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Allegato B
Seduta n. 164 del 5/6/2007
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INFRASTRUTTURE
Interrogazioni a risposta immediata:
DRAGO, ROMANO, D'ALIA, LUCCHESE, RUVOLO e VOLONTÈ. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
in applicazione del comma 1018 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007, il ministero delle infrastrutture ha sottoposto alla Regione siciliana, l'8 maggio 2007, il piano quinquennale 2007-2011 predisposto dall'Anas, al fine di riceverne la necessaria condivisione;
gli interventi previsti dal piano Anas fanno riferimento al trasferimento dei «fondi ordinari» stanziati dallo Stato per l'Anas con legge finanziaria;
il medesimo piano prevede per la Sicilia opere stradali pari a circa 2,6 miliardi di euro;
in sede di ripartizione delle risorse il ministero delle infrastrutture ha assegnato alla Sicilia la somma di 342,29 milioni di euro, pari a circa l'8,56 per cento del totale delle risorse previste;
tale assegnazione risulta inferiore, senza alcuna giustificazione, alla quota assegnata alla Sicilia dal precedente piano decennale Anas, pari a circa il 12,5 per cento, nonché a tutti i relativi piani di attuazione, sino all'ultimo del 2005, nel quale la quota assegnata era circa il 14 per cento;
tale posizione risulta incoerente sia con le precedenti programmazioni Anas, sia con la dimostrata necessità di interventi ordinari volti a ridurre lo squilibrio di dotazione infrastrutturale, ampiamente dimostrata negli stessi documenti di programmazione nazionale e dei quadri strategici presentati a Bruxelles nell'ambito delle analisi del quadro strategico nazionale;
il piano consta, altresì, di un altro capitolo che ha per oggetto gli interventi di competenza Anas inseriti tra le opere strategiche della cosiddetta «legge obiettivo» e che trovano copertura finanziaria esclusivamente attraverso le risorse del fondo per le aree sottosviluppate, già assegnate alla Regione siciliana, nonché con le risorse, sempre assegnate alla Regione siciliana, ma trattenute dall'amministrazione centrale per attivare il quadro strategico nazionale/programma operativo nazionale «reti e mobilità» 2007-2013;
manca nel programma di investimenti qualsiasi indicazione di risorse aggiuntive di competenza statale, violando, in tal modo, il principio cardine dell'«addizionalità» previsto dai regolamenti comunitari;
il programma di opere strategiche verrebbe, pertanto, realizzato con i soli fondi già assegnati dalla regione (risorse del fondo per le aree sottosviluppate e
risorse comunitarie), riducendo, di fatto, la dotazione finanziaria complessiva necessaria ad ottimizzare il recupero del gap infrastrutturale della Sicilia -:
quali provvedimenti intenda adottare affinché venga rispettato il principio della addizionalità delle risorse, a partire dalla quota di risorse precedentemente assegnata alla Sicilia sui piani Anas, per poter soddisfare le legittime aspettative del territorio siciliano rispetto al tema della dotazione infrastrutturale viaria e della sua riqualificazione, anche ai fini della tutela della sicurezza stradale.
(3-00936)
BARANI. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
sul sito del Ministro interrogato si legge: «Ho trovato al ministero delle infrastrutture molte risorse, si parla di almeno due miliardi di euro, inutilizzate perché bloccate da ricorsi e controricorsi o questioni procedurali. Da un po' di tempo, in Italia, sembra che chiunque voglia fare impresa o chiunque voglia fare politica, la prima cosa che fa è andare dal giudice. Il nostro Paese è diventato un contenzioso unico. Ebbene, in questi mesi ho sbloccato questi fondi e sono orgoglioso di dire che da qualche settimana ho cominciato, città per città, regione per regione, l'allocazione di questi denari (...) Credo che questo sia stato un intervento concreto i famosi »contratti di quartiere 2«. Se ne parla da tanti anni ma finalmente, entro Pasqua, tutti i soldi verranno distribuiti»;
leggendo, invece, le osservazioni fatte da enti pubblici, esperti di settore e studi specializzati come «housing sociale», si rilevano forti dubbi sulla concretezza attuativa del decreto dell'8 marzo 2006 detto «completamento dei contratti di quartiere 2»;
ad oggi, tre sono le iniziative legislative legate all'attuazione dei «contratti di quartiere»:
a) «i contratti di quartiere 1», finanziati con la legge 23 dicembre 1996, n. 662, e successivamente integrati con legge 27 dicembre 1997, n. 449, e legge 23 dicembre 1998, n. 448, promossi con decreto del 22 ottobre 1997 e allegato bando di gara, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 30 gennaio 1998 (fondi stanziati: circa 600 miliardi delle vecchie lire);
b) i «contratti di quartiere 2», finanziati con legge 8 febbraio 2001, n. 21, (fondi stanziati: circa 1.000 milioni di euro); prevedendo il cofinanziamento Stato-regioni sono stati promossi con decreti e bandi regionali;
c) il «completamento dei contratti di quartiere 2», finanziato dal ministero delle infrastrutture con decreto dell'8 marzo 2006, attualmente bloccato dal tribunale amministrativo regionale per rilievi eccepiti dalle regioni sulla mancata attivazione, da parte del ministero, di un'azione congiunta Stato-regioni circa i contenuti e gli obiettivi del bando (fondi stanziati: circa 311,5 milioni di euro);
nato con l'idea di una terza edizione dei contratti di quartiere, questo ultimo nuovo programma, varato di recente dal ministero delle infrastrutture, ha creato grandi aspettative, concretizzate con la presentazione di diverse centinaia di domande;
rischia, tuttavia, di non avere alcun esito operativo, avendo aperto un pesante contenzioso con le regioni, di fatto escluse dalla definizione dei contenuti e dalle procedure del nuovo bando, la cui questione verrà affrontata a partire dal 17 aprile 2007;
il nuovo provvedimento, pur definendosi un «completamento dei contratti di quartiere 2», dizione che avrebbe dovuto tutelare il ministero dalla necessità di un ulteriore confronto in sede di conferenza Stato-regioni, ha tuttavia introdotto delle sostanziali modifiche rispetto al precedente programma, rendendolo totalmente differente dai precedenti bandi e dalla filosofia stessa che aveva caratterizzato la natura del contratto:
a) cade il finanziamento di edilizia residenziale: le nuove risorse finanziano, infatti, solo opere di urbanizzazione;
b) non è previsto alcun cofinanziamento delle regioni, che pertanto sono escluse da qualsiasi competenza operativa;
c) si finanziano proposte per un importo massimo di 8 milioni di euro;
d) sono ammessi solo obiettivi sperimentali legati al risparmio energetico e al contenimento dei costi di gestione;
e) scompare, in definitiva, la dimensione di «quartiere», essendo il finanziamento assegnato con un criterio legato alla singola opera, piuttosto che ad un processo concreto di riqualificazione di parti significative di città esistente;
le innovazioni apportate non possono nascondere un peggioramento complessivo delle procedure attuative, che ha caratterizzato questa seconda stagione dei contratti. La nuova impostazione ha fatto registrare, già dalle prime battute, una maggiore difficoltà operativa, che preoccupa notevolmente i comuni e gli operatori pubblici e privati, poiché ha allungato notevolmente i tempi di definizione. Non sono, infatti, secondarie le situazioni di sofferenza per aree di privati bloccate per troppo tempo, procedure di trasferimento di alloggi pubblici non attivabili, iniziative sociali e occupazionali senza prospettiva per l'impossibilità di prevedere tempi certi;
dall'esame dei primi atti avviati si sono, inoltre, moltiplicati i livelli di concertazione necessari alla definizione delle proposte, mentre le modalità di gestione dei programmi diventano sempre più farraginose; se ne citano alcune:
a) la valutazione delle proposte deve essere fatta da una commissione mista specifica costituita per ogni regione, con aggravio dei tempi;
b) è necessario uno specifico accordo di programma quadro tra ogni singola regione e il ministero, essendo i singoli programmi diversi tra regione e regione. Ogni accordo deve essere sottoscritto e registrato dalla Corte dei conti. Nel «contratti di quartiere 1» tale fase non era prevista, essendo il finanziamento direttamente trasferito dal ministero ai comuni, secondo una procedura unica per tutte le regioni;
c) il finanziamento viene suddiviso tra parte ordinaria, che viene trasferita alle regioni, e da questa, con successivo atto o convenzione, ai comuni e agli operatori, e quota sperimentale, che rimane nella disponibilità del ministero, e che verrà trasferita, con ulteriore convenzione, direttamente ai comuni, e da questi, con ulteriore atto, agli eventuali operatori. Un inutile appesantimento della procedura che rischia di incepparsi, mettendo in serio pericolo i cantieri;
tempi di attuazione così lunghi riducono largamente l'efficacia dei programmi, il valore stesso dell'intervento pubblico e sono scarsamente attrattivi per quei soggetti privati che dovrebbero garantire le necessarie risorse aggiuntive;
il Ministro interrogato ha, inoltre, affermato: «Il tavolo di concertazione istituito dalla legge 9/2007 partirà il 17 aprile: da lì, insieme alle regioni, mi aspetto le indicazioni delle priorità, poi dovremo trovare nuovi fondi a partire dall'assestamento di bilancio di giugno. Puntiamo a nuovi progetti per un miliardo di euro di investimenti totali» -:
quali iniziative intenda proporre il Ministro interrogato al tavolo di concertazione per risolvere i prevedibili tempi lunghi degli iter procedurali e la gestione incerta delle risorse, coerentemente con quanto da affermato dal Ministro interrogato a proposito di «risorse spesso bloccate da ricorsi e contro ricorsi o questioni procedurali», in particolare ricordando che nei «contratti di quartiere 1» la gestione dei finanziamenti ordinari e sperimentali veniva affidata direttamente al ministero, che con unico provvedimento provvedeva al trasferimento dei fondi al comune secondo stati d'avanzamento.
(3-00937)
LOVELLI, SERENI, BRESSA, GIACHETTI, QUARTIANI, BARBI, MARIANI, CALGARO, CHIANALE, LUCÀ, MARCENARO, MARINO, GIORGIO MERLO, FIORIO, GIULIETTI, LEDDI MAIOLA, RAMPI, BENVENUTO, PINOTTI, TANONI, ANDREA ORLANDO e ZUNINO. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
il Parlamento europeo ha approvato i criteri e le regole per l'assegnazione dei finanziamenti comunitari, pari a 8.013 miliardi di euro fino al 2013, per la realizzazione delle reti di trasporto ferroviario transeuropee;
i Governi nazionali hanno 60 giorni di tempo dalla pubblicazione dei bandi per presentare progetti e relative domande di finanziamento;
tra i criteri prioritari di accettazione, figurano le tratte transfrontaliere, le grosse strozzature di traffico e i progetti più maturi politicamente, tecnicamente e finanziariamente e i corridoi europei che interessano l'Italia sono il corridoio 5 «Lisbona-Kiev», il 24 «Genova-Rotterdam» e il corridoio 1 «Berlino-Palermo»;
il Cipe ha approvato, fra gli altri, il progetto definitivo della linea alta capacità Genova-Milano «terzo valico dei Giovi», rientrante nel corridoio 24 «Genova-Rotterdam», nella seduta del 29 marzo 2006, con deliberazione pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 25 agosto 2006, e, con decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito dalla legge 2 aprile 2007, n. 40, è stata revocata la concessione al general contractor, individuato in precedenza per tale linea, e, pertanto occorre provvedere con nuova gara pubblica, conforme alle normative europee;
con una dichiarazione congiunta degli assessori ai trasporti, le regioni Piemonte e Liguria hanno recentemente sottolineato l'urgenza di una decisione in merito ai progetti da presentare all'attenzione dell'Unione europea, richiamando la progettualità già approvata e sottolineando la valenza fondamentale, all'interno dello sviluppo dei corridoi europei, del terzo valico ferroviario, per il collegamento fra il Nord e il Sud dell'Europa, e, in tale contesto, hanno intrapreso iniziative insieme agli enti locali interessati per la realizzazione di una grande area logistica nel Piemonte Sud collegata ai porti liguri, per la quale è stata costituita una società partecipata dagli enti liguri e piemontesi (Slala);
nel contesto dell'approvazione del progetto definitivo dell'opera, furono sottoscritti accordi procedimentali tra Rete ferroviaria italiana, regioni ed enti locali, da rendere attuativi dopo l'approvazione del Cipe, concernenti le opere di permeabilità della linea storica Genova-Torino e lo sviluppo dell'area logistica della Valle Scrivia e dell'alessandrino -:
in vista delle scadenze dei bandi comunitari, quali siano gli orientamenti ministeriali circa l'individuazione delle opere prioritarie per le quali accedere al finanziamento dell'Unione europea, con particolare riguardo al riavvio delle procedure di progettazione e aggiudicazione dell'opera del «terzo valico ferroviario dei Giovi», alla luce delle disposizioni di cui al decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito dalla legge 2 aprile 2007, n. 40.
(3-00938)
Interrogazione a risposta scritta:
PIRO. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
la Strada statale 120 attraversa, a partire dal versante tirrenico per arrivare a quello ionico, molti comuni siciliani, alcuni dei quali situati nell'entroterra e in zone di montagna;
la strada in questione attraversa anche i quattro più importanti parchi naturalistici
della Sicilia (Alcantara, Etna, Nebrodi e Madonie), che esercitano una forte attrazione turistica e pertanto essa costituisce un percorso storico-naturalistico e paesaggistico di grande interesse per l'intera area isolana;
le condizioni in cui attualmente versa il percorso viario sono alquanto precarie dal punto di vista della fruibilità e della sicurezza stradale con alcuni tratti danneggiati da frane e smottamenti, soprattutto nelle zone di montagna (e precisamente nei tratti che collegano i Comuni di Cesarò con Troina e quest'ultimo con Nicosia);
la Strada Statale 120 è quotidianamente interessata da notevoli flussi di traffico e nei mesi invernali, per le cattive condizioni climatiche e per le frequenti precipitazioni nevose, e percorribile con grosse difficoltà nei tratti di montagna;
permanendo queste condizioni disastrate, le popolazioni dei Comuni attraversati dalla strada in oggetto non possono fruire agevolmente e tempestivamente dei servizi essenziali (Ospedale di zona, Vigili del fuoco, Tribunale, Agenzia delle entrate...) poiché per percorrere il tratto di strada in questione occorre circa un'ora di tempo -:
se non ritenga opportuno intervenire affinché l'ANAS programmi tempestivamente interventi di manutenzione straordinaria per sistemare i tratti più vetusti e in pessime condizioni, soprattutto nella parte di strada che collega i Comuni di Cesarò con Troina e quest'ultimo con Nicosia;
quali iniziative intenda assumere affinché la Strada statale 120 possa essere inserita tra gli interventi prioritari della rete infrastrutturale siciliana, al fine di modernizzare l'oramai vetusto percorso viario e collegarlo con le principali arterie stradali della Sicilia.
(4-03863)