Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 164 del 5/6/2007
...
INTERNO
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
si fa riferimento alla realizzazione a Bologna di un complesso religioso, a cura della comunità islamica, costituito da sale polifunzionali, spazi per la preghiera di uomini e donne, spazi ricreativi, scuola, spazi per ospiti, spazi accessori e di servizio (hall, magazzini, disimpegni, uffici, eccetera), per una superficie utile netta complessiva pari a 6.000 mq;
la superficie dell'area individuata, complessivamente pari a mq 52.006, è tale da consentire la realizzazione di un adeguato sistema di aree scoperte di servizio al nuovo insediamento, in particolare una adeguata dotazione di parcheggi pertinenti in relazione ai flussi attesi;
si fa presente inoltre che, con riguardo al costo enorme degli edifici in corso di costruzione, non si conoscono le fonti di finanziamento;
senza entrare nel merito delle competenze del Comune che d'altra parte sembra all'interpellante indifferente se non ostile alla necessità di difendere l'identità culturale e cristiana della città, si rileva innanzitutto l'anomalia, per Bologna, di un edificio, in teoria adibito a moschea, che con le pertinenze accessorie configurerebbe una vera e propria cittadella islamica di oltre 6.000 mq per una popolazione cittadina di soli 7.000 aderenti alla religione musulmana, ed in tal senso, risulta evidente la sproporzione fra la mole notevole dell'edificio da costruire e l'utilizzo del medesimo da parte dei fedeli;
si fa presente inoltre che Bologna da tempo è, per quanto risulta all'interpellante, un crocevia del terrorismo islamico, e che prima delle elezioni politiche è stato progettato un attentato alla Basilica di
S. Petronio, ancora oggi interdetta al culto per ragioni di sicurezza in determinati orari della giornata;
si ricorda altresì che anche recentemente sono stati espulsi dal territorio nazionale 4 tunisini residenti a Bologna per sospette connivenze con ambienti del terrorismo islamico e che quotidianamente avvengono incidenti al C.P.T. di via E. Mattei che vedono coinvolti anche settori no global e dell'eversione dell'estrema sinistra;
quanto sopra è noto ovviamente alla stessa Giunta comunale di Bologna (preoccupata della situazione potenzialmente esplosiva) che ha predisposto un protocollo d'intesa fra il comune di Bologna e l'associazione «Centro di Cultura islamica di Bologna» che, fra altri articoli pseudo garantisti, prevede all'articolo 2 un apposito comitato di garanzia di 6 membri di cui 3 nominati dall'amministrazione comunale;
si rileva infine la mancata piena accettazione della legislazione italiana in tutti i suoi aspetti da parte di alcuni autorevoli esponenti della comunità islamica locale e la presenza nelle scuole primarie di atteggiamenti di bambini, evidentemente mutuati dal comportamento dei genitori, di totale insofferenza verso le nostre regole di convivenza e la nostra identità culturale -:
se esistano ragioni di ordine pubblico, in presenza peraltro dell'allarme lanciato dallo stesso Ministro dell'interno sull'utilizzo «anomalo» di molte moschee come centri di diffusione e di esaltazione di certe forme di terrorismo, che possano impedire in questo momento il sorgere di un complesso di edifici di tale ampiezza che, come si è detto in premessa, configurano non solo una moschea ma una vera e propria cittadella islamica superiore a tutte quelle presenti nel Nord d'Italia, mentre i promotori ne hanno dichiarato l'uso per la sola città di Bologna.
(2-00576) «Garagnani».
Interrogazione a risposta immediata:
MARONI, COTA, DOZZO, GIBELLI, ALESSANDRI, ALLASIA, BODEGA, BRICOLO, BRIGANDÌ, CAPARINI, DUSSIN, FAVA, FILIPPI, FUGATTI, GARAVAGLIA, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LUSSANA, MONTANI, PINI e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 3 giugno 2007 si è svolta all'Aquila una manifestazione di solidarietà e sostegno a Nadia Desdemona Lioce, sottoposta in carcere al regime previsto dall'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario in ragione delle sue attività terroristiche;
nel corso della manifestazione, i dimostranti, tutti appartenenti all'ala cosiddetta «antagonista», hanno inneggiato agli assassini dell'ispettore Filippo Raciti, del professor Marco Biagi e del professor D'Antona;
i manifestanti hanno anche imbrattato le mura della città con slogan apologetici del terrorismo interno ed internazionale;
guidava la dimostrazione Maurizio Ferrari, già appartenente al gruppo storico dei fondatori delle Brigate rosse, arrestato nel 1974 e condannato a quasi trenta anni di carcere, mentre tra gli altri manifestanti vi era Giulio Petrilli, ex segretario provinciale del partito della Rifondazione comunista;
in concomitanza, nei presi dell'abitazione del professor Marco Biagi è apparsa a Bologna una scritta recante la dicitura «terrorista è lo Stato»;
e-mail sempre più minacciose vengono indirizzate alla fondazione intitolata allo scomparso Marco Biagi -:
chi abbia autorizzato la manifestazione del 3 giugno 2007 davanti al carcere dell'Aquila e quali misure il Governo intenda adottare per contrastare quello che gli interroganti ritengono un clima di crescente tolleranza e sostegno nei confronti
di coloro che si sono macchiati di gravi reati terroristici.
(3-00943)
Interrogazioni a risposta scritta:
DEIANA e SMERIGLIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in questi giorni in diverse province le organizzazioni sindacali di polizia di Stato hanno promosso iniziative di diverso tipo per evidenziare lo stato di degrado dei mezzi a disposizione per le operazioni di Istituto;
le organizzazioni sindacali della polizia di Stato di Roma, in particolare il Silp per la CGIL, ha evidenziato che la carenza di mezzi economici destinati alle manutenzioni delle autovetture in dotazione al parco macchine della questura di Roma rischia di impedire la loro messa in strada per i servizi di istituto e che la loro messa in strada può significare pericoli e rischi per gli occupanti delle autovetture -:
quali iniziative intenda assumere per dare una soluzione al problema evidenziato in premessa.
(4-03867)
CECCACCI RUBINO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. - Per sapere - premesso che:
con delibera del Consiglio Comunale di Roma n. 109 del 2 luglio 2003 è stato così definito l'Ordinamento del «Decoro Urbano»:
a) l'Ordinamento per il Decoro urbano è volto ad assicurare il rispetto della normativa sul decoro urbano, la cui violazione è soggetta all'applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie ed accessorie;
b) la finalità del Decoro Urbano è quella di vigilare affinché siano osservate, in particolare, le disposizioni contenute nei Regolamenti Polizia Urbana (articoli 5, 8, 9, 10, 11, 12 - primo comma - 19, 21, 30, 47 - secondo comma - 54 e 58), Igiene (articolo 2, secondo e terzo comma), Edilizia (articoli 72 e 77) e Polizia Veterinaria (articolo 180), nonché le norme legislative e regolamentari in materia di gettito/abbandono e conferimento dei rifiuti ed altre sostanze, scritte murali, manifesti e pubblicità abusiva;
c) gli operatori del Nucleo del Decoro Urbano esercitano i poteri autoritativi, certificativi, cautelari e sanzionatori e cui agli articoli 13 e seguenti della legge n. 689 del 1981 ed - in particolare - i poteri di accertamento, contestazione immediata e notifica degli estremi delle violazioni anche tramite identificazione dei trasgressori, nonché i poteri di redazione e sottoscrizione dei relativi verbali aventi efficacia di atti pubblici;
d) il Nucleo opera in stretto raccordo con il Corpo della Polizia Municipale, che concorre allo svolgimento della vigilanza del decoro urbano, in base all'articolo 13, comma 4, della legge n. 689 del 1981 che attribuisce agli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria una competenza generale in materia di accertamento delle violazioni amministrative;
con successiva Deliberazione della Giunta Comunale di Roma n. 604 del 14 ottobre 2003 è stato approvato il Regolamento per l'organizzazione ed il funzionamento del Nucleo del Decoro Urbano che stabilisce che sono operatori del Nucleo del Decoro Urbano i dipendenti del comune di Roma abilitati a svolgere le funzioni appresso specificate nell'ambito del Comune di Roma e nominati con provvedimenti del Sindaco;
secondo quanto stabilito dalla citata Deliberazione della Giunta Comunale di Roma n. 604 del 14 ottobre 2003 gli operatori del Nucleo del Decoro Urbano:
a) svolgono servizio di prevenzione, anche attraverso opportune indicazioni ai cittadini, e di accertamento delle violazioni delle disposizioni legislative e regolamentari
in materia di decoro urbano di cui alla Deliberazione del Consiglio Comunale n. 109 del 2 luglio 2003;
b) riferiscono agli Uffici competenti di ogni altra violazione di regolamenti comunali di cui vengano a conoscenza nell'espletamento del servizio;
c) al fine di assicurare il raggiungimento di una maggiore qualità del decoro urbano, assicurano la vigilanza ed il monitoraggio del territorio e segnalano agli uffici competenti le situazioni di degrado e i disservizi rilevati incidenti sul decoro urbano, secondo le direttive del Dipartimento X (Politiche Ambientali) del Comune di Roma;
d) concorrono all'attività di rilevazione dei dati per studi e statistiche in materia di decoro urbano anche attraverso la raccolta di segnalazioni, proposte e reclami dei cittadini;
secondo quanto stabilito dalla citata Deliberazione della Giunta Comunale di Roma n. 604 del 14 ottobre 2003 gli operatori del Nucleo del Decoro urbano nell'esercizio delle funzioni sopra indicate rivestono la qualità di pubblico ufficiale a norma dell'articolo 357 del codice penale e gli atti da essi compiuti hanno l'efficacia ai sensi e per gli effetti degli articoli 2699 e 2700 del codice civile. Lo stesso personale a tal fine provvede alla redazione e sottoscrizione dei verbali, nonché alla contestazione immediata delle violazioni, secondo le norme delle procedure sanzionatorie stabilite dalle disposizioni di legge o di regolamento in materia;
gli operatori del Nucleo del Decoro urbano non rivestono la qualifica di ufficiale o agente di polizia giudiziaria, né esercitano funzioni di polizia stradale;
gli operatori del Nucleo del Decoro urbano sono assegnati al Dipartimento X (Politiche Ambientali) del Comune di Roma;
il personale attualmente addetto allo svolgimento delle funzioni di operatore del Nucleo del Decoro urbano è reclutato secondo le modalità previste da apposito bando tra i dipendenti ascritti al profilo professionale di Istruttore Amministrativo cat. C;
tale personale viene abilitato a svolgere le funzioni di operatore del Nucleo del Decoro Urbano a seguito di attività formativa e del superamento di una prova di valutazione finale;
tale personale, pur svolgendo le funzioni di operatore del Nucleo del Decoro Urbano e quindi di polizia amministrativa, continua a rivestire il profilo professionale di Istruttore Amministrativo cat. C (ossia Impiegato Amministrativo ex 6o livello);
ad oggi, ossia dopo tre anni, i dipendenti del Nucleo sono ancora inquadrati con le qualifiche di provenienza, ovvero istruttori e funzionari amministrativi, quindi semplici impiegati, e per svolgere appieno i compiti loro assegnati debbono chiedere l'assistenza della Polizia Municipale o delle altre Forze di Polizia;
l'Amministrazione Comunale di Roma per gli operatori del Nucleo del Decoro Urbano rinviene nell'articolo 13, commi primo e secondo della legge n. 689 del 1981, in materia di sanzioni amministrative il fondamento normativo del conferimento dei poteri di accertamento e repressione di violazione di norme previste nei regolamenti comunali od in altre leggi o regolamenti;
le disposizioni di cui all'articolo 13, commi primo e secondo della legge n. 689 del 1981 prevedono: «Gli organi addetti al controllo sull'osservanza delle disposizioni per la cui violazione è prevista la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di danaro possono, per l'accertamento delle violazioni di rispettiva competenza, assumere informazioni e procedere a ispezioni di cose e di luoghi diversi dalla privata dimora, a rilievi segnaletici descrittivi e fotografici e ad ogni altra operazione tecnica (primo comma)» e ancora: essi «possono altresì procedere al sequestro cautelare delle cose che possono formare oggetto di confisca amministrativa,
nei modi e coi limiti con cui il Codice di procedura penale consente il sequestro alla Polizia giudiziaria» (secondo comma);
occorre una specifica previsione normativa statale e/o regionale che identifichi puntualmente gli organi amministrativi diversi dalla polizia municipale addetti all'accertamento degli illeciti;
a tale proposito occorre ricordare che l'articolo 274 del Testo Unico della legge sugli enti locali (TUEL) ha abrogato gli articoli 106 e 107 del testo unico della legge comunale e provinciale del 1934 che esplicitamente attribuivano tale potere ad agenti o funzionari non necessariamente appartenenti alla polizia municipale;
la Regione Lazio soltanto nel 2006 e precisamente con la legge regionale n. 23 del 5 dicembre 2006 ha stabilito che i Comuni possono, con provvedimento del Sindaco, conferire ai propri dipendenti o ai dipendenti di soggetti ai quali è affidato il servizio di raccolta dei rifiuti, funzioni di accertamento e di contestazione immediata delle violazioni delle disposizioni dei regolamenti comunali relative alle modalità del conferimento dei rifiuti ai servizi di raccolta. I verbali redatti dai dipendenti di cui sopra hanno l'efficacia di cui agli articoli 2699 e 2700 del codice civile;
tale disposizione ha generato uno stato di confusione normativa sia per i cittadini che per i dipendenti del Nucleo del Decoro Urbano che operano ed hanno operato fino ad oggi in materia di accertamento e contestazione anche non immediata delle violazioni al regolamento comunale sui rifiuti, ad alcuni articoli del regolamento di polizia urbana e al regolamento comunale in materia di affissioni e pubblicità, senza una specifica investitura normativa né di livello statale, né tanto meno di livello regionale, ma in virtù della deliberazione del Consiglio Comunale n. 109 del 2003 e della deliberazione della Giunta Comunale n. 604 del 2003;
ad oggi il Sindaco di Roma non ha provveduto ad emanare una nuova ordinanza con la quale incaricare i dipendenti del Nucleo del Decoro Urbano delle funzioni di accertamento e di contestazione immediata delle violazioni alle disposizioni dei regolamenti comunali relative alle modalità del conferimento dei rifiuti;
la carenza di qualifica, funzioni e poteri specifici equivalenti a quelli della polizia locale, connessa a quella dell'adeguamento organico, non hanno consentito di far decollare l'attività operativa del Nucleo -:
se non intenda, alla luce di quanto esposto in premessa, adottare iniziative anche normative, eventualmente d'intesa con le regioni e gli enti locali, volte ad identificare puntualmente i soggetti istituzionalmente competenti a svolgere le funzioni di accertamento e di contestazione immediata delle violazioni relative alle modalità di conferimento dei rifiuti.
(4-03869)
LA MALFA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la Protezione civile ha individuato attorno al vulcano Somma Vesuvio tre aree a pericolosità e rischio vulcanico per la più interna delle quali, denominata Zona Rossa a massima pericolosità e rischio, è stato previsto e predisposto un piano di evacuazione nell'ipotesi di una futura eruzione che interesserà circa 650.000 persone;
nel quartiere napoletano di Ponticelli è in costruzione un grande ospedale con centinaia di posti letto e nell'area circostante sono previste altre localizzazioni di servizi ad esso collegati;
tale ospedale è collocato a meno di 8 chilometri dal centro eruttivo e a soli 100 metri dal confine della zona rossa delimitata dalla Protezione civile;
il confine esterno della zona rossa delimitata dalla Protezione civile non ha un andamento omogeneo ed è in taluni settori
superiore agli 8 chilometri mentre in altri è inferiore a questo limite, fra cui nella zona dove è in costruzione l'ospedale -:
per quali ragioni i confini della Zona rossa non siano omogenei nella determinazione del rischio vulcanico e siano notevolmente frastagliati;
quali criteri scientifici siano stati seguiti per delimitare la zona rossa e come mai si siano prodotti questi specifici andamenti;
se debba essere scartato il sospetto che sia stato volutamente ridotto il perimetro della Zona Rossa in vicinanza delle aree dove dovrà sorgere l'ospedale;
se ritenga accettabile costruire comunque un ospedale nelle immediatissime vicinanze della zona rossa o forse entro una zona rossa qualora essa fosse stata delineata in modo razionale e in base a considerazioni scientifiche;
come si concilia tutto questo con la riaffermata necessità di procedere a una delocalizzazione dell'area a rischio più elevato e infine se questa significativa situazione che viene qui segnalata non indichi la necessità di una revisione e supervisione da parte della comunità scientifica italiana ed internazionale del lavoro svolto dalla Protezione civile negli scorsi anni sull'area del vulcano Vesuvio.
(4-03872)