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Allegato B
Seduta n. 161 del 30/5/2007
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POLITICHE PER LA FAMIGLIA
Interrogazioni a risposta immediata:
CIOFFI, FABRIS, SATTA, DEL MESE, ROCCO PIGNATARO, GIUDITTA, ROSSI GASPARRINI, CAPOTOSTI, PICANO, LI CAUSI, D'ELPIDIO, AFFRONTI e ADENTI. - Al Ministro per le politiche per la famiglia. - Per sapere - premesso che:
l'associazione Chiara è un'organizzazione non lucrativa per utilità sociali (onlus) ed è iscritta nell'albo degli enti autorizzati, istituito con legge 31 dicembre 1998, n. 476;
tale associazione è stata autorizzata inizialmente dalla Commissione per le adozioni internazionali a svolgere procedure di adozione di minori provenienti dai seguenti Paesi:
a) dalla Federazione russa (delibera n. 83 dell'11 ottobre 2000);
b) dall'Ucraina (delibera n. 83 dell'11 ottobre 2000);
c) dalla Polonia (delibera n. 19 del 13 marzo 2002);
d) dalla Bielorussia (delibera n. 19 del 13 marzo 2002);
e) dalla Moldavia (delibera n. 114 del 29 ottobre 2002);
tale associazione, in ragione di varie problematiche, ha perduto nel tempo l'accreditamento della Federazione russa (attraverso la quale provenivano l'80 per cento dei minori), dell'Ucraina e della Bielorussia, mantenendo, di fatto, dal novembre 2005 in poi solo la possibilità di seguire le coppie in Polonia, Paese nel quale non possono ad oggi essere adottati più di 15/20 bambini anno per ogni associazione;
dal 2003 al 2006 hanno conferito man- dato all'associazione Chiara 560 coppie;
le coppie, prima di poter conferire mandato ad un'associazione, hanno dovuto superare non pochi ostacoli burocratici; ed infatti per alcuni la durata della procedura adottiva per l'ottenimento del decreto di idoneità ha superato i sette anni;
la Commissione per le adozioni internazionali, con delibera n. 182/2005/AE del 19 dicembre 2005, ha sospeso temporaneamente l'autorizzazione per la Federazione russa;
il 21 giugno 2006 la Commissione per le adozioni internazionali ha aperto un'ulteriore istruttoria nei confronti dell'associazione e, con provvedimento n. 10/2006/AE/SG7 del 20 dicembre 2006, ha revocato tutte le autorizzazioni concesse all'associazione Chiara per lo svolgimento delle attività previste dalla legge n. 184 del 1983, come modificata dalla legge n. 476 del 1998;
la Commissione per le adozioni internazionali, con tale provvedimento, si è data carico di sostenere le sole procedure delle dodici coppie che, alla data della revoca delle autorizzazioni, «risultino aver avuto l'abbinamento con uno o più minorenni stranieri o ricevuto l'invito da parte delle competenti autorità straniere a presentarsi per la proposta di abbinamento»;
le procedure di adozione in itinere, che riguardano le restanti 548 coppie, subiscono, quindi, un'irreversibile caducazione;
tali coppie dovrebbero conferire un incarico ad una nuova associazione, perdendo la priorità acquisita con la Chiara. Ad oggi mediamente i tempi di attesa sono superiori ai due anni;
molte coppie rischiano di veder scadere i documenti (che hanno una validità trimestrale) e di superare il limite di differenza di età, con il minore previsto dalla legge (che varia da Paese a Paese e comunque non supera mai il limite massimo di 45 anni di differenza con il coniuge più giovane);
le coppie, avendo già versato all'associazione delle somme consistenti (da 2.570,00 euro sino a 3.570,00 euro), non possono permettersi di sostenere nuovi costi conseguenti ad eventuale cambio di associazione;
la delibera della Commissione per le adozioni internazionali impedisce alle 548 coppie di veder concluso l'iter adottivo nei tempi garantiti loro dalla posizione acquisita con Chiara attraverso la consegna del mandato in data certa -:
quali iniziative si intendano adottare per cercare di risolvere il problema delle 548 coppie lese dalla delibera della Commissione per le adozioni internazionali, il cui futuro non risulta essere minimamente preso in considerazione da tale provvedimento, e in che modo si possa colmare
tale lacuna e garantire alle coppie medesime il raggiungimento in tempi congrui della conclusione dell'iter adottivo (per alcuni iniziato nel 2000).
(3-00909)
VOLONTÈ, CAPITANIO SANTOLINI, D'AGRÒ, RONCONI, DRAGO, FORMISANO, PERETTI, LUCCHESE, MEREU e COMPAGNON. - Al Ministro per le politiche per la famiglia. - Per sapere - premesso che:
secondo le stime più ottimistiche della relazione unificata del ministero dell'economia e delle finanze del 16 marzo 2007, le entrate aggiuntive a disposizione ammonterebbero a circa 10 miliardi;
in una lettera pubblicata da Il Corriere della Sera il 13 aprile 2007, il Presidente del Consiglio dei ministri Prodi, parlando del cosiddetto «tesoretto», aveva affermato che due terzi sarebbero andati «a favore di chi, lavoratore, pensionato o disoccupato, affronta con maggior difficoltà il cammino della propria esistenza» e perché «troppe sono le persone che non riescono ad arrivare alla fine del mese e troppe sono le famiglie che non riescono a costruire un futuro per i propri figli»;
chiudendo i lavori della conferenza nazionale sulla famiglia di Firenze, il Presidente Prodi ha confermato che «i due terzi del tesoretto verranno usati per alleviare la situazione delle persone più indigenti», riferendosi agli anziani e alle famiglie numerose, e che non avrebbe aspettato la prossima legge finanziaria, ma avrebbe cominciato subito ad aiutare le famiglie più indigenti e gli anziani;
l'appello lanciato da un milione e mezzo di partecipanti al Family day, svoltosi recentemente, in rappresentanza delle 22 milioni di famiglie italiane, ed il rapporto Istat 2006 confermano la situazione drammatica in cui versano le famiglie italiane, specie quelle con due o più figli;
il Ministro dell'economia e delle finanze ha, tuttavia, in contrasto con il Presidente del Consiglio dei ministri ed in più di una occasione, compresa la stessa conferenza sulla famiglia, ribadito la destinazione di 7,5 miliardi dell'extragettito alla riduzione del deficit -:
se ci saranno risorse destinate alle famiglie italiane, e in tal caso la loro esatta quantificazione, se cioè i due terzi, più volte richiamati dal Presidente Prodi, siano da calcolarsi sull'extragettito totale o su quello disponibile, ed in tal caso se ritenga che siano sufficienti 1,7 miliardi di giuro (2/3 di 2,5 miliardi) per alleviare la situazione delle famiglie più bisognose, come promesso dal Presidente Prodi, e a quali misure strutturali saranno destinate queste risorse.
(3-00910)