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Allegato B
Seduta n. 132 del 22/3/2007
SALUTE
Interrogazione a risposta scritta:
PIRO e LOMAGLIO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la città di Palermo, per il suo approvvigionamento idrico, riceve acque da diverse fonti e tra queste dalla sorgente Presidiana nel comune di Cefalù e dalla diga Rosamarina in territorio di Termini Imerese per diverse centinaia di litri al secondo;
le acque della sorgente Presidiana sono particolarmente ricche di minerali e sali mentre le acque della Rosamarina, in virtù della natura dei terreni ricompresi nel bacino, contengono elevate quantità di solfati, entrambe, pertanto non presentano caratteristiche adatte al consumo umano, né l'Amap, azienda comunale che gestisce attualmente il servizio idrico è dotata di adeguato impianto di demineralizzazione;
al fine di rendere potabili le acque, l'Amap provvede a miscelarle con acque provenienti da altre fonti, anche se, come è accaduto nelle scorse settimane, per carenza di acqua provenienti da altre fonti, non sempre può effettuare una miscelazione completa;
come ampiamente riportato dalla stampa locale (Giornale di Sicilia e La Repubblica-Palermo soprattutto) nelle scorse settimane nelle acque immesse nella rete cittadina, la concentrazione di solfati ha più volte fatto rilevare il superamento dei limiti imposti dalla normativa;
in un articolo pubblicato dal quotidiano La Repubblica il 14 marzo 2007 nelle pagine locali di Palermo, l'Amap, dichiara che «... Il problema degli sforamenti è destinato a ripetersi in futuro, tanto che l'Amap e il comune ribadiscono l'intenzione di chiedere alla regione e al ministero della sanità una deroga sui limiti di legge ...»;
il sindaco di Palermo, secondo quanto si legge nell'articolo, avrebbe dichiarato che «... non c'è mai stato alcun allarme né emergenza sui livelli di solfato ... anzi ... la situazione è sotto controllo e lo è sempre stata ... il primo cittadino di Palermo avrebbe ammesso però che, nelle scorse settimane ... i rilevamenti dell'Ausl 6 hanno accertato un dato compreso tra 300 e 350 milligrammi, superiore alla soglia di legge, ma inferiore a quanto consentito in altre regioni che hanno ottenuto la deroga ministeriale come il Veneto e il Lazio ...»;
lunedì 12 marzo 2007, secondo il comune e l'Amia, nell'acqua erogata ai cittadini palermitani c'erano 270 milligrammi per litro, il giorno dopo scesi a 247. Il quantitativo di solfati presenti nell'acqua varia però da zona a zona. Non esiste, dunque, un'analisi che possa accomunare tutti i quartieri di Palermo;
buon senso e saggia amministrazione avrebbero voluto che i cittadini palermitani fossero prontamente informati dei rischi derivanti dall'utilizzo dell'acqua distribuita nella rete cittadina ed ancor di più sarebbe stata opportuna l'emissione di una apposita ordinanza al fine di non utilizzare l'acqua per il consumo umano. Tutto questo a preventiva tutela della salute pubblica -:
se il Ministro della salute ritenga l'eventuale deroga richiesta compatibile con l'esigenza della tutela della salute dei cittadini di Palermo;
se non intenda disporre un'ispezione del Nucleo operativo ecologico dell'Arma dei Carabinieri a tutela dell'incolumità pubblica.
(4-03048)