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Allegato B
Seduta n. 164 del 5/6/2007
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GIUSTIZIA
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che
nella notte tra il 28 e il 29 maggio 2007, secondo quanto si è appreso dalle agenzie di stampa, un cittadino polacco di 26 anni, detenuto nel carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso, si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella;
il suicida, il quale lavorava in Italia da cinque anni come imbianchino ed era padre di una bambina di sette anni (residente in Polonia), attendeva, da circa 13 mesi, di essere sottoposto a giudizio per rispondere di duplice omicidio;
l'uomo pare non avesse mostrato durante il trattamento penitenziario dei particolari segni di squilibrio mentale;
sembra, quindi, che il gesto del cittadino polacco - il quale, peraltro, si professava innocente - sia da mettere in relazione con lo stato di prostrazione psicologica derivato dalla detenzione, che ormai si protraeva da oltre un anno;
questo nuovo triste episodio riporta in primo piano la questione degli atti di autolesionismo che avvengono in carcere, dovendosi segnalare come - dall'inizio dell'anno - nel solo carcere romano di Rebibbia si sono già verificati tre suicidi: quello di una detenuta tossicodipendente di 33 anni, in carcere da circa tre mesi per reati minori (11 aprile 2007); quello di un detenuto romeno di 31 anni, Giorgiu D., che si è tolto la vita tagliandosi la carotide con un lametta (29 aprile 2007); e, infine, quello già citato del cittadino polacco di 26 anni;
nello stesso carcere romano, nel corso degli ultimi mesi del 2006, si erano registrati altri suicidi: si ricorda il caso di Giampiero Mariossi, di 56 anni, impiccatosi con una cinta di accappatoio nell'infermeria della prigione (29 novembre). E ancora: ad ottobre 2006, è stato trovato morto, apparentemente suicida, Mauro Bronchi di 39 anni; mentre nel mese di settembre 2006 il detenuto Ciro Vollaro, si era impiccato in una cella del medesimo Istituto;
tali episodi impongono una seria riflessione sulla condizione dei detenuti all'interno degli istituti di pena italiani;
è necessario rammentare, infatti, che - ai sensi dell'articolo 27, 3o comma della Costituzione - «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato»;
questa esigenza di umanizzazione del carcere si traduce nel bisogno di salvaguardare la dignità della persona detenuta durante tutto il periodo di permanenza in carcere, il che impone non solo di assicurare un adeguato standard di vita nei luoghi di reclusione, ma anche di provvedere, attraverso il personale specializzato, ad una appropriata personalizzazione del trattamento;
a riprova dell'importanza e dell'attualità di questa tematica, basti pensare che in data odierna (4 giugno 2007), un giovane detenuto tunisino si é impiccato nella sua cella nella casa circondariale Don Bosco di Pisa (ANSA, ore 18:20, 4 giugno 2007). Una morte per suicidio che segue di soli due giorni quella verificatasi nel carcere dell'Aquila il 2 giugno -:
quali iniziative intenda intraprendere per tutelare la vita umana all'interno delle carceri italiane;
se conseguentemente, ritenga necessario assumere iniziative normative volte a modificare il regolamento sull'ordinamento penitenziario al fine di assicurare, attraverso una maggiore personalizzazione del trattamento, una «detenzione giusta», rispettosa del diritto alla vita e degli altri diritti fondamentali degli individui, se del caso, istituendo in ogni carcere degli appositi presidi specializzati per prevenire il rischio-suicidi e le altre emergenze legate ai disagi psicologici.
(2-00575)
«Balducci, Bonelli».
Interrogazioni a risposta immediata:
PEDRINI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
una bimba di dieci anni, orfana bielorussa, da tre anni ospitata nei mesi estivi da una coppia di Cogoleto (Genova), che da tempo aveva chiesto la sua adozione, ha
trovato il coraggio di raccontare alla madre di aver subito violenze e angherie da parte di coetanei e di ragazzi più grandi, che vivevano nello stesso ambiente;
in data 16 agosto 2006 il tribunale dei minori di Genova aveva affidato questa bambina al comune di Cogoleto (Genova) a seguito dell'accertamento delle violenze subite in Bielorussia;
in data 7 settembre 2006 lo stesso tribunale emetteva improvvisamente un nuovo provvedimento di revoca del precedente e in contraddizione con lo stesso, che prevedeva il rientro immediato in Bielorussia della minore;
tale provvedimento di revoca prevedeva che il rientro dovesse avvenire il giorno successivo, ovvero l'8 settembre 2006, così come peraltro, per quanto risulta all'interrogante, il console bielorusso aveva affermato già da due settimane;
mentre la bambina doveva essere rimpatriata in data 8 settembre 2006, il provvedimento di revoca era stato notificato alla famiglia affidataria solo in data 11 settembre 2006;
risulta all'interrogante che il 5 settembre 2006 il presidente dei tribunale dei minori di Genova aveva inviato un fax al ministero della giustizia, in cui si sottolineava come le relazioni mediche sulla minore impedivano al momento il rientro in Bielorussia della stessa;
sarebbe stato più che mai opportuno che la vicenda fosse stata chiarita, se non altro perché si trattava di una minore di anni 10, che, secondo chiare e convergenti perizie psicologiche, oltre che dai suoi racconti, pare sia stata oggetto di abusi e violenze;
invece la bambina rimpatriata, sembra contro la sua volontà e senza che ci sia stata una richiesta da parte della sua famiglia di origine, è stata semplicemente affidata ad un istituto diverso da quello dove si sarebbero verificati gli abusi;
ogni intervento da parte delle autorità bielorusse sembra si sia basato sull'osservanza formale delle procedure e delle competenze, ma purtroppo non è stato rispettato il principio del superiore interesse del minore sancito da norme nazionali e convenzioni internazionali -:
se esista un accordo bilaterale di cooperazione internazionale con la Bielorussia che preveda un'ipotesi come quella esposta in premessa, in base al quale sia possibile richiedere una verifica sulle attuali condizioni psicologiche e fisiche della bambina, nonché assumere iniziative per riportarla in Italia, essendo stati violati, ad avviso dell'interrogante, i suoi diritti.
(3-00941)
ANGELO PIAZZA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da numerose fonti stampa e radiotelevisive è emerso che nella giornata di domenica 3 giugno 2007, in una manifestazione davanti al carcere dell'Aquila, un gruppo di alcune centinaia di persone, protestando contro il regime carcerario dell'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario, ha urlato frasi offensive della memoria di Marco Biagi e Massimo D'Antona, vittime delle Brigate rosse, nonché slogan offensivi per le vittime delle stragi di Nassiriya, per l'ispettore capo Raciti e delle forze dell'ordine, nonché a favore di detenuti condannati per gravissimi reati di terrorismo;
la manifestazione era stata preparata, sempre secondo fonti giornalistiche, da un'organizzazione operante via internet;
tali fatti appaiono integrare gravi fattispecie di reato, quali apologia di reato e vilipendio -:
se risultino avviate indagini in ordine ai fatti segnalati in premessa.
(3-00942)
Interrogazione a risposta scritta:
ALESSANDRI e LUSSANA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nell'interpellanza urgente n. 2-00527 si dava conto delle anomalie emerse in relazione all'inchiesta sulla Cooperativa
Edilizia A.C.L.I., DOMUS scrl, dichiarata in stato di insolvenza e si chiedeva un'ispezione ministeriale, presso la Procura di Reggio Emilia, finalizzata alla eventuale promozione dell'azione disciplinare;
giovedì 17 maggio 2007 il sottosegretario alla Giustizia, Daniela Melchiorre, rispondeva in Aula - in modo, secondo gli interroganti, sbrigativo - «che sui fatti menzionati dagli onorevoli interpellanti proprio di recente, nelle settimane scorse, è pervenuto al Ministero della giustizia un esposto delle parti offese nel procedimento penale in corso presso la Procura della Repubblica di Reggio Emilia. A seguito di tale esposto, considerata la rilevanza dei fatti, la direzione generale magistrati del Ministero della giustizia è stata incaricata di svolgere accertamenti preliminari diretti ad acquisire, per il tramite della Procura Generale di Bologna, tutte le notizie necessarie al fine di verificare la fondatezza delle doglianze avanzate. Tali accertamenti sono tuttora in corso di svolgimento; una volta completati, il Ministro esaminati gli atti, potrà eventualmente disporre ulteriori approfondimenti sulla vicenda processuale, anche per il tramite dell'Ispettorato generale a mezzo d'inchiesta e, comunque, valuterà la ricorrenza dei poteri di sua spettanza»;
la risposta del sottosegretario, di contenuto interlocutorio, e che già non poteva considerarsi soddisfacente, necessita di un'urgente integrazione anche alla luce di quanto viene di seguito esposto;
in primo luogo l'esposto a cui faceva riferimento il Sottosegretario di Stato è una missiva datata 16 maggio 2007 inviata al Ministro della giustizia Clemente Mastella, con la quale il Comitato di ventiquattro creditori sollecitava l'ispezione richiesta dagli onorevoli interpellanti; con la predetta istanza, si sottolineava l'opportunità della invocata ispezione anche al fine di espletare indagini (fino a quel momento omesse) mirate a far luce sul crack ACLI DOMUS;
in considerazione di tali omissioni, nel frattempo, l'avvocato Lalla Gherpelli aveva richiesto, per la seconda volta, con istanza del 14 maggio 2007, indirizzata alla Procura Generale presso la Corte d'appello e alla Procura Generale presso la Corte di cassazione, l'avocazione delle indagini in corso; nonostante le numerose richieste d'indagine su specifici aspetti della vicenda presentate in tal senso, tra il 26 novembre 2006 ed il 6 marzo 2007, da alcune parti offese e dal difensore di queste infatti nessuna indagine risultava essere stata espletata;
l'istanza in questione era però rigettata - così come la precedente - con atto datato 14 maggio - stesso giorno di presentazione dell'istanza - e pervenuto via fax, su richiesta dell'avvocato Gherpelli, presso lo studio di questi giorno 4 giugno;
il 17 luglio prossimo è fissata, davanti al Giudice dell'Udienza Preliminare del tribunale di Reggio Emilia udienza preliminare: se prima di quella data non saranno compiute le indagini richieste (ed ora negate anche dalla procura Generale) le parti offese non avranno né giustizia né risarcimenti;
in un'intervista rilasciata il 19 maggio 2007 al giornalista de L'informazione, il consigliere reggiano della Margherita, Marco Fornaciari, ha dichiarato: «Critico fortemente la fase iniziale di questo tracollo: gli organi di controllo preposti non hanno vigilato, dalle Acli all'allora Cassa di Risparmio che non ha provveduto ad esigere ingenti somme quando già si profilava all'orizzonte un crac di notevoli proporzioni. Ad alcuni ha lasciato l'amaro in bocca la nomina di un liquidatore schierato politicamente: Leoni era un democristiano»; il Commissario liquidatore, dottor Luigi Leoni, avrebbe, tra l'altro, rivestito anche la carica di Presidente del Collegio Sindacale della Bipop-Carire (già Cassa di Risparmio) dal 2 agosto 1999 al 16 maggio 2002;
il presidente provinciale d'Alleanza Nazionale ha recentemente dichiarato alla stampa reggiana: «...L'immobilismo del Governo e della Margherita reggiana sulla questione Acli Domus è imbarazzante e
sospetto; A Roma, Reggio è ben rappresentata (...), eppure nulla si muove. A livello locale l'attenzione degli ormai ex decreto-legge è attirata quasi esclusivamente dalla Fondazione Manodori: sarebbe più opportuno che si pensasse, invece, a tutte le famiglie che sulla vicenda Acli Domus hanno subito pesantissimi danni» -:
quanto premesso, oltre a quanto indicato nella precedente interpellanza comporta, secondo gli interroganti, l'esigenza che il Ministro intervenga rapidamente e con determinazione in relazione alla vicenda, anche tenuto conto dell'esasperazione di chi ha perduto tutti i propri risparmi;
quale sia lo stato degli accertamenti cui ha fatto riferimento il sottosegretario Daniela Melchiorre nel precedente atto di sindacato ispettivo;
se non intenda accelerare i tempi per l'avvio delle necessarie iniziative ispettive ai fini della promozione dell'azione disciplinare.
(4-03864)