Sebbene questo sia correlato alla tipologia del processo secondo il common law, tuttavia non si può non cogliere in questa sede l'assurdità di un pronunciamento che ha assolto il Forti dal movente del delitto per il quale è stato condannato all'ergastolo (il conseguimento di favori patrimoniali da parte del padre della vittima) -:
se il Ministro della giustizia ritenga di assumere iniziative di natura diplomatica finalizzate a tutelare i diritti del nostro connazionale, quantomeno ad un nuovo e giusto processo in cui possano essere valutati tutti gli elementi probatori non considerati nel processo ormai definito con la condanna.
(4-03014)