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Allegato B
Seduta n. 164 del 5/6/2007
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PUBBLICA ISTRUZIONE
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere - premesso che:
la situazione delle istituzioni scolastiche della provincia di Pordenone presenta deficit in termini sia di risorse che di organici, in particolare, si evidenziano le seguenti criticità;
in termini di risorse economiche: le criticità sono invece le seguenti:
a) assegnazione per l'anno 2007 di risorse pari a 6.597.290,05 euro (il 40 per cento delle quali versata a tutt'oggi alle scuole), a fronte di una assegnazione per l'anno 2006 di 11.403.230,03 euro (a seguito degli stanziamenti insufficienti molte scuole hanno deciso di non procedere alla sostituzione del personale assente, provvedendo per la sorveglianza degli alunni al ricorso di personale collaboratore scolastico, facendo uscire anticipatamente gli studenti, ripartendo gli alunni fra le varie classi, utilizzando gli insegnanti di sostegno);
b) mancata erogazione di 585.511 euro per l'anno solare 2006 per il pagamento del personale docente impegnato negli, esami, di maturità; per il periodo gennaio-agosto 2007 la previsione è di circa 1.000.000 euro;
c) mancata assegnazione dei fondi per finanziamenti necessari e già monitorati dal Ministero (in particolare non sono stati assegnati i fondi per l'attività sportiva per l'anno scolastico 2005-2006 e non esiste alcuna previsione di spesa per l'anno scolastico in corso);
d) situazione analoga per le ore eccedenti e per le ore di approfondimento negli istituti professionali;
e) carenza di risorse per l'assegnazione riferita ad alcuni istituti contrattuali;
per l'anno 2005-2006 è stato assegnato il 56 per cento degli importi spettanti le funzioni, strumentali al POF, per gli incarichi specifici del personale ATA e per le indennità di amministrazione e direzione;
f) conseguente debito nei confronti della regione, ammontante al 31 dicembre 2006 a 11.105.389,30 euro;
in termini di organici, le criticità sono invece le seguenti:
a) nella scuola primaria, assegnazione di un organico di 1.197 unità, a fronte di una richiesta dei dirigenti scolastici di 1.232 (corrispondente a quanto attribuito alla provincia dal SIMPI), in conseguenza si é avuta la mancata autorizzazione di n. 8 classi, delle quali cinque a tempo pieno;
b) nella scuola media, a fronte di un incremento di 191 alunni, non sono state autorizzate n. 8 classi (per effetto della non autorizzazione di n. 3 classi a tempo prolungato, spostamenti di alunni da scuole a tempo normale a tempo prolungato e viceversa a prescindere dalle scelte operate dalle famiglie, presenza di classi numerose anche in presenza di alunni disabili; superamento dei parametri di sicurezza stabiliti dall'azienda sanitaria);
c) nella scuola superiore, diminuzione dell'organico di 10 unità, nonostante l'aumento di n. 6 classi;
d) per le attività di sostegno, diminuzione dell'organico in presenza di un aumento del numero di alunni disabili (in particolare, a fronte di una assegnazione per l'anno scolastico 2006-2007 di 302 posti di sostegno, per l'anno prossimo è previsto un organico complessivo di 233 unità);
e) per il personale ATA, riduzione dell'organico a fronte dell'aumento dei numero degli alunni (in particolare, vengono previste: la riduzione degli assistenti amministrativi negli istituti sotto i 600 alunni, la riduzione dei collaboratori scolastici nelle scuole con più di 1000 alunni, la riduzione del numero degli assistenti tecnici) -:
se il Ministero intenda far fronte alle criticità succitate, e in particolare con quali tempi e con quali interventi specifici.
(2-00580)
«Pegolo, Migliore».
Interrogazioni a risposta immediata:
BELLILLO - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che.
è oramai improcrastinabile la rivalutazione della parola «rispetto», parola svilita e svuotata di significato, per utilizzarla come validissimo antidoto al primato della violenza psicologica e fisica che sembra essere rimasta la sola capace di regolare le relazioni interpersonali;
il rispetto rappresenta il limite alle libertà individuali, elemento essenziale per la convivenza civile. Una società dove non si promuove, né si pratica l'educazione al rispetto è una società con deficit di democrazia. Infatti, una società laica e democratica ha bisogno di regole condivise per salvaguardare non solo la minoranza nelle proprie manifestazioni di dissenso, ma anche la libertà del singolo rispetto al proprio gruppo di appartenenza;
è necessario partire dalla scuola e dai suoi programmi offrendo ai ragazzi italiani varie iniziative di confronto per raccogliere le loro testimonianze dirette sulla sessualità, sulle varie forme di violenza e su come convivono con il peso di tanti pregiudizi oramai arcaici, e discutere con loro sull'esigenza di riproporre nuovi modelli di convivenza civile basati sul rispetto delle differenze e dei valori della laicità e della democrazia;
in quest'ottica anche gli operatori scolastici sono chiamati ad interpretare e capire la qualità del rapporto tra ragazze e ragazzi, il rapporto di essi con la violenza, come avvengono i processi di esclusione o di involuzione su se stessi dei
giovani a detrimento della loro crescita personale, dei loro progetti di vita e di lavoro e del loro «vivere insieme»;
la scuola pubblica, pluralista e laica forma i cittadini di domani, favorendo l'evoluzione delle loro mentalità. Dunque, la sensibilizzazione e l'educazione al rispetto dei più giovani possono garantire il superamento di tradizioni arcaiche, maschiliste e sessiste -:
come il Governo intenda coinvolgere la scuola, perno del sistema formativo, nel progetto di liberare la parola «rispetto», ridandole il valore di strumento educativo e pedagogico che incoraggi la riflessione, la presa di coscienza e l'azione civica delle nuove e future generazioni.
(3-00947)
DE SIMONE - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
la cosiddetta «legge Moratti» ha abrogato l'articolo 130 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, «Testo unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione», che disciplinava i «progetti formativi di tempo lungo» -:
se sia intenzione del Governo adottare iniziative per ripristinare il citato articolo, rendendo il tempo prolungato un modulo organizzativo ordinario.
(3-00948)