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Allegato B
Seduta n. 143 del 12/4/2007
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazioni a risposta scritta:
REALACCI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
l'11 aprile il quotidiano La Repubblica ha pubblicato un'inchiesta sul fenomeno del caporalato nel settore edile. La situazione riportata dal giornalista Paolo Berizzi, che si è mescolato con dei manovali nell'area milanese, è quella di un vero e proprio fenomeno di schiavismo. Gli operai, perlopiù extra-comunitari senza permesso di soggiorno, vengono reclutati con una paga di meno di quattro euro al giorno, con turni di lavoro che superano le 10 ore giornaliere, senza alcun tipo di sicurezza e di prevenzione degli infortuni. I lavoratori edili , per mantenere il posto di lavoro, sono anche costretti a pagare una mazzetta ai caporali che oscilla tra i 200 e i 300 euro mensili. In caso di infortunio, non possono andare all'ospedale, rischio la perdita del lavoro, e nei casi più gravi vengono abbandonati lontani dai cantieri;
secondo quanto riportato nell'articolo di Repubblica la mappa nazionale del lavoro nero nel campo dell'edilizia è davvero sconcertante. I dati, confermati dalla CGIL, parlano di circa 1 milione e 200 mila occupati nel settore, 600 mila dei quali in nero. L'evasione fiscale ammonta a 6 miliardi di euro l'anno. Secondo le stime ufficiali dell'Inail, nel 2006, nei cantieri italiani sono morti 258 lavoratori e si sono verificati 98mila infortuni. In questi dati non sono ovviamente compresi i lavoratori
fantasma, che quando si fanno male, anche gravemente, restano in silenzio;
la situazione denunciata da La Repubblica è solo la punta dell'iceberg di una grave situazione di sfruttamento dell'immigrazione da parte di imprese grandi e piccole che per l'assunzione di manodopera scelgono la strada del lavoro nero e delle sottopaghe, sfruttando la disperazione di migliaia di persone che arrivano clandestinamente nel nostro paese con il miraggio di una vita migliore. Si tratta di una macchia vergognosa per un paese come l'Italia, per la nostra storia fondata sull'emigrazione di tanti nostri connazionali e per la reputazione di paese tollerante;
il Consiglio dei Ministri ha approvato il 17 novembre scorso un disegno di legge per l'adozione di nuove e più efficaci misure di contrasto al fenomeno dello sfruttamento della manodopera di stranieri presenti irregolarmente sul territorio nazionale. Il disegno di legge, che dovrà passare l'esame delle Camere, ha l'obiettivo di colpire il fenomeno del caporalato, di chi recluta cioè manodopera e organizza l'attività lavorativa mediante violenza, minaccia, intimidazione o grave sfruttamento. Per queste persone è prevista la reclusione da tre ad otto anni e la multa di 9 mila euro per ogni persona reclutata -:
quali strumenti il Ministero del lavoro e della previdenza sociale intenda mettere in atto per intensificare i controlli in questo settore per limitare questa allarmante situazione dove si ravvisano gravissimi reati contro i diritti dei lavoratori, oltre che alla dignità umana e contro gli articoli fondanti della Costituzione italiana.
(4-03262)
ALESSANDRI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
notizie di stampa riportano il caso di una operazione finanziaria che ha coinvolto la Coopservice e la Fondazione Manodori entrambe di Reggio Emilia, attraverso la quale il 40 per cento del capitale della società Servizi Italia spa, controllata da Coopservice, è passato prima alla suddetta Fondazione, poi di nuovo a Coopservice «in nome e per conto» della società lussemburghese First Service Holding, che diventò così proprietaria del 40 per cento di Servizi Italia spa;
la società First Service Holding ha deliberato un aumento di capitale di euro 600.000,00 emettendo n. 120.000 azioni ordinarie del valore nominale di euro 5,00 cadauna, tali azioni sono state offerte in sottoscrizione ai soci ordinari della Coopservice iscritti a libro soci alla data del 30 giugno 2005 e la procedura di assegnazione prevedeva un criterio di riparto delle azioni richiedibili da un minimo di n. 20 ad un massimo di n. 500 estendibile sino a n. 10.000 nel caso di azioni inoptate per i soli soggetti richiedenti il quantitativo massimo, inoltre qualora residuassero ulteriori azioni inoptate Coopservice avrebbe potuto sottoscriverle a discrezione;
di conseguenza il 16,4 per cento sarebbe detenuto dalla stessa Coopservice, mentre il resto del capitale sarebbe suddiviso fra circa 300 azionisti, tra i quali figurerebbero una dozzina di esponenti di vertice oltre a molti soci della cooperativa stessa ma anche un gran numero di figure esterne i destinatari dell'offerta, quali dipendenti, ex dirigenti e dipendenti di Servizi Italia spa ex dipendenti della Coopservice, e soggetti legati alla Fondazione Manodori;
la quotazione in Borsa della società Servizi Italia spa ha comportato guadagni per circa 42 milioni di euro di cui 29 milioni attraverso il collocamento del 27,5 per cento sul mercato borsistico al prezzo di 8,5 euro per azione e 13 milioni attraverso l'impegno di Coopservice a ricomprare il restante 12,5 per cento dalla First Service Holding al prezzo di collocamento in Borsa;
la direzione provinciale di Legacoop Reggio Emilia ha espresso il proprio dis
senso sull'operazione invitando il gruppo dirigente di Coopservice a correggere l'operazione in modo da ripristinare il rispetto dei principi mutualistici propri della cooperazione;
sarebbe opportuno rendere pubblici i nomi dei 300 soci della società lussemburghese F.S.H. SA;
il Presidente della Fondazione Manodori oltre ad avere avallato una operazione di «portage» più propria di una banca d'affari che di un Ente di beneficenza, risulta ricoprire un doppio ruolo in quanto anche funzionario delegato della Legacoop reggiana alle cooperative di servizio di cui Coopservice fa parte -:
se tale operazione rientri nei fini statutari della Coopservice e quale giudizio se ne tragga poiché partecipando al capitale di una società del Lussemburgo avrebbe goduto di guadagni detassati pur essendo una società mutualistica che gode di ampi vantaggi fiscali nella Repubblica italiana e quali siano infine le ripercussioni fiscali eventualmente imputabili ai singoli soci di FSH in seguito alla plusvalenza conseguita.
(4-03267)