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Allegato B
Seduta n. 137 del 29/3/2007
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GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta in Commissione:
CAPARINI e LUSSANA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Tribunale di Brescia è il quinto per numero di abitanti serviti (1.088.000), per
l'importanza dell'economia del suo territorio (quinto prodotto interno lordo del Paese) e per affari civili e penali;
il Tribunale di Roma (sezioni distaccate incluse) deve servire un milione e mezzo in più di abitanti rispetto a quelli di Brescia, Breno e Salò, ma ha a disposizione un numero di giudici sei volte superiore (379 contro i 61 bresciani). Quello di Milano serve il doppio della popolazione con il quintuplo di magistrati, e via discorrendo Napoli e Torino con numeri e sproporzioni simili;
dal raffronto con gli uffici giudiziari delle città di Firenze, Bologna, Genova e Catania che hanno dimensioni comparabili emerge chiaramente che Brescia può contare su un giudice ogni 18mila abitanti; su un dipendente ogni 6mila. Le altre, che di abitanti ne servono meno, hanno il doppio dei magistrati (come Catania) o un numero tale di giudici che rende il rapporto decisamente meno sfavorevole;
la Procura della Repubblica di Roma ha 100 magistrati che servono 2.565.970 abitanti (uno ogni 26.660) e un amministrativo ogni 3.892 abitanti, la Procura della Repubblica di Milano ha 90 magistrati che servono 2.371.174 abitanti (uno ogni 26.346) e un amministrativo ogni 5.451 abitanti, la Procura di Napoli ha 117 magistrati che servono 2.015.687 abitanti (uno ogni 17.228) e un amministrativo ogni 3.337 abitanti, la Procura di Torino ha 60 magistrati che servono 1.697.408 abitanti (uno ogni 28.290) e un amministrativo ogni 6.579 abitanti, la Procura di Brescia ha 23 magistrati che servono 1.088.154 abitanti (uno ogni 47.311) e un amministrativo ogni 10.774 abitanti, la Procura di Firenze ha 31 magistrati che servono 912.997 abitanti (uno ogni 29.451) e un amministrativo ogni 5.308 abitanti, la Procura di Bologna ha 26 magistrati che servono 903.939 abitanti (uno ogni 34.766) e un amministrativo ogni 7.062 abitanti, la Procura di Genova ha 29 magistrati che servono 726.274 abitanti (uno ogni 23.113) e un amministrativo ogni 4.114 abitanti, la Procura di Catania ha 46 magistrati che servono 911.624 abitanti (uno ogni 19.818) e un amministrativo ogni 4.404 abitanti;
le cause di lavoro sono salite dalle 1.331 del 1o luglio del 2005 alle 1.544 del 30 giugno 2006, le cause di previdenza e assistenza sono passate da 619 a 1.129 e le cause di pubblico impiego da 123 a 167, una sopravvenienza complessiva di 2.389 cause costituisce un peso individuale (597 cause) eccessivo. L'organico deve essere aumentato da 3 a 4 giudici;
la pendenza complessiva dei fallimenti resta molto elevata, quasi 400 fallimenti per ciascun magistrato e la durata media delle 258 procedure fallimentari chiuse tra il 1o luglio 2005 e il 30 giugno 2006 è stata pari a 5,1 anni. Per il presidente «la richiesta di dotare la sezione di un altro giudice è davvero minimale»;
nelle cause civili la pendenza complessiva al 31 dicembre 2006 di 13.176 cause di sola cognizione ordinaria comporta un carico medio, su ciascuno dei 20 ruoli attualmente operativi, di 659 cause. Gli organici delle tre sezioni civili, per il presidente Mazzoncini, devono essere aumentate complessivamente di almeno 6 giudici;
le due sezioni distaccate mantengono la pendenza più elevata: 1.233 a Breno e 1.074 a Salò. Per Mazzoncini «è doverosa la richiesta di dotare di due giudici a tempo pieno entrambe le sezioni distaccate con l'incarico di trattare tutti gli affari civili e penali di loro competenza»;
le due sezioni penali negli ultimi due periodi (dal 1o luglio 2004 al 30 giugno 2006) grazie all'impegno individuale dei 19 magistrati togati, degli 8 onorari e delle cancellerie, sono riuscite a fronteggiare le sopravvenienze, esaurendo 5.240 processi nel primo periodo (contro 5.143 sopravvenuti) e 5.151 nel secondo, facendo calare la pendenza iniziale da 1.782 a 1.504. Uno sforzo che non può, però, protrarsi in eterno. E la situazione rende impossibile l'effettiva costituzione della sezione del Riesame. Per le sezioni penali sono necessari
almeno altri 3 giudici, uno per ciascuna sezione penale portando da 8 a 9 i rispettivi organici e uno alla sezione del Riesame aumentando la pianta organica da 5 a 6 giudici;
l'ufficio del Gip dal 1o luglio 2005 al 30 giugno 2006 sono sopravvenuti 17.494 procedimenti e gli 8 giudici effettivamente presenti sui 9 in organico ne hanno esaurito 14.738 e la pendenza è salita da 9.871 processi a 12.627. Anche 9 giudici non bastano a far fronte a una sopravvenienza complessiva di 29.477 processi. «Per sostenere la pressante richiesta - prosegue Mazzoncini nella sua relazione - la sezione Gip deve essere dotata di un presidente di sezione»;
dai dati si evince quanto sia critica anche la situazione della Procura di Brescia: i venti sostituti procuratori sono titolari di 5.120 procedimenti a testa. Il carico, è esattamente il doppio di quello che si trova a smaltire la Procura di Catania che ha il doppio dei pm a disposizione. Nel 2006 i sostituti bresciani dovendo gestire 47.311 abitanti ciascuno sono stati chiamati a 2.150 udienze dibattimentali di cui 450 collegiali, 1.400 monocratiche davanti al tribunale e 300 davanti al giudice di pace e a qualcosa come 2.800 udienze preliminari;
dalla relazione del Procuratore Giancarlo Tarquini si legge che «si sono verificate ben 5 vacanze (il sostituto nominato procuratore aggiunto, due sostituti sono stati trasferiti dalla procura di Parma e uno al tribunale di Bergamo), tuttora scoperte, di posti di sostituto procuratore che tenuto conto dell'organico attuale pari a 23 magistrati incidono nella misura cospicua di circa il 20 per cento... Le cose non possono continuare così. Occorre un correttivo energico e urgente... La complessità del contesto operativo dell'ufficio ha comportato l'esigenza di suddividere l'attività dei magistrati in 10 aree di competenza, ognuna con specifiche tipologie di reato». Ai due procuratori aggiunti è stata assegnata una sezione ciascuno, comprendente ognuna tre aree di competenza;
il presidente del Tribunale Roberto Mazzoncini, il procuratore della Repubblica Giancarlo Tarquini e il presidente degli avvocati Tullio Castelli in rappresentanza degli Uffici giudiziari bresciani hanno chiesto di colmare le lacune con l'immediato incremento della pianta organica;
il presidente del Tribunale Roberto Mazzoncini dichiarato che «Per poter disporre di un numero di magistrati e amministrativi mediamente pari a quello degli altri importanti tribunali del paese il tribunale di Brescia deve essere aumentata in ragione di almeno 14 magistrati e 70 dipendenti amministrativi... dal 1993 il Csm proponeva l'aumento di 16 giudici, ma finora il ministero della Giustizia non ha tenuto conto di questa proposta. Anzi, con la riforma del giudice unico la revisione dell'organico del personale amministrativo è stato ridotto, della sede centrale, di ben 17 unità, da 181 a 164... è urgente procedere a una radicale revisione in aumento degli organici»;
riassumendo, la richiesta avanzata è di almeno quattro nuovi giudici per la sezione Lavoro, almeno uno per la sezione Commerciale, sei per le tre sezioni Civili, due per le due sezioni distaccate e poi un presidente per la sezione Gip, otto per le sezioni Penali. Quanto al personale amministrativo, la presidenza evidenzia come sui 183 dipendenti in organico ne siano al lavoro 147, mentre 41 sono i posti vacanti con le evidenti conseguenze in termini di ritardi e disservizi, riduzione di orario di apertura al pubblico, arretrato dei pagamenti delle spese di giustizia e del recupero dei crediti -:
quali siano i provvedimenti che il Ministro intende assumere per risolvere la cronica situazione emergenziale del Tribunale di Brescia.
(5-00900)
CAPARINI e LUSSANA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il comune di Brescia ai sensi della legge n. 392 del 1941 è tenuto a fornire i
locali da adibire a sede degli uffici giudiziari. Per consentire all'amministrazione di onorare a tale impegno lo Stato ha finanziato il nuovo palazzo di Giustizia per l'importo complessivo di quasi 74 milioni di euro, denaro disponibile sin dal 1989;
nel 2004 il Ministero di giustizia ha stanziato i 10 milioni di euro necessari al completamento del nuovo Palazzo di Giustizia di Brescia;
il 15 luglio 2003, il Presidente della Corte d'Appello di Brescia ha posto il problema degli arredi. Il 10 settembre 2003 il Ministero della Giustizia ha informato gli Uffici giudiziari di Brescia sulle corrette procedure per l'acquisto dei mobili. Il 25 novembre 2004 il Presidente della Corte d'Appello di Brescia ha trasmesso al Ministero il progetto esecutivo per la fornitura delle attrezzature compattate e delle scaffalature, destinate ai locali d'archivio, comunicando altresì, senza peraltro specificare le esigenze, la necessità di provvedere agli arredi per le aule di udienza e per gli uffici. Nella medesima missiva è stata chiesta l'autorizzazione alla pubblicazione del bando di gara, relativo alle sole scaffalature ed impianti;
il 17 dicembre 2004, il Ministero ha autorizzato l'espletamento della gara europea ed ha assicurato la copertura finanziaria, per gli impianti di archivio, per il complessivo importo di 2.163.295,20 euro;
tra il 2004 e il 2005 il Ministero di giustizia ha concesso l'intero finanziamento per la realizzazione del nuovo Palazzo di Giustizia di Brescia assicurando 2.437.740 euro per l'acquisto di arredi e attrezzature destinati agli uffici giudiziari e un ulteriore finanziamento di 2.514.181,45 euro per attrezzare le aule destinate alle udienze giudiziarie. Con le ultime somme impegnate per l'acquisto di arredi, quanto di competenza di questo Dicastero è stato assicurato per consentire al nuovo Palazzo di Giustizia di Brescia, quanto prima, di essere operativo. La legge 5 marzo 1973, n. 28, dispone che gli arredi degli uffici giudiziari devono essere finanziati dal Ministero della giustizia. Non era quindi possibile che si attivasse il Comune a meno che quest'ultimo non intendesse provvedere al pagamento, senza alcuna possibilità di essere rimborsato;
l'Amministrazione comunale potrà erogare i fondi per il trasloco in base alla legge n. 813 del 1941 che individua negli enti locali titolari del servizio della giustizia, che devono recuperare i locali, sostenere le spese e quindi anche il trasloco;
al trasloco è tenuto a provvedervi il Comune di Brescia che potrà inserire la relativa spesa nel rendiconto dell'anno di riferimento, ai fini del contributo;
terminata la gara per gli archivi ed è in corso il trasloco del materiale, degli arredi restano da concludere altre cinque gare tra cui quella per la dotazione degli impianti di sicurezza;
il Tribunale di Brescia è il quinto per numero di abitanti serviti (1.088.000), per l'importanza dell'economia del suo territorio (quinto prodotto interno lordo del Paese) e per affari civili e penali;
il presidente del Tribunale Roberto Mazzoncini, il procuratore della Repubblica Giancarlo Tarquini e il presidente degli avvocati Tullio Castelli in rappresentanza degli Uffici giudiziari bresciani hanno chiesto di colmare le lacune con l'immediato incremento della pianta organica di almeno quattro nuovi giudici per la sezione Lavoro, almeno uno per la sezione Commerciale, sei per le tre sezioni Civili, due per le due sezioni distaccate e poi un presidente per la sezione Gip, otto per le sezioni Penali. Quanto al personale amministrativo, la presidenza evidenzia come sui 183 dipendenti in organico ne siano al lavoro 147, mentre 41 sono i posti vacanti con le evidenti conseguenze in termini di ritardi e disservizi, riduzione di orario di apertura al pubblico, arretrato dei pagamenti delle spese di giustizia e del recupero dei crediti;
con decreto ministeriale del 7 aprile 2005, il Ministro della Giustizia ha disposto
l'aumento del ruolo organico del personale della magistratura. In particolare per il distretto di Brescia è stata decisa l'assegnazione di dodici nuovi magistrati. Gli adempimenti per la copertura effettiva dei posti assegnati sono di competenza del Consiglio Superiore della Magistratura -:
se e quando sarà operante e pienamente usufruibile al pubblico il nuovo Palazzo di Giustizia di Brescia.
(5-00902)
Interrogazioni a risposta scritta:
BRUSCO. - Al Ministro della giustizia, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in data 13 dicembre 2002 è stato bandito sulla Gazzetta Ufficiale il concorso a 443 posti da Ufficiali Giudiziario C1 e espletate le relative prove d'esame, sono state stilate le relative graduatorie definitive distrettuali per tutti i distretti delle corti d'appello italiane;
al fine di far fronte a considerevoli carenze d'organico nel profilo degli Ufficiali giudiziari C1 la legge n. 311 del 2004 (legge finanziaria per il 2005) all'articolo 1, commi 96 e 97, stabiliva per vincitori ed idonei di tale concorso la priorità assoluta alle assunzioni, in deroga al blocco delle stesse e finanche la relativa copertura finanziaria stabilita con la creazione di un fondo ad hoc, con espressa possibilità, in considerazione delle norme in tema di concorsi unici, di immissione in servizio anche come cancellieri C1, avendo i profili di Ufficiale giudiziario e Cancelliere C1 pressoché le stesse materie d'esame;
si è finora provveduto all'assunzione dei vincitori di tale concorso e solo di una parte degli idonei. Più precisamente restano da assumerne circa 400 unità;
nonostante il chiarissimo testo della legge finanziaria per l'anno 2005 il ministero della giustizia di concerto con quello della funzione pubblica e con quello dell'economia e finanze, procedono alla relativa immissione in servizio con estremo ritardo, secondo l'interrogante ingiustificabile;
è sotto gli occhi di ogni cittadino italiano lo stato estremamente precario in termini numerici del personale giudiziario che si riverbera negativamente sull'andamento della giustizia italiano, così come segnalato in ogni distretto di Corte d'appello in occasione dell'inaugurazione dell'Anno giudiziario 2007, ove tutti i Presidenti intervenuti non hanno mancato di osservare la precarietà in cui opera il già ridotto all'osso organico di personale giudiziario;
è importante segnalare, a tale proposito, come in alcuni distretti di corti d'appello italiane addirittura manca il 40 per cento di personale amministrativo-giudiziario (in particolare per le Corti d'appello di Milano, Torino, Napoli, Roma a tacere di quasi tutti gli altri distretti);
i sottodotati organici di Ufficiali Giudiziari e Cancellieri hanno dovuto far fronte, a seguito di importanti e corpose riforme legislative, a numerosi altri compiti (V. ad esempio, quanto disposto dall'articolo 17 della legge n. 155 del 2005 - cosiddetta Legge Pisanu di contrasto al fenomeno del terrorismo internazionale, che toglie le notifiche alla P.G. durante le indagini preliminari, affidandole agli Ufficiali Giudiziari, la importante riforma del processo civile), rendendo così estenuante il lavoro dei già «contati» Ufficiali Giudiziari e Cancellieri;
a tal proposito non è superfluo aggiungere che da informazioni assunte per l'anno 2007 ci saranno molti pensionamenti che non faranno che assottigliare ulteriormente gli organici degli Ufficiali Giudiziari e Cancellieri già ridotti a lumicino;
tale situazione è presente, ad esempio, anche nel distretto di Corte d'appello di Salerno;
a tale scopo e limitandosi, tra l'altro, solo ad alcuni esempi, si segnala la «catastrofica»
condizione in termini di organico degli Uffici Giudiziari della sez. di Tribunale di Mercato S. Severino, Amalfi, Eboli (e relativi uffici del Giudice di pace) ove manca letteralmente anche un Cancelliere e 1 Ufficiale giudiziario per espletare quotidianamente l'ordinaria (e non altro) attività giudiziaria;
addirittura, al Tribunale di Nocera Inferiore (Salerno) mancano ben 24 Cancellieri e numerosi ufficiali Giudiziari. In tal modo si nega praticamente la giustizia a mezzo milione di cittadini;
la ingiustificabile lentezza nel procedere a tali assunzioni di personale che, si ricorda, ha partecipato e superato un regolare concorso, trova probabilmente una prima risposta nelle scelte inopinate e incostituzionali operata dal Governo che nella legge finanziaria per l'anno 2007 (articolo 1, comma 519) addirittura riserva il 20 per cento del fondo già appositamente destinato dalla legge finanziaria per il 2005 anche per l'assunzione di Ufficiali Giudiziari e Cancellieri, ai precari che non hanno mai sostenuto e superato un concorso;
la Corte costituzionale più volte ha rilevato la incostituzionalità di norme che derogano al principio del concorso pubblico, ribadendo la esclusività del concorso quale strumento di reclutamento per garantire la imparzialità ed il buon andamento della pubblica amministrazione (sentenza 1/1999; 194/2002; 274/2003; 34/2004; 205/2005; 81/2006; 205/2006) -:
quale sia il giudizio del Ministro in merito a quanto esposto in premessa, se non intenda tutelare coloro i quali, circa 400, sono risultati idonei al concorso per ufficiali giudiziari bandito sulla Gazzetta Ufficiale n. 98 del 13 dicembre 2002 e scongiurare la proposizione da parte di costoro di un procedimento che potrebbe sfociare in una questione di legittimità costituzionale, in particolare impugnando gli atti ed i provvedimenti attuativi dei commi 519-521 (circolare del Ministro della funzione pubblica o la nota del Ministro della giustizia, così come il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri emanando ai sensi del predetto comma 521).
(4-03117)
FASOLINO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 16 giugno 2006 Vittorio Emanuele di Savoia è stato prelevato a Varenna, sul lago di Como da agenti della polizia di Stato e della polizia municipale di a Potenza e condotto nel carcere del Capoluogo regionale lucano con l'accusa di corruzione e falso nell'ambito di un'inchiesta su truffe, videogiochi e prostituzione al casinò di Campione;
il 23 giugno 2006 il Tribunale del Riesame gli ha concesso gli arresti domiciliari, scontati a Roma presso l'appartamento di un amico ai Parioli;
il 20 luglio 2006 il GIP di Como ne ha ordinato la scarcerazione;
il 26 marzo 2007, su conforme richiesta dei Pm Maria Vittoria Isecca e Mariano Fadda, il GIP Pietro Martinelli ha disposto l'archiviazione del caso;
analogo provvedimento (non luogo a procedere) è stato adottato per Roberto Salmoiraghi ex Sindaco di Campione d'Italia, Rocco Migliardi imprenditore messinese, Ugo Bonazza veneziano, Domenico Tuosto ex amministratore delegato del casinò di Campione e, inoltre, Gian Nicolino Narducci, Giuseppe Rizzani e Vesna Tosic;
secondo l'interrogante danno morale e materiale arrecato a tutti loro dai provvedimenti giudiziari emessi dal PM Henry John Woodcock è immenso e, certamente, tale da non potere essere graduato dal rango e dalla notorietà della persona colpita. Anche chi è senza amici, vive su una montagna, in una baita sperduta, con la sola moglie per compagnia, al ritorno da una carcerazione ingiusta, per gli anni futuri sentirà sempre su di sé gli occhi interroganti della persona che gli è cara e porterà nell'anima il disagio e il dubbio che avverte nei propri cari, negli amici e
nell'ambito dei suoi rapporti di lavoro. Il vulnus della carcerazione è uguale e definitivo per tutti;
non può, però, non mostrarsi come prevalente, rispetto agli altri innocenti compagni di sventura, il danno arrecato a Vittorio Emanuele di Savoia;
è il figlio, già erede al trono, di Umberto di Savoia, ultimo re d'Italia, il re di maggio che ebbe la dignità di andarsene in silenzio, evitando inutili incomprensioni e possibili danni ad un Paese già durissimamente provato, anche per responsabilità inoppugnabili della monarchia;
Vittorio Emanuele, all'epoca, era bambino e certamente non gli possono venire addebitate colpe specifiche né ha mai prodotto interferenze nella vita della Repubblica;
certo, qualcuno potrà osservare, non sempre si è distinto per irreprensibilità e, come anche si osserva, potrebbe essergli occorso il paradosso fatale del protagonista de «il postino suona sempre due volte», per l'assassinio senza dubbio accidentale ma provocato da un comportamento colposo e irrazionale nei confronti dell'indimenticato sfortunatissimo giovane D. Hamer su una barca alle Bocche di Bonifacio davanti all'isola di Cavallo;
con la ingiusta carcerazione di Vittorio Emanuele di Savoia sono stati altresì colpiti i sentimenti di tanti monarchici che, pur essendo di diverso avviso sulla suprema magistratura della Repubblica si sono sempre dimostrati cittadini irreprensibili e rispettosi della legalità repubblicana;
si è inoltre offesa la tradizione di un Casato che ha scelto nell'800 di mettersi al servizio della causa unitaria contribuendo, in modo decisivo, alla sua affermazione;
tanto premesso, si ha modo di essere preoccupati che il Dottore Henry John Woodcock, pubblico ministero a Potenza abbia potuto travalicare i limiti imposti dalla necessaria prudenza ed abbia inferto un colpo alla credibilità della magistratura che è e deve continuare ad essere il pilastro fondamentale delle garanzie democratiche e repubblicane;
la magistratura non ha bisogno di prime pagine, né di imputati eccellenti di rilevante penetranza mediatica per affermare il suo indiscutibile prestigio -:
se il Ministro interrogato intenda attivare i suoi poteri ispettivi presso la Procura di Potenza e, nel caso di rilevati comportamenti non regolamentari, dar corso alle procedure consequenziali.
(4-03132)