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Allegato B
Seduta n. 159 del 17/5/2007
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UNIVERSITÀ E RICERCA
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
nel recente incontro fra il Rettore dell'Università di Bologna e il ministro Mussi si è parlato della grave situazione finanziaria dell'Ateneo bolognese;
sono chiare le difficoltà, finanziarie dell'Università di Bologna, denunciate dallo stesso Rettore, il quale quotidianamente lamenta che il locale ateneo è sull'orlo del baratro dimenticandosi, peraltro, che è lui di fatto il garante del bilancio dal 2000, anno del suo insediamento, ad oggi;
in questo periodo si è assistito ad una pessima gestione delle risorse e ad una mancata razionalizzazione della spesa: sono aumentate le spese per il piano edilizio, per la ristrutturazione di edifici utilizzati solo dal Policlinico Sant'Orsola,
sono aumentate le spese per le indennità di carica del rettore, prorettore e direttori di dipartimento, i gettoni di presenza per organici accademici e inoltre sono più che triplicati i dirigenti senza che a tutto questo abbia fatto riscontro una migliore efficacia ed efficienza dei servizi;
risulta altresì agli interpellanti che nel 2006, per tenere in equilibrio il fragile bilancio fu tagliato il salario dei dipendenti tecnico amministrativi e che ad ogni risparmio accertato corrispondono nuovi posti per docenti; sulla base di documentate denunce di studenti e docenti, emergerebbe un'«allegra» gestione dei conti dell'ateneo bolognese, che ha di fatto dato, nel corso degli anni, sempre meno servizi agli studenti, mentre ha provocato l'aumento notevole delle tasse universitarie determinando pertanto, un continuo calo di iscrizioni e una disaffezione verso l'Ateneo stesso;
da anni si moltiplicano i centri di spesa autonomi, senza nessun controllo diretto sul rendimento degli stessi; un esempio può essere la vicenda della Fondazione Alma Mater alla quale, nel 2005, l'Ateneo ha garantito il ripianamento del bilancio - in deficit - con la concessione in comodato della Villa Gandolfi Pallavicini mentre l'Ateneo paga all'INAIL più di 180.000 euro annui per la stessa. Sempre alla Fondazione Alma Mater l'Ateneo ha ripianato dal bilancio della stessa le perdite economiche relative al centro di Buenos Aires, assumendosene il passivo e riportandolo sul bilancio di ateneo. L'ultimo «omaggio» alla Fondazione Alma Mater data dal 2006 ed è lo «storno» dall'Ateneo del 15 per cento del ricavato del gettito del 5 per mille indirizzato all'Università;
ulteriori concessioni a favore della Fondazione riguardano il personale, i cui costi ovviamente sono a carico dell'Università; si ricorda in proposito che l'Ateneo ha nominato un dirigente e immediatamente lo ha distaccato alla Fondazione, mentre altro personale di ruolo dell'ateneo presta la sua attività per la stessa Fondazione. Infine, nel 2005 su circa 5 milioni di euro di entrate per iscrizioni ai master più di 4 milioni sono stati versati alla Fondazione Alma Mater;
il piano edilizio consiste in un continuo aggravio di spesa. La costruzione del complesso di Belmeloro è passato da una base di 10 milioni di euro a quasi 12,8 milioni a fine lavori. Risultano agli interpellanti notizie riguardo al fatto che a complesso terminato ci si è resi conto della mancanza del cablaggio: 12.000 metri di cavo ottico sono stati installati rompendo i muri finiti e richiudendoli, con un assurdo aggravio di spesa;
i progetti innovativi che dovevano portare agli accorpamenti di strutture al fine di razionalizzare la spesa hanno portato invece all'aumento delle strutture autonome;
sono stati accesi nel 2004 mutui faraonici, finanche trentennali, a tasso variabile senza dare ascolto ai lucidi avvertimenti dei consiglieri della Rappresentanza di base sui prevedibili immediati rialzi dei tassi di interesse allora al minimo storico;
le spese sostenute per la ristrutturazione di edifici utilizzati solo dal San Orsola, e non dall'Università, ammontano a circa 7 milioni di euro. Le indennità di carica per Rettore, prorettori, direttori di dipartimento e presidi sono state istituite nel 2005 dallo stesso Rettore, e ammontano circa 2,5 milioni di euro annui. I gettoni di presenza per gli organi accademici sono stati aumentati al suo insediamento;
sempre dal suo insediamento sono più che triplicati i dirigenti: erano cinque di ruolo nel 2000; oggi sono diciotto, di cui dieci a contratto. Risulta infatti che quando fu bandito un concorso per dirigente di ruolo, nessuno dei dirigenti a contratto si presentò al concorso, forse perchè conviene persino restar «precari» e strapagati (se la sola indennità di «risultato» vale quanto l'intero stipendio annuo di un impiegato di medio livello);
gli appalti di servizi, poco funzionali per le reali esigenze, sono sempre più costosi;
a ben vedere, la responsabilità dei tagli della Finanziaria sulla situazione del bilancio di ateneo, che pure esiste e sulla quale è stata svolta, a giudizio degli interpellanti, un'informazione distorta, è veramente poca cosa rispetto alla pessima gestione locale; la politica finanziaria ed economica di questo ateneo ha portato a dare sempre meno servizi agli studenti e ad aumentare ogni anno di più le tasse studentesche, determinando tra l'altro, come si è già segnalato, un continuo calo di iscrizioni. In particolare, già nel 2005 le tasse universitarie superavano il 20 per cento del tetto definito dalla normativa nazionale arrivando al 23 per cento, mentre nel 2006, a fronte di un aumento ISTAT del 1,7 per cento l'Ateneo ha deciso di aumentare le tasse del 2 per cento -:
di quali elementi disponga in ordine alla grave situazione descritta in premessa, in particolare sulla base delle relazioni del nucleo di valutazione interna di cui alla legge n. 370 del 1999, e se non ritenga opportuno avviare una ispezione ministeriale ai fini dell'adozione di tutte le iniziative di sua competenza.
(2-00544)«Garagnani, Raisi».
Interrogazioni a risposta scritta:
CARDANO, GHIZZONI, BURGIO, DE SIMONE, CRISCI e FIANO. - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
presso l'Università di Teramo, Facoltà di Scienze Politiche è istituito il «master "Enrico Mattei" in Medio Oriente», coordinato dal professor Claudio Moffa;
ufficialmente, a quanto si legge sul sito dell'Università di Teramo http://www.unite.it/Offerta_Formativa/offerta_formativa_0607/off/post_laurea/med_ori_pri.htm) obiettivo del master stesso sarebbe: «fornire una coscienza multidisciplinare della complessità della regione medio-orientale e mediterranea, e dei suoi conflitti, al fine di preservare, potenziare e sviluppare in ogni campo professionale il dialogo fra civiltà e fra Paesi diversi per cultura, storia, religione e sviluppo economico», nell'ottica di formare: «esperti destinati all'attività politico-diplomatica; cooperanti in operazioni di peace keeping; giornalisti e corrispondenti dalla regione mediterranea medio orientale; esperti in immigrazione e interculturalità; esperti in questioni energetiche e relative al mercato del petrolio»;
in realtà il master «Enrico Mattei» sembrerebbe diventato da tempo una tribuna in cui si spaccia per legittima critica alla politica dello Stato di Israele la negazione della Shoah; si attribuirebbe a quelli che il grande antichista Pierre Vidal Naquet ha definito: «gli assassini della memoria», i negatori dell'Olocausto, lo statuto di «storici»; si consiglierebbero ai corsisti iscritti al master stesso, quali sussidi didattici, le opere di Carlo Mattogno, autori di testi in cui si mette in dubbio l'uso criminale delle camere a gas di Auschwitz; si organizzano convegni, come quello svoltosi alla metà di aprile scorso, in cui sono state prese le difese dei negazionisti, considerati quali «storici che negano uno o più tasselli della versione "ufficiale" dello sterminio degli Ebrei nella II guerra mondiale» (dal sito del master «Mattei», http://www.mastermattei medioriente.it). È invece a tutti noto che costoro non negano questo o quell'aspetto della Shoah, ma sostengono che essa non sia mai avvenuta;
la Costituzione italiana tutela la libertà della cultura all'articolo 33 «L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento»;
le sedi universitarie devono essere spazi di libertà di pensiero, tuttavia in esse la serietà, il rigore metodologico e scientifico devono rappresentare un elemento di discrimine irrinunciabile; sembra invece che nel master «Enrico Mattei» la tendenziosità prevalga su qualunque minimo
criterio di scientificità, svilendo così anche la credibilità di un importante ateneo italiano;
sempre in nome di una malintesa «libertà di parola», il prossimo 18 maggio è annunciata, presso la sala lauree della Facoltà di Scienze Politiche dell'Ateneo teramano - così si legge sul sito del master «Enrico Mattei» - una conferenza di Robert Faurisson, un ex professore di letteratura francese presso l'università di Lione - non quindi uno storico - noto propugnatore delle tesi che negano lo sterminio degli ebrei d'Europa per mano dei nazisti e delle forze collaborazioniste;
è in corso un appello di studiosi, intellettuali, donne e uomini di cultura (http://ha19000.cisi.unito.it/wf/RICERCA/Gruppi-e-P/Area-umani/Storia-del/Appello/ che trovano estremamente grave che tesi insostenibili e falsificatorie come quelle sostenute e diffuse da Faurisson e dai suoi seguaci, dimostratesi false e pretestuose nonché contrarie ai risultati di decenni di ricerche condotte da storici specialisti di tutti i paesi, e perciò frutto rigorosamente di malafede e partito preso (non esente da sfumature antisemite), ottengano la legittimazione implicita nel fatto che vengano enunciate in un'aula universitaria nell'ambito di un master universitario. Tale appello, che ha già raggiunto in pochissimi giorni 505 firme, tra cui circa la metà di accademici, contesta l'ignoranza diffusa dalle tesi negazioniste, considerato che il dibattito in corso da più di mezzo secolo su tempi, modi, cause prossime e remote, luoghi, cifre dello sterminio degli ebrei d'Europa, parte comunque dal dato incontrovertibile che lo sterminio si è fattualmente verificato e che il numero delle vittime ammonta a cinque-sei milioni. L'appello evidenzia inoltre che i personaggi i cui curricula sono sottoposti ai corsisti e le cui tesi vengono loro esposte fino ad invitarne addirittura uno dei capifila, non si limitano certo a criticare questo o quell'aspetto dell'imponente massa di studi che dal 1945 ad oggi si è accumulata in tutte le lingue sulla Shoah, ma negano puramente e semplicemente che essa sia mai avvenuta -:
di quali elementi dispongano in ordine alla grave vicenda rappresentata in premessa;
come intenda rispondere alla richiesta proveniente dall'appello, affinché anche il Ministero, insieme all'Ateneo teramano ed alla sua Facoltà di Scienze politiche, si renda disponibile ad organizzare a Teramo un seminario, aperto agli studenti, che abbia al centro da un lato l'analisi del negazionismo e del suo uso politico, dall'altro le vicende di persecuzione e poi di deportazione che travagliarono l'Abruzzo nel periodo 1938-1945.
(4-03692)
VICO e BELLANOVA. - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
attraverso vari e approfonditi articoli di stampa apparsi sul settimanale L'Espresso e il quotidiano La Repubblica, tutta l'opinione pubblica italiana, ha appreso di presunti episodi di nepotismo all'interno dell'Università di Bari;
gli articoli riportano le risultanze effettuate dal 2005 ad oggi da un gruppo di giornalisti che hanno svolto puntuali reportage sull'Università di Bari che in tutti questi anni ha gestito concorsi pilotati, test truccati, il commercio degli esami comprati e venduti, tentate estorsioni ed una imbarazzante parentopoli;
numerose denunce, in tal senso, sono arrivate sui tavoli della Magistratura barese e le inchieste avviate riguardano le facoltà di Veterinaria, Scienze della Comunicazione, Cardiologia, Matematica, Ginecologia, Genetica, il Politecnico, ma soprattutto la facoltà di Economia e Commercio dell'Ateneo barese, dove l'ex Magnifico Rettore, Giovanni Girone, è ordinario di statistica e dove ben tre consanguinei (il figlio, la figlia e la moglie)
occuperebbero, sempre secondo l'articolo apparso su La Repubblica il 3 marzo 2005, posti di rilievo;
come riportato dall'articolo de L'Espresso nell'aprile 2007 i «baroni» dell'Università di Bari, oltre ad esercitare un bieco nepotismo in loco fornivano indicazioni anche sulle nomine negli altri atenei, come testimonia l'inchiesta in corso presso la Procura di Bari circa alcune memorie redatte dal professor Giuseppe Palasciano, ordinario di Medicina interna a Bari, in cui si «disegnava l'esito di ben 16 concorsi banditi da 10 atenei in tutta Italia». Memorie redatte il 5 marzo 2000, che riportavano i nomi dei tre idonei e il nome del commissario interno garante per concorsi che sarebbero stati banditi solo due mesi dopo e conclusi ad un anno di distanza;
un articolo del 27 marzo 2007 apparso sulle pagine di La Repubblica edizione di Bari, denuncerebbe, inoltre, il superamento del problema di visibilità attorno al tema del nepotismo, attraverso l'utilizzo di un'altra tecnica, quella del cosiddetto scambismo accademico. Alcuni casi vengono riportati dall'articolo. Come ad esempio quello della famiglia Massari «scambista» con la famiglia Girone. I due figli dell'ex Rettore, Gianluca e Raffaella, lavorerebbero, infatti, nel dipartimento di studi aziendali e giusprivatistici, «feudo» della famiglia Massari. La figlia di Lanfranco Massari, Antonella, è invece - riporta l'articolo - ordinaria nel dipartimento di Scienze statistiche, quello di Girone appunto. In questo caso - spiega l'articolo de La Repubblica - lo scambio riguarda anche le commissioni che hanno promosso di giovani, con Massari padre e Girone padre che si scambiano i favori, in qualità di presidenti di commissione (nel 2001 e nel 2004) per promuove, rispettivamente, Raffaella Girone ricercatrice e Antonella Massari ordinario -:
se non intenda acquisire, nell'ambito delle proprie competenze, tutti gli elementi utili sulla vicenda, e se il ministro intenda costituirsi parte civile riguardo a procedimenti penali in corso relativi ai fatti descritti in premessa, anche in considerazione di quanto dichiarato più volte, in particolare nella sede dell'Università di Bari.
(4-03712)
BOATO. - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il Magnifico Rettore dell'Università dell'Aquila, professor Ferdinando di Orio, ha fissato al 3 di maggio 2007, anticipando di oltre un mese, senza serie motivazioni, la data delle elezioni del Rettore alle quali è nuovamente candidato, ottenendo in questo modo un oggettivo vantaggio su qualsiasi concorrente, che si trova costretto a costruire una propria campagna elettorale in tempi arbitrariamente ristretti e senza adeguato preavviso;
per la votazione, che ha portato al ballottaggio, sono state predisposte schede di colore diverso per le varie componenti universitarie - ricercatori, associati, ordinari, assistenti, studenti, personale tecnico-amministrativo - a causa delle quali è stato presentato un ricorso alla commissione elettorale, rigettato in data 7 maggio 2007 e avverso il quale il ricorrente, professor Edoardo Alesse, ha preannunciato ricorso al TAR dell'Abbruzzo;
in documenti pubblici firmati da docenti di diverse facoltà dello stesso Ateneo vengono imputati all'attuale gestione dell'università episodi di «emarginazione, messa all'indice (...), ingiustificati e repentini provvedimenti di trasferimento» nei confronti di membri del personale tecnico-amministrativo;
il solo candidato alternativo al Rettore uscente, professor Edoardo Alesse, accusa esplicitamente l'attuale Direttore Amministrativo, in una lettera inviata al personale docente, tecnico e amministrativo e agli studenti, di fare un «uso disinvolto del servizio di posta elettronica, avocando a sé una non meglio definita facoltà di «vaglio» della corrispondenza»,
accusa che se comprovata comporterebbe una grave violazione della legislazione sul lavoro;
a quanto risulta all'interrogante, sono state e vengono esercitate in queste settimane forti pressioni su numerosi Consigli di Facoltà e di Dipartimento perché sottoscrivano documenti in favore della rielezione del Rettore uscente, e alcuni dirigenti dell'Università hanno pubblicato documenti di appoggio del rettore -:
se in Ministro sia al corrente dei fatti sopra ricordati;
se, all'atto della nomina, non intenda verificare la piena correttezza del procedimento elettorale che ha portato alla conferma del Rettore dell'Aquila.
(4-03713)
FITTO, FRANZOSO, LAZZARI, LICASTRO SCARDINO e VITALI. - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in data 26 aprile 2007 il candidato Sindaco di Lecce del centrosinistra, Antonio Rotundo, ha convocato un incontro elettorale con gli studenti e i dipendenti dell'Università di Lecce;
tale incontro, come risulta dai resoconti di stampa e tv, si è tenuto all'interno dei locali universitari e alle ore 11, quindi durante gli orari di lezione e di lavoro;
all'incontro sono stati invitati studenti, ricercatori, personale precario e non del settore tecnico-amministrativo;
risulta anche che la RSA aziendale abbia invitato i dipendenti universitari a partecipare all'incontro elettorale, dicendo che per quelle ore sarebbe stato riconosciuto il permesso sindacale -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto denunciato in premessa e se non ritenga di definire, anche d'intesa con la Conferenza dei Rettori e fatta salva l'autonomia universitaria, linee guida affinché sia evitato che le strutture dell'Università possano essere utilizzate come luoghi di propaganda nei periodi delle competizioni elettorali.
(4-03714)