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Allegato B
Seduta n. 148 del 23/4/2007
TESTO AGGIORNATO AL 2 MAGGIO 2007
...
COMUNICAZIONI
Interrogazione a risposta orale:
FUGATTI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
dai comuni di Capriana e Sporminore in provincia di Trento arrivano le ultime lamentele sulla vicenda legata al processo di razionalizzazione da tempo avviato da Poste Italiane S.p.A., con cui la Società ha proceduto ad una drastica riduzione dell'offerta servizio postale;
sono diversi anni che i cittadini dei territori ubicati in queste zone di montagna lamentano l'offerta di un servizio postale poco efficiente legato in primo luogo alla scelta compiuta dalla Società di aprire gli uffici postali per poche ore durante l'intera settimana, suscitando anche preoccupazione per eventuali tagli al personale;
la chiusura a giorni alterni degli uffici postali ubicati nei territori di montagna, provoca delle gravi disfunzioni del servizio postale, arrecando molti disagi ai cittadini, in particolare ai pensionati e alle persone anziane;
nei paesi montani di piccole dimensioni gli uffici postali rappresentano uno dei pochi servizi pubblici essenziali e pertanto disservizi come quello del mancato recapito della corrispondenza oppure della chiusura ad intermittenza degli sportelli possono mettere seriamente in difficoltà l'intera popolazione;
il contratto di programma 2003-2005, tra lo Stato e Poste Italiane S.p.a per l'espletamento del servizio postale universale, prevede quale dovere per la Società, quello di conseguire determinati obiettivi di qualità, tra i quali quelli concernenti l'adeguatezza degli orari di apertura degli sportelli rispetto alle prestazioni richieste;
nonostante entrambe le municipalità abbiano informato dei disservizi anche il Consorzio dei Comuni, le problematiche denunciate non hanno ancora trovato soluzione e le diverse mozioni sui disservizi
postali, che sono state deliberate nelle scorse settimane dai vari consigli comunali, sottolineano la necessità di un intervento immediato al fine di salvaguardare un servizio ritenuto essenziale -:
se e come il Ministro in indirizzo intenda intervenire affinché possano essere favorite le opportune intese tra gli enti competenti, necessarie a garantire l'effettiva erogazione di un servizio pubblico di qualità nei piccoli comuni trentini, anche in considerazione del fatto che già il Presidente Alto Atesino ha formulato al presente Governo la proposta di poter gestire in modo autonomo il servizio postale in Provincia di Bolzano proprio per ovviare alle varie ipotesi di soppressione o chiusura di sportelli postali al servizio delle piccole comunità.
(3-00835)
Interrogazioni a risposta scritta:
RAMPELLI e MELONI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
il Ministro delle Poste e Telecomunicazioni, sulla base delle leggi n. 227 del 1975 e 39 del 1982, fu autorizzato a predisporre un programma di interventi straordinari finalizzati alla realizzazione di alloggi di servizio da assegnare ai propri dipendenti;
la realizzazione di detti alloggi venne affidata dal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni all'«Italposte» (edilizia di interesse pubblico S.p.A.);
tra gli alloggi realizzati in attuazione delle suddette leggi vi sono quelli ubicati nel piano di zona Spinaceto e precisamente in Viale Caduti per la Resistenza;
la titolarità di detti immobili è attualmente in capo alle Poste Italiane S.p.A., a seguito della trasformazione dell'Ente Poste Italiano;
nel 1999 molti assegnatari degli alloggi in questione proposero ricorso distanti al Tribunale civile di Roma per la determinazione dei canoni di affitto sostenendo che il canone richiesto dalle Poste Italiane era difforme da quello dovuto in attuazione delle disposizioni e segnatamente dai parametri di cui alla legge 27 luglio 1978, n. 392, disciplinati con decreto ministeriale 27 agosto 1981 e 19 luglio 1984;
tutte le sentenze emesse dai Tribunali hanno riconosciuto le richieste avanzate dagli assegnatari ricorrenti condannando le Poste italiane a rimborsare ai ricorrenti la differenza tra quanto richiesto e quanto dovuto;
le pronunce del Tribunale di Roma hanno pertanto riconosciuto che l'ammontare dei canoni di locazione era da assoggettare alla disciplina prevista per l'edilizia residenziale pubblica;
nel 2002, sulla base della legge 24 dicembre 1993, n. 5, che prevedeva la possibilità di alienazione degli alloggi di servizio di proprietà di Poste Italiane S.p.A., la società propose agli assegnatari di procedere all'acquisto degli alloggi in concessione;
una parte dei locatari si dichiarò disponibile previa definizione delle cause ancora pendenti dinanzi al Tribunale Civile di Roma;
nel 2005 gli assegnatari degli immobili presentatesi presso gli uffici di Poste Italiane per regolarizzare il diritto di acquisto dell'immobile hanno ricevuto da quest'ultima, come richiesta indispensabile per procedere con la vendita, la restituzione della somma ricevuta in forza della sentenza del Tribunale più il 50 per cento di quanto versato da Poste Italiane per le spese processuali;
Poste italiane si impegnava, una volta ricevute tali somme, a procedere alla vendita previo pagamento degli arretrati dei canoni di locazione dal 1996 ad oggi ricalcolati da Poste italiane non sulla base di quanto stabilito dal Tribunale di Roma;
tale circostanza ha determinato nuove azioni in sede giudiziaria da parte dei locatari nei confronti di Poste Italiane;
Poste Italiane ha eccepito in giudizio la non applicabilità agli immobili in questione del regime previsto per l'edilizia residenziale pubblica e inoltre la mancanza degli stessi del diritto di acquistare gli immobili in quanto scaduta la concessione, chiedendo pertanto al giudice di definire i conduttori degli immobili detentori sine titulo e condannandoli a liberare gli alloggi;
attualmente sono stati promossi da Poste Italiane S.p.A. undici atti di citazione per rilascio di immobile detenuto sine titulo;
tale situazione sta determinando particolare allarme e disagio tra i residenti degli alloggi in questione;
a giudizio degli interroganti, quanto posto in essere da Poste Italiane S.p.A. appare lesivo dei diritti degli assegnatari degli alloggi; in particolare, sembrerebbe non ispirato a principi di diritto e legalità l'atteggiamento, ad avviso degli interroganti, vessatorio dell'ente che chiede agli assegnatari - per procedere alla vendita - la restituzione degli importi riconosciuti dalle sentenze di un tribunale della Repubblica Italiana;
la vicenda in questione riguarda migliaia di famiglie su scala nazionale di cui ottocento solo nella città di Roma, tra cui gli immobili di Spinaceto a Roma;
la situazione creatasi rischia di penalizzare fortemente i residenti e aprire un vero e proprio problema sociale anche alla luce del fatto che gli assegnatari sono per lo più persone anziane;
occorre sottolineare, altresì, la fatiscenza degli immobili di Spinaceto che versano in condizioni pietose a causa della mancanza degli interventi di manutenzione da parte di Poste Italiane S.p.A. -:
quali urgenti iniziative intenda assumere al fine di garantire e tutelare i diritti degli assegnatari degli alloggi in questione e, in particolare, se non ritenga opportuno convocare un apposito tavolo tecnico con le Poste Italiane S.p.A. e le rappresentanze degli inquilini, al fine di giungere ad una soluzione condivisa.
(4-03394)
RAISI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
in queste settimane è in atto quella che sul sito internet del Governo e del Ministero dello sviluppo economico viene definita «Campagna di Informazione sul risarcimento diretto RC Auto»;
al di là di ogni eventuale giudizio dell'Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, secondo l'interrogante, è sufficiente esaminare i contenuti di tale campagna per capire che si tratta di un ingannevole spot pubblicitario a totale beneficio delle Compagnie;
entrando più nello specifico: i messaggi (manchette pubblicitaria, spot radiofonico, spot audiovideo, piano di comunicazione, allegato Famiglia Cristiana) prospettano una maggiore assistenza alle Vittime della Strada quando questa - di fatto - è esplicitamente negata dall'articolo 9, comma 2, del decreto attuativo (decreto del Presidente della Repubblica 18 luglio 2006, n. 254, Gazzetta Ufficiale 28 agosto 2006) della procedura di risarcimento diretto che recita testualmente «Nel caso in cui la somma offerta dall'impresa di assicurazione sia accettata dal danneggiato, sugli importi corrisposti non sono dovuti compensi per la consulenza o assistenza professionale di cui si sia avvalso il danneggiato diversa da quella medico-legale per i danni alla persona»;
lasciare il danneggiato nelle mani del proprio assicuratore, che deve fare quadrare i bilanci e rispettare i rigorosi forfait stabiliti dalla legge, privandolo dell'assistenza di un professionista indipendente costituisce un possibile e concreto conflitto di interessi;
far passare tutto ciò per maggiore assistenza e tutela risulta, per usare un eufemismo, lontano dal vero;
mendaci paiono anche - a giudizio dell'interrogante - messaggi che richiamano
a brevità e certezza dei tempi, perché i tempi previsti dalla nuova normativa per erogare il risarcimento sono identici alla procedura normale e le sanzioni in caso di mancato rispetto sono state addirittura ridotte rispetto alla normativa precedente;
ingannevoli - sempre secondo l'interrogante - nelle varie tipologie di spot paiono essere anche gli slogan di chiusura che recitano «passo dopo passo cresce la tutela del cittadino-consumatore» (con la firma e il logo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dello Sviluppo Economico e dell'ISVAP) che dovrebbero essere corretti con «passo dopo passo si riduce la tutela delle Vittime della Strada»;
va tenuto infine conto del fatto che è già in corso una costosa e martellante campagna promossa dall'ANIA sulla nuova procedura -:
quali siano stati i costi sostenuti dal Governo per l'organizzazione e la realizzazione della campagna pubblicitaria e se non ritenga opportuna (o meglio necessaria) la sua sospensione, considerata la particolare e delicata questione trattata, considerato anche da ultimo che è già in corso una costosa e martellante campagna promossa dall'ANIA.
(4-03395)
NUOVA FORMULAZIONE
RAISI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in queste settimane è in atto quella che sul sito internet del Governo e del Ministero dello sviluppo economico viene definita «Campagna di Informazione sul risarcimento diretto RC Auto»;
al di là di ogni eventuale giudizio dell'Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, secondo l'interrogante, è sufficiente esaminare i contenuti di tale campagna per capire che si tratta di un ingannevole spot pubblicitario a totale beneficio delle Compagnie;
entrando più nello specifico: i messaggi (manchette pubblicitaria, spot radiofonico, spot audiovideo, piano di comunicazione, allegato Famiglia Cristiana) prospettano una maggiore assistenza alle Vittime della Strada quando questa - di fatto - è esplicitamente negata dall'articolo 9, comma 2, del decreto attuativo (decreto del Presidente della Repubblica 18 luglio 2006, n. 254, Gazzetta Ufficiale 28 agosto 2006) della procedura di risarcimento diretto che recita testualmente «Nel caso in cui la somma offerta dall'impresa di assicurazione sia accettata dal danneggiato, sugli importi corrisposti non sono dovuti compensi per la consulenza o assistenza professionale di cui si sia avvalso il danneggiato diversa da quella medico-legale per i danni alla persona»;
lasciare il danneggiato nelle mani del proprio assicuratore, che deve fare quadrare i bilanci e rispettare i rigorosi forfait stabiliti dalla legge, privandolo dell'assistenza di un professionista indipendente costituisce un possibile e concreto conflitto di interessi;
far passare tutto ciò per maggiore assistenza e tutela risulta, per usare un eufemismo, lontano dal vero;
mendaci paiono anche - a giudizio dell'interrogante - messaggi che richiamano a brevità e certezza dei tempi, perché i tempi previsti dalla nuova normativa per erogare il risarcimento sono identici alla procedura normale e le sanzioni in caso di mancato rispetto sono state addirittura ridotte rispetto alla normativa precedente;
ingannevoli - sempre secondo l'interrogante - nelle varie tipologie di spot paiono essere anche gli slogan di chiusura che recitano «passo dopo passo cresce la tutela del cittadino-consumatore» (con la firma e il logo della Presidenza del Consiglio dei ministri, del Ministero dello sviluppo economico e dell'ISVAP) che dovrebbero essere corretti con «passo dopo passo si riduce la tutela delle Vittime della Strada»;
va tenuto infine conto del fatto che è già in corso una costosa e martellante campagna promossa dall'ANIA sulla nuova procedura -:
quali siano stati i costi sostenuti dal Governo per l'organizzazione e la realizzazione della campagna pubblicitaria e se non ritenga opportuna (o meglio necessaria) la sua sospensione, considerata la particolare e delicata questione trattata. (4-03395)