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Allegato B
Seduta n. 141 del 4/4/2007
TESTO AGGIORNATO AL 30 OTTOBRE 2007
...
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta orale:
FALOMI e CACCIARI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'Enel è stata autorizzata alla conversione al carbone della Centrale Elettrica di Torre Valdaliga a Civitavecchia ed è in corso la procedura autorizzativi per l'impianto di Porto Tolle (Rovigo);
l'entrata in esercizio delle centrali predette contraddice le prescrizioni recentemente concordate con l'Unione europea in materia di emissioni nell'atmosfera che prevedono una diminuzione di anidride carbonica del 30 per cento entro il 2020;
sulla base degli accordi sottoscritti dai paesi aderenti al protocollo di Kyoto, l'Italia avrebbe dovuto diminuire del 6,5 per cento le emissioni di anidride carbonica, mentre invece sono aumentate del 13 per cento le emissioni stesse che comportano il pagamento di due miliardi di euro per l'acquisto dei diritti di emissione a carico del Governo italiano;
negli ultimi cinque anni la produzione di energia da fonti rinnovabili è diminuita, passando dal 16,5 per cento al 14 per cento nonostante l'impegno preso di portare tale produzione al 25 per cento entro il 2010;
nel frattempo l'attuale produzione di energia da carbone è salita al 15 per cento e con l'entrata in funzione della centrale di Civitavecchia prevista nel 2009 arriverà al 30 per cento per raggiungere il 45-50 per cento con la conversione di Porto Tolle;
qualora non dovesse intervenire nessuna inversione di tendenza l'Italia, unica in Europa, nel 2010 raddoppierebbe le emissioni di anidride carbonica anziché diminuirle del 30 per cento. Tale effetto risulterebbe paradossale e grottesco rispetto al resto d'Europa; nessun governo si può sottrarre oramai a intraprendere decisioni che tutelino l'ambiente, soprattutto a fronte di una crescente emergenza climatica a causa dell'effetto serra -:
quali provvedimenti si intendano assumere a tutela della salute e dell'ambiente nei territori interessati ai provvedimenti in questione;
se non si ritenga opportuna la sospensione dei lavori nella Centrale di Civitavecchia e la sospensione delle procedure autorizzative per Porto Tolle, garantendo la cassa integrazione ai lavoratori e predisponendo con urgenza un piano energetico che preveda la priorità dell'utilizzo di fonti rinnovabili e del metano.
(3-00795)
Interrogazioni a risposta scritta:
TREMAGLIA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle comunicazioni, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la programmazione radiotelevisiva assicurata dalla RAI è regolata da un
Contratto di servizio con lo Stato che comporta per l'Azienda benefici di carattere economico ma anche il rispetto delle regole ivi fissate;
in particolare, la programmazione di RAI International è prevista dalle Convenzioni ex-1962 ed ex-1975 con la Presidenza del Consiglio dei ministri;
RAI International è l'unico canale radiofonico e televisivo diffuso in tutto il mondo e destinato agli italiani che vivono all'estero ed ai cittadini stranieri di origine italiana -:
a che punto sia il rinnovo delle Convenzioni scadute il 31 dicembre 2006 che dovrebbero essere sostituite da una sola Convenzione alla quale da svariati mesi stanno lavorando dirigenti della RAI e, congiuntamente, esponenti qualificati della Presidenza del Consiglio dei ministri;
se sia vero che il livello finanziario assicurato dalla nuova Convenzione non supererebbe i trentacinque milioni di euro, IVA compresa, con una decurtazione di tre milioni di euro rispetto al passato, il che non consentirebbe, neanche in parte, il raggiungimento degli obiettivi annunciati sin dal luglio dello scorso anno dal Governo, attraverso il viceministro degli affari esteri Danieli, il quale parlò della nascita di un «nuova era» della RAI nel mondo;
se sia vero che il neo Diretto di RAI International, Piero Badaloni, ha anunciato una ulteriore decurtazione del 15 per cento delle proprie attribuzioni di budget impostagli dall'Azienda;
se sia vero che le modifiche, peraltro legittime, apportate dallo stesso neo Direttore Badaloni alla programmazione hanno prodotto nel mondo un coro di indignate proteste che stanno culminando in un preoccupante fenomeno di disdette degli abbonamenti a RAI International, peraltro apportando un grave danno economico all'Azienda nel suo complesso;
se sia vero che a produrre questa ondata di contestazioni è in particolare la chiusura di alcuni programmi assai popolari come «Sportello Italia», peraltro prima annunciata e poi smentita;
se sia vero che a soli tre mesi dall'assunzione dell'incarico da parte dello stesso Badaloni la Redazione giornalistica di RAI International si è pronunciata alla unanimità contro il neo Direttore contestando a lui e all'Azienda incertezza di guida, confusione editoriale, inadeguatezza organizzativa;
se sia vero che la programmazione di RAI International, in particolare quella politica, sta suscitando polemiche crescenti in tutto il mondo per la faziosità che contraddistingue in favore del Governo e del centrosinistra;
se infine sia vero che a queste scelte il Badaloni è stato indotto dai contenuti di una presunta «relazione» del Ministero degli affari esteri sullo stato di gradimento della produzione radiotelevisiva per gli italiani all'estero assicurata dai RAI International, «relazione» di cui si vuole conoscere il contenuto, i criteri di elaborazione, le fonti alle quali si è attinto per realizzarla, la o le società alla/e quale/i è stata commissionata, quale è stata la campionatura nel mondo, in quanto tempo sta stata realizzata, a quanto ne sia ammontato il costo, a quale voce di spesa del budget del Ministero degli affari esteri sia stata attribuita, se è la prima volta che questa Relazione viene realizzata; o se piuttosto questa Relazione non sia in realtà l'annuale Rapporto delle nostre Ambasciate sulla qualità tecnica (non già quindi, editoriale) del segnale RF e di quello TV nelle diverse aree del mondo; e, se così fosse, per quale motivo questo Rapporto tecnico sia stato contrabbandato per una «relazione» sul gradimento editoriale di RAI International: non sarebbe altrimenti spiegabile la rabbiosa e massiccia contestazione da parte degli utenti alle novità editoriali fin qui apportate dal Badaloni;
se infine, nella sede delle trattative per il rinnovo della conversione il Governo
non ritenga di sollecitare la Direzione Generale della RAI affinché affronti la situazione gestionale ed editoriale nella quale precipita RAI International a soli tre mesi dalla nomina del nuovo Direttore.
(4-03175)
FABRIS. - Al Presidente del Consiglio dei Ministri. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 56 del Testo unico delle Leggi sull'Ordinamento degli Enti Locali al secondo comma prevede che «Nessuno può essere candidato alla carica di sindaco o di presidente della provincia in più di un comune ovvero di una provincia»;
lo stesso Testo Unico all'articolo 60 prevede espressamente che «Non sono eleggibili a sindaco, presidente della provincia, consigliere comunale, provinciale e circoscrizionale: i titolari di organi individuali ed i componenti di organi collegiali che esercitano poteri di controllo istituzionale sull'amministrazione del comune o della provincia nonché i dipendenti che dirigono o coordinano i rispettivi uffici»;
il Presidente della Provincia esercita nei confronti dei Sindaci della propria Provincia i suddetti poteri di verifica e compiti controllo, ma la normativa vigente non chiarisce esplicitamente sulla questione se un Presidente di provincia in carica possa essere eletto o meno alla carica di Sindaco di un Comune che ricada nella Provincia di competenza;
le disposizioni che disciplinano l'elettorato passivo sono norme di stretta interpretazione, non potendosi in materia elettorale invocare l'applicazione dell'istituto dell'analogia -:
quali iniziative si intenda adottare al fine di sciogliere il nodo interpretativo descritto dalla presente interrogazione ovvero di modificare in tal senso le disposizioni del Testo Unico degli Enti Locali al fine di rendere più chiara la normativa al riguardo.
(4-03192)
TURCO, BELTRANDI, D'ELIA, MELLANO e PORETTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
nei prossimi mesi 39 milioni di contribuenti italiani presenteranno la propria dichiarazione dei redditi ai fini dell'Irpef, e la prossima scadenza è prevista per il 30 aprile;
in occasione di tale dichiarazione la legge prevede che i contribuenti effettuino la scelta della destinazione dell'otto per mille Irpef (di seguito OPM) tra i sette soggetti concorrenti, tra cui lo Stato italiano in posizione di parità con gli altri;
il sistema di ripartizione indicato dalla legge n. 222 del 1985 prevede che anche la quota dell'OPM dei contribuenti che non hanno espresso una scelta sia ripartita tra i soggetti concorrenti in proporzione alle scelte espresse dagli altri contribuenti;
dai dati degli ultimi anni relativi alla destinazione dell'OPM, risulta che solamente il 39 per cento dei contribuenti italiani ha espresso una scelta circa il soggetto giuridico cui destinare i fondi, mentre il 61 per cento non ha espresso alcuna scelta;
tra coloro che hanno indicato una scelta, solamente il 10 per cento ha espresso l'indicazione di destinazione a favore dello Stato;
le confessioni religiose concorrenti a ripartirsi i fondi derivanti dall'OPM, in particolare la Conferenza Episcopale Italiana, svolgono periodicamente una massiccia propaganda attraverso l'acquisto di spazi pubblicitari sui maggiori mezzi di comunicazione di massa al fine di «accaparrarsi» una quota del mercato dei contribuenti che esprimono una scelta per la destinazione dell'OPM;
tale opera di propaganda ha fatto aumentare considerevolmente la percentuale delle scelte a favore dei soggetti che hanno maggiormente investito nella citata pubblicità, percentuale cresciuta per la Chiesa Cattolica in soli cinque anni dall'82,56 per cento all'88,8 per cento;
lo Stato italiano, al contrario, non svolge alcuna attività di pubblicizzazione dell'utilizzo dei fondi ad esso destinati dall'OPM né ha posto in essere campagne pubblicitarie volte ad aumentare il numero dei contribuenti che scelgono lo Stato tra i sette soggetti che concorrono alla ripartizione dei fondi derivanti dall'OPM;
è notorio come gran parte dei cittadini italiani non sia a conoscenza del reale sistema di ripartizione dei fondi dell'OPM, in particolare ignorando che la quota OPM di chi non esprime la scelta sarà comunque ripartita tra tutti i soggetti concorrenti sulla base della percentuale delle scelte espresse dagli altri contribuenti;
la percentuale dei cittadini che non effettua una scelta nella destinazione della propria quota dell'OPM (nonostante la quota di ciascuno venga comunque destinata anche in assenza di scelta) è in costante e significativo aumento, attualmente intorno al 60 per cento;
in materia di fiscalità, è onere del Governo italiano pubblicizzare ai cittadini il metodo di ripartizione dei fondi dell'OPM, essendosi dimostrate non sufficienti le scarne indicazioni contenute nella modulistica predisposta dall'Erario;
peraltro in molti casi i contribuenti italiani non avranno con certezza disponibilità diretta della modulistica per effettuare la scelta di destinazione dell'OPM (coloro che hanno percepito solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati, attestati dalla certificazione CUD);
la legge n. 222 del 1985 e sue disposizioni di attuazione individuano chiaramente lo Stato come uno dei soggetti destinatari dell'OPM, in concorrenza con essi nella attrazione del consenso verso la scelta di destinazione;
dal 1996 ad oggi la percentuale di scelte espresse dai contribuenti a favore dello Stato è in costante e significativa riduzione, essendo passata dal 13,3 per cento del 2001 all'8,65 per cento del 2005;
la rinuncia sistematica dello «Stato» a pubblicizzare l'utilizzo dei fondi dell'OPM ad esso destinati e l'assenza di campagne pubblicitarie che incentivino i contribuenti ad esprimere le loro scelte a favore dello Stato, in costanza di propaganda da parte degli altri soggetti concorrenti, potrebbe rappresentare un danno economico al bilancio dello Stato e favorire un abnorme arricchimento degli altri soggetti -:
se non ritenga doveroso ottemperare agli obblighi imposti dalla legge, nonché di conoscere quale iniziative ha posto e intende porre in essere per:
a) informare, anche attraverso campagne mediatiche, i cittadini italiani circa il funzionamento del sistema di ripartizione dei fondi dell'otto per mille dell'Irpef, in particolare spiegando la reale destinazione delle quote dei contribuenti che non esprimono alcuna scelta;
b) pubblicizzare l'utilizzo da parte dello Stato italiano dei fondi ad esso destinati;
c) organizzare tempestivamente una campagna pubblicitaria volta ad invitare i contribuenti a scegliere lo Stato tra i soggetti destinatari della quota dell'otto per mille Irpef.
(4-03195)
BRIGUGLIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il Centro dei diritti del cittadino della Sicilia, presieduto dall'Avvocato Franz Buda, ha inviato alle Autorità competenti una petizione popolare contro la chiusura del ponte di ferro sul torrente di Santa Venera, indispensabile collegamento della A18 con la zona commerciale di Taormina-Trappitello e di tutta la Valle dell'Alcantara, e per l'apertura di un nuovo casello autostradale «Taormina-Ovest»;
da alcuni anni il ponte in ferro sul Santa Venera, ceduto dall'ANAS all'allora Consorzio dell'Autostrada Messina-Catania
quale segmento importante (bretella) per il congiungimento rapido dal Casello A18 - uscita di Giardini Naxos - alla strada statale 185, è stato prima ridotto e poi chiuso definitivamente;
la deviazione conseguente alla soppressione della via del ponte, oltre ad aver generato un fastidioso quanto intenso traffico di veicoli (che si è rilevato molto pericoloso per gli automobilisti che non riescono a seguire la rocambolesca segnaletica) ha dato luogo a frequenti incidenti, dovuti a repentini cambi di corsia e pericolosi rallentamenti;
gli abitanti dei Comuni della Valle dell'Alcantara, per raggiungere con il loro mezzo la strada statale 185 devono prima attraversare i popolosi quartieri di Calcarone e Chianchitta del Comune di Giardini Naxos, e poi quelli di Santa Venera e Trappitello dei Comune di Taormina, perdendo, se tutto va bene e non vi sono incidenti, ben venti minuti per attraversare i centri abitati, quanti ne hanno impiegato per percorrere l'autostrada provenendo o da Messina o da Catania;
le proteste e le diffide avanzate dall'Amministrazione Comunale di Taormina non hanno avuto alcun esito per un palleggiamento di interventi e responsabilità tra i vari enti, mentre si registra secondo l'interrogante una assoluta inerzia da parte del Consorzio Autostrade;
peraltro, è il caso di sottolineare che si continua a pagare il «balzello» che, stando all'atto istitutivo della concessione autostrade, doveva essere affrancato, dopo 25 anni, essendo da tempo il Consorzio rientrato dalle spese occorse per la costruzione dell'opera, godendo di ingenti finanziamenti provenienti dallo Stato e dalla Regione;
a fronte della realizzazione di nuove uscite, come quelle di Fiumefreddo e di S. Gregorio-bis, si rende urgente mettere in sicurezza il «ponte dei sospiri» di S. Venera e dare corso a studi tecnici per istituire un nuovo casello per l'uscita Taormina Ovest-Valle Alcantara, tale da consentire il superamento del popoloso centro abitato di Trappitello e raggiungere la strada statale 185, abbreviando così il percorso stradale di ben venti minuti per i cittadini che devono giungere ai centri alcantarini -:
se intendano intervenire con urgenza perché si provveda ai lavori di ripristino del ponte di ferro di S. Venera ed al collegamento rapido con la strada statale 185;
se intendano porre in essere tutte le iniziative necessarie per la creazione dello svincolo di Taormina Ovest quale porta della Valle Alcantara.
(4-03199)
CACCIARI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
non è ancora pervenuta alcuna risposta alla interrogazione presentata il 13 luglio dello scorso anno con cui si chiedevano informazioni sul rilascio di una concessione d'uso di una porzione del mare prospiciente Livorno e Pisa ad una società privata per la realizzazione di un impianto industriale pericoloso. In particolare si chiedeva fra l'altro:
a) in forza a quale normativa dell'ordinamento giuridico sia possibile autorizzare la realizzazione di un impianto industriale classificabile pericoloso ai sensi delle Direttive europee in mare aperto off shore;
b) sulla base di quale procedura sia possibile concedere a privati l'utilizzo di porzioni di mare;
c) se sia legittimo autorizzare la costruzione di un impianto prima che il richiedente abbia conseguito la concessione d'uso del sito demaniale e senza progetto definitivo;
d) per quale ragione non sia stata seguita una procedura di valutazione degli impatti ambientali congrua con la particolare delicatezza del sito rientrante nell'area definita «Santuario dei cetacei»
inserita nella lista delle Aree a Speciale protezione in Mediterraneo, tutelate dal protocollo ASPIM della Convenzione di Barcellona;
e) se sia stato comunicato l'assetto societario della società richiedente;
alla luce di nuove evidenze sorgono ora nuovi quesiti -:
se gli scarichi a mare siano stati autorizzati ed, eventualmente, sulla base di quale normativa;
se il Comitato di Pilotaggio del Santuario sia deputato a rilasciare pareri ad autorità pubbliche;
se la Commissione VIA nazionale fosse al corrente che tra i componenti del Comitato di Pilotaggio vi è l'estensore (professor Relini) del parere predisposto dalla società richiedente (OLT Lng Toscana);
se la Commissione VIA fosse al corrente che tra gli scarichi a mare vi siano sostanze clorurate;
se la Commissione VIA abbia tenuto conto delle emissioni sonore - elemento assolutamente critico per i cetacei - prodotte dall'impianto;
se siano stati valutati gli effetti cumulativi in caso di incidente, sabotaggio o altra evenienza imprevista;
se, infine, viste le iniziative giurisdizionali in corso, da parte di cittadini e associazioni a tutela dell'ambiente, il Governo non intenda opportuno assumere provvedimenti di autotutela e sospendere le autorizzazioni fin qui rilasciate.
(4-03200)
CACCIARI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il Ministro delle infrastrutture ha annunciato di aver istituito un gruppo di lavoro con competenze giuridiche col mandato di delineare la costituzione di una società mista tra Anas e Regione Veneto cui affidare la competenza nella gestione del costruendo Passante autostradale di Mestre e della autostrada Venezia-Padova la cui concessione è in scadenza;
il nuovo Passante è interamente finanziato dallo Stato direttamente o tramite mutui contratti da Anas (costo preventivato 750 milioni di euro, secondo un piano finanziario che prevede l'ammortamento in 17-20 anni) e la gestione della autostrada Venezia-Padova matura cospicui utili d'esercizio (15 milioni di euro l'anno);
l'intento dichiarato congiuntamente dal ministro Di Pietro e dal presidente della Regione Veneto Galan è quello di consentire che i proventi dei pedaggi delle due infrastrutture possano essere reinvestiti nel sistema viario regionale secondo un non meglio precisato principio di «federalismo autostradale» -:
se l'iniziativa del Ministro sia da intendere come un modello generalizzabile a tutta la rete autostradale italiana, prefigurando uno spezzettamento della gestione su tratte regionali;
se tale innovazione possa avvenire senza un provvedimento legislativo che superi i rapporti concessionari esistenti tra Stato e Anas;
se l'affidamento di tratte di autostrade di proprietà dello Stato a società di gestione possa avvenire senza tener conto degli obblighi comunitari sulle procedure pubbliche concorsuali;
se alla nuova società mista si voglia attribuire il potere di concedente (attualmente svolto da Anas per conto dello Stato) oppure solo quello di soggetto gestore;
se la nuova società dovrà gestire direttamente le infrastrutture, oppure se potrà affidarne la gestione operativa a terzi (a quarti in questo caso);
se non vi siano altri modi per garantire al Veneto le risorse necessarie a realizzare i piani di sviluppo viario.
(4-03202)