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Allegato B
Seduta n. 137 del 29/3/2007
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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interrogazioni a risposta scritta:
LOCATELLI e DE SIMONE. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il gruppo di iniziativa intercomunale denominato «Diritti & Doveri» si sta battendo per la salvaguardia del Castello di Corenno Plinio a Dervio in provincia di Lecco (La Provincia di Lecco - 22 febbraio 2007);
Corenno Plinio è un agglomerato di case arroccato sulle rocce lariane di antiche origini;
il Castello, di proprietà dei conti Sormani-Marietti è un tipico castello-recinto che, diverso dal castello-residenza, serviva alla popolazione per difesa e come rifugio, anche per il bestiame, in caso di pericolo. Nel XIII-XIV secolo la storia di Corenno è strettamente legata alle sorti di Milano. Nel 1271 Ottone Visconti affida Corenno a Fossato e al figlio Giacomo Andriani (cognome trasformato poi in Andreani). Il Castello ridefinito come fortificazione nel XIV secolo sulle rovine di un'antica rocca romana è circondato da alte mura merlate, solo su tre lati; il lato a lago è stato demolito dalla proprietà per aprire la visuale verso lago. La torre, sicuramente romana, serviva per le segnalazioni. La torre «a vela» all'ingresso, serviva solo come protezione del recinto perché è sempre mancata la funzione abitativa. Il camminamento interno delle mura è andato perduto perché era in legno. Il Castello si trova accanto alla chiesa parrocchiale, antica Pieve, che conserva pregevoli affreschi e dipinti del Trecento;
all'interno di questo Castello medievale i proprietari stanno portando avanti lavori di scavo con il fine di edificare (Il Giorno/Lecco - 14 febbraio 2007);
la giustificazione che si adduce alla bontà del progetto di edificazione all'interno del maniero è quella che essendo state presenti nel Castello strutture di servizio quali caserme, depositi, armerie, alloggi, la riproposizione di un volume poteva aderire ad una idea tipologica di tale complesso. Per questo si parla di Casa di custodia (lettera/risposta del Soprintendente Dott. Arch. Artioli Prot. n. 4297 14 marzo 2007 - Allegato A);
il gruppo «Diritti & Doveri» ha denunciato la situazione senza ricevere però risposte adeguate da parte del sindaco di Dervio. In seguito ha promosso una raccolta firme il 25 febbraio 2007 per la salvaguardia storico-archeologica del Castello e del Paesaggio in cui è inserito e ha inviato il documento alle Sovrintendenze competenti e al Ministero di competenza;
il 14 marzo 2007 il Soprintendente del Ministero per i beni e le attività culturali Dott. Arch. Alberto Artioli ha inviato una lettera dove dice testualmente: «il progetto viene autorizzato in quanto prevede un ingombro limitato e può rappresentare una valorizzazione del bene...» ... «ovviamente, in considerazione della probabile presenza di testimonianze archeologiche questa Soprintendenza ha condizionato il proprio parere ad eventuali ritrovamenti, che effettivamente ci
sono stati, sotto il controllo della Soprintendenza Archeologica, suggerendo così una leggera traslazione del nuovo costruito che, a parere di questa Soprintendenza, non altererà il significato e il decoro del bene monumentale né inciderà sulla lettura paesaggistica essendo discretamente inserito all'interno della cinta muraria» (Allegato A);
se tali «ingombri limitati» venissero generalizzati a tutti i beni monumentali presenti in Italia che cosa accadrebbe al nostro patrimonio artistico culturale nazionale? In questo senso non si riesce a capire se esiste già un permesso per costruire e come ha potuto la Commissione del Paesaggio prima e la Soprintendenza poi acconsentire ad una modificazione della funzione del Castello-recinto e all'assetto paesaggistico nella sua visione globale;
il 20 marzo 2007 la Soprintendenza per i Beni Architettonici della Lombardia, prot. n. 3147 a firma del Direttore Jolanda Lorenzi, dice: «... in considerazione dell'altissimo rischio archeologico ha ritenuto indispensabile che le aree ove sarebbe dovuta sorgere la progettata costruzione e le opere accessorie al nuovo edificio venissero preventivamente esplorate...». «...Lo scavo ha messo in luce una stratigrafia archeologica di grande interesse con il riconoscimento di sette fasi databili dall'epoca preistorica ad oggi...»;
esiste persino un documento datato nel lontano 6 aprile 1942 e firmato dal Soprintendente di allora Gino Chierici che recita: «il castello medievale di Corenno Plinio, di proprietà del Conte Alessandro Sormani, per la sua importanza storico artistica è posto sotto tutela della legge 1o giugno 1939, n. 1089. Gli avanzi di questa costruzione costituiscono la maggiore attrattiva del paese e pertanto è necessario, non solo per la loro conservazione ma anche per la loro visibilità, impedire addossamenti, siano pure provvisori, di materiale o di baracche in legno». (Allegato B). Il Documento lascia presupporre un vincolo sia sul Castello che sulla struttura Paesaggistica di Corenno;
esiste inoltre un Castello-ricetto a Moniga del Garda, provincia di Brescia, con le stesse caratteristiche di quello di Corenno Plinio perché rifugio (receptum) per la popolazione locale dove in un articolo sul Corriere della Sera del 18 marzo 2007 si legge: «...parliamo del progetto secondo cui, su un dosso in vista del lago, accanto alla cinta di mura del castello le ruspe hanno cominciato lo sbancamento per tirare su sei ville con piscina. Il Soprintendente Luca Rinaldi ha fatto fermare tutto...»;
il castello di Corenno Plinio è un bene comune di alto valore storico e paesaggistico e, per questa ragione, va tutelato -:
se sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa;
se non ritenga inopportune le considerazioni svolte dal Sovrintendente Artioli che concede l'autorizzazione per il progetto di ampliamento giustificandola con l'affermazione - che gli interroganti ritengono singolare - «ingombro limitato»;
per quali ragioni paradossali si debba amaramente costatare che 65 anni fa era impossibile edificare all'interno delle mura del suddetto castello ed oggi, al contrario, questo viene permesso;
quali iniziative intenda adottare affinché venga tutelato un bene culturale d'interesse comune come il Castello di Corenno Plinio.
(4-03129)
RAMPELLI e MIGLIORI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Comune di Firenze, per risolvere il problema della viabilità e dell'inquinamento della città, ha deciso di realizzare un sistema pubblico di trasporto definito «tramvia», consistente in 3 linee di treni i cui binari saranno posizionati su strade cittadine e protetti da barriere (cordoli o muretti o scalini) e alimentati elettricamente mediante cavi aerei sostenuti da
pali posizionati ogni 50 metri o, in alternativa, nelle strade del centro, ancorati a palazzi (storici);
la Linea 2 - che dovrebbe collegare l'aeroporto e la stazione - prevede il passaggio della tramvia davanti al Duomo e al Battistero, due capolavori artistici mondiali; le rotaie si avvicineranno fino a un metro o poco più dal Battistero, la cui costruzione è anteriore al decimo secolo;
tale realizzazione è oggetto di numerose e motivate proteste da parte dei cittadini per l'inadeguatezza e le molteplici criticità del progetto;
i binari, di fatto, sventreranno il centro storico della città di Firenze, dichiarato «Patrimonio dell'Umanità», causando un inestimabile danno urbanistico, architettonico e ambientale;
oltre allo sfregio estetico che si profila nel contesto artistico e urbano di piazza Duomo, sono forti i rischi strutturali che potrebbero derivare dal passaggio tanto ravvicinato di una vera e propria metropolitana di superficie qual è la tramvia;
oltre alle vibrazioni prodotte dai bus, i quali continueranno a circolare nella piazza, si sommeranno quelle prodotte dalla tramvia, il cui passaggio sarà ogni tre minuti per senso di marcia, ossia un treno ogni 90 secondi;
il sistema renderà pericolosa la fruizione delle strade ai pedoni, alle biciclette, agli anziani, ai disabili e ai bambini e difficoltoso, se non impossibile, il transito dei mezzi di soccorso;
il Comune di Firenze non ha elaborato alcun progetto alternativo talché i problemi evidenziati dalla cittadinanza e quelli che dovessero sorgere in corso d'opera, saranno risolti nel tempo nell'ottica di una «navigazione a vista»;
si rende necessario proporre un tracciato alternativo, posto che non esiste alcuna utilità reale del passaggio davanti a Duomo e Battistero;
la tramvia, come evidenziato da numerosi cittadini, potrebbe passare dai viali di circonvallazione di Firenze anziché dal centro o, al limite, sarebbe auspicabile il passaggio da piazza Indipendenza, piazza San Marco e piazza Santissima Annunziata, una soluzione meno pericolosa rispetto a quella della tramvia davanti al Duomo;
va segnalato che il Comitato tecnico-scientifico per i Beni architettonici e paesaggistici del Ministero per i beni e le attività culturali ha espresso - lo scorso 12 febbraio - parere favorevole sul progetto della linea tranviaria nel centro storico di Firenze, prescrivendo ulteriori garanzie di tutela per contenere l'impatto della tramvia, che comunque sono, a giudizio degli interroganti, insoddisfacenti -:
se non ritenga opportuno riconsiderare il parere positivo espresso dal Comitato tecnico-scientifico per i beni architettonici e paesaggistici in merito alla compatibilità urbanistico-ambientale del progetto, ascoltando all'occorrenza altri esperti, anche di fama internazionale, e valutando altresì l'ipotesi di individuare un percorso alternativo che non metta a repentaglio i monumenti storici di Firenze.
(4-03133)