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Allegato B
Seduta n. 15 del 28/6/2006
...
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta scritta:
PEDRINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la Società Autostrade Concessioni e Costruzioni Autostrade, oggi Autostrade per l'Italia, concessionaria dell'Anas S.p.A., è titolare a partire dal 3 dicembre 1999 della gestione e costruzione di arterie di collegamento viario autostradale a pagamento fondamentali per l'intero sistema nazionale dei trasporti per i connessi collegamenti in base alla convenzione sottoscritta in data 4 agosto 1997, integralmente sostitutiva della precedente convenzione stipulata il 18 settembre 1968, n. 9297, e dei suoi atti aggiuntivi;
la convenzione citata ha stabilito la scadenza della concessione alla Società Autostrade al 31 dicembre 2038, prorogando di venti anni il termine precedentemente fissato al 2018 e aumentando il valore della concessione stessa;
nella disciplina di concessione sono sottoscritti una serie di impegni che vanno dall'ampliamento della rete al miglioramento della qualità del servizio, dal contenimento delle tariffe all'adeguamento tecnologico dell'infrastruttura. Il tutto per
un piano di investimenti di 3.962,1 milioni di euro nel quinquennio 1999-2003, di cui effettuati 822,9 milioni di euro;
in un rapporto all'inizio di quest'anno i sindaci dell'Anas, cioè dell'organo di controllo di Autostrade Italia, denunciano gravi inadempienze, rilevando che «la società non risulta aver effettuato negli anni che vanno dal 1997 al 2003 investimenti per 3.391 milioni di euro, ma ciò nonostante ha richiesto ed ottenuto l'adeguamento dei pedaggi»;
inoltre per avere quell'adeguamento, la Società si era impegnata ad effettuare nel periodo 2002-2005 investimenti aggiuntivi per 3.486 milioni, di cui appena il 44 per cento effettivamente realizzato;
nello stesso documento i sindaci fanno notare che tra il 1998 e il 2002 «Autostrade ha realizzato profitti per 1.763 milioni di euro rispetto ai 581 previsti nel piano finanziario»;
secondo più fonti sarebbero circa «8 miliardi di euro» gli impegni di investimento che la Società ha accumulato negli anni trascorsi e non ancora operato;
Schemaventotto, la società dei Benetton titolare della partecipazione, a fronte dei 720 milioni di euro sborsati complessivamente per acquistare Autostrade, ha guadagnato dai soli dividendi 1.031 milioni, senza considerare l'aumento di valore attuale della partecipazione, stimato in 4.080 milioni, che la Società Benetton ha inserito nel negoziato con gli spagnoli di Abertis, ai quali andrebbero aggiunti, per buon peso, gli utili derivanti da Autogrill e da Spea, società controllata;
la stessa Spea con alta frequenza si vede affidare complesse attività ingegneristiche (progettazione, direzione lavori e tecniche, monitoraggi ...) direttamente vigendo per l'aggiudicazione di appalti pubblici, le direttive CEE (direttiva n. 92/36) e la legislazione nazionale (legge n. 109/1994);
la Società Spea, anche se controllata da Autostrade, rimane comunque un soggetto distinto dalla stessa;
la fusione Autostrade-Abertis è avvenuta in una condizione di sostanziale assenza del Governo dopo le elezioni, quindi senza l'avallo di un Governo nella pienezza dei suoi poteri così come avrebbe dovuto essere, dal momento che si tratta di una società privatizzata che gestisce un'importante concessione statale;
già adesso, ad avviso dell'interrogante, non esiste di fatto un soggetto pubblico in grado di imporsi efficacemente e far rispettare tutte le clausole concessorie ad Autostrade, né tale si può ritenere Anas un controllore affidabile, come ormai risulta essere palese: quando la sede verrà spostata a Madrid e la fusione sarà realmente avvenuta chi sarà più in grado di riequilibrare la situazione?
risultano confermate le riunioni dei due CDA per la ratifica dell'accordo, rispettivamente il 28 Giugno in Spagna e il 30 a Roma -:
quale sia la posizione del Governo riguardo alla vicenda;
quali sono state e quali saranno le iniziative del Governo a tutela degli utenti finali, anche in considerazione del fatto che il pedaggio autostradale è né più né meno che un ulteriore tassa che grava sui contribuenti mentre arricchisce in maniera smisurata monopoli privati che non danno e neppure possono dare le garanzie che davano perlomeno gli istituti pubblici del passato che destinavano però pedaggi e altri utili agli investimenti che oggi invece arricchiscono i privati a danno di tutti i cittadini e ad avviso dell'interrogante, in aperta violazione dell'articolo 16 della Costituzione; dal 1999 oltre al profitto normale Autostrade genera extra profitti e nonostante questo si vede ogni anno aumentare le tariffe dei pedaggi;
se il Governo sia a conoscenza dell'esistenza di eventuali atti parasociali tra le aziende dei gruppi Autostrade e Abertis o, in caso negativo, se intenda attivarsi per la verifica;
se eventuali atti parasociali siano stati depositati alla Consob;
se esistano altri tipi di accordi tra le Società dei due gruppi e questi accordi possano e in quale maniera essere rilevanti;
come intenderà inoltre comportarsi in futuro il Governo in eventuali casi analoghi, riguardanti società operanti in settori strategici di sicurezza per lo Stato e pertanto in regime concessorio come nei settori delle comunicazioni, degli aeroporti, negli acquedotti, nell'energia e di tutti i servizi che lo Stato deve garantire soprattutto in applicazione di diritti costituzionalmente garantiti come quello in questione della mobilità;
se il Governo non intenda rivedere tutte le privatizzazioni fino ad oggi effettuate avendo esse comportato un consolidamento dei monopoli e non certamente favorito (in libera contraddizione con le norme italiane ed europee e con lo spirito del libero mercato) un processo di reale liberalizzazione;
se non ritenga il Governo, dopo aver constatato di fatto l'impossibilita di revoca delle concessioni trasferite (visto anche la registrazione a suo tempo avvenuta con riserva dalla Corte dei Conti), di dover invece regolamentare su base contrattuale e non concessoria le attività privatizzate affinché gli impegni assunti dai privati vengano rispettati al fine di non causare danni ai consumatori, ai cittadini in genere e al Paese Italia per evitare di compromettere la fragile competitività internazionale, trattandosi di settori strategici per il contenimento dei costi e nel rispetto della sicurezza, quali quelli della mobilità, dei servizi e delle infrastrutture.
(4-00378)