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Allegato A
Seduta n. 143 del 12/4/2007
...
(Sezione 6 - Posizione dell'Italia riguardo al progetto statunitense di realizzazione di un sistema di intercettazione missilistica con basi in Europa)
F)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
sul quotidiano Il Messaggero del 29 marzo 2007, in un articolo di Mario Conti, si legge: «Dopo annunci, correzioni e ammissioni parziali, da ieri sera é ufficiale: il progetto degli Stati Uniti per un sistema di intercettazione missilistica con basi in Europa centro-orientale, arriverà a coprire anche l'Italia». In particolare, si afferma che il nostro Paese avrebbe «di recente firmato un accordo per la condivisione di tecnologie legate al progetto»;
a rivelare tali notizie sarebbe stato, secondo l'estensore dell'articolo, il comandante dell'Agenzia missilistica del Pentagono, generale Henry Obering, che avrebbe, inoltre, affermato: «con il Governo italiano abbiamo siglato un accordo quadro che definisce linee principali e meccanismi sulla base dei quali collaboreremo a questo progetto»;
il quotidiano Il Manifesto, in un articolo a firma Manlio Dinucci e Tommaso Di Francesco del 1o aprile 2007, arricchisce di particolari la vicenda, più precisamente nell'articolo si afferma: «Il memorandum di accordo quadro è stato siglato al Pentagono lo scorso febbraio probabilmente dal Sottosegretario per la difesa Giovanni Forcieri (Ds), che il 7 febbraio ha firmato qui il memorandum d'intesa con cui l'Italia si assume ulteriori impegni nel programma del caccia statunitense F-35 lightning (Joint strike fighter). Ma, mentre questo onerosissimo accordo - subito ci costerà un miliardo di dollari - è stato reso pubblico, quello sulla partecipazione italiana allo "scudo" anti-missili è rimasto segreto»;
di tale accordo non sarebbero stati informati né il Consiglio dei ministri, come del resto richiederebbe l'articolo 2, lettera h), della legge 23 agosto 1988, n. 400, né tanto meno il Parlamento;
già nei mesi scorsi la stampa internazionale aveva riportato la notizia secondo la quale l'amministrazione Bush aveva riesumato il progetto dello scudo spaziale, questa volta, però, a differenza del passato, con l'intenzione di allargare «la protezione» anche alla Polonia e alla Repubblica ceca;
la motivazione posta alla base di tale progetto risiederebbe nella necessità di incentivare la lotta al terrorismo, questa volta in funzione anti-iraniana;
in realtà l'installazione dello scudo nelle due ex repubbliche del blocco sovietico non riguarderebbe tanto l'Iran, geograficamente troppo lontano, ma avrebbe lo scopo di modificare gli equilibri strategici in atto;
di fronte a tale contesto, la Russia, che in un primo momento aveva minacciato l'uscita dal trattato per l'eliminazione dei missili nucleari e successivamente richiesto agli Stati Uniti la firma di un trattato di non aggressione, ha recentemente annunciato un programma di rinnovo di circa la metà del proprio arsenale ed equipaggiamento militare;
dubbi e perplessità sull'intera operazione sono stati sollevati anche da altri Paesi europei, quali la Germania;
la conseguenza inevitabile di tale stato di cose è rappresentata da un nuovo quadro di instabilità in Europa -:
se corrispondano al vero le notizie riportate dalla stampa in ordine alla decisione italiana di aderire a tale progetto;
se così fosse, per quale motivo una scelta così impegnativa per gli equilibri geo-strategici dell'Europa e per le relazioni internazionali dell'Italia non sia stata discussa in sede di Consiglio dei ministri, né sottoposta al vaglio del Parlamento.
(2-00452) «Deiana, Migliore, Duranti».