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Allegato B
Seduta n. 145 del 17/4/2007
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AFFARI ESTERI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
fino allo scorso febbraio, la procedura per il riconoscimento della cittadinanza Jure Sanguinis, come disposto nella
Circolare K.28, dell'8 aprile 1991, del Ministero dell'interno, stabiliva che le istanze di riconoscimento della cittadinanza Italiana - ex articolo 1 della legge 13 giugno 1912, n. 555 - potevano essere indirizzate direttamente al Sindaco dei Comune italiano di residenza;
questa condizione imponeva al cittadino, che aspirava a diventare italiano, di chiedere una iscrizione anagrafica (temporanea) in un Comune d'Italia;
come disposto con la circolare del Ministero dell'interno - n. 28 del 23 dicembre 2002 - quindi, i discendenti di italiani che presentavano domanda di cittadinanza direttamente nei Comuni italiani, dovevano entro 8 giorni dall'arrivo in Italia, con tutta la opportuna documentazione legalizzata dai consolati, chiedere il permesso di soggiorno in Questura, con la motivazione della richiesta della cittadinanza;
il permesso di soggiorno per turismo della durata di 3 mesi era sufficiente per chiedere al comune l'iscrizione all'anagrafe e, conseguentemente alla presentazione di tutta la documentazione, legalizzata dal Consolato, chiedere il riconoscimento della cittadinanza;
il decreto-legge n. 10, del 15 febbraio 2007, ha soppresso l'obbligo di richiedere il permesso di soggiorno, per motivi di turismo o comunque per breve soggiorno di durata non superiore ai tre mesi;
al posto del permesso di soggiorno è stato introdotto l'obbligo di presentare una semplice dichiarazione di soggiorno all'autorità di polizia di frontiera alla questura dei luogo di dimora, successivamente all'ingresso e sempre entri gli otto giorni lavorativi;
questa norma, però, non è diventata di fatto pienamente operativa perché il Ministero dell'interno sembra non aver ancora adottato un proprio modulo per questa dichiarazione;
a causa di questa situazione, numerosi aspiranti cittadini italiani, per lo più provenienti dai Paesi sudamericani, arrivati in Italia non sono riusciti ad avere informazioni certe e univoche sul procedimento da seguire, con un enorme dispendio economico e grande preoccupazione;
in attesa che, in Italia, la situazione sia chiarita, e anche forse per evitare inutili costosi viaggi in Italia a quanti sperano di risolvere direttamente la questione della propria cittadinanza, sembra che sia intervenuta una direttiva dei Ministero degli affari esteri che, a quanto riferisce il Consigliere Claudio Pieroni, sollecitato dal Comitato di Presidenza del CGIE, avrebbe fatto sospendere, in tutti i consolati dei mondo, le legalizzazioni dei documenti, necessarie ad attestare la discendenza diretta da italiani;
già solo in America Latina, il ritardo dei riconoscimento delle cittadinanze colpisce più di 500.000 persone (il 31 dicembre 2006 solo in Brasile erano in attesa 498.789 domande);
l'unica alternativa per non restare in fila per decenni è quella, anche se notevolmente più costosa, di presentare la richiesta della cittadinanza direttamente nei comuni italiani-:
se i ministri, in oggetto, siano a conoscenza dei fatti e se non intendano adottare efficaci ed urgenti misure affinché sia eliminata l'ambiguità della situazione attuale;
in particolare, se il Ministro dell'interno non intenda autorizzare le Questure a rilasciare li permesso di soggiorno, nel caso specifico di sollecitazione di cittadinanza o, altrimenti, semplicemente non intenda abolire l'obbligo di richiedere il permesso di soggiorno, anche per i casi in cui venga richiesto ai fini dell'ottenimento della cittadinanza;
se il Ministro degli affari esteri, allo scopo di non gettare ulteriormente nel panico migliaia di cittadini oltreoceano, che temono di non poter più ottenere il tanto desiderato diritto di cittadinanza, non intenda disporre che, presso i consolati
italiani, vengano riattivate urgentemente le procedure di legalizzazione dei documenti, attualmente sospese.
(2-00461) «Ricardo Antonio Merlo, Brugger».
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
il 26 dicembre 2004 un violento tsunami si è abbattuto sui territori del sud est asiatico provocando migliaia di vittime;
a seguito di tale evento calamitoso, sono state avviate in tutta Italia svariate raccolte di fondi a favore delle popolazioni colpite;
nel 2004 il Comune di Bologna ha predisposto un progetto che coinvolgeva una Organizzazione non governativa - la Alisei - che avrebbe dovuto garantire l'acquisto e l'invio di un'ambulanza mobile all'ospedale di Kalmunai, in Sri Lanka;
nello specifico si sarebbe trattato di una «clinica mobile attrezzata» con tre ambulatori, generatori di corrente, aria condizionata e acqua;
la Alisei è una società con sede a Milano che si occupa di progetti di ricostruzione nelle aree colpite dallo tsunami; il denaro raccolto ammonterebbe a circa 163 mila euro di cui 112 mila raccolti sia attraverso un conto corrente del Monte dei Paschi di Bologna sia grazie ad una sottoscrizione realizzata alla festa dell'Unità; i restanti 50 mila euro sarebbero stati conferiti come sovvenzione dal Comune di Bologna;
secondo le indagini effettuate da La Tua Bologna, di questi soldi sarebbero stati spesi solo 13 mila euro come acconto per l'acquisto della clinica mobile e 35 mila per trasportare il mezzo al porto di Colombo in Sri Lanka, dove risulterebbe chiuso in un container ormai dal dicembre 2005;
La Tua Bologna durante una seduta del consiglio comunale, ha puntato il dito sull'operato dell'Ong e sulla mancata corretta vigilanza da parte del Comune, denunciando la sparizione di una cifra piuttosto considerevole (circa 114 mila euro);
la stessa Alisei pare non sia nuova a questo genere di vicende, in quanto risulterebbe che la stessa Farnesina abbia avviato un'azione legale per recuperare fondi su progetti mai realizzati come una scuola ad Al Manar -:
se sia al corrente della situazione sopra esposta e se non ritenga opportuno intervenire al fine di portare a termine la realizzazione del progetto iniziale, facendo pervenire a destinazione la clinica mobile e se non ritenga infine opportuno fare luce sulla destinazione di parte dei fondi raccolti che allo stato attuale non risulterebbero nelle casse della Ong e dei quali si sarebbe persa ogni traccia.
(2-00462) «Raisi».
Interrogazione a risposta scritta:
CARLUCCI, PIZZOLANTE e FITTO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la forte crescita del prodotto interno lordo cinese registrata nel corso dell'ultimo decennio ha costituito la premessa per lo sviluppo dei viaggi. Così come il trend di crescita è differente fra zone e zone dell'immenso paese anche la propensione per «la vacanza» risulta difforme. Sono soprattutto le fasce della popolazione a reddito medio ed alto a potersi permettere una vacanza, specialmente all'estero: da una ricerca del National statistical bureau, rientrano in tali categorie il 10 per cento della popolazione urbana e l'1 per cento dell'intera popolazione cinese, circa 52 milioni di persone;
il mercato cinese è attualmente tana delle principali attrattive europee in ambito turistico, in quanto la Cina è considerata uno degli Stati con un maggiore
tasso di sviluppo. Le statistiche del WTO (Organizzazione mondiale del commercio) affermano che i turisti cinesi hanno la più alta propensione alla spesa, secondi solo ai giapponesi e davanti agli americani;
la regione Puglia rappresenta una delle destinazioni turistiche italiane maggiormente coinvolte nell'evoluzione del turismo outbound cinese;
l'iter burocratico necessario ai cittadini cinesi per ottenere il visto di ingresso nel nostro Paese per fini turistici è divenuto, specie negli ultimi tempi, eccessivamente lungo e complesso, con molte formalità burocratiche, come la presentazione di moltissimi documenti, che ne rendono difficile e oneroso il percorso;
l'iter particolarmente macchinoso per la concessione del visto turistico crea notevoli difficoltà ai cittadini cinesi che vogliono trascorrere un periodo di vacanza nel nostro Paese e, in particolar modo, nella regione Puglia, determinando di riflesso anche una grossa perdita per la Regione nel settore turistico-ricettivo, che è tra i pilastri dell'economia del nostro Paese;
diventa necessario, dunque rivedere radicalmente la normativa relativa alla concessione dei visti, così da conciliare le esigenze di sicurezza con l'esigenza di non ostacolare l'afflusso di turisti cinesi, in Italia -:
quali iniziative intenda adottare per eliminare gli inutili ostacoli burocratici nel rilascio dei visti d'ingresso per motivi turistici nel nostro paese ai cittadini cinesi.
(4-03302)