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Allegato B
Seduta n. 150 del 2/5/2007
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazioni a risposta scritta:
TURCO, BELTRANDI, CAPEZZONE, D'ELIA, MELLANO e PORETTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
la Repubblica italiana ha firmato le seguenti Convenzioni del Consiglio d'Europa:
Convenzione penale sulla corruzione; in vigore dal 1o luglio 2002;
Convenzione civile sulla corruzione; in vigore dal 1o novembre 2003;
Convenzione del Consiglio d'Europa sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro
e la confisca dei proventi di reato e sul finanziamento del terrorismo; non ancora in vigore;
Protocollo n. 12 alla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e della Libertà fondamentali; in vigore dal 1o aprile 2005;
Protocollo n. 13 alla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'uomo e delle Libertà fondamentali relativo all'abolizione della pena di morte in ogni circostanza; in vigore dal 1o marzo 1998;
il Consiglio d'Europa nel 1999 ha creato il «Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO)» per vigilare sul rispetto delle norme anticorruzione dell'organizzazione da parte degli Stati membri a cui hanno aderito i seguenti paesi: Albania, Andorra, Armenia, Austria, Azerbaijan, Belgio, Bosnia, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Moldavia, Montenegro, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Switzerland, Macedonia, Turchia, Ucraina, Ungheria, Regno Unito, Stati Uniti d'America;
quali siano le ragioni per le quali non si sono ancora ratificate le citate Convenzioni del Consiglio d'Europa e, inoltre, cosa osti all'adesione al «Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO)».
(4-03439)
PELLEGRINO e FRANCESCATO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
alcune frazioni del Comune di Cetraro (Cosenza), nei giorni scorsi, sono state oggetto di un imponente movimento franoso prospiciente strutture di civile abitazione con evidente pericolo per i cittadini residenti che, su disposizione del Sindaco Giuseppe Aieta, sono stati allontanati e provvisoriamente accolti presso alberghi, parenti ed amici;
il movimento franoso di che trattasi non sembra essere stato sollecitato solo dalle perduranti avverse condizioni atmosferiche che hanno interessato il territorio della Provincia di Cosenza ma anche da alcuni lavori di sbancamento del terreno eseguiti da una ditta privata del posto per la costruzione di un esercizio commerciale, regolarmente autorizzati dall'Autorità Comunale;
nelle immediate vicinanze del movimento franoso sono ubicati alcuni tralicci dell'Enel che potrebbero cedere e comportare black-out nonché il Palazzetto dello Sport di proprietà comunale che, per l'effetto, è stato chiuso creando notevoli disagi alle attività agonistiche che in esso venivano disputate;
trattasi di una vera e propria emergenza idrogeologica che necessita di immediati interventi di contenimento e messa in sicurezza del relativo territorio tramite anche l'intervento del Sistema Nazionale della Protezione Civile;
le Autorità Locali hanno già richiesto interventi urgenti e la dichiarazione dello stato di calamità naturale -:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti e se questi corrispondano al vero;
quali provvedimenti urgenti intenda assumere per garantire alla popolazione colpita dall'evento in questione i sostentamenti di prima necessità e gli aiuti indispensabili a far fronte alla grave situazione determinatasi;
se non ritenta opportuno, altresì, realizzare un programma di interventi di sistemazione idrogeologica, di consolidamento, di difesa e manutenzione del territorio soggetto al movimento franoso e garantire al Comune di Cetraro adeguate risorse finanziarie per fronteggiare l'emergenza in questione.
(4-03443)
RUSCONI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il 7 luglio 2001, una tromba d'aria di forte intensità si è abbattuta nell'area nord-est della provincia milanese, interessando i comuni di Arcore, Concorezzo, Usmate, Velate e Vimercate, con danni e gravi lesioni strutturali ad abitazioni ed edifici industriali coinvolgendo a vario titolo 2.000 lavoratori e con l'abbattimento di piante di alto fusto e di alcuni tralicci di linee elettriche;
quel 7 luglio 2001, la tromba d'aria ha investito, sulla SP 58 nel territorio di Arcore, una macchina Ford Fiesta, BOG32290 alla cui guida c'era Laura Galbusera, 24 anni, studentessa universitaria di Lomagna, assieme alla cugina, Francesca Casiraghi;
a seguito del forte impatto la macchina di Laura è stata scagliata a 50 metri di distanza e un pezzo di lamiera, dopo aver rotto il parabrezza, ha investito il volto della ragazza procurandole un forte trauma cranico e la devastazione del viso dagli occhi in giù;
la diagnosi è stata: trauma cranio-facciale con stato di coma, fratture multiple esposte del massiccio facciale e fratture dento-alveolari mascellari e mandibolari con perdita di elementi dentari multipli, shock emorragico;
nei mesi successivi al tragico incidente si è dovuta sottoporre a nove operazioni chirurgiche all'ospedale San Gerardo di Monza, per poter ricostruire la parte sia mandibolare sia mascellare, con innesto di osso prelevato da teca cranica (2 volte) e da cresta iliaca (3 volte) e dovrà sostenerne altre di ricostruzione plastica;
il danno subito nel sinistro da parte della signora Galbusera ha comportato la necessità di acquistare medicine e cibi appropriati, oltre al danno biologico che è sicuramente notevole considerati i riflessi morali e sociologici per una persona in giovane età;
nel dicembre 2002 la regione Lombardia ha corrisposto al comune di Lomagna, a titolo di liberalità, un contributo di circa 10 mila euro da corrispondere a Laura Galbusera, cifra che non copre neppure i costi per medicine e alimenti;
in data 18 gennaio 2004 la richiesta di risarcimento per il danno biologico è stata respinta dal Dipartimento della protezione civile «in quanto l'Ordinanza del Ministero dell'interno n. 3143 dell'11 luglio 2001 non ha previsto alcun indennizzo per eventuali danni fisici occorsi a seguito dell'evento», «...ed essendo scaduto il 31 dicembre 2002 lo stato di emergenza per l'evento non è possibile assumere, ad integrazione dell'ordinanza di cui sopra, alcuna altra iniziativa indennitaria». «La regione Lombardia, stante la gravità dei danni riportati dall'interessata, è comunque pregata di valutare l'opportunità di procedere all'erogazione di un ulteriore indennizzo alla medesima oltre a quello già elargito in data 2 dicembre 2002»;
nella scorsa legislatura sono state presentate due interpellanze, sottoscritte da numerosi parlamentari, nella prima, in data 14 novembre 2003 (n. 2-00962), il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Ventucci, aveva affermato che «il Governo si adopererà al massimo, affinché possa essere sanata questa vicenda della quale con convinzione ci rammarichiamo» e nonostante questo, tutte le successive richieste della famiglia Galbusera, a Governo e regione Lombardia, non hanno sortito alcun esito; nella seconda, in data 7 aprile 2005 (n. 2-01504) sempre il sottosegretario Ventucci comunicava che il dente del Consiglio Berlusconi «rammaricato di non poter agire grazie ad una normativa di riferimento, ha messo a disposizione la cifra di 50 mila euro a puro titolo di liberalità personale»;
a quasi sei anni dall'evento calamitoso chi ha avuto danni prettamente materiali è stato rimborsato da un provvedimento ad hoc, mentre Laura Galbusera e la sua famiglia, che è composta dal padre Ernesto, ormai anziano, e dalla sorella
Michela, sordomuta, hanno avuto negli anni solo contributi di carattere «caritativo» per la somma di circa 65 mila euro, ma non hanno ancora finito il «calvario» di sofferenze fisiche e psicologiche -:
se e quali iniziative il Presidente del Consiglio intenda adottare per aiutare la signora Galbusera e consentirle di vivere una vita normale alla luce delle promesse che il Presidente del Consiglio dell'epoca, Berlusconi, il Presidente della regione Lombardia, Formigoni, le avevano fatto e testimoniate anche a mezzo stampa.
(4-03447)