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Allegato B
Seduta n. 165 del 6/6/2007
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SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazioni a risposta scritta:
MISIANI, SANGA, ALBONETTI e LOCATELLI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
la Chemtura Manufacturing Italy, filiale italiana della multinazionale statunitense attiva nei prodotti chimici speciali, ha annunciato la ristrutturazione degli stabilimenti di Pedrengo (Provincia di Bergamo) e Ravenna;
l'impianto di Pedrengo negli anni novanta faceva parte del gruppo Eni come Enichem Synthesis. Nel marzo 1994 passò sotto il controllo della società statunitense Great Lakes. Nel marzo 2005 l'intero gruppo Great Lakes è stato acquisito da un'altra multinazionale americana, la Crompton. Dalla fusione di Crompton e Great Lakes è nata, il 1o luglio 2005, Chemtura, quarta società americana nelle «specialità chimiche», quotata alla Borsa di New York;
con l'avvento di Chemtura è iniziata la riduzione dell'organico dello stabilimento di Pedrengo: a fine 2005 è stata aperta una prima procedura di mobilità per una decina di dipendenti; a marzo 2006 sono stati dichiarati 16 esuberi (su 196 dipendenti) ed è stato siglato un accordo con l'uscita di 11 lavoratori su base volontaria. Nel 2007 il gruppo ha annunciato un piano di ristrutturazione globale, con una riduzione delle divisioni operative;
la ristrutturazione degli stabilimenti italiani di Chemtura, motivata con problemi di competitività legati ai costi di produzione coinvolge da 125 a 135 dipendenti su un totale di 175 a Pedrengo, e da 25 a 35 su un totale di 65 a Ravenna. La prospettiva per i lavoratori (non ancora formalmente annunciata) è la mobilità, con scadenza indicata a fine settembre. Di fatto, le produzioni interessate - tre tipi di antiossidanti standard - si fermeranno con tutta probabilità entro fine giugno, con l'uscita effettiva del personale prevedibile per ottobre;
le organizzazioni sindacali hanno espresso grande preoccupazione per le scelte annunciate dalla Chemtura, e chiedono di diminuire il più possibile l'impatto sociale delle stesse sui lavoratori attraverso l'uso degli ammortizzatori sociali e i piani di riqualificazione e ricollocamento -:
quali iniziative si intendano adottare al fine di salvaguardare i lavoratori interessati
dalla ristrutturazione degli stabilimenti di Pedrengo e Ravenna della Chemtura.
(4-03878)
MISIANI, SANGA e LOCATELLI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
la Beiersdorf Spa ha comunicato l'intenzione di chiudere entro fine settembre lo stabilimento di Brembate (Provincia di Bergamo), unica sua realtà manifatturiera, dove viene prodotta la crema Nivea e sono occupati 192 lavoratori (esclusi gli interinali) e per i quali si prospetta la procedura di mobilità;
Beiersdorf è presente in Italia dal 1931. Nel 2006 il fatturato globale delle vendite Italia della società è stato di 284 milioni di euro, a cui vanno aggiunte esportazioni per 94 milioni di euro. Lo stabilimento di Brembate è in attività dal giugno 1972, inizialmente per la produzione di nastri adesivi. All'inizio degli anni ottanta una riorganizzazione delle attività italiane ha portato alla realizzazione a Brembate di un magazzino per prodotti finiti, diventato poi il centro di distribuzione per l'Italia di tutte le attività Beiersdorf, e il trasferimento da Milano della produzione del comparto «medicale» e nel 1987 anche della attività di cosmesi. Successivamente, le attività dei nastri adesivi sono state spostate alla società comasca Comet, mentre quelle del settore medicale sono state trasferite in Spagna;
tale decisione è stata assunta nel contesto del piano europeo di riorganizzazione della catena produttiva del gruppo, annunciata a novembre 2005. Nell'ambito di questo progetto, il gruppo Beiersdorf ha già riorganizzato la presenza in Germania, Svezia, Olanda, Belgio e Francia, coinvolgendo quattro siti logistici e cinque stabilimenti produttivi, con la chiusura nel 2006 di impianti in Germania, Olanda e Svezia e la chiusura di magazzini in Olanda e Belgio. Nel settembre 2006 è stata decisa la cessione di uno stabilimento produttivo e di attività di logistica in Francia e di una fabbrica in Germania. A febbraio 2007 è stata annunciata la cessione del centro logistico di Amburgo. Per quanto riguarda la realtà italiana, la Beiersdorf intende mantenere la sua presenza nel nostro Paese attraverso la sede direzionale e commerciale di Milano, cessando ogni attività produttiva (fatta eccezione per la Comet Spa di Concagno di Solbiate in provincia di Como, controllata indirettamente dal gruppo);
la società ha motivato l'annunciata chiusura dello stabilimento di Brembate adducendo ragioni legate alla pressione competitiva sempre maggiore che interessa il mercato mondiale della cosmesi. Secondo le organizzazioni sindacali, che hanno immediatamente indetto uno sciopero e un presidio, la decisione dell'azienda sarebbe senza preavviso e senza una reale giustificazione, poiché la Beiersdorf è in attivo e avrebbe deciso di trasferire la produzione all'estero esclusivamente in ragione del minor costo della manodopera -:
quali iniziative intendano adottare per tutelare i lavoratori e le lavoratrici dello stabilimento Beiersdorf di Brembate.
(4-03879)
ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nel Piano industriale 2007-2010, la società Eni S.p.A.-Divisione gas power (ex Italgas), ha previsto la chiusura delle sedi di Crotone, Catanzaro, Corigliano e Siderno, con la concentrazione di tutte le attività nella sede di Cosenza;
la decisione dell'Eni viene inflitta ad una Regione, la Calabria, sempre penalizzata dalle scelte delle più grandi società
produttive, con conseguenti ricadute negative sul versante occupazionale;
la chiusura degli sportelli Eni, attualmente sparsi nel territorio calabrese, ed il loro accentramento in un'unica sede, peraltro a nord della lunga Calabria, non può che creare gravi disagi ai dipendenti ed ai calabresi tutti -:
se non ritengano necessario ed urgente, per le parti di competenza, intervenire presso l'Eni S.p.A, affinché rivisiti il Piano industriale, in modo da non creare ulteriore disoccupazione in una Regione già fortemente penalizzata e nella quale si incrementa giorno dopo giorno la schiera dei lavoratori precari.
(4-03886)
GALANTE. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa si apprende che presso la storica azienda Richard Ginori funzionari della Cerit hanno provveduto al sequestro di alcuni impianti e prodotti per un ammontare complessivo di 11 milioni di euro giustificato con la motivazione di recuperare l'Iva arretrata;
sembra che l'azienda dal 2004 ad oggi abbia accumulato un debito Iva per 5,4 milioni di euro;
tale decisione rischia di portare quasi certamente alla chiusura dello stabilimento industriale con inevitabili e pesanti ripercussioni sul versante occupazionale;
la Richard Ginori è tra le realtà industriali più importanti per lo sviluppo economico della regione Toscana -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto descritto in premessa;
se non ritenga opportuno attivarsi per l'apertura di un tavolo di trattativa con le parti sociali che scongiuri la chiusura della storica azienda leader nella produzione di porcellane.
(4-03887)