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Allegato B
Seduta n. 160 del 29/5/2007
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INTERNO
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro della solidarietà sociale, per sapere - premesso che:
il problema della prostituzione, già da tempo al centro del dibattito politico nazionale è in questi giorni argomento di polemiche sulle testate giornalistiche italiane, locali e nazionali, anche in seguito all'emanazione da parte del sindaco di Padova, di una ordinanza che, dando attuazione all'articolo 5 del regolamento di polizia municipale, vieta ai clienti delle «lucciole» di fermare la propria autovettura per contrattare la prestazione sessuale;
la decisione del sindaco, motivata dall'esigenza di combattere il fenomeno della prostituzione che a Padova è diventato preoccupante soprattutto in alcuni quartieri della città, si appella alla necessità di tutela del decoro e della decenza in luogo pubblico;
gli amministratori locali, nell'impossibilità di fronteggiare una situazione ormai divenuta ingestibile, ricorrono a provvedimenti evidentemente inadeguati alla risoluzione del problema come già evidenziato dalla Corte di cassazione, sezione 1,
che si è pronunciata su analogo provvedimento emesso dal comune di Alessandria;
bisogna prendere atto del dilagare del fenomeno della prostituzione, e soprattutto dell'impossibilità di procrastinare un intervento legislativo che ne regolamenti l'esercizio, così come avviene in molti Paesi europei;
dal '58 ad oggi la materia è stata normata dalla cosiddetta «Legge Merlin», che prevede l'abolizione della regolamentazione della prostituzione e la lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui;
le nuove modalità con cui si manifesta la prostituzione ed i fenomeni delittuosi ad essa connessi rendono necessario predisporre una legislazione organica specifica che risponda alle esigenze di ordine pubblico, nonché di carattere sanitario ed economico -:
quali provvedimenti intendano adottare al fine di contrastare efficacemente tale fenomeno tenuto conto della sua evoluzione nel corso del tempo e delle numerose ricadute sociali ed altresì se non intendano sollecitare un ripensamento da parte di tutte le forze politiche sul fenomeno specifico legato alla prostituzione anche in relazione ai nuovi equilibri sociali caratterizzati dai rapporti tra cittadini italiani ed extracomunitari.
(2-00549)
«Mistrello Destro, Milanato, Zorzato».
Interrogazioni a risposta orale:
CAPOTOSTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il sedici maggio scorso, nella città di Padova, si è svolto un corteo di prostitute, quale contromisura decisa dalle stesse, in seguito alla decisione del Sindaco della città veneta, Flavio Zanonato, di multare i clienti per intralcio alla circolazione automobilistica;
il provvedimento del Sindaco non ha valore discriminatorio o repressivo, ma è teso a combattere un fenomeno che, soprattutto nel quartiere dell'Arcella, sta creando notevoli disagi alla viabilità urbana, data la forte congestione stradale, dovuta non solo ai numerosi clienti che contrattano dalle loro automobili la prestazione sessuale, ma anche al passaggio di ambulanti che, approfittando dell'occasione, vendono preservativi, kleenex e talvolta anche droga;
il corteo, seppur pacifico, ha assunto toni esasperati e strumentali, accusando la giunta padovana di «logiche securitarie e proibizionistiche» ed in difesa di un'attività che, anche se attualmente, non si configura come un reato nel nostro ordinamento, non può rischiare di compromettere la stabilità della comunità locale o di limitarne la libertà;
i cittadini della zona, infatti, hanno più volte lamentato il degrado sociale a cui il quartiere è esposto, in considerazione della massiccia presenza di prostitute, esprimendo forti preoccupazioni soprattutto per i loro figli, costretti a vivere tra sporcizia e frastuoni, nonché ad assistere a scene talvolta indegne, in quanto non adatte alla loro giovane età;
spesso molte di queste prostitute sono minorenni, vittime dello sfruttamento sessuale, introdotte irregolarmente nel nostro Paese e nascoste in appartamenti della zona -:
se della manifestazione, che l'interrogante ritiene palesemente contraria a norme imperative e al buon costume nonché all'ordine pubblico, sia stato dato preavviso alle autorità preposte e per quale motivo le stesse non l'abbiano vietata;
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per disciplinare un fenomeno che non può più essere ignorato, tenuto conto dei toni e delle forme spesso degenerative che esso assume, anche a danno delle prostitute stesse.
(3-00901)
FALOMI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nelle scorse settimane la stampa locale calabrese ha riportato la notizia della imminente chiusura della caserma della Polizia Stradale di Rossano Calabro (Cosenza) nelle ore notturne;
la suddetta stazione di polizia ha tra le sue funzioni principali quella di prevenire, vigilare ed intervenire sulla Strada Statale 106 Ionica, della quale è ben noto l'altissimo tasso di pericolosità, specialmente nelle ore notturne;
il sopraggiungere dell'estate comporta un aumento del livello di traffico veicolare presente nella zona ed in particolare sulla strada statale 106 Ionica, determinando un innalzamento del fattore di rischio in particolare nel fine settimana e nelle ore notturne tenuto conto della vocazione turistica della zona;
il Governo ha più volte manifestato la propria volontà di incrementare la presenza dello Stato e delle sue istituzioni sul territorio calabrese, a partire proprio dalle forze di polizia e di controllo del territorio -:
se la notizia della chiusura notturna della caserma della Polizia Stradale di Rossano risponda al vero;
qualora tale notizia sia confermata, quali necessità e valutazioni abbiano determinato tale decisione.
(3-00902)
MIGLIORE, BONELLI, FALOMI, FRANCESCATO, DEIANA e SCHIETROMA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 22 maggio era convocato in forma pubblica il Consiglio Comunale del Comune di Aprilia per l'approvazione del Bilancio;
contestualmente a tale avvenimento le associazioni «Aprilia sotto la lente», «Cittadinanzattiva» e «Rete Cittadini contro la Turbogas» avevano diramato un appello a tutti i cittadini ad assistere alla Seduta Consiliare al fine di esprimere la richiesta del varo di un piano di gestione dei Rifiuti in assenza del quale l'aumento della TARSU prevista dal bilancio comunale costituisce, secondo le associazioni sopra nominate, una decisione inaccettabile;
alle ore 18.00 i cittadini radunati sotto il palazzo comunale facevano il loro ingresso negli spazi riservati al pubblico presso l'aula consiliare e a scopo puramente dimostrativo portavano una dozzina di sacchi in plastica contenenti rifiuti differenziati e facilmente identificabili come tali, e innalzavano cartelli che sollecitavano l'impegno dell'Amministrazione Comunale in tal senso;
il presidente del Consiglio Comunale sospendeva immediatamente la seduta e riceveva una delegazione delle associazioni promotrici, le quali gli consegnavano una richiesta verbale di incontro con i capigruppo del Consiglio Comunale;
dopo circa tre ore di attesa rispetto alla richiesta affidata dai cittadini al Presidente del Consiglio Comunale di poter incontrare le forze politiche, un ufficiale di pubblica sicurezza diramava al pubblico presente negli spazi a loro riservati, un ordine di sgombero la cui non ottemperanza avrebbe determinato l'uso coatto della forza pubblica;
al terzo richiamo, e fallito ogni tentativo di mediazione nonostante i cittadini si erano detti non intenzionati ad ostacolare i lavori del Consiglio, e che avrebbero rimosso i sacchi che avevano depositato negli spazi riservati al pubblico, qualora fosse avvenuto l'incontro richiesto, decine di agenti di pubblica sicurezza hanno fatto il loro ingresso negli spazi riservati al pubblico;
immediatamente procedevano all'allontanamento coatto dei cittadini seduti che attendevano la ripresa del Consiglio, trascinando gli stessi all'esterno del Palazzo Comunale;
nessun tentativo di riprendere il Consiglio Comunale è stato fatto successivamente
alla prima sospensione, e pertanto non si può parlare di impossibilità allo svolgimento dei lavori o di rischio per l'ordine pubblico;
la situazione di grave tensione determinatasi a seguito dell'ordine di sgombero poteva comportare rischi elevatissimi per la presenza di numerose persone, donne e bambini in uno spazio angusto -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto avvenuto;
chi abbia richiesto ed autorizzato l'intervento della Forza Pubblica nella assise comunale di Aprilia;
quali necessità abbiano determinato tale richiesta e sulla base di quali accertamenti si sia proceduto.
(3-00906)
Interrogazioni a risposta scritta:
JANNONE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
bollettini postali ingannevoli sono arrivati a società di nuova costituzione operanti in molte Regioni italiane, tra le quali il Molise e la Lombardia, da parte di alcune ditte che propongono l'inclusione nell'elenco delle società italiane operanti in Europa nell'ambito del commercio, dell'industria, dell'agricoltura e dell'artigianato;
vi è una somiglianza decettiva sospetta con i bollettini che venivano inviati in tempi passati ai commercianti per il pagamento dei diritti camerali;
tra le finalità riportate dal bollettino vi è quella di creare un canale per contattare e farsi conoscere da altre potenziali ditte clienti operanti nello stesso ramo di attività e la creazione di una banca dati che eviterà laboriose ricerche di mercato;
si propone un contratto di durata annuale e viene prevista una disdetta da effettuare entro una certa data per raccomandata -:
quali misure il Ministero dell'interno intenda adottare per evitare che alcuni imprenditori vengano ingannati e siano indotti a fare versamenti già eseguiti;
come si possa prevenire questo tentativo di truffa, che secondo l'interrogante, ha evidenti finalità criminose.
(4-03720)
ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il parco autovetture di cui dispone la Questura di Reggio Emilia poggia ancora, come quella di molte altre città, sulla vecchia linea delle Fiat Marea, ormai giunte oltre il limite della loro normale vita operativa, come prova la crescente frequenza dei guasti meccanici che ne limita l'utilizzo;
la predetta Questura attende un quantitativo sostitutivo di Alfa Romeo 159, il cui invio sta privilegiando non solo le città metropolitane ma anche comuni come quello di Nuoro, dove le vetture sono state consegnate lo scorso agosto;
sempre a Reggio si temono gli effetti del declassamento della Questura cittadina dal gruppo cosiddetto C in quarta fascia, in quanto potrebbe implicare ulteriori riduzioni dei mezzi e degli uomini a disposizione per il contrasto alla criminalità locale, e ciò malgrado quella di Reggio sia una situazione ad alto rischio anche a causa della notevole presenza di residenti immigrati;
la stessa realizzazione di una nuova sala operativa nella Questura di Reggio e persino l'introduzione del poliziotto di quartiere sembrano essere avvenute sottraendo risorse al controllo del territorio anziché rafforzando complessivamente la presenza delle forze dell'ordine nell'area comunale e provinciale di responsabilità -:
se il Governo intenda confermare il declassamento della Questura di Reggio e se non ritenga opportuno in qualche modo ovviare alla carenza di risorse umane e materiali che sta limitando le capacità di
controllo del territorio nell'area di responsabilità del presidio reggiano.
(4-03722)
JANNONE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel settore dell'informatica il phishing è un'attività truffaldina utilizzata per accedere abusivamente ad informazioni informatiche personali o riservate con la finalità del furto d'identità e di dati riservati mediante l'uso di comunicazioni elettroniche, soprattutto messaggi di posta elettronica fasulli, messaggi istantanei o contatti telefonici;
il messaggio e-mail imita, nella grafica e nel contenuto, quello di una istituzione nota al destinatario, a titolo esemplificativo, il proprio istituto di credito;
l'utente viene ingannato ed indotto a rivelare dati personali: numero di conto corrente, numero di carta di credito, codici di identificazione e di accesso, eccetera;
il phisher utilizza tali dati per acquisire beni, trasferire somme di denaro o anche solo come «ponte» per ulteriori «attacchi di natura informatica -:
quali iniziative il Ministero dell'interno intenda assumere per evitare che l'utente subisca questa tipologia di truffe sempre più diffuse ad opera del phisher e quali misure cautelative intenda mettere prontamente in atto per la tutela dei dati personali degli utenti di internet;
quali procedure siano allo studio per individuare celermente e oscurare i siti di phishing, nonché per rendere possibile che il malcapitato riesca a distinguere l'indirizzo di posta elettronica originale del proprio istituto di credito rispetto a quello ingannevole fonte di frode informatica.
(4-03724)
CROSETTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con ordinanza comunale n. 93 del 12 dicembre 2002, è stato ordinato al Comando dei Carabinieri di Trofarello (Torino), avente sede in Piazza 1o maggio n. 18, di provvedere allo sgombero della parte del fabbricato localizzata nel medesimo luogo, destinata ad accogliere gli uffici e i locali strettamente a servizio della Stazione C.C., in quanto a seguito del sopralluogo effettuato dall'ASL 8 presso lo stabile demaniale che ospitava la caserma dei Carabinieri, è emerso che lo stesso era privo dei requisiti sanitari di abitabilità;
a seguito della dichiarata inabitabilità la Stazione C.C. di Trofarello si è trasferita in altri locali, di proprietà privata, siti in Trofarello, Via S. Giovanni Bosco n. 4, non idonei ad ospitare una Stazione C.C., ma ritenuti utilizzabili come semplice posto di ricezione denunce;
sono state accertate gravi carenze impiantistiche presso i suddetti locali, soprattutto in merito allo scarico fognario, e, in conseguenza del fatto che il presidio locale dell'Arma ha assunto la decisione di abbandonare la sede di Via San Giovanni Bosco n. 4, il Comune di Trofarello ha ritenuto di agire sia attraverso misure urgenti e di breve periodo, sia pianificando soluzioni di medio lungo termine;
sul fronte delle misure urgenti e di breve periodo l'Amministrazione comunale ha comunicato, con telegramma n. 9PA dell'8 marzo 2007 e nota protocollo n. 3173 del 15 marzo 2007 al Prefetto di Torino e al Comandante Provinciale dei Carabinieri di Torino, di essere disponibile ad ospitare presso il Palazzo Comunale l'ufficio ricezione denunce dei Carabinieri;
successivamente, con nota ricevuta dal Comune in data 13 marzo 2007 al protocollo n. 3022 il Comandante Provinciale C.C. di Torino ha confermato la volontà di voler mantenere il presidio di Trofarello e comunicato di condividere e apprezzare l'ipotesi relativa allo spostamento momentaneo del posto ricezione denunce presso i locali comunali;
nell'intento, altresì, di individuare soluzioni definitive si è aperta una concertazione
tra l'Amministrazione Comunale di Trofarello, l'Arma dei Carabinieri e il Demanio, finalizzata alla risoluzione delle problematiche relative alla ristrutturazione della vecchia caserma sita in Trofarello - Piazza I maggio n. 18, concertazione necessaria e finalizzata ad individuare il percorso compatibile alla luce della natura giuridica del bene (Demanio Militare);
all'interno di tale concertazione l'Amministrazione comunale ha ribadito l'interesse a concorrere alla ristrutturazione dell'immobile di cui in oggetto, a condizione che lo stesso venga utilizzato quale sede del Comando della Stazione C.C. di Trofarello, venga dismessa a favore del Comune quota parte dell'area di sedime attigua all'immobile stesso, da destinare ad ampliamento dell'area verde e della piazza esistenti, e concordato con l'Arma ed il Demanio un comune modus operandi;
in specie, l'Agenzia del Demanio, a fronte dell'interesse manifestato dal Comune, si è impegnata a predisporre in tempi brevi, uno schema di contratto disciplinante la cessione in diritto di superficie di quota parte dell'immobile e in proprietà della quota parte rimanente, al fine di consentire al Comune di Trofarello ad avere titolo a concorrere alla ristrutturazione dell'immobile;
con telegramma n. 23/QB del 19 marzo 2007, il Comune, chiedeva un urgente incontro al Ministro dell'Interno Onorevole Giuliano Amato, per la risoluzione delle problematiche inerenti i finanziamenti per la caserma dei Carabinieri di Trofarello;
con nota protocollo n. 4464 del 17 aprile 2007, il Comune chiedeva, in relazione alle opere di ristrutturazione del Presidio dell'Arma sito in Trofarello, al Ministro dell'Interno, al Presidente della Regione Piemonte, al Prefetto di Torino, all'Arma dei Carabinieri e all'Agenzia del Demanio, un incontro congiunto per valutare la possibilità di addivenire alla stipula di una convenzione ai sensi dell'articolo 1, comma 439, legge 296 del 2006, che stabilisce che il Ministro dell'interno e i Prefetti, previa delega da parte del Ministro, possono stipulare convenzioni, ad oggetto il contributo logistico, strumentale o finanziario, con le Regioni e gli Enti locali al fine di realizzare programmi straordinari per incrementare i servizi di polizia a tutela della sicurezza dei cittadini -:
quale sia lo stato delle iniziative in corso e quali provvedimenti il Governo intenda adottare per trovare al più presto una soluzione ai problemi di localizzazione in Trofarello della Stazione C.C., anche al fine di garantire in modo fattivo il mantenimento delle migliori condizioni di sicurezza per la cittadinanza.
(4-03730)
ZANELLA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'11 maggio scorso è arrivato alla questura di Venezia un camion carico di volanti apparentemente nuove;
ad un esame dei meccanici è apparso subito chiaro che le dieci «marea» giunte per sostituire quelle ormai cadenti della questura, erano anch'esse vecchie e mal messe: la migliore necessiterebbe almeno 2.000 euro di riparazioni;
la questura di Venezia, che intanto ha rispedito al mittente le auto, ha da tempo molti gravi problemi: oltre alle auto che mancano, mancanza di personale, pratiche che si accumulano con ritardi spaventosi come, ad esempio, la pratica per ottenere un passaporto che ora necessita di ben settanta giorni;
fino a poco tempo fa quella di Venezia era una questura delle migliori in Italia ma gli agenti andati in pensione non sono stati sostituiti e così a tesolo non si sa più come organizzare le pattuglie di volante, a Mestre e in centro spesso l'ufficio volanti mette in ferie gli uomini perché non ha mezzi per farli uscire e a
Marghera, nella sede distaccata della questura, ci sono decine di auto ferme perché non ci sono i soldi per aggiustarle;
all'inizio di maggio, per piantonare un detenuto rumeno, il commissariato ha dovuto di tanto in tanto servirsi del personale destinato alle volanti, privando i cittadini di un servizio fondamentale poiché il personale della Ps è ormai ridotto al punto che non ci sarebbe stato nessuno disponibile ad accompagnare l'uomo ai servizi igienici;
in quell'occasione si è riproposto anche l'annoso problema delle celle di sicurezza: la cella del commissariato di Chioggia dove il detenuto ha dovuto alloggiare in attesa della direttissima, è una sistemazione non a norma, priva di servizi igienici riservati ai detenuti e con una branda che può essere smontata per ricavarne oggetti contundenti -:
se il Governo sia al corrente di questa difficile situazione;
se il Governo non consideri necessario svolgere un'indagine conoscitiva sulla salute del servizio della Ps in tutto il paese per capire se tali disfunzioni riguardano solo il nord est oppure se si tratta di problemi diffusi -:
quali misure intenda attuare il Governo per porre rimedio a tali carenze di personale, mezzi e strutture in modo da assicurare ai cittadini la ripresa ottimale di un servizio fondamentale come quello della Ps, e al personale della Ps una ripresa serena del proprio lavoro.
(4-03732)
PEDRIZZI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
le indagini dell'intelligence di Tunisi sugli scontri che hanno insanguinato la Tunisia, tra il 23 dicembre e il 3 gennaio 2007, hanno posto in evidenza che, tra i terroristi arrestati ed uccisi, tutti arruolati nel «Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento», almeno 14 si sono formati o hanno abitato in Italia;
l'elenco comprende: il comandante Abu Hashem, il cui vero nome era Sassi Lassaad, ferito durante gli scontri e morto dopo la sparatoria; un ex impiegato di banca che ha vissuto vicino a Roma; un trafficante di droga a Napoli ed altri fondamentalisti ospitati tra Varese e Milano;
il commando di Abu Ashem voleva ripetere l'esperienza algerina e stava preparando attacchi presso alberghi e ambasciate, compresa quella italiana, per mettere in ginocchio l'economia tunisina. Il progetto aveva l'appoggio dei salafiti in Algeria, che tra l'altro, addestravano i volontari di Ashem, che, poi, comandava con il suo carisma di capo religioso e di combattente;
il nome di Abu Ashem e quello di altri due terroristi al suo fianco, noti come fratelli Riabi, arruolati nella cellula lombarda da lui capeggiata, erano già citati, nel 1998, in una informativa della Digos di Milano relativa ad un gruppo di algerini, tunisini e libici;
dopo la morte di Abu Hashem, i suoi seguaci attendono il rilascio a giugno del «numero uno» della falange salafita Essid Sami Ben Khemais, arrestato a Gallarate nel 2001, che, grazie ad un provvedimento, non potrà essere rimpatriato perché i suoi diritti in Tunisia non potranno essere garantiti;
gli investigatori di Tunisi sono entrati in possesso di agende e numeri di telefono che riconducono a Milano e Napoli, ed anche la polizia marocchina, durante le perquisizioni di Casablanca, ha trovato appunti con indirizzi italiani e numeri di telefono di Napoli;
gli inquirenti sospettano che la falange tunisina del gruppo salafita per la predicazione e il combattimento dovesse entrare in azione in contemporanea con gli attentati di aprile ad Algeri e con quelli sventati in Marocco;
un altro terrorista arrestato, Mohamed Ben Hedi M'Sahel, ha confessato, lo scorso anno, di essere coinvolto nell'organizzazione di piani di attacco in Italia; il gruppo di cui faceva parte stava infatti organizzando attentati nel metrò di Milano e nella Basilica di San Petronio a Bologna;
lo stesso M'Sahel ha dichiarato di essere arrivato negli anni '80 a Milano, di essere stato arrestato per spaccio si droga e, dopo il rilascio, di aver incontrato i suoi arruolatori dopo essersi avvicinato alla pratica religiosa. Un lungo cammino che l'ha portato in Siria con l'obiettivo di morire come kamikaze in Iraq, ma poi, a causa della sua scarsa esperienza, si è spostato nei campi di addestramento del Sahara;
la gerarchia salafita tra Italia, Europa e Maghreb non riguarda soltanto tunisini ed algerini, giacché, sopra la loro rete, Al Quaeda ha messo un regista, di cui non si sa quasi nulla se non il soprannome e che, in Siria, dirige l'ufficio che valuta volontari. I terroristi arrestati che lo hanno conosciuto hanno detto che gestisce un ristorante in Polonia e una rete commerciale in mezza Europa, Italia compresa -:
quali urgenti iniziative i ministri interrogati intendano assumere al fine di sradicare le frange di estremismo islamico che si annidano nel nostro territorio che rappresentano una autentica minaccia per la civile convivenza democratica.
(4-03734)
ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
gli standard in uso nei paesi dell'Unione Europea prevedono che vi sia almeno un vigile del fuoco ogni 1.500 abitanti;
per rispettare il predetto parametro, il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco dovrebbe essere rinforzato con l'arruolamento di almeno altri 15mila uomini, mentre attualmente si preferisce far ricorso alle prestazioni dei volontari, assunti con contratti a tempo determinato della durata di venti giorni, rinnovabili fino ad otto volte l'anno;
nella sola Regione Emilia-Romagna, il deficit di personale nel Corpo dei Vigili del Fuoco è stimato in almeno duecento pompieri per assicurare i servizi minimi ed in cinquecento per onorare tutte le attività d'istituto;
si registra anche un deficit di risorse finanziarie, che è la causa di un'esposizione verso i fornitori di un importo pari a 350mila curo nella sola città di Bologna, che salgono a 725mila se si fa riferimento al più vasto ambito della Regione Emilia-Romagna;
della penuria di soldi risentono anche i pagamenti dovuti ai volontari e gli investimenti nella formazione e nell'addestramento dei vigili del fuoco, con conseguente diminuzione degli standard di sicurezza;
il personale del Corpo si trova conseguentemente in stato di agitazione e manifestazioni sono annunciate ormai in varie città del Paese, inclusa Bologna -:
quali misure il Governo intenda adottare per sanare in qualche modo la carenza di risorse umane e materiali che affligge il Corpo dei Vigili del Fuoco su scala nazionale ed in particolare nella Regione Emilia-Romagna.
(4-03741)
MIGLIORE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a Reggio Calabria il 28 aprile davanti alla sede della cooperativa sociale Rom 1995, presso la quale lavora, è stato ucciso Cosimo Abruzzese, operaio di anni 29, padre di 4 figli;
il giovane rom lavorava nella cooperativa da diversi anni, svolgendo un servizio di raccolta di rifiuti ingombranti e conferimento presso il centro autorizzato di stoccaggio, sito all'interno di un bene confiscato alla mafia ed assegnato alla cooperativa Rom;
non è stato trovato l'esecutore dell'efferato crimine e non si conoscono neppure i motivi che lo hanno determinato;
tra i lavoratori della cooperativa è nato un clima di timore ed insicurezza, alimentato dal silenzio delle istituzioni che non hanno sostenuto la cooperativa nemmeno esprimendo solidarietà e vicinanza per la grave perdita subita -:
quali decisioni il Governo intenda assumere in merito alla sicurezza dei beni confiscati alla mafia e di quanti hanno assunto la responsabilità di svolgere al proprio interno attività lavorative;
quali misure intenda attivare per supportare la famiglia del giovane lavoratore rom barbaramente ucciso mentre si recava al lavoro;
quali azioni intenda promuovere per contrastare la cultura mafiosa e sostenere l'esperienza significativa di inserimento lavorativo/sociale e di integrazione realizzata dalla cooperativa Rom 1995 tristemente colpita.
(4-03747)
CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
le farmacie appartenenti all'ASL Salerno 3 hanno maturato crediti verso la stessa per 3 mensilità del 2005 per le 5 mensilità del 2006, pari a circa 32 milioni di euro;
attualmente, i farmacisti sarebbero fortemente esposti con gli istituti di credito e sarebbero debitori di somme enormi e di altrettanti interessi e hanno dovuto procedere all'attivazione di decreti ingiuntivi nei confronti della stessa ASL SA 3;
sembrerebbe che la ASL SA 3 non abbia mai soddisfatto i crediti delle farmacie e pare che il direttore generale abbia subordinato il pagamento delle spettanze dovute ai farmacisti al ritiro dei decreti ingiuntivi, alla rinuncia degli interessi ed al fatto che le spese legali derivanti dagli stessi fossero a carico dei farmacisti -:
quali soluzioni abbia allo studio il Governo, nell'ambito del piano di rientro della regione Campania, dal deficit della sanità affinché i farmacisti possano ottenere i dovuti rimborsi in tempi accettabili.
(4-03751)
CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto si evince dagli articoli di stampa, è stata «...giocata a porte chiuse la gara di C1/B Cavese-Salernitana, in programma domenica 13 maggio alle 15 allo stadio comunale di Cava dei Tirreni. Lo ha deciso la Lega di serie C che ha preso atto dell'ordinanza del prefetto di Salerno che, per motivi di ordine pubblico, vieta lo svolgimento della gara in presenza di spettatori...»;
l'intero Consiglio Comunale di Cava dei Tirreni ha espresso il suo rammarico per la decisione presa dal Prefetto di Salerno evidenziando che la tifoseria di Cava, nel corso degli ultimi due anni, ha tenuto sempre un comportamento leale e sportivo e che, soprattutto, non vi erano le premesse per far disputare a porte chiuse il predetto incontro calcistico in quanto, nell'incontro di andata a Salerno, non si erano verificati scontri tra le tifoserie;
in particolare, nel documento il Consiglio Comunale di Cava dei Tirreni esprime rammarico in quanto la gara doveva essere disputata alla presenza delle due tifoserie perché costituiva l'ultima partita del campionato ed il momento finale per il saluto ed il ringraziamento del pubblico di Cava alla squadra ed alla dirigenza così come avviene ogni anno;
proprio a causa del provvedimento restrittivo emesso, e solo per questo motivo, il Prefetto avrebbe determinato l'ira della tifoseria cavese che ha ritenuto opportuno
manifestare pacificamente la sua indignazione all'esterno dello stadio durante lo svolgimento della gara;
il risultato finale della partita, e la conseguente posizione in classifica delle due squadre al momento dell'incontro di domenica 13 maggio, non avrebbe in nessun modo rovinato il campionato delle due squadre che avrebbero disputato soltanto una gara di fine campionato, particolarmente attesa soltanto perché rappresentava un derby; pertanto; un risultato a favore dell'una o dell'altra squadra non avrebbe costituito alcun motivo di scontro violento tra le due tifoserie;
sono certamente altri i provvedimenti che il Prefetto di Salerno avrebbe potuto adottare per cercare di circoscrivere eventuali scontri che non sarebbero comunque avvenuti date le premesse -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali provvedimenti intenda adottare nei confronti del Prefetto che ha ordinato di far disputare la gara Cavese-Salernitana a porte chiuse, privando le due tifoserie dello spettacolo calcistico di fine anno, senza che, secondo l'interrogante, esistesse alcun valido e particolare motivo che potesse indurre a pensare che la predetta gara potesse essere motivo di scontri violenti.
(4-03754)
CATANOSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 3 del decreto-legge 30 gennaio del 2004, n. 24, ha introdotto delle disposizioni per migliorare il servizio antincendio e di soccorso tecnico nelle isole minori di Pantelleria, Lampedusa e Lipari;
attraverso questo importante decreto, che ha finalmente riconosciuto le difficoltà di natura economica e meteorologica nelle isole minori della Sicilia, è stato disposto il potenziamento del servizio di soccorso con l'apertura di distaccamenti permanenti a Pantelleria e Lampedusa e la trasformazione del distaccamento volontario di Lipari in permanente;
contemporaneamente sono stati banditi dei concorsi riservati ai residenti nelle tre isole e si è provveduto ad autorizzare il trasferimento in detti distaccamenti, in soprannumero, di personale residente nelle tre isole ma in servizio presso altre sedi, in tal modo limitando il fenomeno del doppio pendolarismo;
i concorsi per l'assunzione dei vigili del fuoco nelle tre isole minori si sono conclusi ed il personale sta frequentando il 63o Corso basico;
la situazione, come denuncia puntualmente ed efficacemente il sindacato di categoria Confsal-Vigili del Fuoco, non è, però, soddisfacente in quanto alcuni aspetti non sono stati portati a compimento e non se ne capisce, a giudizio dell'interrogante, la ragione;
6 vigili del fuoco residenti a Lipari ed in servizio presso altre sedi non sono stati ancora trasferiti nell'isola, e 18 vigili permanenti, 9 per Lampedusa ed altrettanti per Pantelleria non sono ancora stati assunti -:
quali provvedimenti intenda adottare il Ministro interrogato per risolvere le problematiche esposte in premessa.
(4-03755)
ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data odierna, da un articolo di stampa del Resto del Carlino di Reggio Emilia, si apprende che un cittadino albanese di nome Dritan Ferra è stato nuovamente arrestato in quanto sorpreso a spacciare droga nella città;
appena un mese è trascorso da quando il cittadino albanese è stato accompagnato alla frontiera con l'Albania, debitamente scortato dalla polizia,
la vicenda segnalata dimostra, ancora una volta, l'elevato tasso di criminalità degli immigrati, che si pone in stretto rapporto con il continuo incremento delle presenze straniere in Italia, confermato
anche da un dato statistico recentemente diffuso, in base al quale un reato su quattro sarebbe commesso da immigrati;
il dato è inquietante se pensiamo che il numero di presenze straniere è pari a circa il 4 per cento della popolazione residente in Italia, e testimonia la propensione criminosa dei migranti -:
quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano adottare per tutelare i cittadini di fronte ad un elevato tasso di criminalità tra gli extracomunitari, cui sono ascritti i reati a più forte allarme sociale, a fronte della ventilata modifica della Legge Bossi-Fini che questo Governo intende intraprendere.
(4-03756)
CATANOSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i commi 519, 523 e 526 della Legge finanziaria per il 2007, la legge 296 del 2006, ha normato la stabilizzazione del precariato nel Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco;
la norma in questione interessa circa 40 mila lavoratori discontinui e mira, in primo luogo, al potenziamento degli organici attraverso una procedura più veloce e meno farraginosa, ed, in secondo luogo, a fornire una risposta a dei lavoratori che hanno prestato servizio per numerosi anni nell'amministrazione con la legittima speranza di rimanerci in modo stabile;
il mondo del precariato dei Vigili del Fuoco, comunque, rimane preoccupato in merito all'assunzione del personale anziano, ovvero quello con un'età superiore a 37 anni;
tra i requisiti per l'assunzione, infatti, vi è che il personale in questione debba essere iscritto negli appositi elenchi di cui all'articolo 6 del decreto-legge 8 marzo 2006, n. 139, da almeno tre anni ed abbia effettuato non meno di 120 giorni di servizio;
in tal modo gli ultra trentasettenni, come sostiene il sindacato di categoria Confsal-Vigili del Fuoco, rimarrebbero esclusi dall'assunzione nonostante la volontà confirmatoria del legislatore che ha approvato una norma per stabilizzare detto personale, norma approvata «una tantum» e non più ripetibile;
si potrebbe considerare il periodo prestato in servizio ai fini previdenziali e concorrere in tal modo al raggiungimento del diritto alla pensione utilizzando gli anni effettivamente prestati da discontinuo -:
quali provvedimenti intenda adottare il Ministro interrogato per far sì che il personale citato in premessa non rimanga escluso dalle procedure di assunzione a tempo indeterminato.
(4-03757)
DIOGUARDI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il signor Giuseppe Di Vincenzo, proprietario della Biomed sas, con sede legale a Palermo, ha denunciato, con un mail inviata alla trasmissione «Anno Zero» e letta nella puntata del 16 novembre 2006 gravi irregolarità nelle procedure di acquisizione di attrezzature per le attività di ambulatorio e di chirurgia effettuata da alcune ASL in Sicilia;
in seguito a tale denuncia la Procura di Catania ha aperto un «fascicolo» e il signor Di Vincenzo è stato ascoltato dalla DIA di Catania come persona informata dei fatti;
il signor Di Vincenzo denuncia quanto segue:
a) nel 2003 il dirigente delle unità operative di oculistica dell'ospedale Paternò e dell'ospedale di Acireale (ASL 3 di Catania) richiede per i nuovi reparti, con relazione scritta, le attrezzature necessarie per le attività di ambulatorio e di chirurgia, dettando precise indicazioni circa le marche, le ditte da contattare e le procedure da adottare per l'acquisizione di tale materiale;
b) successivamente il responsabile dei servizi ambulatoriali di oculistica del
territorio della ASL 3 fa proprie alcune richieste per il potenziamento degli ambulatori periferici della Provincia, prevedendo tre tranche di approvvigionamento:
1) trattativa privata ristretta con l'indicazione delle marche e delle ditte da invitare per l'acquisizione di alcuni lotti di attrezzature (strumentazione diagnostica per gli ambulatori, biometri e autoclavi, ferri chirurgici per le sale operatorie) per una spesa di oltre un milione di euro;
2) acquisto di due faco e due vitrectomi (strumenti per la chirurgia della cataratta e della vitreoretina) e di un laser per eccimeri. Per l'acquisizione di questi beni, di cui vengono specificate marche e fornitore, viene indicato l'acquisto in conto materiale di consumo per un importo presunto per le sole macchine di circa un milione di euro;
3) acquisto di un lungo elenco di attrezzature chirurgiche e diagnostiche di cui viene indicato marca e fornitore, per tali materiale viene specificatamente richiesto l'acquisto diretto per «privativa industriale», con un importo superiore a tre milioni e cinquecentomila euro;
c) per i punti 1 e 3 i fornitori vengono invitati a presentare un preventivo di spesa ed una società finanziaria per l'acquisto in leasing con manutenzione full risk inclusa;
d) gli acquisti vengono deliberati a seguito di un parere di congruità di un ingegnere del servizio di ingegneria clinica della ASL 3, senza effettuare alcuna analisi di mercato che avrebbe dimostrato la enorme differenza tra i prezzi praticati dai fornitori alla ASL 3 e quelli normalmente osservati in altre forniture acquisite da altre Aziende Sanitarie Pubbliche della Sicilia;
e) infatti sul mercato esiste almeno un altro sistema simile e sovrapponibile per qualità e funzioni e, sempre secondo la denuncia, i prezzi praticati alla ASL 3 risultano superiori di oltre il 30 per cento rispetto ai prezzi praticati dallo stesso fornitore in altre vendite nello stesso periodo temporale;
un'altra parte delle denuncia riguarda l'Azienda Ospedaliera «Garibaldi» quando nel corso del 2005, per il potenziamento strumentale e l'ammodernamento tecnologico dell'Unità Operativa ottiene un finanziamento di oltre 3 milioni di euro;
il dirigente dell'U.O., incaricato di redigere un piano di acquisto, elabora una relazione dando precise indicazioni circa le caratteristiche, le marche, i fornitori e le modalità di acquisizione, facendo riferimento prevalentemente alla «privativa industriale», pur essendoci sul mercato più attrezzature similari tra loro perfettamente assimilabili;
l'acquisto viene portato a termine con due atti deliberativi:
1) per trattativa privata ristretta con invito riservato alle sole ditte indicate e senza alcuna pubblicità per importi superiori a 100.000 euro;
2) a privativa industriale secondo le indicazioni richieste dal dirigente dell'U.O.;
in entrambi i casi l'accertamento della congruità prezzi viene effettuato con generiche autocertificazioni da parte delle ditte fornitrici, alcune delle quali fanno riferimento alle forniture effettuate precedentemente alla ASL 3, poiché sono le stesse che erano state scelte precedentemente -:
se non ritenga che sussistano i presupposti per l'esercizio dei poteri del prefetto ai sensi degli articoli 143 e 146 del testo unico enti locali.
(4-03762)
REINA e NERI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in Sicilia, nel Comune di Barrafranca, in territorio della provincia di Enna, si sono svolti eventi che rischiano di pregiudicare in modo rilevante il regolare
andamento delle elezioni di ballottaggio per la carica di sindaco: questi i fatti;
nella giornata di ieri, venerdì 25 maggio 2007, nei pressi di un esercizio pubblico si è venuto a determinare uno screzio tra un comune cittadino (signor Salvatore Crapanzano) e uno dei candidati sindaci in ballottaggio (avvocato Giuseppe Lo Monaco), talché, dopo aspra discussione, si è passato al litigio e di poi ad una vera e propria colluttazione, da cui è conseguito il ferimento al capo dello stesso candidato sindaco;
l'episodio, di per sé privo di reale valenza sotto il profilo politico, è stato - ad avviso degli interroganti - strumentalizzato dai sostenitori del candidato alla carica di sindaco, anche riportando sulla stampa affermazioni, che gli interroganti medesimi giudicano prive di fondamento, e che risultano, di fatto, gravemente pregiudizievoli e lesive nei confronti del partito politico (M.P.A.) nel quale milita l'altro candidato a sindaco (Angelo Ferigno) nonché della sua stessa persona, atteso che tanto il partito quanto il candidato sono estranei alla vicenda;
a questo punto è bene precisare, a scanso di equivoci, che lo stesso cittadino coinvolto nell'episodio descritto non ha mai svolto alcuna forma di attività politica, non è mai stato - né lo è tuttora - iscritto al M.P.A., ed, altresì, risulta essere legato da vincoli di parentela sia con candidati al Consiglio Comunale appartenenti a liste dell'una coalizione sia con candidati di liste dell'altra;
peraltro, nei giorni antecedenti all'accaduto, sono stati diffusi sul territorio interessato ben tre diversi volantini anonimi contenenti espressioni ingiuriose e commenti pesanti nei confronti dell'altro candidato sindaco e dei suoi referenti politici e sostenitori;
evidentemente, su tutta questa storia un peso non indifferente avranno avuto i pronostici che sono circolati e che hanno dato per ampiamente favorito dall'esito del ballottaggio il candidato sindaco della parte avversa (Ferrigno) -:
quali iniziative intenda intraprendere per assicurare il regolare svolgimento di dette elezioni a Barrafranca, impedendo che vengano introdotti inammissibili elementi di turbativa, ed attuando misure, di converso, affinché venga ripristinato quel clima di serenità e piena legalità che è strettamente e tradizionalmente connaturato alla storia ed all'indole di codesta antica e fiera comunità della Sicilia.
(4-03769)
ZANELLA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
dopo il comunicato emanato dal Ministero dell'Interno, lo scorso 24 aprile, il Progetto Melting Pot Europa ha promosso un appello per costruire una visita al Cpt di Gradisca d'Isonzo;
secondo quanto dichiarato dal Ministero, la direttiva emanata avrebbe dovuto aprire le porte dei cpt, rispondendo ad una domanda di maggior trasparenza sulla condizione e il funzionamento di questi centri;
il 7 maggio, alcuni operatori dell'informazione hanno inviato alla Prefettura di Gorizia la richiesta di autorizzazione per entrare a far visita alla struttura in data 23 maggio 2007;
ad oggi nessuna risposta scritta è pervenuta ma la Prefettura ha informalmente fatto sapere che il Progetto Melting Pot Europa ed i suoi operatori non avranno accesso al cpt, essendo le visite riservate, come era previsto dalla Legge Turco-Napolitano, ai soli organi di stampa;
gli operatori dell'informazione invece, potranno accedervi solo quando la Prefettura di Gorizia avrà organizzato una visita nella struttura che accorpi tutte le testate;
Guido Barella, giornalista della redazione di Gorizia de Il Piccolo, da mesi e mesi, praticamente dalla sua apertura, sta insistendo con il ministero e con la prefettura di Gorizia per poter entrare come giornalista nel Cpt di Gradisca (Il Manifesto del 15 giugno 2006, «II caso -
Giornalista fuori dal cpt»); dopo il comunicato del Ministero del 24 aprile scorso Barella ha immediatamente rinnovato la richiesta alla Prefettura di Gorizia, senza ricevere risposta alcuna -:
se il Governo non ritenga giusto che sia permesso anche a realtà come il Progetto Melting Pot Europa, che fornisce un servizio legale ed informativo sul mondo migrante anche per conto della Regione Friuli Venezia Giulia, la possibilità di visitare i cpt, vista la loro presenza sul territorio e la lunga esperienza relativa ai problemi e alle risorse del variegato mondo dell'immigrazione;
per quale ragione i responsabili dell'Ufficio Territoriale del Ministero dell'Interno hanno fatto sapere solo il 22 maggio che la visita dei giornalisti richiesta per il giorno seguente, per verificare le reali condizioni dei migranti e il funzionamento del cpt, era saltata e che l'ingresso nel centro sarebbe stato possibile solo in data successiva;
se il Governo non voglia fornire qualche spiegazione su questo tempo di attesa voluto per organizzare la visita comune di tutte le testate al cpt di Gradisca d'Isonzo, apparentemente necessario per «risistemare» il centro prima delle visite, e sulla stessa tipologia della visita «guidata», elementi che - ad avviso dell'interrogante - comporterebbero una certa mancanza di trasparenza, in contraddizione con lo spirito della direttiva emanata dal Ministero sull'apertura dei ctp.
(4-03771)
ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a Modena, in via Cialdini, sotto l'omonimo ponte, ed in via Cataletto si svolgono tutte le domeniche dei mercati abusivi dove tra gli altri prodotti vengono scambiati anche generi alimentari, apparentemente senza la necessaria autorizzazione sanitaria;
il comandante della Guardia di Finanza di Modena ha evidenziato nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Modena il 21 Maggio 2007, come durante un blitz in queste zone siano stati sequestrati ben 6,4 Kg di sigarette e riscontrate mancate emissioni di scontrini fiscali;
per il solo fatto che l'area in questione non è destinata ad ospitare attività commerciali, il mercato di via Cialdini-via Cataletto sarebbe abusivo anche se gli operatori rilasciassero tutti gli scontrini fiscali previsti dalla normativa vigente;
l'intervento dell'amministrazione comunale di Modena si è limitato ad una campagna nella quale si sono invitati gli interessati a non allestire più il mercato «in quanto abusivo», oltre all'elevazione di una multa per una irregolarità constatata su un furgone frigorifero;
alla fine del mercato vengono inoltre abbandonati sul posto mucchi di sporcizia che il Comune di Modena deve successivamente provvedere a far rimuovere a spese della cittadinanza;
la predetta amministrazione comunale attraverso la Polizia Municipale e di concerto con tutte le forze dell'ordine del territorio ha il compito di far rispettare le leggi vigenti anche agli extracomunitari, non solo ai commercianti italiani;
quale sia l'opinione del Governo sui fatti generalizzati nella premessa e quali iniziative ritenga opportuno assumere per la propria parte di competenza per porre fine a questa situazione di abusivismo palese e garantire il rispetto della legalità nel Comune di Modena.
(4-03773)
PEDICA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel 1988 la Questura di Roma rilasciò al signor Pietro Lupia, il porto di pistola per difesa personale n. 536766D in quanto Guardia Ittica Volontaria con funzioni di polizia giudiziaria, ai sensi dell'articolo 31 del regio decreto n. 1604 del 1931. Il titolo suddetto venne accordato in quanto l'interessato svolgeva (e svolge tuttora) servizi antibracconaggio prevalentemente notturni
che, notoriamente, mettono a repentaglio l'incolumità personale. Per 8 anni consecutivi il porto d'armi venne puntualmente rinnovato e sempre con identica motivazione;
nel 1996 il Questore di Roma interruppe tale prassi respingendo l'istanza volta al rinnovo in quanto «le motivazioni addotte dall'interessato a sostegno della sua istanza non sono ritenute tali da giustificare l'effettiva necessità di andare armato»;
contro tale provvedimento proposi l'interessato effettuò ricorso al Prefetto di Roma, che venne rigettato in data 6 maggio 1998;
successivamente, l'interessato si rivolse al Capo dello Stato mediante ricorso straordinario in data 15 settembre 1998;
in data 10 settembre 2002 venne notificato all'interessato dalla Questura di Roma il Decreto del Presidente della Repubblica e il relativo parere del Consiglio di Stato che davano ragione all'interessato in merito all'istanza presentata;
il Consiglio di Stato sancì nella motivazione, a proposito dell'attività di Guardia Ittica Volontaria con funzioni di P.G. «...attività che, oltre ad avere una valenza oggettivamente riconducibile ad un servizio pubblico sembra pienamente giustificare la necessità di andare armato, dato che si può essere esposti ad azioni di rappresaglia e comunque può essere necessario per l'espletamento del servizio». In seguito a tale parere il Presidente della Repubblica dichiarò accolto il ricorso;
successivamente a tale successo l'interessato presentò una nuova istanza volta al rinnovo del porto d'armi, istanza suffragata dalla richiesta sempre di un'Associazione, per l'espletamento dell'attività di Guardia Ittica Volontaria con funzioni di Polizia giudiziaria e riportante sempre le stesse motivazioni degli anni precedenti. Tale richiesta venne rigettata;
in questa occasione, però, la Questura di Roma, si rivolse alla Provincia di Roma sollecitandone un parere (ovviamente non vincolante in quanto il porto d'armi lo rilascia la Questura e non la Provincia). Nonostante ciò l'Ufficio Caccia e Pesca della Provincia di Roma si espresse con una nota dal contenuto assolutamente discutibile, affermando che: «allo stato attuale delle competenze ed alla luce delle vigenti normative l'attività di vigilanza ittica prevede atto sanzionatorio amministrativo e non penale escludendo situazioni di pericolosità tali da rendere necessario il porto d'armi per difesa personale»;
in data 12 dicembre 2002 viene inoltrato un ricorso al Prefetto nel quale viene menzionato il parere del Consiglio di Stato e il decreto del Presidente della Repubblica che vengono, dalla Prefettura, ignorati senza neanche far riferimento ad essi. Infatti, con decreto datato 17 aprile 2003 il Prefetto respinse il ricorso;
in data 22 dicembre 2003 l'interessato ha inoltrato una nuova istanza tesa al rinnovo del porto di pistola e, nel contempo, in data 21 gennaio 2004 è inoltrato alla Questura di Roma un ricorso straordinario da girare al Ministero dell'Interno sulla mancata ottemperanza del decreto del Presidente della Repubblica e del parere del Consiglio di Stato da parte della Questura medesima;
in data 24 gennaio 2004 il Commissariato di zona invia il ricorso di cui sopra alla Questura unitamente ad una nota nella quale si evidenziava l'ottima condotta sempre tenuta dall'interessato negli anni e l'assenza di precedenti penali;
dopo una nota di diffida, in data 29 aprile 2004, alla Questura di Roma per il rispetto dei tempi previsti per l'emanazione del decreto di accoglimento o respingimento, in data 20 maggio 2004 viene notificato all'interessato un nuovo diniego;
in data 14 luglio 2004 viene opposto ricorso al T.A.R. del Lazio al quale, in data 17 agosto 2004 l'avvocatura dello Stato presenta la propria comparsa;
in data 11 novembre 2004 il T.A.R del Lazio emette una sospensiva dando, per l'ennesima volta, ragione alle tesi dell'interessato;
ciò nonostante, in data 3 gennaio 2005 la Questura di Roma oppone ricorso al Consiglio di Stato che però viene respinto dalla suprema magistratura amministrativa; infatti, con ordinanza datata 22 febbraio 2005, il Consiglio di Stato respinge l'appello e «...conferma l'istanza impugnata nei sensi di cui in motivazione»;
in data 20 aprile 2005 l'interessato invia alla Questura di Roma una diffida per l'esecuzione della Ordinanza n. 897/2005 emessa dal Supremo Consiglio di Stato in data 22 febbraio 2005;
incredibilmente, in data 25 marzo 2005 la Questura di Roma emette un decreto dove si legge: «decreta la sospensione, in ottemperanza dell'ordinanza in premessa, dell'esecuzione del provvedimento di respingimento della licenza del porto di pistola per difesa personale emesso in data 19 maggio 2004 nei confronti del signor Lupia Pietro, nelle more della definizione del ricorso giurisdizionale pendente presso il TAR del Lazio»;
in data 9 giugno 2005 viene notificato all'interessato il diniego dell'istanza presentata il 22 dicembre 2003;
in data 11 giugno 2005 viene recapitata all'interessato una lettera della Polizia Amministrativa che annuncia l'avvenuta trasmissione al Consiglio di Stato (dopo sollecitazioni e dopo 18 mesi dalla richiesta!) del ricorso straordinario sulla mancata ottemperanza da parte della Questura di Roma la cui discussione viene fissata per il 19 ottobre 2005;
in data 15 giugno 2005 lo Studio Legale interpellato dall'interessato per seguire il caso invia una diffida agli organi interessati (Questura, Prefetto, Ministero dell'Interno) per indurli ad adempiere a quanto disposto fino a quel momento dal Consiglio di Stato e dal T.A.R. del Lazio;
in data 4 agosto 2005 si invia una istanza di prelievo per la discussione del ricorso al T.A.R. del Lazio, istanza che viene sollecitata successivamente;
in data 12 giugno 2006 lo Studio Legale che rappresenta l'interessato chiede al T.A.R. il giudizio di ottemperanza finalizzato alla richiesta di nomina di un Commissario ad acta che finalmente provveda materialmente al rilascio del porto d' armi;
in data 28 settembre 2006 il T.A.R. del Lazio emette una ordinanza con la quale intima, appunto, il rilascio del porto d'armi. La Questura di Roma fa scadere i 30 giorni concessi dal T.A.R. alla stessa prima della nomina (a spese dell'Organo resistente) del Commissario ad acta; dopo un nuovo ricorso al TAR per la nomina del Commissario ad acta. L'udienza viene fissata per il 7 dicembre 2006;
nel frattempo, ancora una volta incredibilmente, la Questura invia all'interessato una «memoria» nella quale asserisce di aver ottemperato, nonostante tutto, negando ancora una volta il porto d'anni;
l'interessato, dopo aver presentato una contromemoria, resta in attesa della nomina del Commissario ad acta che, salvo altri imprevisti, doveva avvenire in data 25 gennaio 2007, giorno in cui si doveva svolgere l'ennesima udienza del TAR Lazio;
dopo tale incredibile sequela di avvenimenti e i continui ricorsi al T.A.R. del Lazio risultano evidenti i costi in termini di denaro e di salute;
non si comprende per quale ragione le Ordinanze del T.A.R. (come, d'altronde, gli altri pronunciamenti citati) per la Questura di Roma sembrino non avere alcun valore;
da quanto sopra riportato si può chiaramente evincere che le istituzioni sprecano tempo, energie e soldi pubblici per accanirsi contro situazioni che all'interrogante
sembrano chiare e inequivocabili, descritte e commentate senza ombra di dubbio alcuno dalla magistratura;
finalmente con ordinanza del 4 maggio 2007, il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale «Accoglie l'appello (Ricorso numero 2725) e per l'effetto, in riforma dell'ordinanza impugnata, accoglie l'istanza cautelare proposta in primo grado»;
la situazione sopra rappresentata non è solo individuale, ma riguarda una moltitudine di soggetti che quotidianamente lottano contro le barriere erette inspiegabilmente da Prefetti e Questori in tutta Italia;
occorre dare un chiaro segnale della determinazione dello Stato nella lotta al bracconaggio che, secondo l'interrogante, è compromesso da vicende analoghe a quelle descritte in premessa -:
se il Ministro dell'interno sia a conoscenza dei fatti sopra citati e quali provvedimenti intenda assumere affinché siano riconosciuti ai cittadini i diritti che gli spettano in tempi ragionevoli e senza gli intralci come quelli che si sono verificati nel caso riportato in epigrafe.
(4-03776)
FUGATTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
ogni sabato mattina a Gardolo (Trento) la Lega Nord Trentino organizza dei gazebo, con la finalità di raccogliere le istanze della popolazione locale riguardo ad alcune tematiche di carattere amministrativo e politico che riguardano la frazione a Nord di Trento;
tali iniziative proseguono da diverso tempo e fino a qualche settimana fa si sono svolte in un clima di assoluta tranquillità;
nelle ultime settimane la Lega Nord Trentino a Gardolo sta raccogliendo firme per una petizione popolare che riguarda le numerose aree di sosta di nomadi presso il Comune di Trento, e presso il sobborgo di Gardolo;
tali iniziative vengono svolte dopo avere richiesto da parte della locale sezione della Lega Nord Trentino dei regolari permessi di occupazione suolo pubblico alle autorità competenti;
nonostante ciò nelle ultime settimane i militanti leghisti che organizzano il gazebo con raccolta firme a Gardolo sulla problematica dei campi nomadi subiscono degli attacchi verbali da parte di alcune persone, probabilmente nomadi della zona, che oggettivamente causano disturbo alla libera attività politica degli stessi;
tali azioni rischiano di compromettere il normale svolgimento della attività politica dei militanti della Lega Nord Trentino a Gardolo i quali, avendo richiesto regolare permesso di occupazione suolo pubblico, dovrebbero potere svolgere in assoluta serenità il loro compito senza subire apprezzamenti negativi da parte di persone che probabilmente puntano a destabilizzare le locali iniziative leghiste -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto inchiesto in premessa la libera attività politica;
cosa ritenga di fare il Ministro per permettere il normale e pacifico svolgimento delle iniziative della Lega Nord Trentino a Gardolo;
se il Ministro ritenga di dover potenziare i controlli da parte delle forze dell'ordine durante le iniziative della Lega Nord Trentino a Gardolo.
(4-03780)
GRIMOLDI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 14 febbraio 2006, con una petizione sottoscritta da 1303 residenti, i cittadini del quarto municipio monzese, corrispondente a San Fruttuoso, per meglio fronteggiare l'emergente microcriminalità locale hanno chiesto - con una petizione diretta al Sindaco di Monza ed al Prefetto
di Milano - di procedere al rafforzamento delle attività di presidio territoriale da parte delle forze dell'ordine, in particolare attivando i cosiddetti poliziotti e carabinieri di quartiere;
il 5 giugno 2006, la Prefettura ha risposto positivamente all'istanza, senza tuttavia precisare la data di avvio del servizio richiesto;
si è successivamente appreso da fonti ufficiose che si prevedeva di attivare i poliziotti e carabinieri di quartiere a San Fruttuoso al principio del 2007, senza che a queste indiscrezioni seguissero tuttavia i fatti;
il 12 marzo 2007, una nuova lettera-appello è stata conseguentemente inoltrata al Sottosegretario all'Interno Marco Minniti ed, in copia, al Sindaco di Monza ed al Prefetto di Milano, sempre per chiedere l'invio di poliziotti e carabinieri di quartiere a San Fruttuoso, tuttora senza risposta;
San Fruttuoso continua ad essere interessato da episodi di criminalità, l'ultimo dei quali, una rapina alla Farmacia comunale numero l, è stato provvidenzialmente sventato soltanto in extremis da un carabiniere in borghese, casualmente in transito nella zona -:
quali siano gli intendimenti del Governo in merito all'istanza rappresentata dai cittadini del Municipio monzese di San Fruttuoso.
(4-03785)
PEDRINI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nei giorni 27 e 28 maggio 2007 i cittadini del Comune di Zeri, Provincia di Massa Carrara, sono stati chiamati alle urne per il rinnovo del Consiglio Comunale;
negli stessi giorni l'Ente Regione Toscana, con atto discutibile, ha imposto lo svolgimento della elezione dell'amministrazione degli Usi Civici;
entrambe le votazioni si sono svolte nello stesso palazzo del Comune di Zeri utilizzando le strutture del comune: uomini, mezzi ed immobili;
i seggi sono stati chiusi in anticipo rispetto alle ore 15.00 del giorno 28 maggio, termine ultimo di chiusura per il rinnovo del Consiglio Comunale;
vi erano persone contemporaneamente candidate sia al consiglio direttivo degli Usi Civici sia al Consiglio Comunale, determinando la possibilità di un controllo del voto;
pende, tra l'altro, da quasi un anno di fronte al TAR di Firenze un ricorso dello stesso Comune contro l'amministrazione degli Usi Civici con punto in contestazione anche il diritto di elettorato;
esponenti dell'amministrazione degli Usi Civici candidati al Consiglio Comunale, come può ben essere dimostrato dalle forze dell'ordine presenti, hanno tenuto un comportamento «non corretto» distribuendo legname solo ad alcuni votanti per le elezioni degli Usi Civici e del Comune, quando avrebbero invece potuto farlo molto tempo prima o dopo il 27 maggio e non nella settimana a ridosso del voto per il Comune e per gli Usi Civici;
non si è visto nessun intervento da parte dell'ente di sorveglianza che nel caso specifico era il Commissario Prefettizio;
il Comune di Zeri, commissariato dal gennaio 2007 con la nomina del vice Prefetto della Provincia di Massa Carrara ha constatato atteggiamenti e fatti non accettabili da parte del Commissario Prefettizio;
addirittura si è assistito alla necessità di un intervento determinante per fare annullare la nomina degli scrutatori, senza garanzia per alcune liste che si sono presentate alla competizione elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale.
la Commissaria Prefettizia, con atto di influenza sul voto e giuridicamente da valutare, ha fatto scolpire il suo nome su opere pubbliche, atti di cui si ignorano le
procedure e la legittimità cosi da attribuire ad essa il merito per risorse finanziarie recuperate dal bilancio del Comune e lasciate dalla precedente amministrazione;
la Commissaria Prefettizia non ha messo in par condicio i concorrenti delle elezioni amministrative per quanto si riferisce dagli atti del Comune;
a tutt'oggi non si hanno notizie su eventuali decisioni sia di ordinaria, sia di straordinaria amministrazione. Alcuni candidati al Consiglio Comunale avrebbero forse potuto godere, direttamente o indirettamente, politicamente del contenuto di questi atti;
si è assistito ad un palleggiamento di responsabilità invocando a giustificazione i criteri di nomina del Commissario Prefettizio rimandando all'ente nominante la responsabilità applicando a giudizio di alcuni ad interventi resi necessari dal carattere funzionale proprio della Prefettura;
la Commissaria Prefettizia non avrebbe voluto ricevere la conclusione delle indagini relative all'ispezione contabile-amministrativa richiesta dalla precedente amministrazione ben prima del commissariamento;
se si intendano svolgere gli accertamenti di sua competenza per verificare se il voto per le elezioni amministrative del Comune di Zeri si sia svolto in modo corretto o se sia stato alterato da una serie di interventi esterni che ne hanno influenzato il regolare svolgimento -:
quali siano stati gli atti e comportamenti dei funzionari e dei responsabili degli uffici della amministrazione facente riferimento al Ministero degli Interni e non;
quali provvedimenti si intendano prendere di fronte all'accertamento di eventuali responsabilità e in merito alla valutazione giuridica e amministrativa degli atti compiuti.
(4-03788)
ZANELLA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra giovedì 24 e venerdì 25 maggio 2007 un gruppo di neofascisti di Forza Nuova, guidati da alcuni leader locali ben conosciuti nel trevigiano, ha aggredito i partecipanti ad una festa organizzata da alcune associazioni giovanili locali in collaborazione con la Federazione dei Verdi di Treviso che ne aveva garantito la richiesta degli spazi all'amministrazione comunale nel segno di una politica rivolta a favorire l'espressione di iniziative nel territorio volte a diffondere cultura della solidarietà, antirazzista, pacifista, ecologista;
tale episodio gravissimo anche perché perpetrato a freddo contro una iniziativa culturale, sociale e ricreativa alla quale, sino a qualche ora prima dell'aggressione, erano presenti famiglie e bambini, si inquadra in una serie di fatti analoghi verificatisi negli ultimi anni ed, in particolare, in occasione di un'altra festa, organizzata da associazioni degli studenti di Treviso, a significare l'ostilità di questi neofascisti e neonazisti verso qualsiasi espressione libera e democratica di carattere antirazzista e pacifista;
i locali lamentano un clima di eccessiva tolleranza nei confronti di questi figuri, che rischia di legittimare e favorire tali inaccettabili episodi -:
se il Governo sia al corrente di questo episodio di violenza e di quelli simili che lo hanno preceduto negli ultimi tempi;
se il Governo non ritenga necessario interessarsi direttamente a questo episodio per fare luce sulle ragioni che lo hanno reso possibile;
di quali elementi disponga con riguardo alle possibili connessioni di questo episodio con gli altri fatti simili accaduti di recente, in modo da chiarire se si tratti di eventi isolati o di un disegno complessivo, facendo luce sull'identità di questa sorta di movimento neofascista/neonazista presente nel trevigiano.
(4-03790)