Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 14 del 27/6/2006
...
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta immediata:
RAITI e EVANGELISTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 ottobre 2002 è stato dichiarato lo stato di emergenza relativamente all'attività vulcanica dell'Etna nel territorio della provincia di Catania;
il termine dello stato di emergenza è stato prorogato, con successivi provvedimenti, fino al 31 dicembre 2006;
le proroghe sono state disposte in parallelo alla dichiarazione dello stato di emergenza per similari stati di calamità naturale verificatisi in altre parti del territorio nazionale;
alla dichiarazione dei diversi stati di emergenza hanno fatto seguito diverse ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri (ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri nn. 3254 del 2002, 3315 del 2003, 3354 del 2004 e 3442 del 2005), con le quali, tra le altre disposizioni, venivano sospesi i termini per i versamenti tributari e contributivi degli abitanti i centri colpiti dalle calamità naturali;
nel territorio della provincia di Catania persiste il disagio economico delle popolazioni colpite, tanto che, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 dicembre 2005, si è ritenuto di dover prorogare lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2006;
parimenti, si è ritenuto di prorogare lo stato di emergenza in altre zone del territorio italiano (Molise e Puglia), per le quali si è provveduto con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n 3496 del 17 febbraio 2006 anche ad una nuova sospensione dei termini per i versamenti tributari e contributivi per tutto il 2006 -:
se non ritenga che gli abitanti della provincia di Catania non debbano usufruire di analogo trattamento riservato ad altre popolazioni colpite da calamità naturali e se non ritenga che la sospensione dei termini per i versamenti tributari e contributivi non debba essere differita alla fine dello stato di emergenza fissato al 31 dicembre 2006, con effetto retroattivo a partire dall'ultima scadenza della sospensione (15 dicembre 2005).
(3-00069)
FINCATO, SERENI, BRESSA, QUARTIANI, GIACHETTI, CECCUZZI, CRISCI, FLUVI, FOGLIARDI, LEDDI MAIOLA, FRONER, NANNICINI, PERTOLDI, SPOSETTI, STRIZZOLO, TOLOTTI, TOMASELLI, VICHI e FIANO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sei regioni hanno superato i tetti della spesa sanitaria previsti per l'anno 2005: Abruzzo, Campania, Lazio, Liguria, Molise e Sicilia;
la finanziaria per il 2005, approvata dalla maggioranza di centrodestra nella XIV legislatura (legge n. 311 del 2004, articolo 1, comma 174), prevede, a copertura
dei disavanzi di gestione dei servizi sanitari regionali, che: «il presidente della regione, in qualità di commissario ad acta, approva il bilancio di esercizio consolidato del servizio sanitario regionale al fine di determinare il disavanzo di gestione e adotta i necessari provvedimenti per il suo ripianamento, ivi inclusi gli aumenti dell'addizionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche e le maggiorazioni dell'aliquota dell'imposta regionale sulle attività produttive entro le misure stabilite dalla normativa vigente (...) Qualora i provvedimenti necessari per il ripianamento del disavanzo di gestione non vengano adottati dal commissario ad acta entro il 31 maggio, nella regione interessata, con riferimento all'anno di imposta 2006, si applicano comunque nella misura massima prevista dalla vigente normativa l'addizionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche e le maggiorazioni dell'aliquota dell'imposta regionale sulle attività produttive; scaduto il termine del 31 maggio, i provvedimenti del commissario ad acta non possono avere ad oggetto l'addizionale e le maggiorazioni d'aliquota delle predette imposte ed i contribuenti liquidano e versano gli acconti d'imposta dovuti nel medesimo anno sulla base della misura massima dell'addizionale e delle maggiorazioni d'aliquota di tali imposte»;
la regione Liguria ha già raggiunto con il Governo un accordo sulla copertura dei disavanzi di gestione del servizio sanitario e, pertanto, i contribuenti di tale regione verseranno la prima tranche dell'irap con l'aliquota ordinaria, senza la maggiorazione prevista dalla norma citata, anche se molti contribuenti liguri, che hanno aspettato l'approvazione di tale accordo giunto a ridosso del 20 giugno 2006, dovranno comunque pagare la maggiorazione dello 0,40 per cento per il ritardo nel versamento della prima rata dell'imposta;
l'esame dei piani sanitari delle altre cinque regioni è in corso e si dovrebbe concludere entro il 30 giugno 2006, mentre per i versamenti dell'irap effettuati dopo il 20 giugno 2006, sulla base della normativa in vigore, i contribuenti, oltre all'eventuale maggiorazione di un punto percentuale, dovranno pagare un'ulteriore maggiorazione dello 0,40 per cento se verseranno «in ritardo» rispetto alla scadenza prevista del 20 giugno 2006;
in questo caso, il differimento del pagamento oltre il 20 giugno 2006 non dipenderebbe tanto dalla cattiva volontà delle imprese e degli altri contribuenti irap, ma da una normativa confusa e pasticciata ereditata dalla XIV legislatura;
inoltre, non è chiaro nella norma citata se la maggiorazione dell'1 per cento andrà calcolata sull'aliquota ordinaria o sulle aliquote in vigore e se sono fatti salvi i regimi di esenzione;
il Governo ha già chiarito che la maggiorazione derivante dall'aumento di un punto percentuale dell'aliquota irap sarebbe comunque recuperata dai contribuenti deducendola dall'importo della seconda rata dell'irap, qualora nel frattempo il piano di rientro della corrispondente regione fosse approvato dal Governo stesso -:
se non ritenga il Governo di intervenire per sospendere, ad esempio fino al 20 luglio 2006, la maggiorazione dello 0,40 per cento per i contribuenti irap delle regioni suddette e per chiarire che le disposizioni del citato comma 174 si interpretano nel senso che l'irap è calcolata maggiorando di un punto percentuale l'aliquota ordinaria o ridotta, vigente nelle regioni interessate, fatti salvi comunque i regimi di esenzione.
(3-00070)
Interrogazione a risposta orale:
VIOLANTE, MOTTA e MUSI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
i contributi versati alle Casse edili, secondo le determinazioni del Ministero delle finanze, non sono obbligatori per legge e rientrano nell'ambito dell'assistenza ai lavoratori;
il suddetto Ministero ha precisato che va assoggettata ad imposizione fiscale a carico dei lavoratori solo la quota del contributo di gestione delle Casse destinate ad assistenze di carattere non sanitario;
l'individuazione di tale quota di contributo è stata demandata alle Casse edili che provvedono a comunicarla alle imprese affinché le stesse, in fase di determinazione del reddito complessivo da considerare in fase del conguaglio fiscale (ai sensi dell'articolo 48 T.U.I.R.), applichino tale ulteriore tassazione alla generalità dei lavoratori;
all'atto del pagamento delle prestazioni non sanitarie ai singoli lavoratori beneficiari, la Cassa edile, in qualità di sostituto d'imposta, applica una ritenuta a titolo di acconto pari all'aliquota minima prevista (23 per cento) sull'importo della prestazione;
è del tutto evidente che ci troviamo di fronte ad una doppia imposizione;
l'organizzazione sindacale Feneal - UIL di Salerno ha più volte sollevato il problema dinanzi agli uffici competenti -:
quali urgenti iniziative intendano assumere al fine di superare questa doppia tassazione che, peraltro, non si verifica per nessuna cassa di altre categorie professionali.
(3-00062)
Interrogazioni a risposta scritta:
QUARTIANI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la società EniTecnologie S.p.A. è la società dell'Eni S.p.A che ha come mission «creare valore attraverso l'innovazione tecnologica» in campo energetico;
in data 30 marzo 2006 è stato presentato al C.d.A. e approvato il progetto di riassetto della ricerca che prevede la fusione per incorporazione di EniTecnologie S.p.A. in Eni S.p.A.;
il 31 marzo 2006 è stato presentato alle Strutture Sindacali Nazionali di categoria il progetto di riassetto sopra citato;
in data 11 maggio 2006 è stato approvato dal C.d.A. il progetto di riassetto sopra citato;
il 13 aprile 2006 il progetto di riassetto è stato presentato anche alle Organizzazioni Sindacali Territoriali, oltre che alle RSU interessate (sedi di S. Donato Milanese, Novara, Monterotondo, Nettuno e Milazzo), e in tale occasione le RSU hanno presentato un documento riportante le perplessità relative al sopra citato progetto;
il 6 giugno 2006 il progetto di riassetto sopra citato è stato confermato dall'Amministratore Delegato dell'Eni, dottor Paolo Scaroni, nell'ambito dell'«Eni Technology Day»;
il 6 giugno 2006 le RSU hanno presentato un nuovo documento che rafforza il documento precedente, contenente le perplessità e le richieste in merito al progetto di riassetto della ricerca Eni;
il progetto di riassetto prevede, in seguito all'incorporazione di EniTecnologie S.p.A. in Eni S.p.A., lo spacchettamento delle attività di ricerca nelle divisioni operative e la polverizzazione delle strutture di staff;
nel progetto di riassetto non risulterebbero comprese le attività riguardanti tematiche ambientali, fonti energetiche alternative e chimica, essenziali per la crescita del Paese;
l'assetto attuale di EniTecnologie a giudizio dell'interrogante, non risulta inadeguato a soddisfare le esigenze di ricerca/innovazione tecnologica delle società/divisioni operative, che verrebbero invece penalizzate proprio dal riassetto approvato dal CdA;
non essendo chiaro se il progetto in oggetto sia motivato da mere ragioni di carattere finanziario e di bilancio ovvero da considerazioni che attengono alla bontà
della ricerca che la società è in grado di svolgere e all'interesse di Eni a valorizzarne contenuti e professionalità -:
se il Governo è a conoscenza dei fatti summenzionati, e quali sono stati e saranno gli atti che intende intraprendere al fine di evitare operazioni che, a giudizio dell'interrogante, porterebbero a una grave perdita delle professionalità e delle competenze esistenti nel campo della ricerca in Italia, oltre che al pericolo di chiusura di un rilevante e primario «centro» della ricerca in campo energetico, sempre più strategica per il Paese e la sua competitività.
(4-00328)
BOCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la ripresa di un vigoroso percorso di crescita e di sviluppo rappresenta una assoluta priorità dell'azione di Governo, da realizzare insieme con il riequilibrio dei conti pubblici e con misure di equità sociale;
la dimensione locale dello sviluppo, sia nelle sue potenzialità come nelle sue criticità, appare centrale al fine della crescita complessiva del Paese e della sua competitività nel mercato globale;
nell'ultimo decennio le politiche dello sviluppo territoriale si sono caratterizzate per la messa in campo dei vari strumenti della programmazione negoziata (Intese istituzionali di programma, Accordi di programma quadro, Patti territoriali, Contratti d'Area);
tali politiche e strumenti nella loro concreta esperienza attuativa hanno mostrato importanti potenzialità positive, insieme a rilevanti limiti progettuali e lentezze procedurali;
il programma di Governo indica le linee di un nuovo modello di governance per le politiche di sostegno alla competitività e allo sviluppo: modello che punta a rafforzare e qualificare le capacità di programmazione in termini di progettualità selettiva, con il rilancio del partenariato pubblico-privato attraverso la concertazione e con il coordinamento tra i livelli di competenza nazionali e territoriali -:
quale sia lo stato di attuazione dei diversi strumenti della programmazione negoziata nonché i dati, in termini di investimenti e di occupazione, delle iniziative produttive sorte con il loro sostegno;
quali siano gli indirizzi del Governo sulle prospettive di tali politiche e strumenti di intervento, i correttivi che il Governo ritiene opportuno introdurre, ovvero le strategie e strumenti alternativi da adottare;
quali siano le intenzioni del Governo per una organica rivisitazione della specifica normativa (legge n. 662 del 1996) ovvero per un adeguamento e rifinanziamento delle leggi di supporto a tali politiche (legge n. 181 del 1989, legge n. 488 del 1992, eccetera), prevedendo comunque il mantenimento di strumenti di carattere negoziale e valutativo (i contratti di programma), puntando al pieno coinvolgimento e responsabilizzazione delle autonomie e delle classi dirigenti locali;
quali siano gli indirizzi di Governo per la redazione del Documento Strategico Nazionale nel rispetto dei tempi e delle procedure della programmazione dell'Unione europea per il periodo 2007-2013.
(4-00345)