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Allegato B
Seduta n. 131 del 21/3/2007
ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera,
premesso che:
la legge n. 9/91 ha liberalizzato la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili o assimilate, prevedendo che tale energia elettrica venisse ritirata dall'Enel, oggi Gestore dei servizi elettrici - GSE, e che i prezzi di ritiro venissero definiti dal Cip includendo, per i primi otto anni di esercizio degli impianti di nuova realizzazione, un incentivo differenziato per fonte. Il provvedimento Cip n. 6/92, in applicazione della legge n. 9/91, ha quindi definito i prezzi di ritiro della suddetta energia elettrica e i rispettivi criteri di aggiornamento;
in questi anni il provvedimento Cip n. 6/92 sta espletando al massimo i propri effetti in termini di quantità di energia elettrica ritirata e, di conseguenza, in termini di costi sostenuti dal sistema;
nel 2006, il GSE ha ritirato circa 50 TWh di energia elettrica Cip n. 6/92 (di cui l'80,5 per cento prodotta da fonti assimilate), con un impatto sulle tariffe elettriche pari a circa 3 miliardi di euro. Si stima che l'energia elettrica ritirata ai sensi del provvedimento Cip n. 6/92 inizierà a diminuire a partire dal 2009, ma esisteranno impianti Cip n. 6/92 fino al 2020;
uno degli elementi di riferimento in base al quale definire il prezzo dell'energia Cip 6/92 è il cosiddetto Costo Evitato di Combustible (CEC). L'articolo 3 del decreto del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato 4 agosto 1994, ha previsto di fare riferimento, ai fini dell'aggiornamento del valore del CEC, all'accordo Snam/Confindustria (poi Snam/Unapace): «Contratto di lungo termine per la somministrazione di gas per la produzione di energia elettrica per cessione a terzi»;
a seguito della scadenza del contratto Snam/Unapace, l'Autorità ha definito un nuovo criterio di aggiornamento del valore del CEC, adottato con la deliberazione n. 249/06, prevedendo altresì di aggiornare, con successivi provvedimenti, il valore della componente CEC per gli anni successivi al 2007, anche tenendo conto del grado di concentrazione del mercato del gas naturale e del livello di apertura concorrenziale sul lato dell'offerta;
l'impatto della deliberazione n. 249/06 atteso per l'anno 2007 è una riduzione del valore della componente CEC (e conseguentemente del prezzo di ritiro dell'energia elettrica di cui al provvedimento Cip n. 6/92) per circa 12-15 euro/MWh rispetto al valore che la medesima componente avrebbe avuto applicando i previgenti criteri. Complessivamente, tale riduzione si traduce in un minore onere a carico del sistema elettrico pari a mezzo miliardo di Euro nel solo 2007;
nei confronti dell'iniziativa dell'Autorità sono state presentate numerose istanze cautelari presso il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia, che, qualora accolte, potrebbero inficiare - o quanto meno procrastinare - la possibilità, per tutti i consumatori del mercato elettrico, di beneficiare di tale riduzione; riduzione che, peraltro, discende da un adeguamento di soli parametri tecnici, con i quali si tiene conto dell'andamento dei prezzi degli ultimi anni;
l'articolo 1, comma 1118, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007) prevede che il Ministro dello sviluppo economico «provvede con propri decreti ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, a [...] ridefinire l'entità e la durata dei sostegni alle fonti energetiche non rinnovabili assimilate alle fonti energetiche
rinnovabili utilizzate da impianti già realizzati ed operativi alla data di entrata in vigore della presente legge, tenendo conto dei diritti pregressi e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico, allo scopo di ridurre gli oneri che gravano sui prezzi dell'energia elettrica e eliminare vantaggi economici che non risultino specificamente motivati e coerenti con le direttive europee in materia di energia elettrica»;
impegna il Governo:
a) a sostenere la deliberazione adottata dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas in tutte le sedi, eventualmente anche con interventi ad adiuvandum;
b) nell'attuazione del mandato di cui all'articolo 1, comma 1118, della legge finanziaria 2007, a tenere conto delle decisioni assunte dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas in materia di Aggiornamento del prezzo medio del combustibile convenzionale nel costo evitato di combustibile di cui al Titolo II, punto 2, del provvedimento del Comitato interministeriale dei prezzi 29 aprile 1992, n. 6/92.
(1-00131)
«Bonelli, Trepiccione, Francescato, Camillo Piazza, Balducci, Boato, Cassola, De Zulueta, Fundarò, Lion, Pellegrino, Poletti, Zanella».
La Camera,
premesso che:
l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 21 marzo come «Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale», in ricordo dei 69 manifestanti pacifisti uccisi dalla polizia segregazionista del Sudafrica il 21 marzo 1960, nella città di Shaperville, perché protestavano contro le leggi razziste del regime dell'apartheid;
la Repubblica Italiana ha ratificato la Convenzione Internazionale sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale e nel preambolo di detta Convenzione si afferma che «il razzismo è il risultato di diverse teorie pseudoscientifiche che ipotizzano l'esistenza di numerose razze nella specie umana, poste inoltre tra di loro in rapporto gerarchico», che non hanno nessun fondamento scientifico e sono pericolose, «e niente può giustificare la discriminazione né in teoria né nella pratica»;
secondo quanto afferma l'articolo 2 della Dichiarazione dell'Unesco sulla razza e sui pregiudizi razziali (1978), il razzismo comprende «le ideologie razziste, le attitudini fondate sui pregiudizi razziali, i comportamenti discriminatori, le disposizioni strutturali e le pratiche istituzionalizzate che provocano l'ineguaglianza razziale», e che esso può manifestarsi attraverso disposizioni di leggi o di regolamenti, attraverso pratiche discriminatorie, così come per pregiudizi e atti antisociali»;
la dichiarazione e il programma d'azione adottati dalla «Conferenza mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza» (Durban, settembre 2001) impegnano gli Stati che li hanno approvati, e quindi anche l'Italia, a prendere una serie articolata di misure per combattere lo stesso ed a favorire la realizzazione di dette misure mediante un «piano d'azione nazionale»;
in Italia si stanno già realizzando alcune importanti iniziative in questa direzione (si veda per il marzo 2007 la fitta serie di iniziative di informazione, prevenzione e sensibilizzazione nel mondo della scuola, delle università e dello sport previste dalla «Terza settimana di azione contro il razzismo» indetta dal dipartimento per i diritti e le pari opportunità e dall'UNAR, Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali; ed ancora le adesioni di molte città italiane alla «Coalizione europea delle città contro il razzismo e la xenofobia»), ma appare necessario uno sforzo ulteriore di intervento;
il CERD di Ginevra, Comitato sull'eliminazione della discriminazione razziale, istituito dall'ONU per controllare l'applicazione della Convenzione internazionale sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale, ha espresso in questi anni particolari preoccupazioni per quanto riguarda la situazione dei migranti nei paesi dell'Unione Europea,
impegna il Governo:
a realizzare in tempi certi un «piano d'azione nazionale contro il razzismo», come previsto dalla Dichiarazione e Programma d'azione adottati nella Conferenza di Durban, che contenga in particolare l'indicazione di interventi diretti a:
a) favorire attività di ricerca scientifica e di riflessione sui fenomeni di razzismo, di xenofobia, di discriminazione e di intolleranza;
b) sviluppare nuovi approcci educativi, elaborare materiali pedagogici, definire sistemi di indicatori nazionali e locali sulle manifestazioni di razzismo; impegnando la scuola di ogni ordine e grado, partire da quella dell'infanzia in un programma permanente di azione contro il razzismo;
c) realizzare una campagna capillare di informazione, anche attraverso la mobilitazione degli «opinion leaders» e dei decisori politici contro il razzismo e la discriminazione;
d) creare strumenti di intervento per combattere tutte le forme di propaganda razzista nei media e negli spazi informatici, anche favorendo la costituzione di un Codice di Condotta e Regolamentazione degli operatori in materia di razzismo;
a creare le condizioni necessarie affinché si apra una discussione sulla questione del colonialismo, le cui conseguenze si riflettono ancor oggi sui popoli che hanno subito questa esperienza;
a promuovere le azioni necessarie per la ratifica da parte dell'Italia della Convenzione ONU sui diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie.
(1-00132)
«Frias, Paoletti Tangheroni, Allam, Vacca, Boato, Amendola, Biancofiore, Carra, Carta, Della Vedova, De Zulueta, Fluvi, Fogliardi, Folena, Forlani, Francescato, Grillini, Khalil detto Alì Rashid, Lombardi, Mantovani, Mungo, Napoletano, Nicchi, Santelli».
La Camera,
premesso che:
all'indomani della tragedia del mezzo veloce delle Ferrovie dello Stato, il Segesta, che causò la morte di 4 membri dell'equipaggio e numerosi feriti, il ministro Bianchi dichiarò che il Governo avrebbe sostenuto un'azione di rafforzamento della sicurezza nell'area dello Stretto e che avrebbe manifestato concretamente maggiore attenzione ai problemi legati al trasporto delle persone e delle merci in questa area strategica del nostro Paese;
nonostante le promesse del Ministro, il 1o febbraio 2007, Rete ferroviaria italiana ha disposto l'applicazione di nuove tabelle d'armamento per due navi, la Riace e l'Enotria, riducendo a sette unità gli equipaggi. La stessa cosa è avvenuta per le navi Budelli e Razzoli;
all'introduzione delle nuove tabelle d'armamento non è seguita l'organizzazione di apposite squadre di terra necessarie per la manutenzione delle macchine, la pulizia delle navi, il ritiro dei biglietti, il rizzaggio e derizzaggio;
tale decisione unilaterale, che comporta peraltro un'ulteriore riduzione dei livelli occupazionali (94 lavoratori in meno), rende ancor più grave la situazione della sicurezza marittima nell'area dello Stretto di Messina nonostante il T.A.R.
Catania, già nell'aprile del 2005, avesse sospeso la riduzione della tabella d'armamento della nave Enotria ritenendola sensibilmente e palesemente insufficiente a garantire le condizioni minime di sicurezza;
in questi anni, a fronte di aumento del costo del biglietto di trasporto del 33 per cento, non si è registrato alcun miglioramento della qualità e quantità dei servizi, della navigazione, non è migliorata la sicurezza del cittadino consumatore che quotidianamente attraversa le due sponde per andare a lavorare né quella dei soggetti che operano nel trasporto delle merci, mentre si è assistito ad un calo preoccupante dei livelli occupazionali nel settore, scesi da 1.800 unità a circa 600 unità;
con la realizzazione degli approdi di Tremestieri, Ferrovie dello Stato avrebbe dovuto adeguare la flotta e l'organizzazione del servizio per essere competitiva con i soggetti privati operanti nel settore, ma tutto ciò non è avvenuto, anzi, abbiamo assistito, in questo arco di tempo, ad una riduzione da parte delle Ferrovie dello Stato delle corse relative al trasporto dei veicoli su gomma, con un «taglio» del personale sulle zattere, passato da 5 a 4 unità;
corollario naturale di questa situazione è che gli utenti a fronte dell'offerta di un servizio sempre più scadente sono costretti a rivolgersi ai privati, con costi e tariffe di gran lunga superiori;
rispondendo ad un atto di sindacato ispettivo vertente sullo stesso argomento, il sottosegretario Gentile, si è limitato a dire che il «Ministero dei trasporti, ha ritenuto necessario avviare un processo di standardizzazione del procedimento tecnico-amministrativo al fine di ottenere una omogeneizzazione delle tabelle di armamento per tipologie di unità similari» e che quindi «per quanto riguarda le tabelle di armamento delle unità navali, ....esse sono in linea con le normative» e «la composizione minima di sicurezza della nave, determinata in base alle caratteristiche tecnico-operative ed alla tipologia del servizio svolto, è conforme alle disposizioni previste in ambito internazionale»;
tale risposta, conferma, il sospetto che si sia voluto liquidare un problema enorme sotto il profilo economico-sociale e dello sviluppo dell'area integrata dello stretto. In particolare la circostanza che si dica che le tabelle di armamento rispondono ai requisiti, benché vi sia anche una pronuncia di un giudice amministrativo che dice l'esatto opposto, e che la giustezza di tutto questo nasca dalla circostanza che le tabelle di armamento sono uguali a quelle delle altre società private appare ai sottoscrittori del presente atto come una conferma che il taglio delle tabelle di armamento è stato fatto per favorire gli imprenditori privati che operano nell'area dello stretto e non per garantire gli standard di sicurezza e che il settore della navigazione di Ferrovie dello Stato opera come soggetto che favorisce il consolidamento del monopolio dell'imprenditoria privata nell'area dello stretto, scaricando i costi di tutto ciò sui cittadini e sugli operatori commerciali che utilizzano il gommato per il trasporto delle merci;
inoltre, la società Terminal Tremestieri, composta da Rete Ferroviaria Italiana, Tourist&Caronte e Meridano Lines (soggetti privati che operano nel trasporto dello stretto), ancorché nata transitoriamente, opererebbe in violazione delle regole di mercato, in quanto trattasi di un cartello delle società che operano in concorrenza sul mercato della navigazione nello stretto, con una società che gestisce gli approdi a terra e determina le linee, le tariffe, l'organizzazione e gli orari del servizio;
dopo la scelta del Governo di non considerare più una priorità il ponte sullo Stretto, è del tutto incomprensibile la decisione del management delle Ferrovie dello Stato di non investire risorse aggiuntive nell'area dello Stretto sia sotto il profilo delle navi e degli armamenti che sotto il profilo dell'ammodernamento delle infrastrutture,
impegna il Governo
a procedere in tempi brevi ad un'inchiesta amministrativa sull'operato di Ferrovie dello Stato e di Rete Ferroviaria Italiana per quanto riguarda il settore della navigazione nell'area dello stretto, al fine di monitorare e accertare l'operato di Ferrovie dello Stato in questa area nell'ultimo decennio e di verificare le eventuali responsabilità del management la cui attività, a fronte dei continui finanziamenti, compresi quelli dell'ultima legge finanziaria non ha prodotto sensibili miglioramenti del servizio ed, inoltre, nel settore del trasporto passeggeri, non ha limitato le continue ed ingenti perdite che suscitano perplessità sulle effettive capacità del management oltre a causare danni e disagi ai cittadini e pesanti ricadute occupazionali nell'area dello Stretto a sollecitare le Ferrovie dello Stato ad un maggior impegno economico al fine di evitare ogni ipotesi di disimpegno della sua attività nell'area dello Stretto, attività che necessita, al contrario, di forti investimenti, specie per quanto riguarda gli approdi, e di un rapido adeguamento della propria flotta per reggere la concorrenza con gli altri vettori privati.
(1-00133)
«D'Alia, Romano, Drago, Lucchese, Ruvolo, Volontè».