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Allegato B
Seduta n. 161 del 30/5/2007
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INTERNO
Interrogazione a risposta immediata:
MARONI, COTA, DOZZO, GIBELLI, ALESSANDRI, ALLASIA, BODEGA, BRICOLO, BRIGANDÌ, CAPARINI, DUSSIN, FAVA, FILIPPI, FUGATTI, GARAVAGLIA, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LUSSANA, MONTANI, PINI e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 24 maggio 2007 i giudici della prima corte d'assise di Milano hanno assolto «perché il fatto non sussiste» l'ex imam di Varese, Abdelmajid Zergout, e i suoi due collaboratori, Abdelillah El Kaflaoui e Mohammed Raouiane, accusati di associazione per delinquere finalizzata al terrorismo internazionale;
i tre cittadini marocchini erano accusati di associazione per delinquere finalizzata al terrorismo internazionale (articolo 270-bis del codice penale), perché sospettati di avere dato vita a una cellula italiana del Gruppo islamico marocchino combattente, l'organizzazione che nel 2003 firmò gli attentati di Casablanca, in cui morirono 45 persone;
nonostante gli indizi raccolti a loro carico dal pubblico ministero Elio Ramondini, l'assoluzione è giunta principalmente a seguito dell'annullamento da parte dei giudici di due rogatorie, in Marocco e in Francia, che avrebbero consentito l'acquisizione di testimonianze decisive secondo l'accusa, ma che, secondo i giudici, avrebbero richiesto tempi incompatibili con la prosecuzione della carcerazione preventiva;
benché l'assoluzione dei tre imputati, formulata, peraltro, sulla base di ragioni procedurali, non costituisca ostacolo all'espulsione in base alle previsioni del cosiddetto «decreto Pisanu» (legge n. 155 del 2005), che prevede l'espulsione dal territorio italiano, per ragioni di ordine e sicurezza pubblica, il Governo italiano ha sospeso tale procedura a seguito dell'intervento della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo;
la sospensione dell'espulsione appare una condotta irresponsabile da parte del Governo italiano, in quanto consente che tre pericolosi terroristi, alcuni dei quali già condannati per terrorismo in Marocco, possano rimanere in Italia, magari proseguendo l'opera di reclutamento, di raccolta di finanziamenti a favore di cellule terroristiche, di falsificazione di documenti;
appare paradossale che mentre dal Paese sale forte la domanda di maggiore sicurezza, come dimostrato dal recente responso elettorale, il Governo italiano receda di fronte ad un'assoluzione per motivi formali e ad un'intromissione della Corte di giustizia europea, che in nessun modo può prevalere sulle esigenze di sicurezza nazionale che l'Esecutivo italiano dovrebbe garantire -:
se sia intenzione del Governo dare seguito all'espulsione dei tre terroristi Abdelmajid Zergout, Abdelillah El Raflaoui e Mobammed Raouiane, in forza del cosiddetto «decreto Pisanu», evitando che possano porre in essere ulteriori attentati alla sicurezza nazionale e consentendo nello stesso tempo l'espiazione delle condanne pronunciate nei loro confronti dalle autorità marocchine.
(3-00918)
Interrogazione a risposta in Commissione:
FOTI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
dopo la pubblicazione della sentenza del Tribunale di Piacenza con la quale il Giudice unico dello stesso Tribunale ha ritenuto di non poter entrare nel merito dell'uso pubblico o meno della Via della Chiesa sita in provincia di Piacenza, segnatamente a Vicobarone di Ziano Piacentino, già oggetto di precedenti atti di sindacato ispettivo, la situazione di pericolo paventata a proposito della vecchia casa di proprietà privata prospiciente la detta strada, sembra essersi subitaneamente (e fortunatamente) risolta;
il Comune di Ziano Piacentino ed il Comando provinciale Vigili del Fuoco non sembrano ora ritenere necessarie opere provvisionali e/o definitive per la tutela della pubblica incolumità;
nessun organo giuridicamente ed istituzionalmente competente, in via diretta o di surroga, sembra più occuparsi dell'adempimento dell'ordinanza sindacale 7 agosto 2006;
non risulta all'interrogante che l'ordinanza anzidetta sia stata revocata, né eventualmente sulla base di quali esatti e specifici motivi -:
quali opere esatte siano state eseguite per la messa in sicurezza del fabbricato di cui trattasi e quali opere, separatamente, i soggetti deputati istituzionalmente a farlo (il Comune di Ziano Piacentino e il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Piacenza) abbiano accertato come eseguite, giudicandole e ritenendole sufficienti a scongiurare i gravi pericoli solo pochi mesi fa paventati;
se le opere eseguite siano state previamente autorizzate dalla competente Soprintendenza;
in ragione di quali motivazioni tecniche il Comune e il Comando VVFF nonché la Soprintendenza non abbiano più ritenuta necessaria l'esecuzione di ulteriori opere;
se risultino avviate indagini relativamente ai fatti in questione.
(5-01080)
Interrogazioni a risposta scritta:
CAMPA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la situazione in cui versa la Polizia di Stato a Venezia e lungo il suo litorale ha assunto aspetti allarmanti, e pone a grave rischio centinaia di migliaia di cittadini, oltre ad aggravare in maniera insopportabile le responsabilità istituzionali degli agenti. Il problema è causato dalla quasi totale mancanza di «volanti» e di strumenti di controllo, oltre ad una cronica carenza di personale;
è una situazione preoccupante per la sicurezza del vasto territorio, per di più interessato da milioni di presenze di turisti che fruiscono di uno dei nodi più importanti del Paese per il turismo balneare e per quello che si riversa nel centro storico di Venezia;
di fronte al gravissimo disagio a cui devono far fronte i dirigenti e gli agenti della Polizia di Stato, si è unita la viva preoccupazione dei cittadini ampiamente documentata dai quotidiani. Dal 22 marzo ad oggi, il sottoscritto interrogante ha già presentato tre interrogazioni e ha inviato una lettera per informare il Ministero dell'interno della situazione, ma finora non ha avuto alcun cenno di risposta: dal momento che il ministro interrogato non intende dar seguito agli atti di un rappresentante del Parlamento, è augurabile che almeno senta il dovere di soddisfare le legittime esigenze dei cittadini;
l'unica reazione da parte del Ministero dell'interno ha assunto il significato di una beffa: sono state inviate una decina di vecchie Fiat Marea: sei di esse, consegnate con già all'attivo 200 mila chilometri, sono subito andate in avaria. Per un'intera notte, l'area non è stata pattugliata! se l'episodio si dovesse ripetere, ciò significherebbe lasciare senza controllo località come il Lido di Venezia, Mestre, Chioggia e Portogruaro, Jesolo e Cavallino-Tre Porti;
al problema delle «Volanti» si aggiunge quello dell'impossibilità di un controllo efficace il sabato sera, perché gli etilometri in uso non possono né essere revisionati, né riparati per mancanza di fondi;
questo accade dopo che il Governo ha varato il «Piano nazionale alcool e salute» e dopo l'impegno del Ministero interrogato di quintuplicare i controlli su strada. Vista la situazione in cui è costretta ad operare la Polizia di Stato nel Veneziano, i piani di potenziamento suonano come una provocazione verso le esigenze degli agenti e ai diritti dei cittadini -:
se intenda finalmente dotare la Polizia di Stato del veneziano delle «volanti» e dei mezzi per il controllo del territorio di Venezia e del suo hinterland, in modo da garantire la sicurezza ai cittadini e di intervenire con efficacia per impedire la drammatica «strage del sabato sera».
(4-03808)
CAPARINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il comune di Botticino in provincia di Brescia edita un notiziario comunale che raccoglie le idee e gli scritti di tutti i gruppi del consiglio comunale;
il 2 aprile 2007 nella riunione di redazione del periodico il gruppo della Lega Nord destinava una parte del suo spazio sul «notiziario comunale» al diritto di replica di un cittadino riguardo alle
dichiarazioni fatte da un assessore in merito alla gestione della mensa nella scuola primaria Tito Speri, in tale riunione il sindaco Mario Benetti ha verbalizzato la sua intenzione di censurare l'articolo;
il 4 aprile la prefettura di Brescia ha convocato il sindaco Mario Benetti e il rappresentante della Lega Nord Roberto Tognazzi per comporre il contrasto ma il 6 aprile con nota scritta il sindaco censurava l'articolo;
il gruppo consiliare della Lega Nord ha così deciso di presentare un nuovo testo con un omissis in luogo della lettera al cittadino riportando in calce la nota di diniego del sindaco e una spiegazione dell'accaduto;
il sindaco ha censurato anche questo testo, un grave atto di coercizione che ad avviso dell'interrogante lede i diritti costituzionali delle minoranze -:
se il Ministro, in particolare tramite la prefettura, intenda avviare ogni iniziativa utile in relazione ai fatti descritti in premessa, in particolare ai fini di consentire l'esercizio dei diritti di espressione e di confronto democratico.
(4-03809)