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Allegato B
Seduta n. 148 del 23/4/2007
TESTO AGGIORNATO AL 13 GIUGNO 2007
...
SALUTE
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
sul Sole 24 Ore di sabato 14 aprile in prima pagina e a pagina 3, con ampio risalto, venivano riportati i dati della Corte dei conti e del ministero dell'economia, riferiti al Tavolo Governo Regioni e in base ai quali la Regione Puglia risultava avere un deficit di 290 milioni di euro nei conti sanitari per il 2006, classificandosi al secondo posto in Italia, dopo la Regione Sicilia, tra le cosiddette «Regioni-canaglia»;
sulla base di quei dati, il ministero dell'economia metteva sull'avviso le Regioni che come la Puglia risultavano aver accumulato superdeficit, lanciando il monito che se entro fine aprile non fossero state in grado di ripianare il deficit, sarebbe arrivata una lettera di diffida dal
Presidente del Consiglio Prodi su richiesta del ministro dell'economia, valida come premessa per imporre alle Regioni-canaglia, quindi anche alla Puglia, di aumentare le aliquote Irap e Irpef;
il resoconto del più autorevole quotidiano economico italiano che si limitava peraltro a riportare asetticamente dati indicandone la fonte e pubblicando tabelle, suscitava immediatamente le stizzite reazioni degli amministratori regionali pugliesi che contestavano quei dati sostenendo che fossero sbagliati e che il deficit sanitario della Puglia per il 2006 fosse di molto inferiore;
nei mesi precedenti in svariate occasioni la Giunta Regionale pugliese aveva indicato le cifre di quel presunto deficit sanitario in maniera, secondo gli interroganti, assolutamente contraddittoria: nella bozza di Piano della Salute per il 2006 veniva indicato un deficit di 350 milioni di euro; nella relazione al Bilancio di previsione 2007 si parlava di 392 milioni e in una intervista l'assessore al Bilancio Saponaro lo quantificava in 257 milioni;
in data 17 aprile 2007, al termine di un incontro con alcuni esponenti della Giunta regionale pugliese, il ministro della salute Livia Turco dichiarava all'agenzia di stampa DIRE: «290 milioni di Extradeficit per la Puglia? Solo indiscrezioni di stampa. La Puglia si dimostrerà virtuosa» e l'assessore al Bilancio della Regione, Francesco Saponaro aggiungeva: «Al tavolo tecnico stiamo portando i nostri calcoli. La stima è che il deficit su base annua del 2006 sia più basso degli anni precedenti, e assommi a 167 milioni di euro» -:
quali dati in riferimento al deficit sanitario della Puglia per il 2006 siano in possesso del ministero dell'economia;
quali dati in riferimento al deficit sanitario della Puglia per il 2006 siano in possesso del ministero della salute;
come siano stati elaborati i dati del ministero della salute e quelli del ministero dell'economia;
su quali basi il ministro Turco abbia definito non giusti e abbia stigmatizzato come «indiscrezioni» solo dati riferiti alla Puglia e non anche quelli delle altre Regioni italiane pure riportati nello stesso articolo e nelle stesse tabelle del Sole 24 ore;
come si spieghi che i due ministeri siano in possesso di dati talmente diversi da indurre il ministero dell'economia a classificare la Puglia fra quelle che sono state definite «Regioni-canaglia» e il ministero della sanità a definirla «Regione virtuosa»;
a quanto ammonti esattamente il deficit sanitario della Regione Puglia per il 2006;
quali provvedimenti siano stati concordati con gli amministratori regionali pugliesi per coprire il misterioso deficit accumulato per il 2006.
(2-00482) «Leone, Fitto, Mazzaracchio».
Interrogazioni a risposta scritta:
PORFIDIA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il comprensorio della provincia di Caserta è caratterizzato ormai da anni dalla presenza sul territorio di numerose aziende nel settore allevamento del bestiame, in particolare della razza bufalina;
l'intera zona è nota, infatti, per la produzione della filiera Bufalina che produce lavoro e ricchezza per la popolazione dell'intera provincia;
molti comuni nella provincia di Caserta hanno una forte vocazione nell'allevamento di questo tipo di bestiame;
nelle scorse settimane, le Aziende sanitarie locali, alle quali appartengono diversi comuni, pare abbiano ravvisato la presenza, sui capi di bestiame dell'intero comprensorio, della Brucellosi, una malattia considerata estremamente contagiosa;
in virtù di tali accertamenti le Aziende sanitarie locali hanno disposto l'abbattimento del sessanta per cento dei capi di bestiame;
da quanto è stato segnalato all'interrogante, anche alla luce di nuovi studi scientifici, è stato sostenuto che detta malattia può esser prevenuta con la somministrazione di adeguati vaccini nei capi giovani e che può essere debellata completamente dal latte con procedure adeguate di pastorizzazione;
le attuali disposizioni del Ministero della salute, che prevedono l'abbattimento di tutti i capi di bestiame risultati positivi dai test praticati dalle ASL, comportano un gravissimo danno all'allevamento Bufalino;
resta però imperativo il dovere di tutelare comunque con la massima accortezza la salute pubblica -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti suesposti;
se per la migliore tutela della salute pubblica, alla luce di quanto riferito all'interrogante, possa essere sufficiente prendere in considerazione l'ipotesi di analizzare il latte e, qualora questo risultasse sano, evitare l'abbattimento del bestiame;
se non ritenga necessario provvedere comunque ad imporre, rendendole obbligatorie per i caseifici, le procedure di pastorizzazione del latte;
se non ritenga necessario provvedere affinché si proceda all'immediata separazione dei capi ancora sani da quelli risultati infetti;
se non si ritenga possibile, una volta imposta ed accertata la pastorizzazione del latte da parte dei caseifici, procedere ad un abbattimento graduale del bestiame colpito dal batterio della brucellosi;
se, infine, non reputi necessario intervenire per mettere in campo opportune iniziative compatibili sia con la salvaguardia della salute pubblica, sia con la salvaguardia del patrimonio zootecnico della filiera bufalina che rappresenta una enorme risorsa del territorio con un indotto lavorativo di circa 5.000 persone.
(4-03385)
ALLASIA e MONTANI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'endometriosi è una malattia cronica e complessa, originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell'utero, endometrio, in altri organi duali ovaie, tube, peritoneo, vagina - provocando sanguinamenti interni, infiammazioni croniche e tessuto cicatriziale, aderenze ed infertilità;
l'endometriosi rappresenta una malattia quasi sempre dell'età feconda e delle giovani donne, che si verifica eccezionalmente prima della pubertà e tende a regredire nella menopausa spesso; le stime disponibili testimoniano che circa il 10 per cento delle donne in età riproduttiva soffre di endometriosi;
l'endometriosi è una patologia spesso sottovalutata ed imputata ad una esagerazione dei sintomi da parte delle stesse donne; tale atteggiamento porta a non considerare la gravità della patologia, al punto che molte donne non scoprono la loro endometriosi fino a che non hanno difficoltà a restare incinta; l'endometriosi è una infatti una delle prime cause di sterilità femminile, in quanto circa il 30-40 per cento di donne con endometriosi è sterile;
la diagnosi di endometriosi può essere effettuata con certezza solo attraverso un esame chirurgico esplorativo in anestesia totale, la laparoscopia; altri esami che possono fare sospettare la presenza di endometriosi sono: ecografia ovarica trans vaginale, dosaggio dal Ca125 (esame aspecifico) e visita manuale; una anamnesi approfondita della paziente può concorrere ad effettuare una prima diagnosi, seppur non definitiva;
diverse teorie sono state formulate per spiegare le cause dell'endometriosi, ma nessuna di tali teorie sembra riuscire a fornire una risposta definitiva al problema;
il decreto ministeriale 28 maggio 1999, n. 329, come integrato e modificato dal decreto ministeriale 21 maggio 2001, n. 296, non include l'endometriosi tra le malattie croniche ed invalidanti che danno diritto all'esenzione dalla partecipazione al costo per le correlate prestazioni sanitarie incluse nei livelli essenziali di assistenza, ai sensi dell'articolo 5, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 29 aprile 1998, n. 124;
il Parlamento europeo ha adottato in data 19 aprile 2004 la delibera n. 30/2004 con cui, riconoscendo l'endometriosi come uno stato clinico che colpisce una donna su dieci nell'Unione europea e rilevando che l'onere annuale dei congedi malattia dovuti a tale affezione, nell'Ue, viene stimato in 22,5 miliardi di euro, ha invitato i governi nazionali degli Stati membri a promuovere giornate nazionali dell'endometriosi, nonché la Commissione europea a inserire la prevenzione dell'endometriosi nei futuri Programmi d'azione comunitari per la Salute pubblica, in modo da incrementare la ricerca delle cause, la prevenzione e la cura dell'endometriosi;
il 18 gennaio 2006 la Commissione affari sociali, igiene e sanità del Senato ha approvato la relazione conclusiva dell'indagine conoscitiva sul fenomeno dell'endometriosi come malattia sociale, nella quale sono stati individuati come obiettivi prioritari di intervento per il prossimo quadriennio l'attuazione di percorsi di esenzione per la fruizione di trattamenti farmacologici, in particolare per le terapie croniche (contraccettivi orali, GnRH-analoghi e farmaci sintomatici), e la creazione di un pacchetto di sostegno per le donne con forme particolarmente severe o recidivanti, che preveda: indagini diagnostiche di controllo gratuite; farmaci e presidi necessari esentati; tutela generale della donna malata di endometriosi e del suo desiderio di maternità; un grado di invalidità rientrante nella legge n. 104 del 1989 nei casi di grave compromissione dello stato di salute psico-fisica della paziente pluritrattata chirurgicamente, in presenza di recidive di rilevo e con dolore pelvico cronico resistente -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere al fine di dare attuazione alle esigenze di incrementare l'attività di ricerca, prevenzione, assistenza relativamente alla malattia dell'endometriosi emerse nel corso dell'indagine conoscitiva svolta dalla XII Commissione Senato e citata in premessa, specificando in particolare se non si ritenga prioritario includere l'endometriosi tra le malattie croniche ed invalidanti che danno diritto all'esenzione dal costo delle compartecipazioni alle prestazioni sanitarie correlate ai sensi del decreto ministeriale n. 329 del 1999, e successive integrazioni e modificazioni.
(4-03389)
TURCI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in data 10 febbraio 2007 si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle cariche di Presidente del Comitato Regionale e dei Consiglieri del Direttivo Regionale C.R.I. Veneto;
la maggioranza dei soci ha, in questa sede, indicato il candidato alla Presidenza Paolo Nicoli e i candidati collegati alla sua lista ma l'esito delle elezioni è stato oggetto di numerosi ricorsi presentati, secondo l'interrogante, in via strumentale, dalla lista perdente, che hanno di fatto bloccato le elezioni;
l'Ufficio Elettorale Regionale infatti, benché nei fatti cessato dalla carica per fine mandato, su sollecitazione dell'Ufficio Elettorale Centrale, ha dichiarato nulle le elezioni in questione e conseguentemente invalide le relative nomine;
prendendo atto di quanto deciso al livello regionale, l'Ufficio Elettorale Centrale ha stabilito di non procedere alla
proclamazione degli eletti, suscitando le inevitabili reazioni di tutti gli organi della C.R.I. Veneto (Delegati all'Assemblea Regionale, Presidenti dei Comitati Provinciali e Locali, Ispettori di Gruppo);
gli stessi hanno quindi provveduto a presentare ricorso al Presidente Nazionale, al Consiglio Direttivo Nazionale e al Collegio dei Revisori dei Conti contro il giudizio dell'U.E.C. -:
se il Governo sia a conoscenza di un tale stato di cose;
quali provvedimenti intenda adottare al fine di trovare una soluzione alla situazione di illegittimità venutasi a creare ai vertici del C.R.I. Veneto.
(4-03396)
ALEMANNO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il recente decreto ministeriale 12 settembre 2006 recante norme per la «Ricognizione e primo aggiornamento delle tariffe massime per la remunerazione delle prestazioni sanitarie» ha stabilito all'articolo 3 che «in attesa dell'emanazione del nuovo nomenclatore tariffario delle prestazionidiassistenzaspecialistica ambulatoriale: le tariffe massime per la remunerazione delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale (...) sono quelle individuate dal decreto del Ministro della sanità del 22 luglio 1996»;
il richiamato decreto del Ministro della sanità del 22 luglio 1996 è stato già annullato dal Consiglio di Stato con sentenza definitiva n. 1839/2001 «nella parte in cui fissa tariffe inferiori a quelle previgenti, che riprendono vigore, fino alla rideterminazione delle stesse da parte dell'Amministrazione»;
il Supremo giudice amministrativo ha motivato tale parziale annullamento sottolineando che, nella elaborazione delle tariffe poi varate nel decreto ministeriale 22 luglio 1996, il Ministero non ha tenuto conto del suo stesso precedente decreto del 15 aprile 1994 col quale aveva determinato, a monte, i «criteri generali per la fissazione delle tariffe delle prestazioni di assistenza specialistica, riabilitativa ed ospedaliera»;
questo errore di metodo ha prodotto un errore di merito «le tariffe stabilite dal Ministero con il decreto del 22 luglio 1996 valgono appena a coprire i costi»;
quindi risultano illegittime ed incongrue le tariffe per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale fissate a livelli inferiori rispetto a quelle previgenti dal decreto ministeriale 22 luglio 1996;
quindi appare palesemente ingiustificato il riferimento per relationem alle tariffe previste dal decreto del 22 luglio 1996 contenuto dal recente decreto del 12 settembre 2006 che non tenga conto delle censure operate sulle stesse della citata sentenza;
la Finanziaria 2007 ha imposto per i laboratori di analisi privati un ulteriore sconto del 20 per cento sulle tariffe per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale attualmente in vigore;
la Finanziaria 2007 ha previsto un obbligo per l'Amministrazione di necessario adeguamento delle tariffe per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale attualmente in vigore su base annua e secondo gli indici ISTAT;
i tagli che negli ultimi tempi hanno, comunque, colpito indiscriminatamente ed ingiustificatamente i ricavi dei laboratori di analisi privati, a fronte peraltro di un livello di qualità invariato e di costi di produzione sempre crescenti, producono nell'immediato l'impossibilità per gli operatori di assicurare al meglio il servizio ai cittadini ed i precedenti livelli occupazionali -:
se e quando il Ministro intenda rideterminare le tariffe per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale tenendo conto dei reali costi generali e di produzione oggettivamente rilevati su tutto il territorio nazionale, o quanto meno su una buona parte di esso, così come previsto dal suo stesso decreto 15 aprile 1994;
se nelle more di tale doverosa corretta rideterminazione il Ministro voglia vigilare circa l'osservanza della sentenza del Consiglio di Stato n. 1839/2001 che annulla le tariffe contenute nel decreto ministeriale 22 luglio 1996, oggi richiamate dal decreto ministeriale 12 settembre 2006, nella parte in cui queste siano fissate a cifre inferiori rispetto a quelle previste prima del 1996 e se no con quali motivazioni;
se e quando il Ministro voglia far disporre gli adeguamenti ISTAT previsti dall'ultima Finanziaria per le tariffe per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale;
se, ad avviso del Ministro, la norma della Finanziaria 2007 che prevede l'obbligo di sconto del 20 per cento sulle tariffe dei laboratori d'analisi privati, e solo a questi, non integri una possibile violazione del principio di par condicio tra strutture sanitarie pubbliche e private introdotto dalla legge 229/99 detta di riforma-ter della Sanità;
quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda intraprendere per garantire i livelli occupazionali ed il futuro produttivo dei laboratori di analisi privati.
(4-03397)
MORONI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in Italia è previsto che il tetto di spesa farmaceutica convenzionata territoriale a carico del Servizio sanitario nazionale sia il 13 per cento delle spesa sanitaria complessiva e che in caso di superamento di tale tetto la spesa eccedente venga ripartita secondo i seguenti criteri: per il 60 per cento a carico del settore farmaceutico attraverso riduzioni di prezzo o la ridefinizione delle quote di spettanza dei produttori (sul prezzo dei farmaci ammessi al rimborso) e per il 40 per cento con un ripiano da parte delle regioni attraverso l'adozione di specifiche misure in materia farmaceutica;
ai fini del ripiano degli sfondamenti di spesa farmaceutica alcune regioni hanno assunto iniziative tese all'adozione dei prezzi di riferimento per la rimborsabilità dei medicinali già inseriti in fascia A, ovvero gratuiti per i cittadini;
in base alla normativa vigente, il servizio sanitario nazionale rimborsa, nell'ambito della medesima molecola e cioè tra prodotti identici, il prezzo più basso disponibile;
alcune regioni hanno deciso di ignorare questo dettato, applicando il cosiddetto prezzo di riferimento e cioè - discostandosi dalla lista di equivalenza definita a livello nazionale dall'Agenzia Italiana del Farmaco - hanno deciso di rimborsare anche tra molecole diverse e cioè non bioequivalenti soltanto il prezzo del farmaco generico di una di esse, anche se questo risultava non bioequivalente con quello sostituito, mettendo sullo stesso piano medicinali coperti da brevetto (in-patent) e i generici (off-patent);
nel caso in cui il paziente voglia o debba assumere un altro farmaco della stessa classe ma con brevetto è costretto a pagare la differenza;
dal punto di vista medico l'uso dello strumento del prezzo di riferimento comporta - dunque - il rischio di una riduzione dell'efficacia della terapia ed un aumento delle stesse spese farmaceutiche e/o ospedaliere in caso di inefficacia o di ridotta tollerabilità da parte del paziente del prodotto imposto in quanto è prevedibile che si renda necessaria la prescrizione di altre terapie per sanare i danni prodotti;
ma ancora più gravi sono le implicazioni a livello normativo e costituzionale in quanto - come sottolineato dalla stessa Agenzia Italiana del Farmaco con un comunicato del 9 febbraio scorso - non solo viene leso il principio a legislazione vigente delle unitarietà del sistema farmaceutico, poiché la rimborsabilità dei farmaci di fascia A costituisce un livello essenziale di assistenza che non può essere modificato
dalle regioni ma anche il diritto del cittadino di avere un accesso uniforme ai farmaci di tale fascia;
tra gli effetti distorsivi del reference pricing - infine, ma non meno importante - sono da annoverare anche i riflessi negativi e penalizzanti sull'innovazione farmaceutica in quanto si finisce per discriminare i nuovi farmaci brevettati, che scontano ingenti investimenti in ricerca e sviluppo di molti anni -:
quali tempestive iniziative intenda adottare per consentire l'accesso uniforme ai farmaci di fascia A al fine di tutelare l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza e l'unitarietà del sistema farmaceutico;
quali misure intenda porre in essere per tutelare l'innovazione e la ricerca scientifica in campo farmaceutico che sono alla base della salute pubblica nonché della crescita economica e sociale e per promuovere la competitività del Paese.
(4-03398)